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1.6.25

diario di bordo n 125 annno III Un negozio di abiti da sposa di Nuoro ha deciso di dirlo così, che non vuole il genocidio a Gaza, con eleganza e intelligenza.Non è più accettabile non esporsi.(Giulia Acerba ) , l’agonia silenziosa dell’identità e il sentiero dell’alternativa ( emiliano Morrone ) ,l'insegnate non è solo uno che tende al posto fisso ( mario. Mariù sanna )

per problemi di tempo riunisco qui in questo n del diario di bordo gli scritti social di alcuni compagnidistrada \ di viaggio che per vari motivi non possono scrivere direttamente sul blog ma che condividono anche se non direttamente il mio percorso



Un negozio di abiti da sposa di Nuoro ha deciso di dirlo così, che non vuole il genocidio a Gaza, con eleganza e intelligenza.Non è più accettabile non esporsi.
Trovo vile chi non si espone e ancora di più chi ha tanta visibilità e non si espone. Jovanotti 20 anni fa gridava Il mio nome è mai più, era un paladino di Emergency e ora sui suoi social (con 2 milioni di follower) e nelle sue canzoni solo occhi a cuore.
Mi sono anche un po' rotta di chi mi dice "non riesco a guardare quelle immagini".
Se non si riesce a guardare si può leggere, se non si riesce a leggere si può andare ad ascoltare chi parla. Se, per motivi vari, non si riesce a guardare, leggere, ascoltare, si può esporre una bandiera della Palestina.
Se non si riesce a guardare, leggere, ascoltare, esporre una bandiera beh allora uno può anche dire: di quello che sta succedendo fuori dal mio orticello non me ne frega nulla.
Se non si riesce a pensare a cosa succede fuori dal proprio orticello bisogna però con umiltà levarsi alcune spillette che si pensa di avere addosso: cristiano,cattolico,catto comunista e compagnia cantante. Perchè le spillette non sono solo per bellezza, doverebbero anche essere monito per agire, a un certo punto.Palestina libera 

Infatti Giulia  ha  ragione   Non  c'è  solo Jovanotti, ad  essersi venduto  al sistema   la lista è lunghissima. Solo qualcuno ora si sta svegliando ma anche solo fino a 2 settimane fa erano veramente 4 gatti gli artisti, intellettuali, giornalisti e, mettiamoci pure gli influencer, che si erano esposti. Un silenzio allucinante che abbiamo il dovere di non dimenticare.

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Lo so  che   Emiliano  parla della calabria   , ma tale discorso  lo si può  e lo si deve  fare  per  tutto  il Sud 

la lente di emiliano

Calabria globalizzata, l’agonia silenziosa dell’identità e il sentiero dell’alternativa

È qui che la politica, tutta, senza steccati ideologici o appartenenze di bandiera, dovrebbe fermarsi e riflettere. Perché non si tratta di nostalgia, ma di necessità
 Pubblicato il: 30/05/2025 – 6:25


Nella globalizzazione dei consumi è (quasi) sparita l'identità umana e profonda delle aree montane della Calabria. Sino ai primi anni '90 si comprava la verdura locale portata dall'asino alla corda. E a San Giovanni in Fiore si ordinavano le cassette personalizzate al Triangolo di Antonio e Biagio. Ora il ballo delle merci ci ha levato l'autenticità, il piacere dell'attesa e della
convivenza. Qualche eccezione rimane: l'associazione Donne e Diritti prova sul posto a recuperare la socialità: insegna a impastare il pane, a ricamare come una volta. E mentre la politica litiga inutilmente, sfugge dallo sguardo la necessità di uscire dal mondo virtuale, di tornare alla piazza, alla cucina col fuoco acceso: allo stare insieme. In quale programma elettorale della regione troveremo, come punto a costo zero, l'impegno di favorire le pratiche di comunità? ..... 
https://www.corrieredellacalabria.it/2025/05/30/calabria-globalizzata-lagonia-silenziosa-dellidentita-e-il-sentiero-dellalternativa/

                           Emiliano Morrone 
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Al contrario di certe persone che vedono l'insegnamento come una missione o una vocazione, ho sempre ammesso che prediligo fare altre cose.Ma l'insegnamento non è mai stato un ripiego o un lavoro da svolgere solo per lo stipendio o l'agognato "posto fisso".Mi sono sempre piaciute le sfide e ho insegnato in ogni ordine e grado della Scuola Italiana. Praticamente mi manca solo l'esperienza della docenza nelle scuole "carcerarie".
E pazienza se probabilmente resterò un precario "a vita", del resto anche la vita è precaria. Oggi ci sei e magari domani magari ti viene un infarto e parti all'altro mondo.Lavoro con professionalità, studio, mi aggiorno, mi confronto, sbaglio e talvolta vado a sbattere contro dei muri di gomma.Ma vado avanti, a testa alta e senza scorciatoie. Il ciclismo mi ha insegnato che non c'è salita che dopo non abbia la discesa.


                           mario Mariu Sanna


12.5.25

post it di gliulia Acerba

Andiamo in giro con dei post-it che ci attacchiamo addosso da soli o che ci facciamo attaccare dagli altri. Alcuni dei miei post-it stavano su con il Super Attak e c’erano scritte cose del tipo: sei incostante, in piscina durerai poco sei in carne, non dimagrirai scrivi cose autobiografiche, non hai tanta fantasia, ti vergogni a leggere in pubblico e la letteratura fantastica non ti piace. Un martedì mattina Michela, la mia osteopata, mi ha detto “devi passare in acqua più tempo possibile”. Un giovedì un angiologo mi ha detto “nuotare le fa bene” e io mi sono detta: beh allora mi iscrivo in piscina! Costume, occhialini,accappatoio, cuffia, bagnoschiuma, shampoo e infradito. Ho trovato la piscina giusta per i miei orari e dentro quella piscina Vittorio, un istruttore paziente e preso bene che, vasca dopo vasca, mi ha fatto capire cosa fossero le endorfine. E poi Irene, un’istruttrice discreta e appassionata. Mi ha insegnato come mettere la testa a dorso e come respirare a stile. In acqua, insieme a me, persone di tutte le età, tutte molto accoglienti. IL PRIMO POST-IT È CADUTO. Un lunedì mi sono svegliata e mi son detta “smettila di lamentarti della pancia” e ho cercato una nutrizionista. L’ho trovata, sono andata da Marta in un giorno di pioggia di gennaio. Ho scoperto una ragazza gentile e preparata che ha capito che senza pizza e Nutella non potevo vivere e, con molta professionalità, passo dopo passo, mi ha insegnato a nutrirmi senza sfondarmi. Ho dovuto inserire parole nuove nella lista della spesa: farina di avena, yogurt greco, cous cous, burro d’arachidi, feta, pollo, piadine. In un anno sono dimagrita 10 chili. IL SECONDO POST-IT È CADUTO. Un giorno Facebook mi ha proposto la pubblicità di un corso di scrittura lungo, da ottobre a maggio. L’ho letto, l’ho riletto, lo sapevo quasi a memoria. Sentivo che dovevo darmi una possibilità con la scrittura. Si poteva scegliere fra 4 insegnanti. Per me scegliere è molto molto difficile. Allora ho chiesto consiglio a Giulia, una mezza parente, e lei me lo ha dato. Ho scelto di fare OVER30 con Loredana, Silvia e Marta. Di loro non sapevo nulla. Loredana nella presentazione del suo corso avevo scritto di vampiri, draghi e fantasmi. Oddio, non è che sto facendo una cazzata? Silvia aveva scritto che ci avrebbe fatto disimparare con autori che io non avevo imparato quindi ho pensato che avrei potuto farcela. Marta aveva scritto che avrebbe messo in mezzo il corpo e infatti all’inizio non l’avevo scelta perchè un post-it mi diceva “corpo no! Corpo no!”, ma poi mi sono lanciata. A ottobre 2024 sono andata per la prima volta a Torino, alla Scuola Holden con un quaderno carino e la mia penna preferita. Ci sono tornata a novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile e infine maggio. 8 fine settimana in mezzo a persone che non sapevano nulla dei miei post-it, del disordine del mio armadio o di che faccia abbia mio fratello. Persone sconosciute che piano piano si sono svelate, e io con loro. Ho avuto due grandi privilegi: essere guardata, letta, ascoltata da corpi nuovi. Guardare, leggere e ascoltare corpi nuovi. In un anno ho scoperto che ho fantasia, che mi piace anche la letteratura fantastica, e leggere a voce alta davanti agli altri, anche col microfono. IL TERZO POST-IT È CADUTO. Ho scoperto anche che negli occhi delle persone, se guardi bene, puoi trovare: l’intelligenza artificiale, la nonna morta, la rabbia, il passato fricchettone, la poesia di una sirena, il dispiacere di una sorella, un disturbo alimentare o un delitto da risolvere, l’attesa per un’adozione, lo sconforto per l’oppressione in Palestina, le scuse o le lame per un amore passato, un padre in fin di vita, la Resistenza, ma anche Anna Magnani incazzata con Ingrid Bergman, lo yoga che ti appisola, una mamma che ami e odi, Agnelli che piange il figlio suicida, un narcisista distruttivo, Maria Montessori mamma, un mondo senza arte e una città che dopo 7 anni non si fa ancora chiamare casa. NON SO QUANTI POST-IT SIANO CADUTI A QUESTO GIRO. Nel mondo è pieno di gente che ci attacca i post-it addosso, siamo noi i primi. Pare, però, che ci siano anche persone che ti si palesano davanti per staccarteli, quei post-it, e tu gli puoi anche dire “Hey, come ti permetti? Ci ho messo una vita per attaccarli così bene, ci sono affezionata! Lasciameli!”, ma loro niente. Sono come dei super-eroi in borghese. All’inizio sembrano invisibili, ma poi, se alleni l’occhio, impari a riconoscerle. E una volta che le riconosci e le fai entrare nella tua vita, speri che ti si appiccichino addosso come i Post-it Super Sticky, i migliori sul mercato.

Giulia Acerba

13.1.23

PESI - di Giulia Acerba

 Oggi ho preso un caffè in un bar.

La cameriera era chiaramente stressata, aveva davanti una pila di piatti da sistemare e tanti ordini da gestire. Dietro di me c’era una signora che giocava alla slot machine. Ho pensato “che tristezza di posto”. Dopo aver preso il caffè ho attraversato la strada e mi sono seduta su una panchina. Dalla panchina ho visto che un signore urlava contro una signora che spingeva un anziano su una carrozzina. Ho pensato “che stronzo, ma come si fa a urlare così contro una signora che spinge una carrozzina ?”.Il signore oltre a urlarle di andarsene via ad un certo punto l’ha anche spinta, qualcuno l’ha bloccato. Vista la poca accoglienza la signora che
spingeva la carrozzina sulla quale era seduto un anziano ha attraversato la strada e mi è passata vicina. Il signore seduto sulla carrozzina le ha detto “ non ti riconosco più”. Ho pensato che fossero una coppia, che lei fosse stressata per la situazione del marito e che quindi avesse sbottato per qualcosa, ho provato pena. Mentre provavo pena, la cameriera che mi aveva servito il caffè è arrivata di corsa, con 50 euro in mano e li ha messi nel grembo del signore in carrozzina urlando alla signora che lo spingeva “schifosa, tieniti questi soldi, sei una schifosa, non ti vergogni?, l’hai lasciato fuori al sole per giocare alle macchinette” e lei ha risposto “non è mica agosto, non c’era caldo”. Lì ho capito che la signora che spingeva la carrozzina era la stessa che giocava alle macchinette mentre io prendevo il caffè. Lì ho capito che la signora che spingeva la carrozzina era la badante del signore seduto sulla carrozzina. Lì ho capito che è impossibile fare previsioni sul peso che gli altri portano nel petto. Il più delle volte non so neanche quantificare il mio.

Giulia Acerba Illustrazione di Anna Godeassi

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

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