Visualizzazione post con etichetta musicista. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta musicista. Mostra tutti i post

12.1.22

credevo che la trap fosse dei giovani .Ma Robeerta d'angelo ex insegnante di musica scopre la trap: "Mi ritrovo al pianoforte e su YouTube"

 Classe 1955, cantautrice ed insegnante di musica in pensione. Roberta D'Angelo comincia molto giovane a scrivere canzoni, ne compone oltre 30 e registra tre LP, stando a contatto con tutti i più grandi

artisti della Roma degli anni '80, da Venditti a De Gregori. Poi il sogno che si scontra con la realtà, la musica che non riesce a darle una vera stabilità economica e quindi il concorso a cattedra per insegnare a scuola, alle medie.Diplomata in pianoforte al conservatorio, insegnerà ai suoi alunni a suonare e cantare, con una forza d'animo e una gioia travolgente che la contraddistingue ancora oggi.

 


 Una volta arrivata la pensione, Roberta ha potuto dedicarsi di nuovo e totalmente alla sua passione: fare musica. "Ci dicono tanto che dobbiamo ritrovarci", scherza, "c'è chi lo fa andando in Portogallo e chi come me si rimette al pianoforte. Nelle mie canzoni parlo di vecchiaia, una parola che di solito è un tabù, ma questo è un dono che la vita ci ha dato e noi dobbiamo approfittarne".


Inizialmente    quando  ho letto  l'articolo    citato sopra    credevo che  la  signora   in questione fosse   come la protagonista  dell'esempio citato  da Luigi Pirandello   nel saggio sull'umorismo  del  1908   

[...]                                                                                                                                           signora che si agghinda come una giovinetta, suscita la risata perché la vecchia è il contrario di ciò che vuole apparire (questo è l'avvertimento del contrario). Successivamente interviene la ragione, che scopre il perché dello strano abbigliamento e del pesante trucco: la vecchia signora voleva essere ancora attraente per il giovane marito (questo è il cimento del contrario). Alla precedente comicità subentra il dramma della donna.

da   https://www.skuola.net/appunti-italiano/luigi-pirandello/umorismo-pirandello-esempio.html 


      poi  riascoltando  meglio il  video  e leggendo    questo suo intervento sul suo   facebook   mi  sono accorto   stavo  prendendo  un  abbaglio\  una   cantonata 


Quanto lavoro c'è dietro una produzione musicale o una produzione artistico/creativo/informativa, di qualunque genere essa sia, postata sui vari social ""gratuitamente"" ????
E quanto i social dovrebbero accogliere, con maggiore disponibilità, chi è fuori dal mainstream ufficiale e che, quindi, arricchisce di opere uniche, non sponsorizzate, spesso poco omologate e fortemente interessanti e dirompenti, la cultura contemporanea, nei suoi molteplici aspetti ???
C'è un popolo di creativi, di cui anch'io oggi faccio parte che, senza dubbio, contraccambia "con molta generosità" l'opportunità di ""visibilità"" che tutti i social offrono gratuitamente, appunto: e per rimpinguare questa "opportunità di visibilità" di nuove proposte si innesca una notevole mole di lavoro che ciascuno affronta, senza neanche rendersene conto; ognuno ci si trova in mezzo, trascinato dall'onda della propria creatività, ed essendo un lavoro collegato al piacere di dare forma al proprio estro, qualunque esso sia, c'è il rischio che venga sottovalutato e non tenuto in considerazione ! Questo è un aspetto molto interessante della "rete" su cui, piano piano, chi condivide l'esperienza creativa del Web, comincia a riflettere.
Intanto rinnovo gli
auguri
x le imminenti festività natalizie e ringrazio i miei "amici virtuali e non" per gli ascolti della mia Piuma e, in generale, delle mie nuove canzoni .
Vivere è sempre fantastico, soprattutto in un'età impegnativa come la mia.

 

a tu per tu con daniele bergese L'uomo che restituisce la voce ai vecchi sax

 Incuriosito dalla passione    è dall'attività di  Daniele Bergese,  e  dalla sua storia     racconta      nel  video  di gedi   da me  riportato   post  precedente ho  deciso d'intervistarlo   .  Per  chi   non  ha     voglia  o  tempo    nè  di fare  ricerche  in rete  nè  di  andare   sull'url del mio precedente  post    trovate  oprima dell'inmtervista    alcuni suoi  cenni    biografici


Egli secondo  la  sua  biografia  pubblicata  sul  suo ex   sito  https://sites.google.com/site/danielebergesesax/ sostituito ed  integrato da quello  nuovo   https://danielebergese.com/

 suona i sassofoni baritono, tenore e contralto. Diplomato in sassofono jazz presso il Royal Conservatoire dell’Aia e in jazz a indirizzo compositivo con il massimo dei voti presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, si è specializzato seguendo corsi e masterclass con David Liebman, Joe Lovano, Gerry Bergonzi, Harry Sokal, Barry Harris, Kurt Rosenwinkel, John Ruocco, Furio di Castri, Emanuele Cisi. Nel 2003 ha conseguito la Laurea in Storia alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino con la tesi dal titolo: "Rivoluzionario o decadente? I comunisti italiani e il jazz, 1945 - 1968".

 Ed  ecco   la  mia  intervista   .
com'è nata questa tua passione  poi diventata un lavoro ?
Ho iniziato a smontare sassofoni nel 2004. Vivevo in Olanda con un trombettista americano e un  laureando in musica elettronica di Budapest. Frequentavo come loro il Conservatorio Reale dell’Aia e
studiavo sassofono jazz. Come spesso capita agli studenti, avevo un sacco di tempo ed energie da  spendere, ma ero piuttosto squattrinato. Il mio sax aveva assoluto bisogno di manutenzione. L’intervento
era oneroso da sostenere, quindi ho pensato di fare da solo. La manualità è una cosa che ho appreso da  mio padre fin da bambino e sassofoni ne avevo visti smontare in alcune occasioni. Quindi mi sono fatto  coraggio, ho disassemblato lo strumento, oliato le meccaniche, sostituito alcuni sugheri e registrato le  meccaniche.
Il mio insegnante di tecnica in conservatorio non brillava certo in simpatia, ma gli devo l’idea di questo
mestiere. Sorpreso del mio coraggio dopo aver provato il sax, mi chiese quanto volessi per fare lo stesso
lavoro sul suo... certo scherzava, ma io avevo capito. Così da riparatore improvvisato ho iniziato a interessarmi con moltissima serietà a questo lavoro.  Marco Pezzutti, un eccellente artigiano di Torino, è stato per diversi anni il mio maestro e mi ha insegnato  tantissime cose preziose. In Olanda ho seguito molti bravi artigiani, li ho visti lavorare e ho appreso molte  cose interessanti. Poi orafi, odontotecnici, officine meccaniche e ottici. Devo tantissimo a Giorgio  Pettenuzzo, grande musicista e abile progettista meccanico. Da lui ho fatto scuola di tornio, fresa e  meccanica di precisione.
Poi ho iniziato a crearmi il laboratorio... il necessario per riparare, progettare e realizzare cercando
soluzioni nuove.  Avevo imboccato la mia strada.  Il mio sogno era di avere la strumentazione adatta a risolvere tutti i problemi che avessi incontrato e che mi permettesse di realizzare le idee che andavo pensando.
Sono anni ormai che compero aggiorno e miglioro la mia strumentazione senza sosta e con gran
divertimento.  La verità è che adoro i sassofoni, mi piace suonarli e mi piace renderli sempre più efficienti e performanti, soprattutto quelli d’epoca che sono per suono e per fascino indubbiamente superiori.
ha influenzato la tua passione  per la musica visto il tuo video   su facebook ?
Il lavoro di restauro dei sassofoni è stato il giusto contrappunto alla mia passione per la musica. Da sola la musica stentava a farmi vivere sereno e l’amore per lo strumento musicale come oggetto è sempre stato presente.Sono due aspetti della stessa cosa...Innanzitutto è impensabile ottenere un set up raffinato su uno strumento se non si è in grado di collaudarlo con la perizia necessaria. Allo stesso modo la possibilità di esprimersi musicalmente con uno strumento in perfetto ordine è molto appagante.
Provare ad offrire questa sensazione ai miei clienti mi ha aiutato molto. Non di rado passo ore a collaudare uno strumento o a studiarne i difetti e i pregi o le specifiche tecniche che mi sono state sottoposte. Uso la musica per affinare il sassofono e il sassofono per fare musica.
ti senti più  artigiano o musicista  ?
Mi sento sia artigiano che musicista. Non riesco a separare le due attività anche se con la riparazione dei

sax sto percorrendo più strada.
il tuo lavoro  più difficile e quello più  facile
Il lavoro più difficile è quello sul proprio strumento. Quando l’idea di avere il sassofono perfetto per fare
la tua musica non sembra un’illusione, sei veramente nei guai. Nella ricerca del meglio nel meglio per me finisco sempre per accartocciarmi nelle mie aspettative. Essere distaccati e professionali con se stessi e le proprie esigenze è complicato.
Il lavoro più facile è coltivare l’orto fra un sassofono e l’altro. I pomodori non mi vengono sempre bene,
ma in generale non me la cavo male.
per  i profani che differenza c'è tra i sax d'epoca e quelli d'oggi  ?
I sax d’epoca sono affascinanti, molto diversi fra loro in caratteristiche timbriche, meccaniche e
progettuali. Hanno un suono caldo, ricco e profondo. Alcuni sono preziosamente incisi, placcati oro,
decorati con eleganti inserti in madreperla, altri stupiscono per l’emissione sonora, altri per l’ingegnosità
delle meccaniche. Risalgono tutti al periodo in cui il sax era uno strumento giovane e ogni casa
produttrice cercava soluzioni e strade diverse creando diversi rami evolutivi. Ora tutti cercano di fare la
stessa cosa affinando le stesse soluzioni meccaniche e facendo copie più o meno riuscite dei Selmer
d’epoca, che di fatto sono i capostipiti di tutti i sax moderni.
I sassofoni moderni sono più comodi ed ergonomici, più facili da intonare, ma spesso con un timbro
sterile e noioso. Dal mio punto di vista, sono meno divertenti e meno affascinanti dei sax vintage. Ma
ovviamente il mio è un discutibile punto di vista.
Non sono pochi i sassofonisti che soffrono nel decidere fra la poesia dei vecchi strumenti e la comodità di  quelli moderni. Ho iniziato a riparare e affinare i sax vintage proprio perché ne adoravo le caratteristiche timbriche e livolevo più ergonomici. La meccanica degli strumenti d’epoca è spesso scomoda e nel risolvere questaproblematica si concentra la parte più importante del mio lavoro sul vintage.
restauri / ridai vita  ai vecchi sax o anche a quelli recenti ? 
 
Naturalmente mi occupo con la stessa attenzione e professionalità sia dei sax moderni che di quelli
vintage. Ho materiali, ricambi e strumentazione adatti ad ogni tipo di sax. Quello che manca lo costruisco
(per molte parti, non esistendo più i ricambi, è l’unica soluzione) Vero è che la soddisfazione nel restaurare un King, un Conn o un Buescher degli anni 40 non è paragonabile.

peccato la  lontananza  altrimenti   starei anch'io    come  hanno scritto     sulla  sua  bacheca  facebook   : << Potrei stare ore a sentirlo parlare del suo mestiere o a guardarlo sistemare con attenzione sovrumana un dettaglio. >>


 di vista musicale ma anche da quello tecnico e strutturale, svolge l'attività di riparatore con particolare riguardo al restauro dei sassofoni vintage.


3.12.21

roberto soldatini Il violoncellista che vive in barca a vela

Un nuovo ritmo alla proprio vita. Roberto Soldatini dieci anni fa ha deciso di lasciare la carriera da direttore d’orchestra e vendere la propria casa romana per vivere in barca, per riscoprire se stesso e la musica. Adesso il lavoro segue il suo nuovo approccio e la scelta del conservatorio presso cui accettare un incarico è dettata esclusivamente dal nuovo porto da scoprire. Dopo anni a Napoli e Venezia ora tocca a Trani, ospite della locale lega navale, come punto d’appoggio per il conservatorio di Bari. E il rapporto col mare ha prodotto nuova ispirazione con cui ha scritto quattro libri e un concerto.





 da  suo  blog  https://www.robertosoldatini.com/

Roberto Soldatini navigatore solitario alterna sei mesi di navigazione e sei mesi in cui sverna nella laguna di Venezia nella sua barca-casa .
Suo compagno di viaggio è un violoncello del Settecento, Stradi , che trasforma la pancia della sua barca in una cassa armonica della cassa armonica. Roberto Soldatini è il sito ufficiale del direttore d'orchestra, violoncellista e scrittore che al giro di boa dei cinquant' anni ha deciso di liberarsi di quei sassi dalle tasche che gli impedivano di fare un salto e di lanciarsi di bolina verso una nuova dimensione.
Per fare il salto ha venduto casa e comprato in Inghilterra un Moody 44 che da sette anni è la sua unica dimora, liberandosi di tutti gli orpelli che appesantiscono la vita, alla ricerca dell'essenziale, di se stesso e dell'armonia. E quale posto migliore se non nel mare ?

 concludo con un suo  concerto  


«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...