FERRARA
Il trionfo di Lucilla: a 16 anni vince il “Kocian Violin”
La giovane violinista conquista la Repubblica Ceca. «Ho iniziato a suonare a 5 anni e non mi sono più fermata»
di SAMUELE GOVONI
FERRARA. Lucilla ha sedici anni e da undici suona il violino. Ha iniziato a soli cinque anni, quasi per gioco. Ben presto però ha capito che quello strumento racchiudeva in sé qualcosa di più e lezione dopo lezione quel gioco si è trasformato in passione, una passione che alcuni anni fa l’ha portata a trasferirsi dalla sua Lucca a Ferrara per seguire il suo insegnante di violino e il sogno di diventare violinista solista di fama internazionale.
È sulla buona strada la giovanissima Lucilla che pochi giorni fa in Repubblica Ceca ha trionfato al “Kocian Violin Competition”. «Ciò che vorrei fare nella vita - confessa - è suonare; suonare nei teatri del mondo con il mio violino».
Lucilla, quando e come nasce questa passione?
«Ho iniziato a suonare a cinque anni. Una mia amica si divertiva a prendere lezioni di violino, mi sono incuriosita e così l’ho seguita. È stato amore da subito. Del violino mi piace proprio tutto, anche la meccanica. Ricordo che una volta, avevo circa sei anni, il mio strumento ebbe un problema. Andai dal liutaio per farlo riparare e rimasi affascinata da tutte le sue componenti. Quando potevo andavo nella bottega e osservavo la creazione degli strumenti, mi piaceva il profumo del legno e portavo a casa i trucioli. Così ho capito che non mi sarei più separata dal violino».
Perché? Cosa le trasmette?
«Con il violino riesco a parlare alle persone, a condividere con loro ciò che vedo e sento. Affido agli spartiti, alla musica, i miei pensieri e i miei stati d’animo. Con la musica riesco a emozionarmi e, spero, anche ad emozionare. Penso che il compito dell’arte sia quello di trasmettere qualcosa che non è traducibile a parole. Per me la musica, sa assolvere questo compito magnificamente».
E lo studio?
«Lo studio occupa buona parte della giornata. In media mi esercito sei ore al giorno, non tutte di seguito (sorride, ndr). È importante intervallare le sessioni di studio, anche per un discorso di salute. A 12 anni ho sofferto di tendinite e per due mesi non ho potuto suonare, è stato un calvario. Non sapevo che fare, mi annoiavo e mi mancava moltissimo il violino. Da allora sto ancora più attenta e cerco di alternare studio e riposo in maniera corretta».
Non le pesano tutte queste ore sullo strumento?
«Studiare è faticoso, non posso negarlo ma mi piace tanto (sorride, ndr). Quando ero più piccola il sostegno dei miei genitori e di mia mamma in particolare è stato molto importante poi, col passare del tempo, ho preso il ritmo e ora studiare non mi pesa. Mi piace suonare in pubblico e condividere la musica con esso. Per stare sul palco bisogna essere preparati e quindi si deve studiare».
Lei è la prima italiana in 59 anni a vincere il “Kocian Violin Competition”. Come si sente?
«È stata un’esperienza davvero bellissima perché ho potuto fare amicizia con altri musicisti della mia età provenienti da diversi Paesi. E vincere è stata una bella soddisfazione. L’anno prossimo suonerò alla cerimonia inaugurale della sessantesima edizione, sono molto felice».
Oltre alla classica ascolta anche altri generi?
«Sembrerà strano ma mi piace ascoltare la musica coreana, il K-Pop per la precisione. So che è molto distante da ciò che ascolto e suono normalmente però mi svaga, mi rilassa. Mi piacciono in particolar modo le colonne sonore e i brani un po’ più “romantici”».
È dura coltivare le amicizie con una carriera così intensa?
«C’è la mia migliore amica indiscussa che non è musicista ma capisce i miei ritmi e la mia vita. Le altre amiche fanno un po’ più fatica a comprendere, mi chiedono: “Perché non esci?”. Chi non suona fa fatica a comprendere o a condividere certe scelte, tra musicisti invece ci si capisce meglio perché più o meno tutti viviamo le stesse situazioni».
la mia play list
Modena City Ramblers-Il fabbricante dei Sogni
Modena city ramblers - Il violino di Luigi
A Formigine nasce la biblioteca degli oggetti
FORMIGINE. Nasce la biblioteca degli oggetti. Domani, giovedì 18 maggio, la sala archivi di via Unita d'Italia ospiterà la prima assemblea per la realizzazione di una nuova forma di biblioteca: la “Oggettoteca” dove non saranno presenti libri e documenti multimediali, ma oggetti veri e propri, non sempre indispensabili.
Un esempio? Un trapano, uno strumento che ogni famiglia possiede ma non usa frequentemente, sarà uno degli oggetti di cui si parlerà domani, aggiungendo anche attrezzature da bricolage o accessori per la prima infanzia. Relatori dell'assemblea l'assessore all'innovazione Giorgia Bartoli, ideatrice del progetto, affiancata da Antonio Beraldi, fondatore di “Leila”, la prima biblioteca italiana degli oggetti, avviata a Bologna nel 2015.
«Parleremo di come realizzare la futura “oggettoteca” di Formigine - commenta Bartoli - innovazione, condivisione e collaborazione, saranno i 3 addendi su cui baseremo questo progetto, basato sulla sharing economy, dove la condivisione del materiale e lo scambio d'idee tra cittadini saranno il motore portante, per avviare, anche a Formigine, questo genere di biblioteca». Un luogo aperto a tutti, che permetterà ai partecipanti di risparmiare costose spese, rispettando certi criteri. «L'assemblea di domani sarà aperta a tutti. Poche sono le regole da rispettare come la sottoscrizione gratuita della tessera e la messa a disposizione di un proprio oggetto, sugli scaffali del centro di Educazione Ambientale di Villa Gandini, luogo dove verrà realizzata tale opera. Dalle 17,30, sia io che Antonio, saremo a disposizione di tutti per condividere, tramite lavori di gruppo, quelle che saranno le basi per dare inizio a questo programma».
Un programma, a cui hanno preso parte, mediante sondaggio online, un gran numero di persone: oltre 180 sono state le risposte ricevute in meno di un mese, da parte di un pubblico con un'età compresa tra i 18 e i 45 anni. I principali oggetti richiesti? Tigelliere, trapani e seggioloni... Ma è solo l’inizio.