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9.2.17

risposta di una insegnante Ai 600 firmatari dell’appello al governo perché intervenga sulle scarse competenze dell’italiano degli studenti italiani



ringrazio daniela tuscano per avermelo segnalato sulla mia pagina fb


Italiano a scuola: cosa non hanno capito i 600 firmatari dell’appello al governo
di Isabella Milani | 07.02.2017


Ai 600 firmatari dell’appello al governo perché intervenga sulle scarse competenze dell’italiano degli studenti italiani

Cari Docenti universitari e non
ho letto con attenzione il vostro documento con il quale denunciate il fatto che “troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente”. Vorrei dirvi che non lo condivido in nessuna parte, fatta eccezione per la frase “non si vede una volontà politica adeguata alla gravità del problema”.
Per il resto, credo che potrebbe esservi utile qualche osservazione, che possa farvi capire meglio perché i ragazzi non sanno più scrivere, leggere e parlare bene. Il problema esiste eccome, ma esiste da almeno trent’anni e non si vede perché uscire fuori adesso.


 

Avrei trovato più logico e utile un appello nel momento, per fare un esempio, in cui le ore di italiano nelle scuole medie sono state ridotte invece che aumentate. Oppure avrei preferito una vostra presa di posizione su ogni cambiamento che aumentava gli alunni per classe e diminuiva il personale, per esempio rivalutando “il maestro unico”; o quando è stato eliminato il tempo prolungato, anche se permetteva di seguire davvero i ragazzi.
Avrei preferito che aveste scritto e firmato in 600 un documento di protesta quando “per risparmiare”, sono stati eliminati i dirigenti, perché se il dirigente deve gestire tante scuole invece di una sola questo porta dei problemi che si ripercuotono sulla vita scolastica, e di riflesso anche sulla grammatica e sull’ortografia.
Avrei preferito che foste intervenuti quando è stato ridotto il numero degli insegnanti di sostegno, perché anche questo finisce per riflettersi su quello che possiamo fare per gli alunni, comprese le importanti riflessioni linguistiche.
Troverei ottima l’idea di una vostra presa di posizione ogni volta che i genitori vengono a scuola a protestare per i voti, per i troppi compiti, per i pochi compiti, per le scelte didattiche dei docenti, per i provvedimenti disciplinari dei figli, anche se meritati, perché anche questi problemi provocano ritardi e riducono il tempo per insegnare l’italiano.
E avrei apprezzato anche un vostro intervento per difenderci da tutti i ministri che arrivano bel belli, buttano all’aria quello che c’era prima e ci costringono a ricominciare tutto da capo, come in un eterno gioco tu costruisci, l’altro distrugge, tu costruisci, l’altro distrugge e così via.




Non è vero che “il tema della correttezza ortografica e grammaticale è stato a lungo svalutato sul piano didattico più o meno da tutti i governi”. Sulla carta è stato sempre previsto come importantissimo. Ma il fatto è che da trent’anni a questa parte l’aumento degli impegni, e delle mille richieste (e pretese) rivolte ai docenti lasciano sempre meno spazio all’insegnamento delle materie, compreso l’italiano. Probabilmente voi non lo sapete, ma fate presto a rendervene conto rileggendo (o leggendo) i programmi ministeriali e le (pseudo)riforme, con tutti i cambiamenti che sono stati fatti e che non hanno portato ad altro che a confusione, difficoltà e ritardi. Noi insegnanti di tutti gli ordini di scuola siamo sovraccarichi di compiti a volte perfettamente inutili, dobbiamo perdere tempo a riempire paginate e paginate di fogli che non hanno nulla a che fare con la didattica, a compilare registri elettronici o a scrivere relazioni che con buona probabilità nessuno leggerà mai. Tutti gli insegnanti preferirebbero essere impegnati solo a insegnare la loro materia, a progettare attività utili per aiutare i ragazzi. Ma noi, cari Docenti universitari e non, non abbiamo più tempo per insegnare come vorremmo, e non abbiamo abbastanza risorse per attuare i progetti che studiamo per aiutare chi è rimasto indietro o per migliorare la preparazione di chi è già preparato: siamo impegnati ogni giorno a gestire situazioni disciplinari difficili, a cercare di porre rimedio a errori educativi della famiglia, ad aiutare i genitori in crisi perché non riescono a comunicare con i figli, a sopperire alle carenze organizzative conseguenti a tagli che ormai sono arrivati a scoprire la carne viva della Scuola italiana. Perché non so se sapete che sono molti anni che noi ci lamentiamo dei tagli, delle finte riforme, delle difficoltà che viviamo ogni giorno. Sono decenni che inorridiamo per quello che scrivono i bambini e i ragazzi e che lo gridiamo a gran voce. Diciamo che i ragazzi non sanno leggere, non sanno scrivere e non sanno parlare. Non ci serve sentirlo dire da voi. Anzi, personalmente mi indispone, perché mi dà l’impressione di sentire quelli che arrivano nel luogo di un’esplosione e chiedono “Come mai c’è tutto questo disordine?”.




Non è vero che ci sono “alcune importanti iniziative rivolte all’aggiornamento degli insegnanti”. E, soprattutto, anche questa frase suona irritante, perché sottintende che sarebbero necessari dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti che sono incapaci di insegnare l’italiano. Davvero pensate che sia degli insegnanti degli ordini di scuola che precedono l’università la “colpa” del fatto che i ragazzi non sanno scrivere? Allo stesso modo, si potrebbe dire che sono stati i docenti universitari quelli che hanno preparato e fatto laureare i docenti che non sanno insegnare. E l’inutile cerchio delle accuse si chiuderebbe. Per quanto riguarda le soluzioni che proponete, credo che non siano affatto soluzioni.
“Una revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base”? Tranquillizzatevi! C’è già di tutto e di più. Rileggete meglio (o leggete) le indicazioni nazionali.




Per il resto, in sostanza, chiedete altre “verifiche nazionali periodiche” del lavoro svolto? Altri test, insomma, per constatare quello che sappiamo già? E sarebbe una soluzione? No. Sarebbe solo una verifica con altro lavoro inutile.
Prima di verificare un lavoro bisogna essere messi in condizione di farlo, quel lavoro. Il discorso è molto lungo, ma faccio qualche esempio, solo come accenno:

– Riduzione degli alunni per classe. Direi massimo 20.
– Aumento del numero di docenti (i “docenti di potenziamento” non sono stati una buona idea) e ripristino del concetto di “compresenza” in tutti gli ordini di scuola.
– Una modifica dell’orario: troppe ore a scuola non fanno bene a nessuna età. La scuola non può fare un “tempo lungo” per risolvere il problema “dove metto i bambini?”. Semmai lo Stato potrebbe organizzare dei doposcuola a disposizione dei figli dei genitori che lavorano. Gratuiti.
– Una revisione delle materie di studio. Problema molto delicato, ma da affrontare.
– Un aumento delle ore di italiano in tutti gli ordini di scuola. La competenza linguistica si raggiunge con ore e ore e ore di letture, di studio, di riflessioni, di esercizi. Ore curricolari al mattino e ore pomeridiane divise in “recupero” e in “potenziamento”. E’ inutile parlare di accoglienza e di inclusione se poi, praticamente non si può fare nulla di sostanziale per gli stranieri che non conoscono bene l’italiano o per gli alunni che hanno difficoltà di apprendimento. Ed è inutile parlare di “eccellenza” se poi non si riserva alla Scuola l’attenzione (anche economica) che merita.




In conclusione: il grosso, l’enorme problema è che la situazione è così ingarbugliata e incancrenita che è difficile adesso, porre dei rimedi veri. Dare la colpa a qualcuno in particolare è ridicolo. E’ ridicolo soprattutto dare la colpa agli insegnanti, perché le colpe principali sono esterne alla scuola (a partire dalla politica e da chi manovra i gusti e gli acquisti). I ragazzi non sanno scrivere perché non sanno parlare; non sanno parlare perché sono stati spinti a pensare solo a ciò che c’è di più futile, perché la società da decenni sta rendendo tutti imbambolati da stupidaggini che hanno lo scopo proprio di distoglierli da ogni forma di cultura. Bisogna ripensare prima la società e poi la Scuola tutta, dalle fondamenta. È giunta l’ora di smetterla con i rattoppi. Una scuola del passato come continua a essere questa, nonostante le LIM e i tanti specchietti per le allodole, non può andar bene né per il presente né tantomeno per il futuro.

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella Scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Qui il suo blog e qui tutti i suoi articoli per ilLibraio.it.




le parole  di 



Debora Gabriele · 
Era da tempo che pensavo le stesse cose, aggiungerei ancora un argomento :nella scuola primaria e nella secondaria inferiore di cui faccio parte siamo costretti a promuovere chiunque ...ossia è considerata scuola dell'obbligo pertanto solo con i tre quarti di assenze si può bocciare, altrimenti i voti non possono essere inferiori al 5 !!
Il dirigente ti costringe ad alzarli nonostante lo scarso impegno e le mancate conoscenze /competenze in quella o più materie......
Dunque?? Tutti promossi; scuola che promuove = scuola eccellente= dirigente bravo!
Capito?Cosa ci aspettiamo dunque come conseguenza? Noi speriamo che alle superiori avvengano i " tagli" ma certe volte qualcuno sfugge anche lì.....
Grazie.

hanno anticipato  la mia chiusa  .


13.8.16

La banalità dello scrivere di matteo tassinari


La banalità dello scrivere

           di Matteo Tassinari
Mettiamo subito in chiaro su ciò che ho scritto e leggerete, consapevole del fatto che questo post mi creerà alcuni “nemici”, ma non è certo un problema questo, ognuno la pensi come vuole, concetto basico. Poi è opportuno specificare che coi soldi propri, ognuno di noi ci fa quello che vuole, scriverlo mi rende pure banale ma è necessario. Ognuno è libero di sfamare i propri vizi e virtù come crede meglio, anche in riferimento alle cose che fanno male. E questa l’abbiamo detta una volta per tutte. 
Poi vorrei mettere in chiaro le sciocchezze invidiose, compagne inseparabili, le maestrine “sotuttoio” e persone insopportabili che si credono geniali e le donne che si ritengono delle gran gnocche. Da adesso, metto sul tavolo anche il cinturone con tutti i proiettili pronti all’uso e verrà fuori la vanità della sciantosa ubriaca o chanteuse alcolisticamente ebbra.
Detto ciò, che nessuno avrà capito, entro nel dibattito. La domanda è sempre la stessa: “Hai scritto un libro e vuoi pubblicarlo?”. Il lavoro di editing in che coda consiste? Semmai “cosa”, non “coda”. Poi lo cambieranno subito appena leggeranno questo post, ma notando che l’errore si ripete diverse volte nei pertugi del sito, allora capisci che d’errore non si tratta. Hai Scritto un Libro. “Invia Ora Il Tuo Libro In Lettura Scadenza”, poi perché le lettere tutte maiuscole, facciamo acqua da tutte le parti a quanto pare. 
Quante sono le case editrici on line? Non si sa perché non lo si vuol far sapere. Ho notato che cercano di muoversi con molta tenacia e altrettanta parsimonia, non vogliono dare nell’occhio, sembrano che abbiano timore di qualcosa, ma nel silenzio delle caselle postali Gmail, Libero, una volta Yahoo e tutti gli account possibili, eccome se arrivano gli inviti a pubblicare il testo che hai nel cassetto da dieci anni, accipicchia, c’è un giro di richieste inviti, domandi, questionari, profili, complimenti per un piccolo ed orribile testo inviato che, al confronto, il mercato delle Pulci di Calcutta è l’ordine impeccabile dell’umanità.
“L'opera da Lei inviata a noi, sarà valutata, in via autonoma, da ognuna delle realtà editoriali che aderiscono al network. Abbiamo notato un ottimo livello di struttura”.Cosa vorrà dire? Continua:"Qualora si desiderasse partecipare alle selezioni di un solo marchio tra quelli che compongono il network, è possibile utilizzare direttamente l'indirizzo e-mail della relativa casa editrice: Europa Edizoni inediti@europaedizioni.it, Gruppo Albatros inediti@gruppoalbatros.it".
La presentazione del sito di Officina Editoriale è impeccabile: “Perché tutto quel darsi da fare, quel muoversi, presentare, scrivere, auto promuoversi, chattare, bloggare e sognare lascia una traccia sul percorso, apre strade, crea nuove iniziative. Officina editoriale è il laboratorio AltroMondo, la memoria di quanto accade”,non è molto chiaro il messaggio, però ci fidiamo.
I nuoviDostoevskij
Ma è con Vertigo Libri opere@vertigolibri.com, networkeditoriale.it http://www.caseeditrici.eu/ che troviamo quintalate di professionalità, sempre prendendola larga, anzi larghissima: “Fondata a Roma nel 2007, intende diffondere in Italia opere internazionali di letteratura, saggistica e giornalismo contemporaneo, quest'ultimo non so che bestia sia. Avvalendosi della collaborazione di prestigiosi interlocutori editoriali” e non dice chi sarebbero questi nuovi e sconosciuti Fëdor Dostoevskij e scientifici.
La casa editrice offre al lettore, in edizioni attentamente curate, le opere che definiscono le maggiori tendenze letterarie in atto in numerosi Paesi del mondo. Completano il quadro dell’attività svolta da Vertigo gli eventi, i seminari, le presentazioni e le tournée, che porteranno in Italia molti degli autori pubblicati”, caspita che giro. Interessante notare l’anno di nascita di Vertigo, il 2007.
Perché? In quel periodo esatto, per chi l'avesse notato, ma soprattutto per chi non l'avesse  notato, c’è stata un’esplosione improbabile di nuove case editrici online o che puoi trovare sul Web oceanico, dove stampano copie orribili, grafiche inesistenti, molto spesso prive di foto, carta bianca e leggera, ma il prezzo non lo si saprà mai, clausola che si scioglierà quando si farà una richiesta precisa e protocollata. A quel punto si fanno in 10 per convincerti che sei il nuovo Paul Benjamin Auster o Ian McEwan. Ma non è terminata.
“In considerazione del crescente interesse dimostrato dal pubblico italiano per la letteratura portoghese e ispano-americana, la casa editrice ha dedicato ad esse un’apposita collana, che offre un’ampia scelta di titoli non ancora tradotti nel nostro Paese”, un preciso invito a muovere le gambe, cioè gli indici che si fanno un culo pazzesco sulla tastiera che non potete capire fino a quando non scrivete un libro.
La chiosa è fantastica: “La centralità del contemporaneo nella produzione della casa editrice si manifesta anche nella scelta di opere d’inchiesta e informazione, che facciano luce sui versanti più discussi della cultura, della società, della storia e della politica a livello mondiale. Polis contribuisce a questa fondamentale impresa di chiarimento”. Ma quanto costa un libro? “Stiamo compilando una lista di case editrici per autori emergenti, disponibili a valutare (ed eventualmente pubblicare) le opere di questi ultimi. L’elenco verrà presto aggiornato, in quanto vogliamo suddividere gli editori per città, e anche per genere pubblicato: narrativa, saggistica, manualistica e poesia. Inseriremo soprattutto realtà editoriali distribuite a livello nazionale. VERTIGO EDIZIONI VIALE LIBIA 167, 00199 ROMA info@vertigolibri.com”, siete liberi di pensare quel che volete. Poi c’è Sensi, la collana riservata alla letteratura erotica. L’attenzione è qui rivolta a quei titoli che introducano elementi letterari nuovi nel panorama, talvolta manieristico, di questo genere, ma lascerei perdere.
Ma Internet è la terra delle opportunità, del fai-da-te o del Self-Publishing. In ogni caso è la terra dei cachi che cerca di livellare il gap creato da chi offre un servizio ma lo chiude per una fruizione difficoltosa e non propriamente meritocratica, andando a mettere sul piatto strumenti e risorse poco interessanti e raffazzonate, rabberciate o arrangiate. Linguaggio più ipocrita, non era mai stato scritto o per lo meno io non l'avevo mai letto, e dire che leggo abbastanza, anche robe turche! "Così la difficoltà si ribalta. Dall’accesso riservato e dalla porta sbarrata delle case editrici", per favore, a chi volete venderla? "alla platea totale e potenzialmente globale della rete, il problema non è più “pubblicare” ma “farsi leggere”, peccato che si sia fermato perché se vogliamo dirla proprio tutta, il vero problema è che le persone non sanno scrivere, quindi come possono trovare lettori? Questa è la domanda dalle cento pistole dai mille colpi in canna!
 Partono dai Server
AltroMondo, è squisito, al limite del grottesco. Perché? Leggete cos’hanno scritto nel loro sito, prendendola larghissima: “Se il server diventa improvvisamente illeggibile ci sono due possibili alternative: o farsi prendere dal panico e cercare soluzioni che in realtà fanno sbattere sempre addosso a quello stesso muro, percorrere sempre le solite strade che portano ai soliti posti, o considerare il tutto una delle più grandi opportunità di rinnovamento che potessero capitare. Chi ci conosce sa che lasciamo il muro a teste ben diverse dalla nostra”. Come??? Questi partono dal Server per arrivare dove a pubblicarti un libro per 5mila euro, prezzo medio basso, considerate le tabelle in generale.
Peccato è sul "Chi Siamo"cade un pò lo stile dell'AltroMondo: “Chi siamo? Fermo restando che facciamo parte di un gruppo editoriale, chi ha acquisito il nostro marchio pochi anni fa ora preme verso una vera rivoluzione della nostra fisionomia e interiorità, spingendoci finalmente ad esplorare quegli “altri mondi” per i quali siamo nati a suo tempo. Le nuove collane vanno a colmare questo vuoto, riportando la nostra barra a dritta...”.
 Conclude con un aforisma che neanche la paranoia metallica di Oscar Wilde sarebbe stata capace di raggiungere tanta intensità e forza, potenza, energia, vigore, vivacità, violenza, veemenza, impeto, virulenza, accaloramento, fervore, efficacia. Concentrazione l’ho scritto? “Il mondo di sopra e il mondo di sotto, il mondo di dentro e il mondo di fuori. L’AltroMondo”. E questi pubblicano libri a chicchessia, anche ad un operaio che arrivando a casa a sera alle sette di sera non ha molta voglia di mettersi a scrivere un libro, e se lo fa, non gli riesce sicuramente bene, per ragioni ben comprensibili.
Un’altra "casa editrice online", con umiltà, semplicità e modestia, si presenta in questo modo. “Dicono di noi tante cose, ma poche sono vere. La fantasia al potere”Alè! Un chiaro rigurgito sessantottino, non saranno brigatisti? Dei loro autori dicono in modo assai conciso: “Sono tanti e bravi”, non fa una piega. Si rivolgono a chi gli capita a tiro: “Hai un mondo da proporci? Invia il tuo manoscritto a proposte@altromondoeditore.com.
Lo valuteremo e ti faremo una proposta di pubblicazione adeguata, cucita su misura su di te”, in pratica si stanno preparando a sfruttare la tua bolla di vanità ed egocentrismo, per far quattrini con della carta. Che gentile, vorrei sapere, alla fine, quanto costano i libri e come sono fatti quelli di Proposte Altro  Mondo Editore, se si può, o sono davvero dell’altro mondo?

Infine precisano, non fossero stati chiari: “Pubblichiamo tutti? No. Per proposte ad alto livello, dal budget consistente, dagli scopi ben delineati, dalla struttura finalizzata. Richiedi un contatto scrivendo una email a proposte@altromondoeditore.com e presentando sommariamente il tuo progetto o le tue richieste. Sarai contattato e insieme decideremo il da farsi”.
E ora partiamo col testo da me scritto su tutti i miei 5 blog in Rete! Mettetela come volete. "I Promessi sposi" l'ha scritto Vianello con sua moglie. La Ciccone è un Culatello abruzzese stagionato, a Dolce e Gabbana piace un casino la figa, "Ciao mare" è stata scritta da Lou Reed, Brian Eno ed Eric Clapton in un momento di ubriacatura chimica. La Gioconda l'ha dipinta Cecchi Paone insieme a Fabrizio Frizzi e la "Divina messainscena" è opera di Lele Mora, mentre la Zanicchi scriveva "L'idiota al femminile, 2° volume".
Poveri moscardini con carichi vetturini di incapaci damerini, molto bravi a pagarsi un libro per poi sentirsi autorizzati a scrivere nei profili Web, alla voce professione, "Scrittore", oppure,  “Poeta”. Pubblicare un libro, pagando, sono capaci tutti, anche gli analfabeti.
Diventare scrittori, poeti poi non ne parliamo neppure, sono capaci in pochissimi.“Il dirmi - disse Gadda - che una scarica di mitra è realtà, mi va bene. Ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo, ci sia tensione tragica, ironica e mistero attivo e perché no, anche satira tagliente”, (da "I viaggi, la morte" 1958 Gadda). Sempre il dogmatico ed infinito Carlo Emilio Gadda, scrisse: "Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dai 18 anni in su, rimangono solo due categorie di persone continuano a scrivere poesie: i poeti e cretini". Bukowski invece regalò per intero il suo fegato all'alcol, i polmoni li diede fumo e lo stomaco a cibarie scadute, mentre, nelle sue ore ingrate scriveva poesie dietro gli scontrini fiscali degli alcolici bevuti.
 Entusiasticamente Pulp
Intenso come un gargantuesco assorbente usato e sgocciolante. Pulp, molto Pulp. Entusiasticamente Pulp. Pure troppo. In ogni caso, NO! all'editoria a pagamento. Dandy dai sapori di vitelloni. Quanti profili ho letto dove tutti erano i nuovi autori pronti per lo Strega o il Campiello, molti di loro non sanno neanche cosa sia, anche se non è poi un segreto. Povero paese di narratori a soqquadro.
Narratori scompaginati e privi di ogni sapienza grafica o sintattica, cose semplici, ma che per scrivere bisogna per forza conoscere per non fare flop. Nel Web, la terra dei cachi, dove tutto sembra gratis e non lo è, stanno proliferando una miriade incalcolabile, una quantità enorme di Self Pubblishing, ossia gente che di editoria non se n’è mai occupata e nemmeno c’ha mai pensato e ora fanno barche di soldi con dei libri raffazzonati e senza dignità e senza pietà. Soprattutto senza il timore di mettere in testa alla gente di scrivere bene quando non è vero. Uno poi si sente autorizzato a definirsi scrittore. 
Testi da brivido, ma che prima devono sborsare, per esserlo, almeno quattro o cinque mila euro. Se le vostre parole sono belle, vi devono pagare, non siete voi a dover pagar loro, funziona così il "gioco", che tale non è. E' chiaro il concetto? E' come due più due uguale quattro. Oppure se volete prostituire la vostra creatività, pagatevi un libro da una casa editrice on line, ce ne sono una risma cavernosa nel Web, abbiamo ampiamente dimostrato. Molti scrivono e pochissimi leggono. Il problema, è che chi scrive non sa che dire, ma non vede l’ora di scriverlo. Ci sono autori che scrivono con luce, altri con sangue, con lava, con fuoco, con terra, con fango, con polvere di diamante ed infine quelli che scrivono con inchiostro. Sventurati, con inchiostro, semplicemente.

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