Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
8.2.25
la maestra Tomasa e Pedrito di Tina Spagnolo dal gruppo facebook quando sbagli gruppo
ascoltata attentamente, senza dirle nulla, ha esaminato gli archivi e ha messo nelle mani di Donna Tomasa il libro della vita di Pedrito. L'insegnante ha iniziato a leggerlo per dovere, senza convinzione. Tuttavia, la lettura ha raggrinzito il suo cuore:La maestra di prima elementare aveva scritto: "Pedrito è un bambino molto brillante e amichevole. Ha sempre un sorriso sulle labbra e tutti gli vogliono molto bene. Consegna i suoi lavori in tempo, è molto intelligente e applicato. È un piacere averlo nella mia classe”.La maestra di seconda elementare: "Pedrito è un alunno esemplare con i suoi compagni. Ma ultimamente è triste perché sua madre soffre di una malattia incurabile”L'insegnante di terza elementare: "La morte di sua madre è stata un colpo insopportabile. Ha perso interesse in tutto e passa il tempo a piangere. Suo padre non si sforza di aiutarlo e sembra molto violento. Penso che lo stia colpendo. ”L'insegnante di quarta: "Pedrito non mostra alcun interesse in classe. Vive a disagio e quando cerco di aiutarlo e chiedergli cosa gli succede, si chiude in un mutismo disperato. Non ha amici ed è sempre più isolato e triste"Poiché era l'ultimo giorno di scuola prima di Natale, tutti gli alunni hanno portato a Doña Tomasa dei bellissimi regali avvolti in fogli raffinati e colorati. Anche Pedrito gli ha portato il suo avvolto in un sacchetto di carta. Donna Tomasa sta aprendo i regali dei suoi studenti e quando ha mostrato quello di Pedrito, tutti i compagni si sono messi a ridere vedendo il suo contenuto: un vecchio braccialetto a cui mancavano alcune pietre e un vasetto di profumo quasi vuoto. Per tagliare al meglio con la risata degli alunni, Donna Tomasa si è messa con piacere il braccialetto e si è versata qualche goccia di profumo su ogni bambola. Quel giorno Pedrito è rimasto l'ultimo dopo la lezione e ha detto alla sua insegnante: "Dona Tomasa, oggi lei profuma come mia madre"Quella sera, da sola a casa sua, Donna Tomasa pianse a lungo. E decise che d'ora in poi, non solo avrebbe insegnato ai suoi studenti lettura, scrittura, matematica... ma soprattutto che li avrei amati e li avrei educati il cuore. Quando tornarono a scuola a gennaio, la signora Tomasa arrivò con il braccialetto della mamma di Pedrito e con qualche goccia di profumo. Il sorriso di Pedrito è stata una dichiarazione di affetto. La semina di attenzione e affetto di Doña Tomasa ha fruttificato in un crescente raccolto di applicazione e cambiamento di comportamento di Pedrito. A poco a poco, tornò ad essere quel bambino applicato e lavoratore dei suoi primi anni di scuola. Alla fine del corso, Doña Tomasa ha avuto difficoltà a rispettare le sue parole secondo cui tutti gli alunni erano uguali per lei, poiché provava una evidente predilezione per Pedrito.Passarono gli anni, Pedrito andò a continuare i suoi studi all'università e la signora Tomasa perse i contatti con lui. Un giorno ricevette una lettera dal dottor Pedro Altamira, nella quale gli comunicava che aveva terminato con successo gli studi di medicina e che stava per sposare una ragazza che aveva conosciuto all'università. Nella lettera lo invitavo al matrimonio e lo supplicavo di essere la sua madrina di nozze.Il giorno del matrimonio, Donna Tomasa ha rimesso il braccialetto senza pietre e il profumo della mamma di Pedrito. Quando si sono incontrati, si sono abbracciati molto forte e il dottor Altamira gli ha detto all'orecchio: "Devo tutto a lei, Donna Tomasa". Lei, con le lacrime agli occhi, gli rispose: "No, Pedrito, la cosa è successa al contrario, sei stato tu a salvare me e mi hai insegnato la lezione più importante della vita, che nessun professore era mai stato capace di insegnarmi all'università: mi hai insegnato a fare l'insegnante".
28.9.23
FACEBOOK... di margherita todesco
14.7.21
ORGIANAS di Daniela Bionda
ORGIANAS di Daniela Bionda ISBN 88 87393 23 -0 edito dalla P:T:M Editrice aprile 2006
il libro da me scritto dal titolo "Orgianas" è composto da tre novelle, ambientate in Sardegna , la prima, ambientata nella Sardegna nuragica degli Shardana, parla della ribellione di Ampsicora e di suo figlio Iosto, all'invasione romana ed è intitolata "Orgians"
la seconda novella è ambientata durante l'invasione della Sardegna da parte del Vandali, ed è intitolata "Selene e l'ultimo rifugio "
la terza novella è sugli Shardana in Egitto ed è intitolata "Il viaggio di Kia"Questo libro scritto nel 2006, è nato dalla mia passione per gli Shardana, popolo del mare, e dall'influenza che provavo in quel momento per le teorie di Leonardo Melis, sebbene le sue teorie non siano state confutate dall'archeologia tradizionale, o comunque solo parzialmente, hanno esercitato in me il desiderio di scrivere tre racconti stile "Fantasy "basati su fatti e personaggi realmente esistiti ed altri nati dalla mia immaginazione. Per la prima novella dal titolo Orgianas, tutti i personaggi romani e punici, e naturalmente Ampsicora e suo figlio Iosto sono realmente esistiti.Ho quindi deciso di fare un breve sunto di tutte le tre novelle , troppo lunghe per essere riportate integralmente la prima è tratta dalla novella Selene, e l'Ultimo Rifugio21.6.21
IL guardiano del faro Racconto di Daniela Bionda
Sbarcò in un giorno assolato da un battello a vapore. Sembrava un fuggiasco, uno che scappava dai posti affollati, dai chiacchericci di vecchie comari, dagli strali di un prete, dai vicoli della città. Il nostro non è che un villaggio fatto da piccole case, campi coltivati, orti e bestiame. Portava con sé solo una sacca con pochi vestiti, un rasoio affilato, una saponetta, un piccolo pettine ed un mondo fatto di libri, le pagine consunte, frutto di ripetute letture ed un fiore secco come segnalibro. Disse al capo villaggio di voler diventare il guardiano del faro, che spiccava lassù in alto, arroccato sulla scogliera, con i gabbiani che ci volavano attorno, per poi fiondarsi sul mare. Si chiama Jonathan, divenne il guardiano del faro, con lo sguardo poteva abbracciare l' immenso azzurro del mare. Indicare ai naviganti rotte sicure. Un giorno, salii su una piccola barca, raggiunsi l'altra sponda e mi inerpicai sulla scogliera, sino a raggiungere il faro. Bussai alla sua porta, portavo con me un cesto di fiori, di quelli che il suo mare non gli avrebbe mai dato. Portai un cesto pieno di cibo, formaggi, gallette, olive ed un fiasco di vino. Mi ci volle molto coraggio, ma troppo a lungo avevo fissato quel sole, seduta su di un muretto da cui si vedeva il mare. Fece un passo all' indietro, non disse nulla, si limitò a farmi entrare. Le anime perse si riconoscono tra loro, non hanno bisogno di parlare. Il mio bagaglio era un cuore spezzato, un fiume di lacrime ed inchiostro su vecchie poesie. Avevo bisogno di un luogo sicuro, lontano da ogni clamore. Al villaggio, venivo indicata ai passanti, come donna perduta, avendo vissuto sotto gli occhi di tutti, una storia d' amore, con un uomo il cui cuore apparteneva ad un'altra.
6.6.21
Le Balene d'agosto racconto di Daniela Bionda
Tratto dal 2° concorso letterario "una storia sbagliata"- Associazione culturale Carta Dannata presidio di Tempio Pausania in collaborazione con la libreria Max 88 Presidi libri Sardegna Edizioni Mediando
Copyright 2007 Mediando- ISBN 978 -88-89502-17-4
Durante il tragitto Sha iniziò a pensare alle sue balene, nel Mare del Nord, ai salvagenti arancioni, ai suoi compagni stipati come sardine in piccole barche o in gommoni che si scagliavano contro le baleniere impedendone il passaggio. Al compagno più ardito, che riusciva ad issare il loro emblema sull'alto pennone. Pensò alle canzoni gridate, alle marce per la pace. Infine come in un caleidoscopio d'immagini, ai tralicci saltati; Alle cariche della Polizia; Alle vetrine infrante, alle bandiere bruciate. Robin avrebbe voluto stringerla a sé ma si limitò a chiederle :"Sei proprio sicura, possiamo ancora tornare indietro". Sha scosse la testa, uscendo dal suo torpore. Giunti alla meta scese dal furgone, lentamente, la bomba rudimentale nascosta sotto la giacca logora, mentre le luci dei pali illuminavano i suoi passi. Rimase qualche secondo ad osservare il bersaglio, le insegne al Neon del Mc Donald's che brillavano in quella gelida notte. Deposta la bomba, Sha mise in funzione il detonatore, poi, ritornò,
contando mentalmente i passi, senza cedere all'istinto di scappare. Il furgone si allontanò sgommando, giusto in tempo per sentire un gran boato, le fiamme che si sviluppavano dall'edificio, il suono delle sirene, i vetri infranti delle auto bruciate. Giunti al rifugio i giovani si lasciarono travolgere dal fumo denso, la musica ritmata. Sha ballava da sola, a piccoli passi, le braccia alzate, girando su se stessa come una girandola mossa dal vento. L'alba li trovò esausti, le bocche asciutte, i capelli incollati. La ragazza s'infilò nel sacco a pelo stringendosi a Robin in cerca di calore. Incapace di dormire Sha pensò a suo padre, un piccolo borghese con un alto senso del decoro; Al fatto che non riusciva ad accettarla, con le sue divise militari, i suoi capelli rossi mal lavati. Pensò alla sua infanzia dorata, alla dolce Patti che nel calore della grande cucina, oltre al pane fragrante, latte, burro, marmellata, le dispensava un amore incondizionato.Uscita dal sacco a pelo con Robin che borbottava, si diresse traballante al chiosco più vicino alla ricerca di un giornale. La notizia la fece impallidire, le mani tremanti e sudate, macchiate dell'inchiostro della carta stampata. Quattro addetti alle pulizie erano periti nell'inferno di quella notte. Si diresse alla Metro, rifugio sicuro di barboni e sbandati dal vento gelido della notte. Salì sull'ultimo vagone, quello dei pendolari, le borsette strette in pugno, gli sguardi assonnati, mentre nella cabina si sentiva un odore di dopobarba, misto a sudore. Scese alla terza fermata, quella che conduceva al mare. Osservò le saracinesche serrate dei locali non ancora affollati. Gli ombrelloni e le sedie accatastate. Con un dito disegnò dei cerchi concentrici sulla sabbia bagnata, poi sciolse il nastro di cuoio che le imprigionava i capelli, lasciandoli scendere sulle spalle, come quelli di una sirena della quale non si udiva più il canto.Cominciò a spogliarsi, prima le scarpe, poi tutto il resto. Si diresse sul bagnasciuga, lasciando delle orme che presto le onde avrebbero cancellato. L'acqua le coprì le ginocchia, poi il petto ed allora Sha cominciò a nuotare, verso l'orizzonte infinito, senza guardarsi mai indietro. Presto si stancò, gli arti rigidi, i polmoni che cercavano l'aria. Presto perse il senso dell'orientamento come le sue balene d'agosto, arenate. Sha chiuse gli occhi e si lasciò trascinare dal vortice di un mare profondo.
12.10.14
la storia e' anche la gente non solo gli eventi [ perchè racconto storie ]
[--- ] La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere. E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi,perchè nessuno la può fermare.[---]
Alessio Meloni ha detto...
PERCHÉ ORMAI SIAMO CIRCONDATI DA TUTTI I RACCONTIdi Giorgio Vasta 7 maggio 2013 da www.minimaetmoralia.it/wp/recensione-immersi-nelle-storie-frank-rose/
[...] Immersi nelle storie. Il mestiere di raccontare nell’era di internet di Frank Rose (Codice Edizioni, traduzione di Antonello Guerrera) riflette su questo naturalissimo paradosso: com’è possibile che le storie – quelle che leggiamo, che guardiamo al cinema e in tv o che seguiamo (e contribuiamo a costruire) in rete – siano in grado di girare intorno alla nostra poltrona e collocarsi non solo alle nostre spalle ma tutt’intorno a noi?In effetti le storie non se ne stanno più al loro posto. Non le troviamo solo nei libri, sullo schermo, in un dvd o in un teatro. Non sono più oggetti che, consumati, riponiamo su uno scaffale, così come non sono più luoghi dai quali, conclusa la narrazione, possiamo andare via. In sostanza le storie non fanno più parte di un’esperienza separabile e perimetrabile. Come se dallo stato solido fossero passate prima a quello liquido, dilagando in ogni direzione, per divenire poi gassose, sostanze che un semplice respiro trasloca all’interno dei nostri corpi.Attraverso INCONTRI con registi (da James Cameron a David Lynch), creatori di serie tv (Damon Lindelof di Lost), ideatori e sviluppatori di videogame, Rose chiarisce un punto: se le storie sono ciò che ci nutre questo dipende dal fatto che tendiamo a leggere il mondo in relazione a un senso. Come in Cosmo di Gombrowicz, dove ogni fenomeno è percepito quale indizio di qualcos’altro, nel nostro quotidiano cerchiamo di non abbandonare nulla né al caso né al vuoto pretendendo invece che tutto ciò che c’è sia in grado di significare.[....] È meglio spalancarsi all’ibridazione: scoprire che da sempre il legame tra realtà e finzione ha una natura meticcia. Ed è indispensabile ricordarsi che la ricostruzione del significato (o meglio la sua invenzione) procede per vie tortuose. Come il protagonista di Reality di Matteo Garrone anche noi penetriamo a forza nello spazio della finzione per contemplare sorridenti la stellata notturna del senso.
2.9.14
Escluso il cane. [di Romina Fiore]
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da SARDEGNAblogger. |
15.7.14
lu cantu di la 'ita
(da una poesia di Carlo Giuliani )
La suggestiva scalinata di Sant’Antonio farà da scenario a una serata in cui diverse forme d’arte, unendosi, racconteranno le stagioni della vita, i tormenti, le gioie, le emozioni dell’essere umano, che
per non perdersi ha bisogno di ritrovare le proprie radici, di ascoltare il suono del passato, per potersi proiettare nel domani carico della ricchezza che questo ci ha lasciato. Poiché ognuno di noi è una storia dentro la storia, che attende di essere ascoltata. Vi aspettiamo, il 19 Luglio, alle ore 21.30. Sperando di trasmettervi emozioni.
16.3.13
a volte basta un niente per sboccarti [ riprende il mio racconto vbiaggio nella frontiera ]
Ora chi mi segue sia quando ancora il blog si chiamava cdv.splinder.com e sia adesso che si chiama ulisse-compagnidistrada.blogspot.com avrà letto le puntate precedenti ( che trovate qui e qui se non avete voglia di cercare fra i risultati del " motorino " di www.ulisse-compagnidistrada.blogspot.com ) del racconto viaggio nella frontiera ambientato nel west . Tornato dal mercato solo andato a cercami le puntate precedenti ne trovate sotto il riepilogo dell'ultima puntata ( ch chi volesse leggersela o rillegerla la trovatre integramente qui
(...) Visto il clamore e la fortuna sfacciata dalla nostra parte ( come se qualcuno la sù ci avesse voluto aiutare ed avesse avuto pietà di noi o magari ritiene che il nostro tempo non è ancora giunto ) grande Naso decise di credermi .Osservo ancora il tatuaggio e la collana di jack, guardò negli occhi i nostri salvatori : cerbiatta che.. , coda di lupo , lo stregone e disse << ok a fine mese c'è un torneo fra i vari gruppi della mia tribù , la il tuo amico bianco , mezo scalpo , potra dimostrare quello che tu dici .La gara sarà a due prove , tiro semplice e tiro al volo . Basta che ne vinca una sola è avrete salva la vita . Se poi vincerà in tutte e due prometto solennemente di portare in consiglio che seppelirò per sempre finchè sarò in vita e lo lascerò scritto a miei successori ( salvo ovviamente per difesa o violazioni da parte dei bianchi ) cesserò ogni ostilità e ogni razzia verso gli uomini bianchi e tutte le tribù , compresa la tua , oh saggio ballaconilupi .
Siete liberi di rimanere qui , se vi aggradà e credo che a mia figlia cerbiatta fara piacere andare a trovare la tua famiglia .L'importantee è che vi presentiete alla gara.
Vidi che jackaveva bisogno di cure e decidemmo di rimanere uno \ due giorni
adesso vi lascio e vado a cercare sia fonti ed immagini per cui ispirarmi per le puntate seguenti vi lascio con la bellissima
a presto
14.1.13
Oltre il muro
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...