Gesù risorto mostra le ferite agli apostoli
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
3.11.08
Lucia Merli - Gesù risorto
Gesù risorto mostra le ferite agli apostoli
25.6.08
Madre di Luce: Luoghi d'amore materno tra il Sacro e l'Umano
C'è il nuovo E-book scaricabile gratis:
http://www.praticomondo.net/download/downloadpage.htm
E' una produzione di Praticomondo realizzata dal geniale team guidato da Pratico in persona e realizzato da Vinnie Commedia ai quali vanno la mia viva riconoscenza e la personale soddisfazione. Un progetto multimediale gradevolissimo al quale ho contribuito con le mie opere.
Si tratta di un flip book dei miei quadri, scelti e stupendamente commentati dalle poesie di Maria Serena Peterlin che ad essi si è ispirata.
Il flip book si chiama MADRE DI LUCE ed ha come argomento la maternità. Maria Serena dedica la sua fatica alle donne nelle quali la maternità si è già espressa o si esprimerà in tutte le forme che loro desiderano per sè e i loro cuccioli.
L'accesso è semplicissimo, basta cliccare sull'indicazione "clicca qui": buona visione e grazie per la vostra attenzione.
Lucia
5.4.08
Lucia Merli - Omertà a Morfasso (13 maggio 2007)
Il ricordo di un drammatico avvenimento accaduto a Morfasso, sull'appennino piacentino, a pochi metri dalla stazione dei carabinieri, davanti a decine di persone che non hanno visto, nè sentito...
...o non ricordano più nulla.
25.6.07
Senza titolo 1911
Leggendo il manifesto , mi sono accorto che era appena nato e allora visto che hanno molti punti in comune con il nostro blog come testimonia questo video del gruppo Disciplinatha che canta Up Patriots to arms di Battiato
ho deciso d'intervistare il fondatore Stefano Pierpaoli
1) come mai nel vostro programma : << non chiediamo denaro pubblico >> a cosa è dovuta questa scelta ? e come vi finanziate ?
Le classi dirigenti, attraverso i media e per mezzo delle scelte che operano, hanno stabilito come principio assoluto, ideologico e imprescindibile che siamo società di mercato. In questo contesto l’appartenenza al mercato è un dovere così come la partecipazione in qualità di produttori o consumatori è un diritto. Consequenze nasce per l’esigenza di esistere in questo ambito e la capacità aggregativa ci consente di essere produttori, distributori e consumatori in un ambiente condiviso e trasparente. Nello stesso momento in cui deteniamo spazi di espressione e riusciamo a comunicare con la cittadinanza è anche chiaro che riusciamo a produrre ricchezza. È evidente che i primi passi sono i più faticosi e questo vale per ogni tipo di impresa che comincia dal nulla. Noi non partiamo da zero e abbiamo già il prodotto, oltre a poter contare su un notevole bacino d’utenza. Non dobbiamo “finanziarci”, non nell’accezione consueta di questo termine. Viviamo in un Paese che costringe la maggior parte dei cittadini a tirare avanti in modo disagiato e con pochi soldi a disposizione. Credo sia peggio farlo in un quadro di approssimazione piuttosto in un’ottica di crescita collettiva e con un programma preciso su cui basare un progetto esistenziale, oltre che artistico. Possiamo stringere i denti per qualche mese ma sappiamo che questo ci porterà a competere e a vivere con meno patemi.Nel progetto di Consequenze il denaro pubblico avrebbe un valore marginale e produrrebbe i soliti schemi ricattatori e clientelari che hanno determinato la degenerazione italiana. Non abbiamo bisogno di soldi ma di spazi di espressione e di condivisione aperti a tutti. Il denaro pubblico è argomento molto più delicato di come viene trattato dalle nostre parti. Gli sperperi per soddisfare interessi privati hanno causato troppi danni. È il modello che è marcio. Nomine politiche, rappresentanti di corporazioni e delegati per convenienze di parte non possono garantire l’utilizzo del denaro pubblico in modo razionale né onesto. Non sapremmo a chi chiedere denaro pubblico senza rischiare di sporcarci le mani. Meglio affidarci spazi di attività, quindi di occupazione e di crescita, per permetterci di guadagnare soldi da soli. Il concetto di elite privilegiata non ci appartiene. Quello di Cittadini che devono guadagnare e pagarsi comodamente un affitto e vivere in modo dignitoso sì.
Non conosco a fondo la vicenda del Manhunt2 ma è pur vero che qualche paletto bisogna stabilirlo. Non mi piacciono gli sguardi dei ragazzini di oggi e per la prima volta nella storia non possiamo dire che i bambini di oggi sono più “svegli” di quanto lo fossero quelli di venti anni fa. Il metodo dell’esperienza è profondamente mutato nell’era tecnologica e non dobbiamo cedere alla tentazione di liberalizzare il messaggio tecnologico in modo indiscriminato. Gli elementi che condizionano la crescita risentono di variabili assai complesse e un bambino che non può annoiarsi smarrisce lo spazio della fantasia. Li abbiamo sovraccaricati di impegni e ora li bombardiamo con modelli dannosi. Definire poi un gioco alla stessa stregua di un’opera d’arte mi sembra davvero eccessivo e perverso. Non credo si tratti di censura quanto casomai di prevenzione.
3 ) come è nata l'idea dell'associazione e quindi del sito ? Nel 2004 avevo tentato ( qui e qui ) di mettere in piedi un progetto simile qui a Roma. Riunii molti artisti e cercai un dialogo con l’amministrazione cittadina. Non se ne fece nulla perché il periodo era ancora quello della sospensione sociale e dell’incapacità di iniziativa. Oltretutto le aristocrazie romane si guardarono bene dall’incoraggiare un progetto così poco italico. Oggi l’urgenza ha assunto dimensioni ben più avvertite dalla collettività. La lottizzazione ha raggiunto livelli tali da precludere ogni possibilità di partecipazione e di lavoro alle giovani generazioni. Il peso della nomenklatura italiana è asfissiante e l’incapacità politica nell’interpretazione dei bisogni e dei diritti è evidente. Anche per questo motivo l’idea di un singolo è stata condivisa in brevissimo tempo da migliaia di persone responsabili che avvertono l’emergenza e che hanno voglia di sentirsi protagonisti. Oggi questa iniziativa è un dovere civile verso noi stessi e nei confronti delle future generazioni. Molte necessità incalzanti convergono nel successo del progetto di Consequenze: superare la precarietà economica, ridare slancio all’arte, recuperare rapporto con la popolazione e l’armonia tra cittadini, creare spazi di libertà e indipendenza dai baronati, sentirsi protagonisti e partecipi in qualcosa di essenziale e moderno.
4) cosa ne pensate dela trasmissione musicale demo che dà spazio alle piccole produzioni indipendnti e che viene trasmessa su radio uno una delle poche cose non fagocitate dala banalità del nostro sistema culturale Se manca un progetto complessivo ogni iniziativa isolata costituisce un contentino inefficace. La frammentazione delle proposte è un nostro grande problema e nasce anche questo dalla burocratizzazione culturale. Richiesta al gestore, concessione difficile, realizzazione marginale. Denaro pubblico, manifestazione da consenso, messaggio parziale.Ecco perché Consequenze nasce da un’idea condivisa con un grande progetto culturale indipendente. Senza una programmazione razionale e ben inserita nel tempo che viviamo e nel mercato non è possibile raggiungere un obiettivo che tenga conto dell’interesse comune e dello sviluppo delle idee, della conoscenza e della fantasia.
5) che ne pensate della tv italiana ,soprattutto dela rai , è proprio da buttare come dice marco travaglio in questa bella e non retorica intervista on the road fattagli dal creativo nonche mio compaesano e copmapgnodistrada mario pischedda ( suo blog e la sua scheda di youtube ) e quindi da fare una tavola rasa e ricostrttuire oppure come nel film di troisi rincomincio da tre c'è qualcosa di buono da salvare
Per la Rai vale lo stesso discorso. È una struttura anacronistica e mastodontica la cui produzione perde qualità in modo progressivo. A fronte di qualche sempre più rara occasione di pregio l’offerta del servizio pubblico raggiunge spesso l’indecenza. È una fucina di sprechi e di clientelismo spinto. È una vecchia macchina da consenso e da indottrinamento che oltretutto ha sempre meno potere anche in questo senso. Il difetto sta sempre nel criterio del sistema. Troppa politica e poca onestà. Nessuna progettazione culturale e assenza di contenuti. Il pubblico considerato solo in quanto prodotto alla fine produce un effetto boomerang. L’autismo collettivo a cui siamo stati condannati si rovescia contro i gestori del potere mediatico. In questo contesto anche il buono che c’è da salvare ha un valore insignificante. Finchè ci saranno dinamiche perverse e oligarchie mafiose e clientelari il declino della Rai è destinato ad accentuarsi.
4.4.07
19.2.07
Senza titolo 1650
Scriveva Redon: «La mia anima non è nera, poiché benedico la vita che mi fa amare il sole, i fiori e tutti gli splendori del mondo esteriore»
17.2.07
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