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24.9.23

Viola Ardone: "Vi racconto le mie "matte" e i miei studenti, che grande meraviglia"

È il diario poetico di una quindicenne nata e rimasta chiusa in manicomio con la mamma (finita lì perché incinta e fedifraga), è la storia di un dottore basagliano in trincea in corsia e assente in famiglia.

 È "Grande meraviglia" (Einaudi), il nuovo romanzo di Viola Ardone: parla di donne e diritti negati, ieri e oggi, di paternità e figliolanza, ma anche di cura. Quella che la scrittrice professoressa, insegna latino e italiano in un liceo scientifico di Giugliano (Napoli), mette nei suoi romanzi e in aula, con i suoi studenti.
In dialogo con Giulia Santerini    che  troivate  qui Ardone spiega perché a 45 anni dalla legge Basaglia ha sentito il bisogno di scrivere questo libro e del disagio che avverte anche tra i più giovani. Ma ci dice anche di più sul suo modo di intendere e insegnare la scrittura, lavorare a contatto con le nuove generazioni in un'area non facile. Gli occhi accesi di passione, l'esperienza per ammettere che ogni bocciatura è un fallimento. Ma tutti, ci dice Viola, tutti noi oltre a medici e professori, dobbiamo imparare ad accettare di fallire.

9.2.17

risposta di una insegnante Ai 600 firmatari dell’appello al governo perché intervenga sulle scarse competenze dell’italiano degli studenti italiani



ringrazio daniela tuscano per avermelo segnalato sulla mia pagina fb


Italiano a scuola: cosa non hanno capito i 600 firmatari dell’appello al governo
di Isabella Milani | 07.02.2017


Ai 600 firmatari dell’appello al governo perché intervenga sulle scarse competenze dell’italiano degli studenti italiani

Cari Docenti universitari e non
ho letto con attenzione il vostro documento con il quale denunciate il fatto che “troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente”. Vorrei dirvi che non lo condivido in nessuna parte, fatta eccezione per la frase “non si vede una volontà politica adeguata alla gravità del problema”.
Per il resto, credo che potrebbe esservi utile qualche osservazione, che possa farvi capire meglio perché i ragazzi non sanno più scrivere, leggere e parlare bene. Il problema esiste eccome, ma esiste da almeno trent’anni e non si vede perché uscire fuori adesso.


 

Avrei trovato più logico e utile un appello nel momento, per fare un esempio, in cui le ore di italiano nelle scuole medie sono state ridotte invece che aumentate. Oppure avrei preferito una vostra presa di posizione su ogni cambiamento che aumentava gli alunni per classe e diminuiva il personale, per esempio rivalutando “il maestro unico”; o quando è stato eliminato il tempo prolungato, anche se permetteva di seguire davvero i ragazzi.
Avrei preferito che aveste scritto e firmato in 600 un documento di protesta quando “per risparmiare”, sono stati eliminati i dirigenti, perché se il dirigente deve gestire tante scuole invece di una sola questo porta dei problemi che si ripercuotono sulla vita scolastica, e di riflesso anche sulla grammatica e sull’ortografia.
Avrei preferito che foste intervenuti quando è stato ridotto il numero degli insegnanti di sostegno, perché anche questo finisce per riflettersi su quello che possiamo fare per gli alunni, comprese le importanti riflessioni linguistiche.
Troverei ottima l’idea di una vostra presa di posizione ogni volta che i genitori vengono a scuola a protestare per i voti, per i troppi compiti, per i pochi compiti, per le scelte didattiche dei docenti, per i provvedimenti disciplinari dei figli, anche se meritati, perché anche questi problemi provocano ritardi e riducono il tempo per insegnare l’italiano.
E avrei apprezzato anche un vostro intervento per difenderci da tutti i ministri che arrivano bel belli, buttano all’aria quello che c’era prima e ci costringono a ricominciare tutto da capo, come in un eterno gioco tu costruisci, l’altro distrugge, tu costruisci, l’altro distrugge e così via.




Non è vero che “il tema della correttezza ortografica e grammaticale è stato a lungo svalutato sul piano didattico più o meno da tutti i governi”. Sulla carta è stato sempre previsto come importantissimo. Ma il fatto è che da trent’anni a questa parte l’aumento degli impegni, e delle mille richieste (e pretese) rivolte ai docenti lasciano sempre meno spazio all’insegnamento delle materie, compreso l’italiano. Probabilmente voi non lo sapete, ma fate presto a rendervene conto rileggendo (o leggendo) i programmi ministeriali e le (pseudo)riforme, con tutti i cambiamenti che sono stati fatti e che non hanno portato ad altro che a confusione, difficoltà e ritardi. Noi insegnanti di tutti gli ordini di scuola siamo sovraccarichi di compiti a volte perfettamente inutili, dobbiamo perdere tempo a riempire paginate e paginate di fogli che non hanno nulla a che fare con la didattica, a compilare registri elettronici o a scrivere relazioni che con buona probabilità nessuno leggerà mai. Tutti gli insegnanti preferirebbero essere impegnati solo a insegnare la loro materia, a progettare attività utili per aiutare i ragazzi. Ma noi, cari Docenti universitari e non, non abbiamo più tempo per insegnare come vorremmo, e non abbiamo abbastanza risorse per attuare i progetti che studiamo per aiutare chi è rimasto indietro o per migliorare la preparazione di chi è già preparato: siamo impegnati ogni giorno a gestire situazioni disciplinari difficili, a cercare di porre rimedio a errori educativi della famiglia, ad aiutare i genitori in crisi perché non riescono a comunicare con i figli, a sopperire alle carenze organizzative conseguenti a tagli che ormai sono arrivati a scoprire la carne viva della Scuola italiana. Perché non so se sapete che sono molti anni che noi ci lamentiamo dei tagli, delle finte riforme, delle difficoltà che viviamo ogni giorno. Sono decenni che inorridiamo per quello che scrivono i bambini e i ragazzi e che lo gridiamo a gran voce. Diciamo che i ragazzi non sanno leggere, non sanno scrivere e non sanno parlare. Non ci serve sentirlo dire da voi. Anzi, personalmente mi indispone, perché mi dà l’impressione di sentire quelli che arrivano nel luogo di un’esplosione e chiedono “Come mai c’è tutto questo disordine?”.




Non è vero che ci sono “alcune importanti iniziative rivolte all’aggiornamento degli insegnanti”. E, soprattutto, anche questa frase suona irritante, perché sottintende che sarebbero necessari dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti che sono incapaci di insegnare l’italiano. Davvero pensate che sia degli insegnanti degli ordini di scuola che precedono l’università la “colpa” del fatto che i ragazzi non sanno scrivere? Allo stesso modo, si potrebbe dire che sono stati i docenti universitari quelli che hanno preparato e fatto laureare i docenti che non sanno insegnare. E l’inutile cerchio delle accuse si chiuderebbe. Per quanto riguarda le soluzioni che proponete, credo che non siano affatto soluzioni.
“Una revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base”? Tranquillizzatevi! C’è già di tutto e di più. Rileggete meglio (o leggete) le indicazioni nazionali.




Per il resto, in sostanza, chiedete altre “verifiche nazionali periodiche” del lavoro svolto? Altri test, insomma, per constatare quello che sappiamo già? E sarebbe una soluzione? No. Sarebbe solo una verifica con altro lavoro inutile.
Prima di verificare un lavoro bisogna essere messi in condizione di farlo, quel lavoro. Il discorso è molto lungo, ma faccio qualche esempio, solo come accenno:

– Riduzione degli alunni per classe. Direi massimo 20.
– Aumento del numero di docenti (i “docenti di potenziamento” non sono stati una buona idea) e ripristino del concetto di “compresenza” in tutti gli ordini di scuola.
– Una modifica dell’orario: troppe ore a scuola non fanno bene a nessuna età. La scuola non può fare un “tempo lungo” per risolvere il problema “dove metto i bambini?”. Semmai lo Stato potrebbe organizzare dei doposcuola a disposizione dei figli dei genitori che lavorano. Gratuiti.
– Una revisione delle materie di studio. Problema molto delicato, ma da affrontare.
– Un aumento delle ore di italiano in tutti gli ordini di scuola. La competenza linguistica si raggiunge con ore e ore e ore di letture, di studio, di riflessioni, di esercizi. Ore curricolari al mattino e ore pomeridiane divise in “recupero” e in “potenziamento”. E’ inutile parlare di accoglienza e di inclusione se poi, praticamente non si può fare nulla di sostanziale per gli stranieri che non conoscono bene l’italiano o per gli alunni che hanno difficoltà di apprendimento. Ed è inutile parlare di “eccellenza” se poi non si riserva alla Scuola l’attenzione (anche economica) che merita.




In conclusione: il grosso, l’enorme problema è che la situazione è così ingarbugliata e incancrenita che è difficile adesso, porre dei rimedi veri. Dare la colpa a qualcuno in particolare è ridicolo. E’ ridicolo soprattutto dare la colpa agli insegnanti, perché le colpe principali sono esterne alla scuola (a partire dalla politica e da chi manovra i gusti e gli acquisti). I ragazzi non sanno scrivere perché non sanno parlare; non sanno parlare perché sono stati spinti a pensare solo a ciò che c’è di più futile, perché la società da decenni sta rendendo tutti imbambolati da stupidaggini che hanno lo scopo proprio di distoglierli da ogni forma di cultura. Bisogna ripensare prima la società e poi la Scuola tutta, dalle fondamenta. È giunta l’ora di smetterla con i rattoppi. Una scuola del passato come continua a essere questa, nonostante le LIM e i tanti specchietti per le allodole, non può andar bene né per il presente né tantomeno per il futuro.

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella Scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Qui il suo blog e qui tutti i suoi articoli per ilLibraio.it.




le parole  di 



Debora Gabriele · 
Era da tempo che pensavo le stesse cose, aggiungerei ancora un argomento :nella scuola primaria e nella secondaria inferiore di cui faccio parte siamo costretti a promuovere chiunque ...ossia è considerata scuola dell'obbligo pertanto solo con i tre quarti di assenze si può bocciare, altrimenti i voti non possono essere inferiori al 5 !!
Il dirigente ti costringe ad alzarli nonostante lo scarso impegno e le mancate conoscenze /competenze in quella o più materie......
Dunque?? Tutti promossi; scuola che promuove = scuola eccellente= dirigente bravo!
Capito?Cosa ci aspettiamo dunque come conseguenza? Noi speriamo che alle superiori avvengano i " tagli" ma certe volte qualcuno sfugge anche lì.....
Grazie.

hanno anticipato  la mia chiusa  .


26.6.07

Senza titolo 1915

Quarant'anni ad  oggi il 26\06\1967   moriva  don lorenzo milani ( al centro dela foto  riportata sotto  .


Ora per parafrasare una famosa  fiction tv    due parole  sono troppe  una è poca  rinvio oltre  a questo  video   di gooogle  girato 
2007-04-22 - San Martino Buonalbergo - Memoria di Don Lorenzo Milani che  trovate qui sotto   oltre  che   a dei post precedenti   che trovate   sotto la categoria Scuola, Don Milani,Barbiana  e capirete perchè  è ancora  attuale  e del perchè  viene o  fatto prioprio (e purtroppo  talvolta  strumentalizzandolo    dalla destra  e dalla sinistra  )





unica cosa  che posso consigliarvi sono di leggervi  i suoi libri

Esperienze Pastorali
lettera ai capelllani militari ( che li causerà  un processo )
L'obbedienza non è più una virtù Documenti del processo a Don lorenzo Milani
lettera a una professoressa


per libri postumi e il suo  epistolario vedere qui e  nei  link sotto riportati



ulteriori  per proffondimenti

Estratto da   http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Milani







14.5.07

SIC - Scrittura Industriale Collettiva


Cari amici,
dopo la presentazione al Litcamp collaterale alla Fiera del Libro di Torino,
annunciamo anche in rete la nascita della SIC, scrittura industriale collettiva.

Il proposito che si nasconde dietro un nome volutamente provocatorio è trasformare la scrittura collettiva in una prassi, qualcosa che non si limiti a tentare di imitare in modo efficace la scrittura individuale, ma in un processo creativo di ordine differente, con obiettivi differenti.

Il nostro obiettivo è creare tanti gruppi di scrittura autonomi (noi ne coordiniamo già due) e scrivere (creando un gruppo molto grande) un grande romanzo collettivo (da settembre in poi). Questo annuncio, quindi, è anche un invito. A partecipare, a discutere: la scrittura collettiva è giovane e ha bisogno innanzitutto di una prima rivoluzione industriale.
Chi partecipa a un blog collettivo ha senz'altro dentro di sé il germe della scrittura collettiva, la voglia di amalgamarsi con le altre menti non solo in un luogo virtuale ma anche nell'atto creativo.

Il sito è www.scritturacollettiva.org

Gli obiettivi che vogliamo perseguire con questo progetto APERTO sono TRE:

- Aprire il dibattito sulla scrittura collettiva in Italia (e sulla scrittura collettiva in generale)
- Creare una rete di persone interessate ai temi della condivisione del sapere e dell'arte partecipativa (e una rete di piccoli gruppi che scrivano opere collettive)
- Scrivere (a settembre) un grande Romanzo Aperto, da centinaia di autori, che sia innanzitutto un buon libro.


A voi,
Sarmigezetusa (Vanni Santoni) & PeterPoe (Gregorio Magini)

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...