Tiralatte rotti in ospedale, le neomamme minacciano la colletta
Piccola vertenza a lieto fine nella clinica Ostetrica dell’Aou Compare la raccolta di firme in bacheca e l’azienda accelera i tempi burocratici per risolvere il problema
Da la nuova sardegna del 3\8\2015
Neonati in una foto d'archivio
SASSARI. Stufa di aspettare ore l’arrivo del tiralatte, una neo mamma ha deciso di risolvere il problema da sé. Ha preso carta e penna e ha affisso un foglio sulla bacheca del reparto di Neonatologia delle Cliniche di San Pietro.
È partita così una raccolta di fondi per comprare velocemente un apparecchio. Infatti ai pupi non interessano molto le lungaggini burocratiche del settore acquisti dell’Azienda ospedaliera universitaria: quando hanno fame non sentono ragioni, protestano e lo fanno a gran voce. Sono assolutamente impazienti, e odiano le attese.
I tiralatte, soprattutto per le mamme che nei primi giorni hanno difficoltà di allattamento, sono uno strumento indispensabile. In neonatologia generalmente ce ne sono quattro disponibili, ma è accaduto che due si siano improvvisamente rotti. Così, visto il numero elevato di ricoveri, e considerato che i tempi di utilizzo in genere sono di un’ora per sessione, due soli apparecchi si sono rivelati del tutto insufficienti.
Le mamme hanno subito protestato, e i responsabili del reparto si sono rivolti con urgenza ai vertici dell’azienda. Ma lo shopping per una clinica è un’operazione un tantino più complicata dall’andare direttamente in negozio e acquistare l’articolo.
Ci sono tempi burocratici che non sono compatibili con l’orologio biologicocolta fai da te. Per fortuna però l’Aou, vista la situazione di emergenza, è corsa velocemente ai ripari e nell’arco di qualche giorno è riuscita a sostituire i tiralatte fuori uso. Alla fine non c’è stato bisogno che la colletta delle mamme andasse avanti.