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9.11.16

.Natale come Halloween, la legge del mercato lo prevede. E noi come polli becchiamo

èer chi volesse  approfondire
http://www.romolocapuano.com/a-chi-si-accinge-a-festeggiare-il-natale/
https://agostinoclerici.it/2014/10/30/se-halloween-ormai-e-come-natale/


Lo so che halloween è passato ma l'articolo che riporto sotto è valido come dice l'amico Christian Faulisi : << Stessa roba vale pure per il Natale e san Valentino >> . Infatti nei negozi e in tv ( ancora no per fortuna su internet e sui social 😀😛 ) iniziano a mettere decorazioni e pubblicità natalizia .
Mi chiedo esiste ancora lo spirito del natale ? oppure se << (...) Oggi la ricorrenza del Natale ha più simboli pagani che religiosi, a cominciare da Babbo Natale vestito negli anni Trenta con i colori della Coca Cola, all’albero dei riti nordici. Resiste il presepio di San Francesco come residuo di fede. Natale è globalizzato. A differenza di altre ricorrenze religiose, il lato profano ha preso il soppravvento. È Babbo Natale e non più Gesù Bambino che porta i regali ai bimbi. Slittamenti progressivi dell’immaginario che certificano una società che prescinde dalla religiosità tradizionale. (...) >> [da http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/8652 ]



da ilfatoquotidiano del 30\10\2016













di  Linda Maggiori | 30 ottobre 2016





Non vorrei fare la solita guastafeste ma a me Halloween non piace. Non perché io sia una fervente credente cattolica (non lo sono affatto). Non perché questa festa abbia origini celtiche o pagane (non ci vedo niente di male). Semplicemente perché Halloween è diventata una festa del consumismo e del “ricatto” ritualizzato. Dolcetto o scherzetto?
Forse un tempo aveva un senso, quando nell’Ottocento in Irlanda i contadini avevano poco da mangiare e per una notte mandavano i loro bambini in cerca di cibo, a chiedere la carità nelle case dei vicini, e anche una patata era ben gradita in cambio di una preghiera. Oggi il senso di Halloween è solo quello dettato dalle multinazionali che aumentano i loro guadagni, (in attesa di aumentarli ancora di più a Natale), inondando il mercato di junk food: caramelle, dolcetti e merendine, zeppi di zuccheri, conservanti, coloranti, grassi industriali.
Passano i bambini e i ragazzi casa per casa, ti suonano, chiedono leccornie e se non hai niente di loro gradimento ti fanno un dispetto, piccolo o grande che sia. Se sono bimbi piccoli, con mamma e papà che li aspettano nel Suv poco distante, si limitano a ficcarti carta igienica nella buca della posta. Se sono un tantino più grandi e vivaci ti ci ficcano i petardi; se sono ragazzetti emancipati ti imbrattano i muri; se sono figli di papà che non hanno niente da temere, ti possono anche bruciare un albero davanti casa (è successo a dei miei amici). Pazienza si dirà, per una volta… se a Carnevale ogni scherzo vale, ad Halloween ogni ricatto vale. Già, il ricatto ritualizzato, assunto a normalità, che scatena la prepotenza dentro ai nostri figli. Per una sera si può anche essere un po’ estorsori. In una notte, l’educazione alla legalità perde tanta credibilità.

Scherzetti piccoli, medi o grandi, fino ad arrivare agli scherzetti eclatanti: in Francia le forze dell’ordine nei giorni scorsi hanno arrestato 14 adolescenti che sono andati in giro mascherati e armati di pistole, coltelli, spranghe e mazze da baseball. A Montpellier un uomo è stato aggredito con sprangate da un criminale vestito da clown, che assieme a due complici lo ha poi derubato
Anche i Comuni, pur di cavalcare l’onda dell’horror consumista, si comportano da sciacalli. Per il weekend di Halloween il servizio Turismo del Comune di Ravenna propone diverse iniziative, tra cui le “Passeggiate tra mistero e delitto” che su un volantino promozionale vengono descritte come «visite guidate alla scoperta di una Ravenna misteriosa tra simboli nascosti e delitti dall’antichità a oggi». Passeggiata di pessimo gusto, in una città ancora scossa dal terribile femminicidio di Giulia Ballestri, uccisa a bastonate appena un mese fa. Delitti di oggi? C’è poco da ridere, passeggiare e scherzare. Un’amica di Giulia ha inviato una lettera di protesta ai giornali locali :

“È Giulia, e tutte le persone tragicamente morte come lei, che mi spinge a scrivere. È per lei, per loro, che voglio chiedere per lo meno un po’ di rispetto. Un po’ di buon gusto. La passeggiata fatela tra i mosaici, fatela lungo le vie che parlano della nostra grande storia, fatela tra la tomba di Dante e San Vitale. Si sa, la festa di Halloween ha meno valore, in una città come Ravenna, della sagra della castagna in una frazione dell’appennino. Ma ormai, la legge del mercato la prevede (…)

E’ proprio così, la legge del mercato prevede Halloween, e noi come polli becchiamo, senza rispetto per nessuno.
Il 31 ottobre siamo tutti pagani dissacranti ribelli e le multinazionali gongolano.
Tra due mesi a Natale saremo tutti ferventi cristiani credenti e sarà ugualmente un trionfo del consumismo. A San Valentino saremo tutti romantici e innamorati e le multinazionali si fregheranno ancor più le mani. Non fa differenza che le feste siano cattoliche o pagane, nostrane o importate. L’importante è che noi becchiamo e compriamo, che siamo sempre e solo docili burattini.
I giovani dovrebbero capire che il boicottaggio, la sobrietà e il consumo critico sono gli atti più anticonformisti e ribelli che esistano, le sole vere azioni concrete per marciare controcorrente. Atti concreti che fanno paura ai potenti del mondo. Altro che vestirsi da fantasmi.

13.8.16

La malattia, è il business più grande della nostra macro-economia matteo tassinari

Di notte,
il dolore       è più gonfio

         di Matteo Tassinari
Alle due di notte fisso ancora il soffitto e ascolto i lamenti dei malati riempiono le stanze. Il mio amico di camera dorme di un sonno stanco e gravoso da sopportare. Sono i principi attivi (5) che gli circolano, contemporaneamente, nel sangue attraverso diverse sacche di flebo, da mattino a sera, che non l’aiutano e giustamente, lui, si lamenta dal dolore. E allora, con la forza di mille agonie, cerchi, ti sforzi di pensare che il dolore è un dono di Dio che ti fa capire questioni che altrimenti avrei certamente ignorato. E così è stato. Voi non potete capire il supplizio di questo volto che recita un malato di aids in un ottimo film, l'avverti fino in fondo e lo senti fino in fondo, fino a poter capire che l'accrescere il proprio sapere, equivale ed aumenta il dolore. Ve l'assicuro come è vero che dopo, vorrei parlarvi di ravanelli da "tociare" in pinzimonio!
 La malattia, è il business più grande 
della nostra macro-economia

Mlnotte abbonda  
la sua consistenza desolante con le sue freddezze e scheletriche immaginazioni. Tutto quel che ci circonda si dilata proprio quando un gemito si fa spazio fra i corridoi illuminati a neon spenti, gremendo spazi vuoti dove corrono le emergenze, perché è di notte che il tormento alza il volume dell'odissea e di notte il calvario fa più paura, non so perché.... Non so quanto tempo passa, che avverto l’amicizia del water. La prostata fa il suo lavoro, mentre impiego qualche minuto per arrivare ad espellere l’ultima goccia possibile d’urina dalla vescica, un lavoro assai impietoso per quello che m'invento di fare per raggiungere lo stimolo e espellere un poco di liquidi.

Questi sono gli orgasmi rimasti in un periodo affannoso per quanto difficoltoso. Ma la notte in ospedale non scema affatto le sue mestizie, semmai le aggrava, le allarga fino ai ponti dell'acutizzazione di ogni singola particella corporea malata rafforzando la pressione che il dolore complessivo provoca. La rafforza, l'ingrossa, l'addiziona, l'incrementa senza alcuna spiegazione se non vacua. A volte penso: chissà come moriva la gente prima dell’invenzione di tante malattie? Mi accontento del pensiero di Louis Pasteur: "Noi beviamo, mangiamo o respiriamo il 90 per cento delle nostre malattie". Ha ragione, non si scappa.
Sono le tre...
Quando parte imperturbabile il prurito su tutto il tessuto corporeo dovuto ad una forma di Vasculite a causa della riattivazione del sangue, prendo la spazzola comprata in ferramenta con setole coriacee, per assicurarmi un deciso quarto d’ora di pace pur sapendo che un quarto d’ora dopo il prurito alienante tornerà. Il sangue, come saprete, va dovunque.
Gli piace così, girare a zonzo, da una vena a un'arteria, da un tessuto ai suoi vasi. Solo che grattarsi al centro della schiena, bisogna essere artisti autentici e io ci riesco perché ho le braccia lunghe e la schiena pure, per una lunghezza di 185 cm. La stamina viaggia dappertutto alla stessa velocità di una qualsiasi connessione Internet senza intoppi. È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche. A volte credi d'aver trovato qualcuno che cercavi e invece non hai trovato nessuno. Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano. L’uomo può essere il capitano del suo destino, ma anche vittima della sua glicemia.
Nivea a volontà
Gratto. Gratto. Gratto, ma mi accorgo però che la cute che gratto non è più prurito, ma è diventato bruciore. Basta. Appoggio la spazzola sul comodino, altrimenti va a finire che compare il sangue emi tocca chiamare una infermiera. Con una spugna passo sul corpo acqua fisiologica e un pizzico di bicarbonato, i rimedi della nonna... cercando di lenire le parti più lese per poi darmi un poco di Nivea.
Del resto, il rapporto che ho con le creme, da il senso d'accesso alla solitudine, mentre una malattia immaginaria trovo che sia peggiore di una vera malattia. Continuando nel mio casino mentale, arrivo a pensare che ci sia tanta salute nella malattia, com'è vero che non è il medico ma un altro malato che riesce a capire la sofferenza di un altro malato.
Gli antistaminici 
sono acqua 
fresca. Solo il Cortisone metterebbe a tacer tutto, ma a causa di effetti collaterali talmente insopportabili che preferisco tenermi il prurito rinunciando al Cortisone e i suoi fuochi d’artificio. 
Passa il tempo. Non so quanto, intanto la scienza si consulta mentre il paziente può solo sopportare. 
Fu per questo, forse, che Sigmund Freud una volta disse: "Non si muore perché ci si ammala, ma ci si ammala perché fondamentalmente bisogna morire". Nulla di originale...
Un po’ dormo,
un po’ no.
Nel mezzo notturno, mangio un’arancia. Sono le quattro di notte o forse solo le tre e penso a Bowie e capisco ancora più profondamente che una generazione, con lui, se n’è andata per davvero. Penso a Gesù, l’unica risposta a tanta tribolazione. Pensieri anarchici, bakuniani, contestatori, ribelli e sovversivi, che sfiorano le meningi a 38 di febbre. Dormo un’oretta forse più.
La    sapienza
dei    malati
Sono le cinque e mi aspetto da un momento all’altro le luci del mattino e penso che tra un’ora, decisa, entrerà un’infermiera a prelevare un po’ di sangue da me e dal mio amico di camera, per vedere a che punto stanno i cd4 e la Viremia, e penso che gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dai malati, consapevole del fatto che il miglior medico è colui che con più abilità sa infondere la speranza.
Diceva Jannacci, medico pure lui:"da medico ragiono esattamente così, la vita è sempre importante, non soltanto quando è attraente ed emozionante, ma anche se si presenta inerme e indifesa".
Giovane in ospedale a letto
mentre naviga in Internet
per ricercare informazioni
sulla sua malattia 
Come ho sempre pensato, ogni medico dovrebbe essere ricco di conoscenze e non soltanto di quelle che sono contenute nei libri, ma i suoi pazienti dovrebbero essere i suoi libri. In buona sostanza, la malattia è un conflitto tra la personalità di entrambi e le loro anime. Non solo. Si arriva, col passar degli anni, e decenni poi,  senza fare stupide e odiose apologie al suicidio, a pensare che la morte può essere una fonte di liberazione da una situazione che sai non potrà mai avere miglioramento, solo peggioramento.
Dallas Buyers Club: Matthew McConaughey dimagrito
e pallido nei panni Ron Woodroof, un malato di Aids
 Flebiti e farfalle
Mi metterà la “Farfalla”, un ago che s’infila nel braccio per non forare troppe volte la pelle e avere una via d’accesso costantemente pronta per gli aghi da dove passa tutta la chimica. E’ un condotto che mi porto attaccato alla perfezione al braccio per quattro o cinque giorni, per poi cambiarlo affinché non infetti la vena in questione. Che invenzione fantastica la “Farfalla”. Se non ci fosse saremmo pieni di flebiti, noi uomini spaventati. E quasi l’alba e l’infermiera di turno sta per iniziare il suo pellegrinaggio lungo la corsia. Eccola. Prima di vederla, vedo la luce al neon dell’anticamera, affinché troppa illuminazione non ci crei fastidio per noi esseri dormienti e stanchi di mille tempeste dove si sono persi senza domande. 
Buona notte a tutti
BUONGIORNO! E’ il caloroso saluto della nostra amica infermiera, la risposta è un po’ più sonnolenta e ciancicata. Si sente appena, impasticciata quanto mescolata a chissà quali sogni e speranze. E’ partita la giornata di un reparto per persone con malattie infettive e anche di più. La giornata passa, ritorna la notte, la storia e circa simile a quella precedente. Buona notte, ricomincia il calvario dopo una notte di merda e un giorno uguale. 

24.3.13

tempio pausania 22 23 marzo Economia, le lezioni di don Milani Due giorni di dibattito sulla crisi con uno degli allievi del prete di Barbiana

  

Il 22   incontro pubblico  e  il 23  con la  cittadinanza  si  è tenuta organizzata dall’Associazione Nord-Sud/La Bottega del Mondo (  commercio  equo e solidale   qui il nostro sito   )   la conferenza  “Fuori dalla crisi, oltre la crescita” .  In esse  si  è parlato  di crisi, sviluppo e stili di vita alternativi, e    << ad accoglierlo e ad ascoltarne le parole troverà ancora una volta un pubblico numeroso e interessato. Francesco Gesualdi (foto  la  nuova sardegna    cronaca  di olbia    del 20\3\2013  ), uno degli allievi più giovani di don Lorenzo Milani >>  ( dalla nuova  sardegna  edizione di Olbia\  Galura  del 20\3\2013   )   . 
Il primo giorno è ststo dedicato   ad un incontro aperto alla cittadinanza , il secondo  giorno  parteciperà a un convegno riservato agli studenti delle scuole superiori cittadine, per il progetto "Semi di pace", In entrambi gli appuntamenti, Gesualdi (generalmente conosciuto come “Francuccio”) toccherà i temi che più gli sono cari e ai quali ha dedicato un’intera vita. Temi quanto mai attuali a causa della crisi che attraversa il Vecchio continente, non risparmiando l’Italia e coinvolgendo in prima persona proprio le generazioni più giovani. La  manifestazione  è stata  << Organizzata dall’Associazione Nord-Sud/La Bottega del Mondo, la due giorni gallurese di Francuccio Gesualdi richiamerà immancabilmente il pubblico delle grandi occasioni. C’è chi vorrà conoscere uno degli allievi di don Milani, il parroco di Barbiana nei cui insegnamenti Gesualdi si è coerentemente formato, e ci sarà anche chi vorrà approfittare dell’occasione per sentir parlare di economia e sviluppo secondo una prospettiva che va oltre i tanti luoghi comuni sull’incorreggibilità delle dinamiche del mercato.  >>




  sempre  dalla  nuova  sardegna  del 20\3\2013  <<  Gesualdi è, d’altronde, uno che non si è mai rassegnato a quel fatalismo che talvolta caratterizza anche le più acute riflessioni economiche. Per lui, una via alternativa, un modo migliore per vivere e pianificare il futuro, non solo va cercata e sperimentata, ma esiste ed è possibile. >> 




Questa direzione è indicata oltre che dal titoloscelto per gli incontri tempiesi,   dall'associazione  “Fuori dalla crisi, oltre la crescita”, titolo che richiama l’ultimo saggio di Gesualdi  (  foro a  destra  )  scrittore prolifico e saggista che non disdegna nemmeno il romanzo. Fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Gesualdi, che è già stato a Tempio grazie sempre all’associazione Nord-Sud, è particolarmente attivo nella produzione di guide e materiali concepiti con lo scopo di informare i consumatori sul comportamento delle imprese. È promotore e sostenitore di molte campagne come quella per il congelamento del debito, basata sul principio della sovranità popolare e su una visione critica dell’operato delle autorità monetarie europee. Nonviolenza, consumo critico e una grande sensibilità per le problematiche ambientali costituiscono la sua personale ed attraente ricetta per un mondo migliore.
L'incontro  è  stato ,anche  se  io  conoscevo  già l'argomento, avendo letto  sia l'ultimo  che  i precedenti libri  e  avendolo già sentito  qualche anno fa  per  un incontro organizzato sempre   da noi  dell'associazione  , interessante  ( anche  se  visto  da metà )    causa  concomitanza   con gli  orari di lavoro  . Ma  comunque  ciò  non mi ha impedito  di fare  foto  a sinoistra la migliore  è  un video  che pur   nella  sua  breve  durata  sintetizza  il tema  della conferenza  non solo  anche  la  filosofia   \  lo  stile di vita   della decrescita    di  cui trovate, oltre queli  del post  , sopra degli url  per  chi volesse approfondire  l'argomento 

14.7.12

I "sabbiatori" morti dei nostri Jeans-Stone-Washedda di matteo tassinari




dall'amico  http://mattax-mattax.blogspot.it/2
Avrei voluto scrivere delle tante reazioni al post su Benedetta...
I Jeans che uccidono come in miniera

La Dida la facciamo scrivere a Donatella Versace, la stilista bionda

di Matteo Tassinari

"La malattia è progredita fino al 46% dei polmoni. Non posso fare sforzi fisici, non posso correre o arrampicarmi. Se prendo un raffreddore è molto pericoloso per me. Mi manca sempre il fiato e non posso parlare. Può anche peggiorare. Quando capita devo andare in ospedale per un mese e prendere l’ossigeno direttamente". Adulhalim Demir è un operaio turco, ha 46 anni, tre figli piccoli e una malattia antica, la silicosi. Un tempo consumava poco alla volta i minatori dopo una vita passata sotto terra a mangiare polvere. Adulhalim però non ha mai visto una miniera, il male che gli ruba l’aria l’ha respirato in una fabbrica di jeans. Per un anno ha lavorato come "sabbiatore esperto" in un laboratorio che produceva pantaloni sbiancati per Tom Hilfiger, stilista americano, nonchè Menswear Designer, Porgettista e Designer International. "Sti cazzi", direbbe Martellone della serie televisiva e film "Boris".
 Lascio sempre alla stilista bionda, il compito di redigere la Dida

La sua mansione era semplice: sparare sabbia ad alto tenore di silice con un compressore, per ammorbidire il denim e dargli quella patina invecchiata che piace alle grandi firme della moda e agli altri di conseguenza. La paga non era un gran che, ma gli operai immigrati come Adulhalim potevano dormire nei locali dove lavoravano: 24ore al dì a respirare aria impregnata di polveri caliginose e silice. Avendo durezza 7 nella scala di Mohs, è considerato materiale "duro", pertanto viene utilizzato come abrasivo, in questo caso. Ma al cosiddetto Quadrilatero della Moda di Milano, un quartiere della zona 1, così chiamato perché idealmente delimitato da quattro strade famose per i numerosi negozi e atelier delle griffe più importanti, da via Montenapoleone a via Manzoni, come da via della Spiga a corso Venezia, credete che gliene importi qualcosa? Illusi.
I Polmoni di Adulhalim Demir macchiati di Silicosi

Proprio questa capacità abrasiva può portare a malattie mortali come la silicosi, un'irritazione polmonare legata all'inalazione di ingenti quantità di polvere. La scarsa reattività con altre sostanze chimiche, ne fanno un materiale inerte nella dinamite, penso cosa combini quando si trova tra i legami intravascolari dei polmoni in carne umana, non dinamite. "Credo che sia stato allora che mi sono ammalato". Adhulhalim oggi è testimonial della Campagna per l’abolizione dei jeans sabbiati. L’iniziativa, di cui Fair è il coordinatore italiano, è stata presentata ad Istanbul sotto uno slogan esplicito: "I jeans che uccidono". "Perché è esattamente quello che accade, lontano da noi, dai nostri armadi pieni di pantaloni sbiaditi ad arte, logorati non dall’uso ma da qualche operaio che per questo rischia la vita: l’unica che ha. L’appello è rivolto alle imprese in Italia Diesel, Armani, Gucci, Prada, Versace, Cavalli, D&G, Benetton, Replay, perché rinuncino integralmente alla sabbiatura e ai governi perché vietino questa procedura, l’importazione di jeans sabbiati e garantiscano assistenza ai lavoratori malati", sostiene Deborah Lucchetti, presidente di Fair e portavoce della "Campagna Abiti puliti".

Qualche numero per capire
In Turchia, dov'è partito il movimento che ha prodotto una campagna nazionale oggi esportata su scala globale e dove la sabbiatura è vietata dallo scorso anno, comincia ad emergere la dimensione del problema. Finora si contano 46 morti per silicosi acuta, 1200 malati accertati e almeno 5000 stimati su una popolazione di 10.000 operai addetti al sandblasting. "Sono numeri per difetto", spiega la dottoressa Yesim Yasin, membro del comitato che in Turchia ha spinto per il divieto di questo tipo di lavorazione. "La silicosi provocata dalla sabbiatura a silice è diversa da quella dei minatori, che si presenta dopo 10 o20 anni. Per gli operai del tessile, come ipocritamente vengono chiamate le vittime di questa moda che genera morte,  abbiamo visto che è sufficiente un periodo di esposizione di soli 6 mesi per manifestare i sintomi". Si comincia con un po’ d’affanno, poi si perde peso, subentrano infezioni polmonari. Anche la morte arriva molto più rapidamente. Il primo studio internazionale che lega la silicosi acuta alla sabbiatura, è del 2005. Fino ad allora gli operai si ammalavano e morivano senza nemmeno sapere di che cosa. A volte i sintomi venivano confusi con quelli della tubercolosi, i medici non riuscivano a capire. Poco alla volta si è scoperto che il mistero era nei jeans sbiancati. "Eravamo in un gruppo di vecchi sabbiatori con gli stessi sintomi - racconta Adulhalim -. Eravamo 157. A 145 è stata diagnosticata la silicosi. Nel mio villaggio su 2000 abitanti, oggi gli ammalati sono 300". Il divieto introdotto in Turchia non è una soluzione definitiva, perché è imperante un mercato sommerso di piccoli laboratori che sfuggono ad ogni controllo, pieno anche di bambini al di sotto dei 10 anni. Lo definirei più un accomodamento momentaneo e parzialissimo, con sapore di compromesso e aggiustatura per buttare altra polvere negli occhi.
Traduzione del manifesto: "Ce la possiamo fare!"
E' perché esiste un mondo intero di braccia che costano poco, come in Bangladesh, Cambogia, Egitto, Messico, India, Cina. Paesi dove si usano le stesse tecniche, ma non esiste la percezione del problema. "I lavoratori non sono quasi mai consapevoli del rischio", dice Deborah. Anche per le imprese committenti è difficile controllare l’intera filiera: il lavoro viene dato in subappalto tante di quelle volte che è impossibile essere certi che siano garantite condizioni di sicurezza.
Prada veste "Stone Washed Jeans"

Tecniche di sabbiatura sicura esistono ma hanno costi molto alti, fingere di non saperlo non porta lontano. "È per queste ragioni che chiediamo alle grandi marche di rinunciare alla sabbiatura e al mondo della moda di smettere di proporre tendenze che richiedano procedure così rischiose", dice Deborah Lucchetti, portavoce italiana della "Campagna Abiti Puliti". In Italia finora hanno risposto in quattro. Pochino, poi hanno risposto a metà. Versace e Gucci assicurano che la - loro - produzione è tutta italiana. Prada dice di essere in grado di controllare la filiera dall'inizio alla fine, mentre Benetton promette di interrompere la vendita dei jeans sbiaditi dal 2011. Avrà mantenuto la promessa? Vedremo. Certo, molti Brand&Maison, sostengono di non violare la legge, ed effettivamente è così, almeno fino ad un certo punto, perché se sposti la produzione da un paese dove la legge è restrittiva, ad esempio in Turchia, a un paese dove puoi fare quello che ti pare, ad esempio il Bangladesh, la legge non la violi, ma stai facendo una vigliacca quanto esecrabile furbata.
Levi-Strauss scrisse: "È solo moda in fondo, è la moda piace così, anche per il suo cinismo sottinteso". Come dire, robetta. Basterebbe invece pochissimo per cambiare un gusto e salvare migliaia di persone identiche a noi, solo più sporche di melma fangosa a causa dei numerosi privilegi di cui sfacciatamente facciamo pure sfoggio. Non è un segreto d'oggi il fatto che i grandi evasori fiscali, tra di loro, si sentano furbi nel fregare lo Stato. Mi sento un don Chisciotte di provincia sullo stile di Miguel de Cervantes Saavedra contro dei Mulini a vento potentissimi, invisibili, anche se sempre in passerella. Loro fanno sfilate di beneficenza, ma scherziamo?! Gente sensibile alla vita dei più poveri del mondo! Ecchè caspita, diciamolo, scriviamolo quante sfilate di beneficenza fanno in un anno Valentino o Armani. Ci sono molte coscienze malate, da mettere a tacere perché mordono nei momenti di solitudine e quando la vita diventa sempre più minacciosa e triste del solito, anche per i potentati della moda. E meno cocaina, perché superate le 70 primavere, diventa letale anche una "striscia" per le sollecitazioni che essa trasmette ad un fisico-sensore ormai sul viale del tramonto, com'è giustamente che sia. L'immortalità su questa terra, per fortuna, non esiste. Neanche per chi viene definito, senza rendersi conto del ridicolo smisuratamente comico e miserabile, Cavaliere del Lavoro oltre che membro Légion d'Honneur capace della rivoluzione rossa. A Voghera! Dove nacque la casalinga diventata metro di misura per tutti i giornalisti: "Se lo capisce la casalinga di Voghera, allora lo capiscono tutti", ci dicevano all'inizio della professione, quando tutto ci sembrava ancora un gran bel gioco, per poi scoprire tutto l'orrore. Inchiesta dopo Inchiesta. E fanculo la retorica!



27.2.12

il coltan nuovo oro bianco e gli effetti collaterali

 Lo  che questo post  verrà considerato dalle male  lingue   un copia ed  incolla  , ma  io me  ne frego e  avanti  . Perchè non  voglio   che 

Non credo ci  sia bisogno di commentare  ed  aggiungere  altro   parla da solo questo   articolo  in flash  tratto da http://www.slideshare.net/FilippoSardi/   che promuove  il http://www.umoya.org/















emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...