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11.7.21

Come ridurre i consumi di carburante , Dalle bottiglie di plastica nascono piumini , Una birra prodotta con il pane invenduto, Bi-Rex: come ricavare la cellulosa dagli scarti alimentari

 

Con dei piccoli accorgimenti alla guida è possibile viaggiare in modo più economico e sostenibile

Mar 22 Giu 2021 | di Giovanni Caretti | Ambiente

Complice la pandemia, l’estate del 2021 sarà all’insegna dei viaggi in Italia e degli spostamenti in auto. Un motivo in più per tenere un comportamento di guida corretto e sostenibile, aumentando il livello di sicurezza e riducendo consumi ed emissioni nocive nell’ambiente. Evitare gli scatti con sorpassi inutili e brusche frenate, ad esempio, non diminuisce solo il rischio di incidenti: fa calare la spesa per il carburante e l’impatto sull’ambiente, sia dal punto di vista delle emissioni che dell’inquinamento sonoro. Il consiglio, quindi, è di utilizzare appena possibile le marce più alte, mantenendo i giri del motore più bassi. Anche il condizionatore andrebbe messo in funzione solo se strettamente necessario: se la giornata non è particolarmente afosa, fino a 60 chilometri orari conviene tenere i finestrini abbassati; a velocità superiori, invece, l’attrito finisce per vanificare il risparmio di carburante. Più in generale, è bene tenere a mente che i dispositivi elettronici aumentano i consumi e le emissioni anche del 25% e bisogna fare attenzione anche ai carichi inutili, che possono far schizzare i consumi su del 40%: ogni chilogrammo in più di bagagli trasportati richiede un utilizzo maggiore di benzina o gasolio.
L’IMPORTANZA DELLA MANUTENZIONE
In molte auto moderne, inoltre, è possibile attivare la modalità “Eco” che permette di ottimizzare il consumo di carburante e di minimizzare le emissioni. Su qualunque tipo di mezzo a quattro ruote resta inoltre essenziale la manutenzione: gli pneumatici sgonfi, oltre a rappresentare un problema sul fronte della sicurezza, peggiorano le prestazioni e costringono a soste più frequenti dal benzinaio. In proposito, è il caso di montare gli pneumatici invernali solo nella stagione fredda perché non solo fanno salire il consumo, ma producono anche più rumore, alimentando l’inquinamento acustico. Anche il controllo periodico dell’olio resta fondamentale per far girare al meglio il motore e per evitare il rischio di immettere nell’ambiente sostanze nocive, dovute a una cattiva combustione o all’usura di liquidi e componenti meccaniche. è sempre bene, infine, cercare di evitare i giorni di esodo da bollino rosso o nero. Se dovesse capitare di restare imbottigliati nel traffico, è importante ricordare di spegnere il motore quando l’auto è completamente ferma; se invece la colonna si muove a passo d’uomo, meglio avanzare lentamente piuttosto che fermarsi e ripartire di continuo.            

           

Dalle bottiglie di plastica nascono piumini

Da 75 bottiglie si ottengono 2 chili di fibra dall’effetto identico alle piume d’oca. E con un’app si può diventare designer della propria stanza

Mar 22 Giu 2021 | di Domenico Zaccaria | Ambiente


Una calda trapunta imbottita con plastica riciclata, sinonimo di rispetto per l’ambiente e per gli animali. Il tutto potendo scegliere il proprio piumino direttamente da casa, grazie alla realtà aumentata. Tecnologia e sostenibilità si fondono nel progetto Casahomewear, che ha lanciato una nuova linea eco-friendly. Per imbottire una trapunta matrimoniale si impiegano 2 chili di fibra derivati da circa 75 bottiglie di plastica riciclata. Ciò è possibile grazie al processo di estrusione: si fondono le scaglie di poliestere derivanti dalla plastica raccolta, per ricavare i polimeri che compongono prima il filato e poi la morbida e calda ovatta. Il risultato, spiega la responsabile ricerca e sviluppo Lara Corna, «è un prodotto che ha la stessa consistenza ed emana lo stesso calore del piumino d’oca, ma rispetta l’ambiente e, fattore non secondario, costa molto meno. 






Le bottiglie di plastica, una volta raccolte in tutta Europa, vengono selezionate, lavate e ridotte in scaglie in uno stabilimento bergamasco certificato Grs (Global recycled standard), a garanzia di una filiera controllata». In pratica uno degli oggetti che maggiormente impattano sull’inquinamento dei nostri mari diventa una preziosa nuova materia prima, in perfetta ottica di economia circolare.
BASTA UN CLICK
Tutto, in questa linea ecologica, è studiato per minimizzare gli impatti ambientali. I prodotti sono realizzati al 100% in fibre naturali, non viene utilizzato alcun filato sintetico derivante dal petrolio e i coloranti scelti sono ecocompatibili e completamente atossici. Persino il packaging è pensato per essere riciclabile: le confezioni possono essere riutilizzate più volte e diventare fodere per cuscini o sacchi portabiancheria. 
Il tutto si inserisce nella grande novità tecnologica portata dall’applicazione per smartphone e tablet di Casahomewear, che coniuga la realtà aumentata con la realtà virtuale e l’uso del 3D, per personalizzare l’acquisto della biancheria della camera da letto in tempo reale. Gli utenti possono trasformarsi nei designer della propria stanza e il procedimento è semplice e intuitivo: basta inquadrare il letto con uno smartphone, scegliere le lenzuola preferite per la propria camera e valutare come si sposano con il resto dell’arredamento, prima di decidere se procedere all’acquisto.      

Bi-Rex: come ricavare la cellulosa dagli scarti alimentari

Produrre carta ricavando cellulosa dai sacchetti dell’umido, dalle trebbie di birra, dal riso e dalla spremitura di agrumi: ecco l'intuizione di due giovani scienziate del Politecnico di Milano

Mar 22 Giu 2021 | di Francesca Favotto | Ambiente


Sono giovani, sono competenti, sono geniali. E se il loro progetto viene ritenuto efficace su scala industriale, potranno dire di aver contribuito con la loro scoperta alla salvaguardia dell'ambiente. Greta Colombo Dugoni, dottoranda in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, insieme alla collega Monica Ferro, ha scoperto un modo alternativo di ricavare cellulosa per produrre carta, da cui è nato il loro progetto Bi-Rex. 

Partiamo dall'inizio. 
«Ormai due anni fa, lavorando in laboratorio su nuovi solventi, mi sono confrontata con Monica, che stava invece lavorando sulla cellulosa, e mettendo insieme le idee, abbiamo concluso che, partendo dagli scarti delle biomasse agroalimentari che oggi vengono semplicemente inceneriti, producendo anidride carbonica, si possono ricavare nuove materie prime, tra cui la cellulosa, tale e quale a quella che si estrae dagli alberi. Questo si tradurrebbe in meno inquinamento e meno piante abbattute». 

Ma quali sono gli avanzi su cui avete lavorato e da cui si può trarre la cellulosa?
«Per ora, ci siamo concentrate sulle trebbie di birra, sui sacchetti dell'umido, sul riso e sulla spremitura degli agrumi. Tutte queste rappresentano fonti alternative di cellulosa». 

In questi due anni, quanta strada avete fatto? Quali ostacoli avete incontrato?
«Ci siamo adoperate per ottenere dei finanziamenti che andassero a sostenere economicamente la nostra intuizione: nel 2019 abbiamo ottenuto 30mila euro, vincendo una challenge lanciata da Deloitte e PoliHub. Ora puntiamo a ottenerne 160mila come fondo investimenti preseed Poli360, per studiarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità a livello industriale, perché al momento abbiamo visto che la nostra idea funziona sì, ma in laboratorio su grammature ridottissime». 

Nell'ultimo periodo avete vinto anche un altro premio.
«Sì, abbiamo partecipato al progetto StartCup Lombardia, tramite PoliHub, che offre sostegno economico alle idee imprenditoriali durante la fase di accelerazione. Abbiamo vinto il premio Eni Joule, che ci ha permesso di ottenere 15mila euro e di accedere al programma di accelerazione Joule Energizer». 

Ora i vostri obiettivi quali sono?
«Vorremmo costituire una startup: il nostro intento è portare la produzione su scala industriale, mantenendone il principio green. Questa sarà la vera sfida, ma è il momento giusto per provarci. Per saperlo ci vorrà ancora un anno e mezzo circa. Mal che vada, abbiamo brevettato il nostro solvente come anticalcare, ecologico ed ecosostenibile: se non dovesse più servire per trasformare le biomasse, abbiamo già pronto questo piano B».      


 

Chi sono Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro

Hanno rispettivamente 28 e 37 anni e sono originarie di Inveruno e Lonate Pozzolo, due piccoli paesi della provincia milanese. Hanno incrociato le loro strade nei laboratori del Politecnico di Milano: Colombo Dugoni è una dottoranda in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica, mentre Ferro è un Tecnico Laureato del Dipartimento Giulia Nasta. 
Ora, dopo aver confrontato le rispettive intuizioni in laboratorio, hanno scoperto il modo di ricavare dagli avanzi agroalimentari delle biomasse una materia prima molto simile alla cellulosa. Se la loro idea si rivelasse sostenibile a livello industriale, ciò si tradurrebbe in meno inquinamento e meno piante abbattute per la produzione di carta e prodotti da essa derivati. E l'ambiente ringrazierebbe. 
                                                  

21.7.19

La commedia dei social Perché sentiamo la necessità di postare tutto quello che facciamo mentre lo ‘viviamo’ ?

Anche  se  non mi riguarda   completamente  essendo una generazione   di mezzo  fra il declino  culturale  degli anni '80\90   e gli anni '60\70  ed  lontano a che  pur  intossicato dal declino    degli anni  90\2000   questo     editoriale   di  editoriale    di Angela Iantosca  è  veramente  interessante   


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                                              ioacquaesapone di Luglio  2019

Perché sentiamo la necessità di racontare quello che facciamo, i concerti, le feste, il nostro dolore o le nostre gioie sulla rete? Di affidare la nostra vita ad amici virtuali, che a volte sono reali e con i quali, quindi, potremmo confrontarci privatamente? Perché dobbiamo sfogare i nostri rancori, emettere sentenze, confidando nel plauso superficiale di chi non conosce le reali vicende che hanno provocato quello sfogo?
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Sembra che il social sia diventato l’unico modo attraverso il quale parlare agli altri. Anche se forse è quello il modo attraverso il quale stiamo perdendo la capacità di parlare veramente...

Perché, se comunico usando un filtro che è lo schermo, sarò capace di esprimere le mie emozioni senza quello schermo? E soprattutto comunicherò la verità?
Ci penso spesso ad uscire dai social, ma poi non lo faccio perché lo uso per lavoro e, ammettiamolo, è comodo raggiungere persone lontane e informarle sulle nostre attività. Ma rimane il fatto che il modo in cui viene usata la rete in genere non mi piace: perché è una vetrina di intimità, è il nostro diario segreto, ma ripulito per essere presentato con il suo abito migliore. 
Pensate a quando non c’era. Era come se tutto fosse più profondo, più vero, più ‘conquistato’. Mi spiego: per sapere come stesse una persona, la chiamavi, non stavi sul suo profilo a spiare le sue foto ritoccate. Ti godevi quel momento, la condivisione vera, ti godevi i pranzi in famiglia senza la necessità di dover continuamente fare un video per fare vedere cosa stai mangiando e farlo sapere a tutti, condividendo in tempo reale un concerto (che poi nella realtà non stai guardando perché lo stai riprendendo), un matrimonio, una cena romantica (che ti perdi perché devi fotografare quella prelibatezza che ti è stata servita e che devi mostrare a tutti, fremendo per verificare quanti like otterrà quello scatto).
Ma c'è un'altra cosa a cui penso sempre: quanto di quell'amore, di quei baci, di quelle amicizie, di quei “ti adoro”, di quei rapporti familiari idilliaci, di quella fierezza dei genitori che viene spiattellata in rete corrisponde alla verità? Quante di quelle poesie, di quelle immagini di armonia corrispondono alla natura delle persone che scrivono? Quante coppie conoscete che sono in crisi totale, ma che in occasione del proprio anniversario non vedono l'ora di dichiarare al mondo il loro eterno amore? Non vi sembra a volte che sia tutta una grande commedia?

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...