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14.2.22

alle olimpiadi viene bandoito il dissenso il caso Pechino 2022, atleta ucraino mostra un cartello contro la guerra. Ma il Cio lo bacchetta




Il Cio ha reso noto di aver “avvertito” con un'ammonizione l'atleta ucraino dello skeleton Vladyslav
da  
Vladyslav Heraskevych - Wikipedia
Heraskevych che, al termine di una delle sue prove, aveva mostrato alle telecamere un cartello con la scritta «No War In Ukraine». Lo ha reso noto il portavoce del comitato olimpico Mark Adams nel corso del briefing con la stampa. Adams ha precisato che il comitato ucraino è stato messo al corrente della cosa, e ha rivelato che «quando il fatto è accaduto, abbiamo subito conversato con l'equipe dell'atleta, al quale abbiamo spiegato la questione. Lui ha capito, e infatti nell'ultima sua discesa non ha ripetuto il gesto
Tutti noi vogliamo la pace, ma gli atleti stessi, a suo tempo, hanno concordato sul fatto che il podio e i momenti della gara non sono il luogo per lanciare certi messaggi, perché abbiamo bisogno di rimanere politicamente neutrali. Così il fatto di Heraskevych non si è ripetuto, e ora andiamo avanti». Heraskevych, da parte sua, si è limitato a un breve commento: «Io voglio la pace, nel mio paese e nel mondo. Questa è la mia posizione, e io lotterò per questo, e quindi per la pace».

16.12.18

smontiamo la classica bufala dei mussulmani non vogliono il presepe ed le tradizioni del natale e chi scrive ama il prossimo tuo e cerca di farlo vedere a salvini oai suoi seguaci viene picchiato ed arrestato



Ricordatevi che Gesù cacciò i mercanti dal Tempio a mazzate e che se la faceva con i Samaritani, le prostitute, i poveri e i diseredati .La maggioranza di chi espone il crocifisso o si tira i capelli per il presepe non sarebbe mai stata al seguito di Cristo




La lettera che il papà ha scritto sul diario dei suoi due figli per la maestra

Mercoledì 05 Dicembre 2018

Il papà musulmano alle maestre dei figli: «Sì al Natale, il vero Islam rispetta tutte le religioni»
A San Giuliano l’esempio illuminato di Banour Tarik: «Sono molto contento che imparino a conoscere la tradizione del Paese che li ospita»



«L’Islam chiede che vengano rispettate tutte le religioni. Pertanto, dal momento che i miei due figli sono nati in Italia, io sono molto contento che imparino a conoscere la tradizione del Paese che li ospita». Ha le idee chiare e una mente aperta al dialogo e all’incontro Banour Tarik, 38enne marocchino che da 18 anni vive e lavora in Italia. Per questo nei giorni scorsi ha chiesto ai suoi bambini, Marwan e Youssef , di dargli il diario, poter scrivere alle maestre di coinvolgerli nelle feste, nei cori e in tutte le altre tradizionali attività che si terranno nelle prossime settimane nelle loro classi, alla scuola Cavalcanti di San Giuliano Milanese. Anche se sia lui che i suoi figli siano musulmani.
«L’Islam - osserva il papà di San Giuliano -, chiede che vengano rispettate tutte le religioni, pertanto, dal momento che i miei due figli sono nati in Italia, io sono molto contento che imparino a conoscere la tradizione del Paese che li ospita».
Banour è impegnato da tempo in una ditta di logistica e quando all’interno dell’azienda è stato il momento di preparare l’albero di Natale si è presentato con Marwan e Youssef che, felici di trovarsi nel posto di lavoro del papà, hanno aiutato ad attaccare ai rami le palline colorate. Del resto lui si dice soddisfatto di vivere in Italia dove ha trovato un lavoro e un luogo come San Giuliano che da sempre è un territorio accogliente.
«Siamo ormai abituati alle luminarie natalizie, ai mercatini - aggiunge il 38enne -, ai nostri bambini che ci parlano dei compagni che imparano le canzoni natalizie: questo fa parte del vivere in un Paese diverso dal nostro e questa ritengo che sia anche la ricchezza che nasce dall’incontro delle culture». E conclude: «Da genitore voglio insegnare questi valori ai miei figli».



Un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”: picchiato e portato via a forza dal comizio di Salvini

Su Propaganda Liva un video girato nel giorno della manifestazione leghista a piazza del Popolo. Una scena da regime
Il cartello vietato alla manifestazione di Salvini

Il cartello vietato alla manifestazione di Salvini

globalist15 dicembre 2018
Perquisizioni contro chi va ai cortei anti-Salvini, con la polizia che controlla gli striscioni e fa ‘melina’ per far arrivare in ritardo le persone.
Ma anche il ‘divieto’ di usare slogan cristiani in una manifestazione del leader xenofobo che giura sul Vangelo, difende i presepi e parla della tradizione cristiana, salvo poi rinnegare Cristo in ogni sua azione.
Ora la polizia molto zelante verso il nuovo ministro dell’Interno si è resa responsabile di una scena vergognosa verso un ragazzo picchiato e portato via dal comizio di Salvini a Roma perché portava un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”.
Persone non identificate (forse agenti in borghese) lo hanno preso di peso e portato fuori da piazza del Popolo per consegnarlo a poliziotti in divisa che l’hanno identificato e poi lasciato andare.


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Risultato: un labbro rotto e tolleranza zero

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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