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21.4.12

La guerra fredda è finità 20 anni fà , ma culturalmente rimane Cultura di sinistra: scuola di Bologna cambia nome da “Dante Alighieri” a “Fabrizio De Andrè”

La guerra fredda   (  definita guerra fredda la contrapposizione che venne a crearsi alla fine della seconda guerra mondiale tra due blocchi internazionali, generalmente categorizzati come Occidente gli Stati Uniti d'America, gli alleati della NATO e i Paesi amici  ed Oriente, o più spesso blocco comunista l'Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia e i Paesi amici ) è finita   da    20  anni . Ma  l'articolista o lo ingnora oppure  è legato a  quel passato     dove   a destra  c'era  
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L'organica allergia che c'hanno per il rosso                                                         
Non gli riesce di vedere senza scatti di furore                                     
Fazzoletti o bandiere che sian di questo colore                                       
  (....  )  >>      
una   canzone del periodo  fra  gli anni 60\70


perchè  vede  i comunisti  .Questi signori  prendono  , come  ha  fatto  e fa  il musicista  Fabrizio  Marzi  (  foto a  destra ) cantautore della destra extraparlamentare degli   anni 70  che le canta e le reinterpreta perchè ha  capito  che  De  Andrè  è di tutti\e e non ha colore ideologico  come testimonia il gruppo radio faber ( in cui ci sono molte persone di destra  )  . Questo  è  il mio parere  da quelle pochissime volte   che direttamente  o indirettamente  sono riuscito a parlarci visto   che   veniva  ( l'Agnata  è  a 40 minuti da  Tempio )  in vivaio da  noi  o telefonava  a casa  .

ecco l'articolo   di  http://www.qelsi.it/

a voi  ogni  altro commento

20 APR. 2012

Cultura di sinistra: scuola di Bologna cambia nome da “Dante Alighieri” a “Fabrizio De Andrè”

Mai una notizia di cronaca apparentemente insignificante potrà rappresentare un paradigma migliore della cultura di sinistra. Quella, si sa, con la C (spesso, in realtà, K) maiuscola, che si è impadronita di ogni settore riconducibile al mondo intellettuale e scolastico del Paese.
E’ una notizia che arriva dalla rossa Bologna, amministrata da sempre (tranne la piccola parentesi targata sindaco Guazzaloca) da una Giunta di centro-sinistra: un plesso scolastico di scuole situato in via Asiago cambierà nome: dal poeta “Dante Alighieri” al cantautore “Fabrizio De Andrè”.
Ossia, da un poeta rinomato e tra i principali rappresentanti della cultura della Penisola nonché padre della lingua volgare da cui deriva l’italiano stesso, ad un cantautore senz’altro di grande valore ma che dal punto di vista culturale non può certo essere paragonato all’autore della Divina Commedia.
Eppure, si sa, la cultura di sinistra ha regole precise: imporsi, diffondersi, e soprattutto valorizzare i propri esponenti. Come De Andrè, ottimo cantautore ma anche politicamente schierato. Dalla parte “giusta”, ossia la medesima della Giunta comunale di Bologna, anche se l’autore di “Bocca di rosa” era maggiormente spostato verso posizioni anarchiche.
Non è una novità che “l’educazione di sinistra” cominci sin dai banchi di scuola, e l’intitolazione di un istituto scolastico a Fabrizio De Andrè non è nemmeno l’esempio più eclatante in Italia (a Milano esiste ad esempio un Istituto Tecnico intitolato a Claudio Varalli, militante di sinistra ucciso negli anni ’70 da un colpo di pistola sparato da un giovane missino, il quale a sua volta si era rifugiato all’interno della sua auto per evitare il linciaggio da parte del branco di cui lo stesso Varalli faceva parte). Stupisce, però, la decisione di cambiare nome da “Dante Alighieri” a “Fabrizio De Andrè”, giustificata con queste parole dall’ufficio stampa del Comune di Bologna:
La produzione artistica di Fabrizio De Andrè, ponendo l’attenzione verso gli esclusi e verso il senso profondo della libertà interiore, ha saputo dimostrare che anche la canzone, quando è opera di elevato livello, si configura come nuova letteratura e nuova poesia popolare e che, proposta ai ragazzi con l’immediatezza del linguaggio musicale, può avviarli ed accompagnarli in un percorso di appropriazione della cultura in tutte le sue forme espressive sino alle più complesse
Certo, va bene tutto, anche “l’attenzione verso gli esclusi” , anche “l’immediatezza da proporre ai ragazzi”, ma considerando che il plesso della “ex Alighieri” ospita ragazzini delle scuole Medie, non si potrebbe offrire a undicenni, dodicenni e tredicenni un Dante Alighieri come esempio culturale? Non crescerebbero male.
Il medesimo cambio di denominazione è stato tentato anche in passato, quando alla guida del Comune di Bologna c’era Anna Maria Cancellieri in veste di Commissario. La quale si è opposta, fermamente, con queste parole:
Dante Alighieri è Dante Alighieri. Io adoro De Andrè ma come modello culturale forse Dante è un pò di più
Parole che facciamo nostre, rammaricandoci che oggi, da ministro dell’Interno, la stessa Anna Maria Cancellieri non abbia più potuto fare nulla.



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