Escluso il cane. [di Romina Fiore]


             Escluso il cane. [di Romina Fiore] 

 - Abbiamo concluso così, senza nemmeno un saluto, i nostri 25 anni insieme! – ha detto mentre portava alla bocca una forchettata di spaghetti grande quanto il nido d’un condor. E, visto il pathos dell’argomento trattato, che spesso chiude inaspettatamente la gola con improvvisi scioperi dell’epiglottide, ho pensato che quegli spaghetti l’avrebbero strozzata. - Aveva una storia con la sua segretaria, come la più banale delle barzellette! – - Come l’hai scoperto? – le ho chiesto desiderosa di sapere. Però mi sono immediatamente pentita di quella domanda che, sebbene sintomo di sincero interesse, era una vagonata di sale sulle ferite. - Lui, solitamente allergico a sms e cellulare, d’improvviso non staccava gli occhi dal display. Stava sempre lì a scrivere, scrivere e scrivere. Quando gli ho chiesto lumi su quest’abuso improvviso si è giustificando dicendo che doveva istruire la nuova segretaria sulle mansioni ed incombenze dell’indomani. – - E tu gli hai creduto? – - Certo che no e infatti una sera, mentre lui era in bagno, ho controllato il suo telefono: nemmeno un messaggio in memoria. E’ stata la conferma che la puzza di bruciato proveniva da un incendio grosso! – Durante il suo racconto mi aspettavo che, da un momento all’altro gli occhi le si sarebbero riempiti di lacrime e avevo paura di quel momento, ché in quei frangenti io non so mai cosa dire. Mi vengono in mente solo frasi di circostanza alle quali, talvolta, sarebbe da preferire il silenzio. Ma anche il silenzio è brutto quando hai davanti qualcuno che piange. Un abbraccio, forse. Ma il ristorante non era certo il luogo ideale. E invece no, ha proseguito con impassibilità il racconto del suo matrimonio, ormai finito da qualche mese. - Il mio avvocato dice che potrei strangolarlo economicamente e guadagnarci non so cosa, ma non me ne frega nulla. Voglio chiudere questo capitolo il più in fretta possibile. – ha detto imperturbabile. Nemmeno un insulto alla segretaria, 
da SARDEGNAblogger.



nuova compagna del suo ormai ex marito. Ovvio che i doveri nei confronti della moglie li avesse lui, però in questi casi è facile sentir affibbiare l’epiteto di “puttana” alla rivale. Lei no, ammirevolmente non ha speso una sola parola per l’avversaria. - Gli ho lasciato la grande casa nella quale vivevamo e me ne sono andata in un minuscolo bilocale che avevo prima del matrimonio. – - Col cazzo che gli avrei fatto ‘sto regalo! – ho commentato stizzita. - Purtroppo gli ho dovuto lasciare anche il cane, al quale sono legatissima, ma è il suo. – E subito dopo quest’ultima frase gli occhi le si sono riempiti di lacrime. Inondati in una maniera incontenibile. Un pianto a dirotto che non è riuscita a trattenere. - Scusa un attimo! – ha detto prima di correre in bagno. Ed io sono rimasta al tavolo da sola. E mi è venuto da pensare che, effettivamente, essere scaricate per un’altra è un duro colpo inflitto all’ego, ma poi, dopo una chiacchierata a tu per tu col proprio io, ad una negoziazione si arriva in tempi relativamente brevi. Ma sentimenti autentici e forti come la nostalgia, l’assenza, la mancanza vera che avverti come un’amputazione non resta per l’ex fidanzato, marito o compagno, no. Resta per il cane!

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