Di solito per non finire vittima delle tasse e quind non avere debiti con le banche o fai del nero \ piccola evasione. Ma chi non volendo , - come ***** falegname \ artigiano del legno del mio paese , fare debiti con le banche per aprirsi la sua attività, ha lavorato per conto d'altri poi unavolta raggiunti i soldi necessari si è apero la sua attivita . Ma volendo fare titto in regola ed evitare anche il più piccolo nero ha finito per chiudere perchè << non volevo ne fare debiti con le banche per l'attività ., gli ho con lo stato >> cioè fatturava tutto fino all'ultimo centesimo e lo stato come solito più fatturi più tase paghi . Ma c'è anche chi èriuscito a salvarsi da questo circolo vizioso del : consuma , produci , crepa
ed è a storia che d'oggi presa, libri consigliati compresi da
http://www.ilcambiamento.it/moneta/
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Ha scritto un libro e ha colto talmente tanto nel segno da trovarsi nella necessità di ristamparlo. Si intitola “Salvarsi dalle banche”, dunque non ci sono ambiguità nel messaggio. E ad essere emblematica è la sua storia, esperienza e disavventure dalle quali ha tratto quanto poi ha riportato sulla carta. “Voglio che tutti sappiano, solo così ci si libera dalla schiavitù” dice Giuseppe Alunni.
di Redazione - 30 Gennaio 2015
Lui,
Giuseppe Alunni, ha 55 anni ed è ternano; alle spalle una famiglia di
imprenditori, lui stesso impegnato nell’azienda di famiglia dal 1978,
nel campo delle forniture industriali.
La
sua “disavventura” con le banche comincia quando l’istituto di credito
di riferimento gli dice che il fido è troppo alto e che i crediti non
rientrano abbastanza velocemente. I costi per l’indebitamento sono
sempre più alti per l’azienda, che comunque continua ad andare bene.
Eppure la banca “succhia” linfa vitale. “All’epoca mi capitò di leggere
la storia di una donna che aveva ottenuto dalle banche un risarcimento
milionario per anatocismo e usura – spiega Alunni - Prendo contatto con
un’associazione che segue queste problematiche e scopro un’Italia che si
difende, imprenditori che non si rassegnano. Scopro che si occupano dei
balzelli e delle truffe che si nascondono in tutte le forme tecniche
che intratteniamo nei rapporti bancari: conti correnti, mutui, leasing,
derivati, carte di credito, swap. Un’emorragia che dissangua imprese,
famiglie e contribuenti. L’illecito nell’applicazione d’interessi e more
coinvolge anche gli enti pubblici”. Forte di questa acquisita
consapevolezza, Alunni non molla e comincia a giocare all’attacco
anziché in difesa. Comincia a far presente alla banca che sa che nei
loro mille calcoli complicati lui ha capito che qualcosa non va, che
certi interessi possono essere riconducibili al reato di usura. E in
questo è supportato da due avvocati con le spalle larghe.
“Sono
entrato a conoscenza degli illeciti quando i conti hanno cominciato a
non tornare. Avevo la consapevolezza che la mia azienda stava andando
bene, eppure c’era qualcosa che non andava, la liquidità veniva deviata
verso altre destinazioni, nella gestione finanziaria era l’inghippo. A
quel punto ho agito con urgenza, ho tagliato i costi improduttivi, ho
ridotto l’indebitamento e ho guardato i conti. Spesso i consulenti
finanziari propongono polizze. Ma conviene invece farsi fare una perizia
econometrica su conti e mutui, in modo da avere un’idea dei guai
finanziari al netto di quanto sottratto con l’usura. Peraltro così
diventi meno attaccabile da manovre di richieste di rientro e pressioni
indebite. Quando ho fatto esaminare i miei rapporti mi si è aperto un
mondo. Tre Leasing, quattro mutui, dodici rapporti tra conti correnti e
anticipi fatture e ricevute bancarie: non ne ho trovato uno che non
avesse qualche inghippo. Quindi bisogna liberarsi da questa schiavitù,
altrimenti per l’azienda non esiste salvezza”.
Sembra
quasi impossibile anche solo pensare che possano essere le banche
stesse a macchiarsi del reato di usura, “invece è possibili” dice
Alunni. “Per la nostra legislazione è ancora un reato grave e la lobby
bancaria sta facendo pressione per derubricarlo. L’ultima vergogna da
parte del governo è stato il tentativo di rendere legittimo il calcolo
degli interessi sugli interessi, il cosiddetto anatocismo, in Italia
vietato dal codice civile dal 1942”. Nomi Alunni non ne fa, se ne guarda
bene. “Sto trattando con istituti bancari per rientrare di quanto mi
hanno indebitamente portato via, quindi devo mantenere la riservatezza.
Inoltre facendo nomi si rischiano querele per diffamazione. Mi sto
accorgendo che gli istituti di credito non hanno alcun interesse a
finire in tribunale e quindi molto spesso tutto si conclude per via
transattiva o in mediazione”.
Alunni
cita poi nel suo libro a quali “minacce ho dovuto far fronte – spiega -
iscrizione a sofferenza, revoca dei fidi, scomunica a vita dal sistema
bancario”. “Le banche praticano un commercio, sono negozi finanziari e
sanno che un brutto accordo è meglio di una causa. Inoltre in giudizio
possono emergere ulteriori elementi che possono aggravare la posizione
della banca: nullità dei contratti, danni morali e da lucro cessante e
danno esistenziale. Quindi se uno si mostra deciso e informato, quasi
sempre trattano”.
“Bisogna
innanzitutto munirsi di perizia econometrica, trovare un avvocato
specializzato in materia, sempre guardandosi da soggetti che già fanno
mercato, come procacciatori, venditori di perizie, imbonitori, profeti
dell’antiusura, che fanno firmare contratti capestro ai malcapitati –
prosegue Alunni - Poi occorre agire con prudenza prima sulle banche meno
strategiche, poi sulle più importanti. E’ bene mostrarsi preparati,
acquisire nozioni di base sulla normativa bancaria, non aver paura di
parlare con funzionari e direttori. Quando la banca e i funzionari sanno
di avere torto alzano la voce. State attenti alle provocazioni,
esistono tecniche per far perdere la calma. Cercate di farla perdere a
loro. Nel mio libro ho inserito suggerimenti specifici”.
Alunni mette anche in guardia dai “finti salvatori”.
“Purtroppo
esistono loschi figuri che intercettano vittime di usura, le raggirano
con false prospettive di recupero, chiedono somme assurde sul recuperato
che garantiscono con illusorie assicurazioni. Salvo poi tirarsi
indietro quando la persona, già vessata, è a corto di denaro per
difendersi, avendo mal speso gli ultimi soldi per strumenti peritali
poco solidi. Le esche sono spesso procacciatori poco seri, mezze figure,
ex mediatori finanziari con pregressi non limpidi nel campo bancario.
Detto ciò, onore a tecnici, legali, imprenditori ed associazioni che,
spesso anche con grandi sacrifici e rischio personale, si dedicano
disinteressatamente alla lotta a questo vergognoso fenomeno. La
giurisprudenza cammina fortunatamente a grandi passi, le ultime sentenze
favorevoli alle vittime costringono gli istituti di credito a
risarcimenti che in un caso sono arrivati ad otto milioni di euro. Ed
ancor più interessante è il recepimento in giudizio del risarcimento per
danno esistenziale ad una vittima di usura bancaria, primo caso in
Italia. Nel campo della contrattualistica poi, quando si chiedono alle
banche i contratti di apertura di conto, si trovano spesso cose assurde:
contratti stipulati con normative vecchie di oltre trenta anni, con
nullità di tutti gli interessi pagati, clausole vessatorie, tassi non
indicati, polizze non sottoscrivibili per scarsa propensione al rischio
del sottoscrittore. Insomma, spesso la clausola interessi è nulla già
per irregolarità contrattuale. Interessantissima poi la sentenza 350 del
gennaio 2013, che rende nulla la clausola interessi su mutui e leasing
qualora la somma di tasso e tasso di mora sia superiore al tasso soglia;
strumento importante per le famiglie, che possono chiedere sul mutuo
l’annullamento degli interessi pagati e di quelli futuri”.
Giuseppe
ha fatto da apripista; chissà che non ci siano altri, esasperati e
determinati, a provare a mettere in discussione il sistema!
Il libro, edito da Intermedia, è disponibile
presso l’associazione ‘’Articolo 20’’per l’educazione finanziaria e la
lotta all’usura bancaria, tel. 0744300160/305349, fax 0744303732. Oppure
potete scrivere una mail a g.alunni@alunnibalilla.com se avete bisogno di chiedere aiuto.