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18.9.22

I maglioni fatti con lana sostenibile nel Parco Nazionale d'Abruzzo e Gli ultimi guardiani dei fari di Sicilia: "Noi più importanti di satelliti e Gps

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repubblica online del  17 e 18\9\2022 



I maglioni fatti con lana sostenibile nel Parco Nazionale d'Abr uzzoL'azienda di tre ragazzi sotto i 30 anni si chiama Wuuls e produce capi basic, le specie ovine sono autoctone, la filiera di produzione è corta e la durabilità è al centro del loro concetto di design

Emanuela e Francesco Picchini, due fratelli abruzzesi, insegnano che dalle pecore non nascono solo i famosi arrosticini ma dei maglioni composti dalla pregiata lana del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a tutela delle filiere a rischio di estinzione. Wuuls nasce nel 2019 ed è la loro startup di maglieria ecosostenibile. Emanuela ha studiato Design a Roma per poi lavorare due anni in una maglieria.Attualmente ha 27 anni ed è a capo della direzione creativa e della produzione,aiutata dal suo collega Mattia. Il fratello Francesco ha 26 anni, ha una formazione economica ed è il braccio commerciale. Valentino è un ingegnere gestionale, si occupa della consulenza e dello sviluppo del progetto. Sono tutti ragazzi under 30 e, dopo gli studi, sono rientrati in Abruzzo con un sogno: creare una filiera produttiva che rispetti l'ambiente e valorizzi il loro territorio. "Il progetto - spiega Emanuela Picchini - è nato una settimana prima che scoppiasse la pandemia, in un momento complicato per tutti. Poco prima avevamo ottenuto dei contatti grazie alla fiera White di Milano. Solo sei mesi dopo abbiamo aperto lo shop sul nostro sito".  


 
Ha fatto tappa ad agosto sul Gran Sasso la "Rassegna degli Ovini", la più importante manifestazione a tema di tutto il Centro Italia, accompagnata da musiche, balli e canti popolari abruzzesi. Oganizzata dalla Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, insieme alla novità di quest’anno, la TRA-La Transumanza che unisce, progetto della Presidenza del Consiglio Regionale dell’Abruzzo con un programma itinerante che ha portato a Campo Imperatore l’Orchestra Popolare del Saltarello e l’International Folk Contest “Etnie Musicali”.

I pascoli del Parco accolgono le specie ovine Sopravvissana e Gentile di Puglia, allevate lungo l'appennino italiano. Negli anni ci sono stati degli incroci con le pecore Merinos. "Questa mescolanza - specifica Emanuela- fornisce la croccantezza alla lana tipiche delle nostre specie autoctone e la morbidezza grazie alla lana merinos. Ho sentito l'esigenza di far conoscere la qualità della lana abruzzese affinché una materia prima così preziosa non si perda. È un materiale molto sostenibile. Sono maglioni dal design senza tempo e completamente riciclabili".L'associazione Pecunia tutela la lana del Parco e l'azienda AquiLana di Valeria Gallese, fornitore di Wuuls, ne fa parte. Qui è ancora in uso la transumanza: la lana è grezza nel vero senso della parola. "Gli animali - racconta Emanuela - passano la loro vita all'aria aperta e non viene effettuata nessuna pratica chirurgica di mulesing sugli ovini (l'asportazione di una parte di pelle della zona perianale degli animali per evitare che il vello si sporchi con gli escrementi ndr)".

   Dopo aver visto tonnellate di vestiti invenduti finire al macero, la modella londinese Eleanor Jolliffe ha deciso di dare una svolta green alla sua vita e al suo lavoro. Ha iniziato a documentarsi sull'impatto della moda sull'ambiente e ha smesso di comprare capi d'abbigliamento da marchi di fast fashion per abbracciare abitudini di acquisto più sostenibili. Non solo, ha deciso di promuovere i valori del riuso e dello slow fashion, ovvero di capi che durano nel tempo, attraverso la collaborazione con associazioni di settore e pagine specializzate in sostenibilità.

Anche i colori utilizzati per i maglioni sono al 100% naturali. "Tingiamo - chiarisce Emanuela - tutto al vegetale. Tra ciò che impieghiamo c'è il guardo, un fogliame che genera il colore blu. Poi c'è la robbia, una radice essiccata che crea l'arancione. Utilizziamo anche lo scotano, un fogliame che crea il color tortora e la reseda, un fiore che produce il giallo. Collaboriamo con la tintoria umbra Ferrini. È una filiera corta: il prodotto viene colorato in Umbria e lavorato qui in Abruzzo". Troppo spesso purtroppo i capi vengono invece realizzati con l'aggiunta di materiali difficili da riciclare. Pensiamo all'acrilico o al poliestere. "Questo settore -auspica Emanuela- deve essere trasformato. Il designer decide l'80% dell'impatto di un prodotto sull'ambiente. È necessaria una presa di coscienza collettiva senza rispondere più solo alle logiche di mercato".



Da risorsa a scarto: il prodotto della tosatura è ormai considerato un rifiuto speciale. Ma in Val Camonica la filiera della fibra naturale si trasforma in arte

In questi tre anni di lavoro Wuuls ha creato due campionari, uno in lana e uno in lino, ed altri prodotti in lana per un totale di 150 modelli, tutti sold-out. La linea in lino italiano è certificata con standard di tracciabilità, biologico e con lavorazione vegetale.
"Vendiamo -conclude Emanuela- sul nostro sito e nella modalità B2B. Per la collezione invernale ripartirà la vendita diretta tra poco. Chi è interessato ci può scrivere intanto sui nostri canali social. Nel futuro vogliamo crescere nei volumi di produzione e diversificare i prodotti mantenendo però saldi i nostri valori di sostenibilità".


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Gli ultimi guardiani dei fari di Sicilia: "Noi più importanti di satelliti e Gps"di Paola Pottino

Il faro di Capo Peloro, a Messina

 
Se nel resto d'Italia sono 88 i fari funzionanti, in Sicilia se ne contano 36, nove dei quali presidiati da 19 faristi
Circondati dal mare in tempesta o nelle tiepide giornate di bonaccia, svettano imperturbabili come se volessero toccare il cielo. I fari, sentinelle del mare. riferimenti imprescindibili per i naviganti, sono legati ai loro guardiani, sempre più radi ma non del tutto scomparsi. Se nel resto d'Italia sono 88 i fari funzionanti, in Sicilia se ne contano 36, nove dei quali presidiati da 19 faristi.


Il guardiano del faro Gaspare Timpanelli e il capitano di fregata Bruno De Luca



Da più di venti anni, ogni mattina di buon ora, Gaspare Timpanelli, 58 anni, originario dell'isola La Maddalena, ex motorista navale della Marina militare, folta barba bianca, sale i 150 gradini della scala a chiocciola che conduce sino alla torre del faro di Capo Peloro, all'estremo lembo nord orientale della Sicilia, sullo Stretto di Messina. Il guardiano controlla che tutto funzioni regolarmente, provvede alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell'apparecchiatura e infine torna in ufficio per stilare nel giornale di reggenza il rapporto giornaliero dove annota ciò che accade.

Capo Faro a Salina



Per Timpanelli, il faro non è soltanto un luogo di lavoro perché qui vive insieme alla moglie Mariagrazia, discendente di faristi, ai due figli e al cognato e collega Romolo Bellomia. Tra carte nautiche, binocoli, radio trasmittenti e lanterne, la vita in famiglia si incrocia con quella lavorativa all'interno dell'alloggio. Una torre ottagonale a fasce bianche e nere, realizzata nel 1884, ridotta a quasi quaranta metri di altezza in seguito al terremoto del 1908 che la danneggiò gravemente.


Il faro di Capo Zafferano
 

Per Mariagrazia Timpanelli, nata e cresciuta nel vicino faro di Capo Rasocolmo, vivere sospesi tra la terra e il cielo rappresenta la normalità. "Quando ho vissuto in un condominio mi sentivo prigioniera. Non potrei stare in nessun altro luogo all'infuori di qui - dice la donna- Mio nonno era farista a Capo Milazzo e mio padre nel faro di Vulcano. Io amo vivere qui soprattutto d'inverno, nelle giornate di tempesta, ma anche in primavera, quando il cielo è terso e dalla torre si vedono le isole Eolie".


Il faro di Linosa



Il faro verde, con due lampi ogni dieci secondi visibili fino a 19 miglia, dialoga con quello rosso di Punta Pezzo a Villa San Giovanni, nella sponda calabra. "Ogni faro - spiega Bruno De Luca, capitano di fregata della Marina militare e comandante della Zona fari di tutta la Sicilia - ha caratteristiche luminose distinte, fatte di lampi di luce ed eclissi. Esiste un elenco nel quale vengono riportati i segnalamenti, l'immagine e la descrizione della struttura. Il faro verde di Capo Peloro gode delle cure dei faristi ed è certamente un vantaggio in più rispetto ai fari non presidiati e controllati da remoto".
Un mestiere, per Timpanelli, tutto sommato tranquillo, o quasi. "Mio suocero - racconta il farista - è stato il guardiano del faro di Resocolmo, un luogo lugubre in una campagna isolata a pochi chilometri da qui. Una volta mi disse che non sarebbe più andato a fare i controlli serali di routine perché aveva avvertito presenze strane e rumori inquietanti. Incredulo, gli dissi che ci avrei pensato io. Ebbene, quella sera e nelle altre a seguire, trovai le porte, chiuse con i lucchetti, completamente spalancate, le luci erano accese e udii delle urla provenire da chissà dove. Da quel giorno il faro è stato presidiato soltanto di giorno".
Fantasmi a parte, il numero dei guardiani rimane esiguo: i nuovi dispositivi tecnologici hanno in parte sostituito il loro lavoro. "Ma Gps e apparecchiature satellitari - affermano i faristi - non potranno mai sostituirci: gli stessi capitani di lungo corso ammettono che nel buio della notte, la luce del faro può rappresentare la salvezza. Il nostro controllo rimane quindi fondamentale". Dice il comandante De Luca: "Altra faccenda riguarda i 25 fari siciliani non presidiati perché per alcuni di essi è previsto un progetto di valorizzazione che riguarda i vecchi alloggi dei faristi, i magazzini e le altre pertinenze, allo scopo di recuperare l'immobile e ridare al comprensorio del faro una nuova vita. Sono stati concessi ai privati, tramite bando pubblico, 14 dei 36 fari siciliani. Alcuni, come il faro di Capo Faro a Salina, Brucoli e Augusta, sono già attivi come strutture alberghiere".
Ma non tutti i fari sono controllati da remoto: sono presidiati i fari di Cefalù, San Vito lo Capo, Capo Granitola, a Mazara del Vallo, Licata, Cozzo Spadaro a Portopalo di Capo Passero, San Leonardo a Pantelleria e infine a Lampedusa e a Marettimo.

11.7.21

Come ridurre i consumi di carburante , Dalle bottiglie di plastica nascono piumini , Una birra prodotta con il pane invenduto, Bi-Rex: come ricavare la cellulosa dagli scarti alimentari

 

Con dei piccoli accorgimenti alla guida è possibile viaggiare in modo più economico e sostenibile

Mar 22 Giu 2021 | di Giovanni Caretti | Ambiente

Complice la pandemia, l’estate del 2021 sarà all’insegna dei viaggi in Italia e degli spostamenti in auto. Un motivo in più per tenere un comportamento di guida corretto e sostenibile, aumentando il livello di sicurezza e riducendo consumi ed emissioni nocive nell’ambiente. Evitare gli scatti con sorpassi inutili e brusche frenate, ad esempio, non diminuisce solo il rischio di incidenti: fa calare la spesa per il carburante e l’impatto sull’ambiente, sia dal punto di vista delle emissioni che dell’inquinamento sonoro. Il consiglio, quindi, è di utilizzare appena possibile le marce più alte, mantenendo i giri del motore più bassi. Anche il condizionatore andrebbe messo in funzione solo se strettamente necessario: se la giornata non è particolarmente afosa, fino a 60 chilometri orari conviene tenere i finestrini abbassati; a velocità superiori, invece, l’attrito finisce per vanificare il risparmio di carburante. Più in generale, è bene tenere a mente che i dispositivi elettronici aumentano i consumi e le emissioni anche del 25% e bisogna fare attenzione anche ai carichi inutili, che possono far schizzare i consumi su del 40%: ogni chilogrammo in più di bagagli trasportati richiede un utilizzo maggiore di benzina o gasolio.
L’IMPORTANZA DELLA MANUTENZIONE
In molte auto moderne, inoltre, è possibile attivare la modalità “Eco” che permette di ottimizzare il consumo di carburante e di minimizzare le emissioni. Su qualunque tipo di mezzo a quattro ruote resta inoltre essenziale la manutenzione: gli pneumatici sgonfi, oltre a rappresentare un problema sul fronte della sicurezza, peggiorano le prestazioni e costringono a soste più frequenti dal benzinaio. In proposito, è il caso di montare gli pneumatici invernali solo nella stagione fredda perché non solo fanno salire il consumo, ma producono anche più rumore, alimentando l’inquinamento acustico. Anche il controllo periodico dell’olio resta fondamentale per far girare al meglio il motore e per evitare il rischio di immettere nell’ambiente sostanze nocive, dovute a una cattiva combustione o all’usura di liquidi e componenti meccaniche. è sempre bene, infine, cercare di evitare i giorni di esodo da bollino rosso o nero. Se dovesse capitare di restare imbottigliati nel traffico, è importante ricordare di spegnere il motore quando l’auto è completamente ferma; se invece la colonna si muove a passo d’uomo, meglio avanzare lentamente piuttosto che fermarsi e ripartire di continuo.            

           

Dalle bottiglie di plastica nascono piumini

Da 75 bottiglie si ottengono 2 chili di fibra dall’effetto identico alle piume d’oca. E con un’app si può diventare designer della propria stanza

Mar 22 Giu 2021 | di Domenico Zaccaria | Ambiente


Una calda trapunta imbottita con plastica riciclata, sinonimo di rispetto per l’ambiente e per gli animali. Il tutto potendo scegliere il proprio piumino direttamente da casa, grazie alla realtà aumentata. Tecnologia e sostenibilità si fondono nel progetto Casahomewear, che ha lanciato una nuova linea eco-friendly. Per imbottire una trapunta matrimoniale si impiegano 2 chili di fibra derivati da circa 75 bottiglie di plastica riciclata. Ciò è possibile grazie al processo di estrusione: si fondono le scaglie di poliestere derivanti dalla plastica raccolta, per ricavare i polimeri che compongono prima il filato e poi la morbida e calda ovatta. Il risultato, spiega la responsabile ricerca e sviluppo Lara Corna, «è un prodotto che ha la stessa consistenza ed emana lo stesso calore del piumino d’oca, ma rispetta l’ambiente e, fattore non secondario, costa molto meno. 






Le bottiglie di plastica, una volta raccolte in tutta Europa, vengono selezionate, lavate e ridotte in scaglie in uno stabilimento bergamasco certificato Grs (Global recycled standard), a garanzia di una filiera controllata». In pratica uno degli oggetti che maggiormente impattano sull’inquinamento dei nostri mari diventa una preziosa nuova materia prima, in perfetta ottica di economia circolare.
BASTA UN CLICK
Tutto, in questa linea ecologica, è studiato per minimizzare gli impatti ambientali. I prodotti sono realizzati al 100% in fibre naturali, non viene utilizzato alcun filato sintetico derivante dal petrolio e i coloranti scelti sono ecocompatibili e completamente atossici. Persino il packaging è pensato per essere riciclabile: le confezioni possono essere riutilizzate più volte e diventare fodere per cuscini o sacchi portabiancheria. 
Il tutto si inserisce nella grande novità tecnologica portata dall’applicazione per smartphone e tablet di Casahomewear, che coniuga la realtà aumentata con la realtà virtuale e l’uso del 3D, per personalizzare l’acquisto della biancheria della camera da letto in tempo reale. Gli utenti possono trasformarsi nei designer della propria stanza e il procedimento è semplice e intuitivo: basta inquadrare il letto con uno smartphone, scegliere le lenzuola preferite per la propria camera e valutare come si sposano con il resto dell’arredamento, prima di decidere se procedere all’acquisto.      

Bi-Rex: come ricavare la cellulosa dagli scarti alimentari

Produrre carta ricavando cellulosa dai sacchetti dell’umido, dalle trebbie di birra, dal riso e dalla spremitura di agrumi: ecco l'intuizione di due giovani scienziate del Politecnico di Milano

Mar 22 Giu 2021 | di Francesca Favotto | Ambiente


Sono giovani, sono competenti, sono geniali. E se il loro progetto viene ritenuto efficace su scala industriale, potranno dire di aver contribuito con la loro scoperta alla salvaguardia dell'ambiente. Greta Colombo Dugoni, dottoranda in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, insieme alla collega Monica Ferro, ha scoperto un modo alternativo di ricavare cellulosa per produrre carta, da cui è nato il loro progetto Bi-Rex. 

Partiamo dall'inizio. 
«Ormai due anni fa, lavorando in laboratorio su nuovi solventi, mi sono confrontata con Monica, che stava invece lavorando sulla cellulosa, e mettendo insieme le idee, abbiamo concluso che, partendo dagli scarti delle biomasse agroalimentari che oggi vengono semplicemente inceneriti, producendo anidride carbonica, si possono ricavare nuove materie prime, tra cui la cellulosa, tale e quale a quella che si estrae dagli alberi. Questo si tradurrebbe in meno inquinamento e meno piante abbattute». 

Ma quali sono gli avanzi su cui avete lavorato e da cui si può trarre la cellulosa?
«Per ora, ci siamo concentrate sulle trebbie di birra, sui sacchetti dell'umido, sul riso e sulla spremitura degli agrumi. Tutte queste rappresentano fonti alternative di cellulosa». 

In questi due anni, quanta strada avete fatto? Quali ostacoli avete incontrato?
«Ci siamo adoperate per ottenere dei finanziamenti che andassero a sostenere economicamente la nostra intuizione: nel 2019 abbiamo ottenuto 30mila euro, vincendo una challenge lanciata da Deloitte e PoliHub. Ora puntiamo a ottenerne 160mila come fondo investimenti preseed Poli360, per studiarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità a livello industriale, perché al momento abbiamo visto che la nostra idea funziona sì, ma in laboratorio su grammature ridottissime». 

Nell'ultimo periodo avete vinto anche un altro premio.
«Sì, abbiamo partecipato al progetto StartCup Lombardia, tramite PoliHub, che offre sostegno economico alle idee imprenditoriali durante la fase di accelerazione. Abbiamo vinto il premio Eni Joule, che ci ha permesso di ottenere 15mila euro e di accedere al programma di accelerazione Joule Energizer». 

Ora i vostri obiettivi quali sono?
«Vorremmo costituire una startup: il nostro intento è portare la produzione su scala industriale, mantenendone il principio green. Questa sarà la vera sfida, ma è il momento giusto per provarci. Per saperlo ci vorrà ancora un anno e mezzo circa. Mal che vada, abbiamo brevettato il nostro solvente come anticalcare, ecologico ed ecosostenibile: se non dovesse più servire per trasformare le biomasse, abbiamo già pronto questo piano B».      


 

Chi sono Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro

Hanno rispettivamente 28 e 37 anni e sono originarie di Inveruno e Lonate Pozzolo, due piccoli paesi della provincia milanese. Hanno incrociato le loro strade nei laboratori del Politecnico di Milano: Colombo Dugoni è una dottoranda in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica, mentre Ferro è un Tecnico Laureato del Dipartimento Giulia Nasta. 
Ora, dopo aver confrontato le rispettive intuizioni in laboratorio, hanno scoperto il modo di ricavare dagli avanzi agroalimentari delle biomasse una materia prima molto simile alla cellulosa. Se la loro idea si rivelasse sostenibile a livello industriale, ciò si tradurrebbe in meno inquinamento e meno piante abbattute per la produzione di carta e prodotti da essa derivati. E l'ambiente ringrazierebbe. 
                                                  

31.10.20

Nel Regno Unito ( e chi sa nel resto del mondo ) oltre 12 milioni di zucche finiscono nella spazzatura dopo i festeggiamenti di Halloween perché molte persone non sanno che sono commestibili.

se proprio non pote fare a meno di festeggiare l'halloween Usa anzichè quello nostrano facciamolo in maniera equa e solidale ecco i consigli dell'articolo  di  https://www.lifegate.it/mangiate-le-zucche-di-halloween-lappello-inglese-contro-lo-spreco riportato sotto 

Cosa c’è di più spaventoso di streghe, fantasmi e demoni ad Halloween ? Secondo l’associazione ambientalista Hubbub a fare davvero paura sono le 18.000 tonnellate di zucche ancora commestibili che finiscono nel l’immondizia ogni anno in occasione di questa festa.



Un’indagine condotta da Hubbub e Knorr ha infatti scoperto che il 40% dei consumatori del Regno Unito acquisterà zucche da intagliare in occasione di Halloween, ma il 60% di loro non riutilizzerà le zucche dopo i festeggiamenti.


Si stima che, solo nel Regno Unito, oltre 8 milioni di zucche finiranno nella spazzatura dopo Halloween. Un vero e proprio spreco alimentare, poiché le zucche intagliate sono ancora commestibili e possono essere utilizzate per preparare gustose ricette come queste:


Anche i semi di zucca che finiscono normalmente nell’immondizia possono essere consumati. Basta lavarli e asciugarli e dopodiché possono essere tostati e sgranocchiati come spuntino, oppure aggiunti alle insalate e alle zuppe.
La polpa e i semi di zucca si possono utilizzare anche per realizzare prodotti di bellezza: dai semi di  zucca tritati si ricava un latte, commestibile, che può essere impiegato anche come struccante, mentre la polpa si può usare per preparare maschere per il viso.
Per combattere lo spreco di zucche durante Halloween, Hubbub ha lanciato nel 2014 la campagna Pumpkin Rescue che negli anni ha ottenuto sempre più successo. 
Alla campagna Pumpkin Rescue aderiscono ogni anno numerose organizzazioni, associazioni, aziende e singoli cittadini che si impegnano attraverso eventi e iniziative per diffondere un semplice messaggio: dopo Halloween, non buttate le vostre zucche, ma mangiatele o riutilizzatele.
Finora Pumpkin Rescue ha portato alla realizzazione di ben 239 eventi in tutto il mondo, a cui hanno partecipato 18.600 persone. Milioni di persone sono state raggiunte per merito della stampa e dei Social Network grazie all’hashtag #PumpkinRescue. Questo ha permesso di salvare 17.500 zucche dalla spazzatura.

Leggi anche:
i miei precedenti post  

6.1.14

Per risparmiare sui costi del riscaldamento eliminate gli spifferi dalle finestre

DAL SITO http://www.nonsprecare.it/



Le finestre che non hanno una buona chiusura e che quindi lasciano passare gli spifferi possono comportare un aumento dei costi del riscaldamento. Ecco alcuni consigli utili per risolvere il problema.


Gli spifferi delle finestre possono essere qualcosa di veramente fastidioso soprattutto durantel’inverno quando le temperature scendono e fuori tira vento. Ma non solo: più la casa è fredda maggiori saranno i costi del riscaldamento






COME ELIMINARE GLI SPIFFERI DALLE FINESTRE - Ecco come risolvere il problema:
  • Per cominciare, per migliorare l’isolamento degli infissi provate a inserire delle guarnizioni adesive di gomma. Le trovate in tutti i negozi di ferramenta a un prezzo molto contenuto. Prima di applicarle ricordate però di verificare le cerniere e le chiusure del vostro telaio e se troppo vecchie sostituitele: solo così le guarnizioni saranno veramente efficaci contro gli spifferi.
  • Sul mercato trovate anche le guarnizioni adesive in gommapiuma: hanno però una durata limitata e devono essere sostituite dopo qualche anno. Più durature quelle in plastica e in alluminio.
  • Chiudete le eventuali fessure tra i cassonetti delle tapparelle e il muro utilizzando un po’ di stucco o di sigillante e se gli infissi di casa sono particolarmente vecchi sostituiteliLa spesa sarà consistente ma giorno dopo giorno ci guadagnerete sia in termini di comfort che di risparmio. L’alternativa consiste nel sostituire i vetri normali con quelli doppi.

1.12.13

come risparmiare e non sprecare in tempo di crisi durante le festività natalizie - introduzione

consigliata   Vinicio Capossela : Sante Nicola e 

questa  che  sto sentendo alla radio  in questo momento  

 


post pre atmosfera  natalizia  




Quest'anno  pensando e cercando di rispettare    chi non ha  una casa   vedere  sia  alluvioni in sardegna e in calabria  , sia all'aumento  dei  cassa integrati  e  disoccupati  ,  proporrò una  guida limitata  solo ad  alcune tematiche delle festività natalizie ( regali  , cene, capodanno )  per le altre  le  che  affronto qui  sul blog  da  ormai 3    anni  ( compreso questo ) le  troverete nell'archivio del blog  o cercando  nel motorino di ricerca  di ulisse-compagnidistrada.blogspot.it  come sopravvivere al natale  e  alle  feste  o simili.
E poi  non saprei cosa   dire  di nuovo  o in più  a  quanto  già detto in essa  .  
Iniziamo  con   questo  post   tratto deliberatamente ( le  frasi in corsivo sono le mie  aggiunte  o modifiche ) da questo sagace blog  femminile di una  sassarese   che si chiama  appunto :   http://l-isola-di-lolla.blogautore.repubblica.it/   qui  l'articolo originale   riporto  da   www.nonsprecare.it  due  ottimi articoli  con  interessanti url d'articoli precedenti che riguardano  siffatti argomenti 
Paperopoli e il sapore buono del cibo in dono  topolino 3027 presa  da https://www.facebook.com/Topolino?fref=ts


quest'anno suggerirò altri metodi e sarà una guida onde ad evitare sprechi e risparmiare . Iniziamo con due esempi presi dal sito


Fra esattamente u mese ( o forse già d'ora visto che su gli schermi tv , in rete , e suoi giornali stanno già iniziando spot , consigli e menate varie dedicate al natale e alle feste ) saremo tutti nel panico, dolenti o nolenti Già ci vedo camminare sbandando come zombie dentro un centro commerciale affollato, sconvolti dal caldo, dalle luci al neon e da quelle natalizie a intermittenza, ultimi di una chilometrica fila per far impacchettare quel maledetto regalo non previsto. Ebbene, quest’anno giocheremo d’anticipo : ecco alcune infallibili regole per arrivare a gennaio integri fisicamente e moralmente.
1) Considerate gli imprevisti: a scuola non ero un granché in matematica, ma se c’è una cosa che ho imparato è che, prima o poi, anche quando crederai che tutto stia filando liscio, spunterà fuori a
rovinarti i conti una variabile che non avevi considerato. In questo caso la variabile è la zia di terzo grado che vedi all’incirca ogni cinque anni ma anche meno dipende dai rapporti , in occasione di un matrimonio o di un funerale, che decide di presentarsi al cenone e portarti inaspettatamente un pacchetto. È proprio in questi casi che torna utile lui: il regalo preventivo. Il regalo preventivo è un dono impersonale, ma carino, possibilmente unisex, da tirare fuori al momento giusto per salvarsi in zona Cesarini. In caso di inutilizzo, inutile che ve lo dica, mettere da parte per l’anno successivo e spolverare di tanto in tanto.
2) Riciclo creativo: è considerato spesso ipocritamente trash e da maleducati, ma riciclare un regalo orrendo non ha mai mandato all’inferno nessuno. Così potrai finalmente disfarti della bambolina horror ottocentesca in porcellana che ti ha regalato la compagna di pilates di tua madre o altri orribili ed inutili regali . Mi raccomando, questo genere di dono è dev'essere destinato esclusivamente a persone che vediamo solo la sera di Natale o anche No . Basta solo non farlo tutti gli anni, ma una volta ogni 4 si .

L'importante è non ne approfittare , allora si che si diventa maleducati per sbolognare le cose che non ci piacciono più o i regali mal riusciti non azzeccato . In questi casi il riciclo creativo è considerato quasi un atto da ecologisti!

3) La sbadataggine: questa è una chicca che possono sfruttare solo i più coraggiosi o se si ha grande confidenza con la pèersopna in questione . Nel caso in cui un lontano parente vi facesse un regalo e voi non foste stati previdenti con il regalo preventivo o il riciclo creativo di cui sopra, l’ultima chance che vi rimane è fingere di aver scordato a casa/in macchina/in negozio il vostro regalo. Dovrete chiaramente mostrare sofferenza, dispiacere e desolazione reali e palpabili. Allenatevi allo specchio! Però poi ricordatevi di provvedere davvero a comprarli o riciclare qualcosa solo cosi sarete creduti e perdonati , esperienza personale 
4) Capacità attoriali: è cosa nota che la notte di Natale ci trasformiamo in un mix perfetto fra Sofia Loren e Vittorio Gassman di fronte allo schiacciapatate regalato dalla signora del piano di sotto. Calatevi nella parte, diventate esattamente la persona che utilizzerebbe quell’aggeggio, siate per cinque minuti un angelo del focolare, una perfetta casalinga, fate ciò che farebbe un attore: plasmatevi come creta e ringraziate sentitamente senza mai abbassare lo sguardo. Assolutamente infallibile.
E infine, sappiamo che un regalo va fatto solo quando lo sentiamo veramente, ma siamo realisti, qualsiasi persona ha un cuore che batte sotto quello scudo anticonformista e la delusione della zia che è venuta dall'entroterra sardo solo per vederci, che ci porge il suo dono e ci fissa dritto in faccia in attesa di un gesto che non verrà ricambiato, non è facile da sopportare. Cinici sì, ma insensibili no.Buone feste!

Ecco ora  gli articoli di nonsprecare.it  .   il primo  



Regali di Natale low cost: la spilla fai da te per le amiche Per risparmiare sui costi dei regali di Natale, realizzate in casa i doni per parenti e amici. Non sprecherete denaro e regalerete loro un pensiero davvero originale e realizzato con il cuore.Come realizzare in casa una spilla fai da te da regalare alle amiche
Manca qualche settimana a Natale: per evitare la corsa ai regali dell’ultimo minuto, pensiamo sin da ora a dei pensieri fatti con le nostre mani da donare ad amici e parenti. Eviteremo così di sprecare denaro: senza contare che un regalo fai da te è sempre molto apprezzato. Risparmieremo denaro e regaleremo ai nostri cari un pensiero davvero originale e realizzato con il cuore. E a proposito di cuore, ecco un’idea che abbiamo trovato sul blog Pearl e Scissors per realizzare in casa una simpatica spilla.
Cosa aspettate? Aprite l’armadio, cercate una vecchia maglietta rossa e armatevi di ago e filo perché vi spieghiamocome realizzare in maniera semplice, rapida e low cost una bellissima spilla fai da te a forma di cuore.
Per cominciare, prendete un cartoncino e disegnate un cuore. Ritagliatelo e poi usatelo come modello per intagliare dalla t-shirt altri 5 cuori. Un altro cuore dovete invece ricavarlo da una stoffa in feltro: ritagliate dal feltro anche un cerchio da riporre sul retro della spilla.
Una volta ritagliati i cuori, attaccateli uno sull’altro lasciando quello in feltro sul fondo.
Con il sapone che si utilizza per i lavori di sartoria disegnate sulla pila di cuori altri tre cuori, uno all’interno dell’altro.
Cucite lungo i cuori disegnati come nell’immagine tutorial che vedete a lato, con un po’ di colla, attaccate il cerchio di feltro sul retro della spilla.
Con l’aiuto di una forbice, ritagliate i primi tre strati di cuori, arricciate i margini dei cuori utilizzando un po’ di amido edecco pronta la vostra originale spilla fai da te. Non vi resta che mettervi all’opera!



PER APPROFONDIRE:





Il  secondo   che vale    sia per il pranzo in famiglia sia  che siate invitati  e  volete evitare  di portare dolci ( non basta quanto  siamo  sommersi  )  è una classica  ricetta  fai da te   dell'insalata  un classico  delle feste


Si tratta di una pietanza fredda dalla composizione molto semplice. Prepararla con le vostre mani vi permetterà di risparmiare sul budget della spesa Il Natale si avvicina ed è

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...