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21.4.18

razismo allll'incontrario o fanatismo \ fondamentalismo religioso ? secondo me entrambe . la storia di Aurora Chahrazad Belhamra figlia di uan italiana e di un marocchino






«Io, picchiata dalle mie coetanee perché poco musulmana»

La storia di Aurora, oggi 18enne, aggredita e minacciata da tre coetanee marocchine per le quali è iniziato il processo

Picchiata da tre ragazze perché senza velo. Al via il processo
Il racconto di Aurora
CASTELNOVO MONTI. E’ stata minacciata, picchiata e perseguitata da due studentesse per razzismo “al contrario”: le due marocchine trovavano insopportabile che la ragazzina, all’epoca 14enne, figlia di un matrimonio misto, avesse uno stile di vita non musulmano e libero. Nei giorni scorsi è iniziato il processo, davanti al giudice di pace, per le giovani violente: dovranno rispondere del reato di minacce e lesioni personali in concorso.
A raccontare l’accaduto è stata la vittima di questa storia, Aurora Chahrazad Belhamra, ora 18enne, residente a Casina, rappresentata dall’avvocato Domenico Noris Bucchi. Il primo novembre 2015 Aurora è stata anche ospite dell’angolo Openspace su “Le Iene”, su Italia1, intervistata da Nadia Toffa. Nel 2016 Aurora è stata candidata nella lista “per casina” del sindaco uscente Gianfranco Rinaldi.
I fatti risalgono all’ottobre 2014 e hanno sempre avuto come teatro la fermata dell’autobus di Castelnovo Monti, che la studentessa usava per recarsi a scuola.«Un giorno sono andata nella parte anteriore del bus per timbrare l’abbonamento; mentre tornavo indietro tre studentesse (non della mia scuola) marocchine hanno iniziato a insultarmi: “marocchina falsa e sfigata” – racconta Aurora – Un mio amico mi ha chiesto se le conoscevo, ho risposto di no e che proprio per questo le compativo. Le tre hanno continuato ad apostrofarmi con offese, finché ho detto all’autista di scaricarmi prima e sono andata a piedi fino a casa».Ma non era finita qui. «Il giorno dopo ero in corriera, loro erano alla fermata, continuavano a dirmi “scendi, scendi”; io ho fatto finta di niente finché il bus è partito».Il giorno dopo ancora «ero in corriera in fondo, loro sedute a metà: hanno cominciato a cantare dei cori in arabo (“ti strappiamo i capelli, ti spacchiamo la faccia, ti picchiamo”)». Un altro giorno «una ragazza mi ha detto di scendere perché qualcuno aveva bisogno: ingenuamente sono scesa e, tre contro uno, hanno iniziato a picchiarmi, a tirarmi per i capelli, mi hanno tirato lo zaino in faccia, colpito con calci. Sono finita al pronto soccorso, ho dovuto portare il collare per un mese per un trauma cervicale. Una mia amica ha chiamato mia mamma, che mi ha raggiunto all’ospedale».Una prognosi di sette giorni, come da certificato medico. «All’uscita dall’ospedale ci siamo fermate in caserma per sporgere denuncia. Io non le conoscevo, ma sapevo il cognome di una sola perché abitava a Casina: ci hanno pensato i carabinieri ad identificarle». In realtà la ragazza residente a Casina era minorenne: da lei i militari sono risaliti alle altre due, ora alla sbarra.La persecuzione ha avuto un’altra coda perché, prosegue Aurora, «in seguito su Facebook quelle hanno scritto minacce verso i miei genitori e si sono vantate di avermi picchiato: ho fotografato le schermate e le ho portate in caserma».Il motivo di tanto accanimento è stato uno solo: Aurora, mamma italiana e papà marocchino, secondo le antagoniste era troppo “italiana”. «Mi prendevano in giro per il mio nome, metà italiano e metà arabo, scrivevano che mio padre non è un buon musulmano perché non mi ha fatto indossare il velo – spiega Aurora – In casa mia sono cresciuta libera, si celebrano sia la festa del montone sia Natale».Aurora precisa che è stata offesa altre volte per le sue origini. «Insulti come “sporca marocchina” sì, ma è stata la prima volta che qualcuno è arrivato ad alzare le mani. Si è trattato di razzismo da parte di marocchini verso chi non è osservante. Sono voluta andare in fondo a questa vicenda, anche dal punto di vista legale, perché il razzismo non va accettato, qualunque sia la sua provenienza. Mi interessa dare loro una lezione, non solo per me ma per tutti i musulmani moderati: gli estremismi sono sempre pericolosi, soprattutto con il clima attuale».Aurora nel frattempo è diventata mamma, di un bimbo che ora ha 7 mesi. Progetti futuri? «A giugno darò la maturità, spero di trovare un lavoro non appena preso il diploma».


27.1.12

chi troppo ( Il giornale e il portale Qelsi ) chi nulla o poco ( l'ambasciatore in germania ) ecco come reagiamo alle accuse dei giornmali tedeschi sul naufragio del 13\1\2012

L'articolo dello Spiegel sulla tragedia della nave Costa La cui   traduzione è a cura di Claudia Marruccelli e Isabella Rossi per italiadallestero.info  che trovate  sotto


Siamo sinceri: qualcuno si è meravigliato che il capitano coinvolto nella tragedia della Costa Concordia fosse italiano? Qualcuno riesce ad immaginare che un capitano tedesco o, meglio ancora, uno britannico avrebbero potuto compiere una tale manovra, comprensiva di omissione di soccorso?  Un personaggio così lo si conosce in vacanza al mare. E’ un uomo dalle azioni plateali e che gesticola mentre parla. In linea di massima si dimostra innocuo, ma non lo si dovrebbe fare avvicinare troppo ai macchinari pesanti. Fare “bella figura” si chiama lo sport nazionale italiano che consiste nel dare una buona impressione di sé. Anche Francesco Schettino voleva fare bella figura, ma si è trovato in mezzo uno scoglio. D’accordo, questa era una mossa davvero scorretta. Abbiamo da tempo perso l’abitudine di mobilitare stereotipi culturali nei giudizi espressi nei confronti dei nostri vicini. E’ considerato un modo retrogrado o, peggio ancora, razzista (anche se, tanto per rimanere in tema, non è del tutto chiaro fino a che punto l’italianità possa già di per sé costituire una razza). Il carattere nazionale è un po’ come le disparità fra i sessi. Anche se sono state abolite da tempo, nella vita quotidiana ci andiamo a sbattere continuamente contro. Basta trascorrere un solo pomeriggio all’asilo per mettere in discussione tutto ciò che la pedagogia illuminata ci ha insegnato sulla costruzione sociale del genere maschile e femminile. Effettivamente c’è tutto un mercato clandestino che campa in maniera più che discreta sulla differenza tra Marte e Venere e su come affrontarla. A tale istruzione per l’uso fa da pendant la guida turistica che ci introduce nelle caratteristiche proprie, e quindi nella tipicità, di una cultura straniera. In qualche modo, almeno mediaticamente, continua a nascondersi in noi l’unno. Sono soprattutto i tedeschi ad avere un problema con le attribuzioni culturali. Per esempio gli inglesi ci considerano da sempre non particolarmente dotati di senso dell’umorismo, nonostante anni di satira e cabaret di artisti importanti come Mario Barth, o Achtung Kabarett, Hagen Rether. I francesi, invece, prendono in giro la cucina britannica e i belgi la presunta avarizia degli olandesi. Noi conosciamo il carattere nazionale solo in senso negativo, come autoaccusa. Appena saltano fuori da qualche parte un paio di ragazzi che sbraitano stupidità, imperversa sulla stampa il sociologo ed esperto in conflitti Wilhelm Heitmeyer, e spiega perchè la pace sociale sia in pericolo (“situazione esplosiva”) e che incombe una ricaduta. In un modo o nell’altro, fino ad oggi è rimasto in noi l’unno che aspetta solo di tornare a battersi. E stranamente funziona sempre. Non occorre scomodare la genetica, per arrivare alla conclusione che le nazioni si distinguono tra loro. Esistono infatti motivi climatici e anche la lingua ha la sua importanza. Normalmente questo è secondario, ma nessuna politica dovrebbe basarsi sulla considerazione che le frontiere conservano il loro significato solo in senso figurato. Cosa può succedere quando per motivi politici si trascura la psicologia dei popoli, lo evidenzia la crisi monetaria, che in questi giorni abbiamo perso di vista solo perchè “l’uomo nel castello” ha accentrato tutta l’attenzione su di sé. Lo scoglio davanti alla nave qui sono i tassi d’interesse del mercato. Difetto congenito dell’euro? La camicia di forza per culture diverse Se ora dappertutto si parla delle diverse capacità di prestazione dei paesi, allora questo è un modo pulito per affermare che alcuni stereotipi hanno, invece, la loro fondatezza. Il difetto congenito dell’euro è stato racchiudere così tante diverse culture economiche nella camicia di forza di un’unica moneta. Per riconoscere che la cosa non poteva funzionare non era necessario aver studiato economia politica, sarebbe bastata una visita a Napoli o nel Peloponneso. Adesso si cerca disperatamente una soluzione. La risposta della cancelliera è che tutti diventino come noi. Si vedrà come andrà a finire. Le nazioni possono cambiare. Questa, volendo, è la consolazione. Gli italiani duemila anni fa dominavano su un impero che si estendeva dall’Inghilterra all’Africa. I tedeschi, nel frattempo, hanno difficoltà a garantire il traffico ferroviario quando c’è troppa neve e ghiaccio. Talvolta ci vuole, infatti, molto tempo per sfatare alcuni stereotipi. A volte più di una generazione.

Jan Fleischhauer

un articolo così, imbevuto di pregiudizi, luoghi comuni e volgarità anche linguistiche. un articolo  dove   Cosimo De Nitto  ( da  i cvommenti  sull'unità  online 27-01-2012 ) <<
Gli stereotipi sono la camicia di forza della ragione e della ragione critica in particolare.La dignità culturale di "Der Spiegel" consiste appunto nel ri-specchiare (traduzione di der spiegel)il più vieto e banale senso comune. Gli stereotipi non hanno origine dalla realtà, piuttosto ne sono una deformata, semplificata, banalizzazione. Per mettere in crisi l'approccio stereotipico basta entrare nei particolari. Noi abbiamo avuto Berlusconi come presidente del consiglio che si adatta benissimo allo stereotipo, come Schettino e tanti altri. Ma con Monti come facciamo, che è più english e teutonic di tanti inglesi e tedeschi? Lo stereotipo lascia sempre in mutande chi ne abusa facendogli fare la figura del cretino. Ancor più cretino, poi, è colui che risponde con altri e contrapposti stereotipi (Sallusti, Il Giornale).
 >>

giornale auschwitz schettino 640
paginone  del il  giornaledel 27\1\2012

che è sceso allo stesso , se non peggio  , livelo  di  volgarità e di  razzismo  \  xenofobia  del giornale  tedesco pasando cosi  dala parte della ragione  a quella  del torto  , e dimenticando ed  ignorando   che  le stesse cose    di cui  accusa i tedeschi sono stati fatte    anche da  noi  (  vedere mio post precedente   sulla  giornata della memoria  e  news  sulle  SS  italiane )  

Allo  stesso modo  è  il  sito \portale  di destra  http://www.questaelasinistraitaliana.org/ che  fra  i tanti articoli interessanti più  o meno condivisibili    stavolta   scantona  

 

Posted: 27 Jan 2012 09:23 AM PST
Mentre il Paese si indignava per l’insulto rivoltoci dal settimanale tedesco Der Spiegel di essere degli Schettino, cioè dei codardi, ed il nostro ambasciatore a Berlino emetteva una nota di protesta per l’accaduto, si è dato luogo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2012. Alla presenza del più eversivo Capo dello Stato della storia d’Italia, di un premier clandestino senza permesso di soggiorno a Palazzo Chigi, dei presidenti delle Camere e delle massime autorità dello Stato, il primo presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo si è permesso di affermare: ”Rispetto al 2011, la situazione si caratterizza per il mutamento dell’atmosfera politica, istituzionale e culturale, grazie all’opera paziente del presidente della Repubblica che per tutto l’anno dedicato alla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha posto al centro del suo tenace impegno la necessità di coesione nazionale, sociale e istituzionale come premessa per una ripresa di fiducia e di credibilità internazionale”. Accidenti, quante cose in poche settimane! Eccolo qui uno Schettino, ma uno vero non occasionale come il capitano della Concordia. Poche parole, ma che rappresentano il dramma del Paese nella sua interezza. Una magistratura che la deriva politica verso sinistra ha ormai portato ad invadere ogni campo della vita sociale, politica ed economica del Paese, che ha ormai stabilito un suo regime dispotico, dittatoriale in base al quale promuove, condanna, reprime, assolve applicando propri convincimenti soggettivi, non le leggi dello Stato, senza mai essere sfiorata dal dubbio di essere in errore o che qualcun altro la possa pensare in modo diverso. Si sarebbe dovuto parlare di Giustizia, hanno parlato di Berlusconi. Lui cattivo, Monti e Napolitano che governano senza un mandato popolare buoni. Le misure di Monti buone, quelle di Berlusconi cattive, anche se sono state copiate per molta parte da quelle del cattivo. Poi vorremmo chiedere al dr Lupo: da cosa trae la sua convinzione circa una raggiunta coesione nazionale se il dato Eurisp 2012 concede al governo il 21 % del consenso, le categorie stanno in rivolta ed il Paese si appresta a scendere in piazza perchè in 2 mesi Monti ci ha riportati al potere di acquisto di 40 anni fa? Ed a proposito della crociata contro la magistratura, come reagirebbe lui se fosse stato chiamato a processo 27 volte senza giustificati motivi e se nel 28° gli fosse negato l’elementare diritto alla difesa, e si continuasse ad accusarlo di un fatto che non lo riguarda, per dei soldi che si sa chi li ha pagati ed a chi, dove, come e quando e per quali motivi, con tanto di tracciato bancario che ne evidenzia l’estraneità all’intera vicenda? Questi sono gli Schettino d’Italia. Quelli che per anni hanno messo in ridicolo il Paese per trovare conferma sulla stampa di mezzo mondo delle proprie posizioni anti-berlusconiane, per opporsi ad uno che non si “voleva piegare” agli interessi di parte, interni ed esterni al Paese. Hanno fatto apparire l’Italia come il Paese dei Campanelli per sbeffeggiare il premier e cercare conniventi compiacimenti. Ci sono riusciti. Hanno dipinto l’Italia come un Paese da operetta ed ora tutti la considerano tale, pure con Monti o con chi vi pare. Quindi lasciamo perdere Der Spiegel, che non ha mai pubblicato l’articolo sul giornale, ma solo sul blog satirico Der Schwartz Kanal, una parodia del canale di propaganda nazista. Ed il suo autore, il columnist Jan Fleischauer è un cretino bollato come tale da una marea di commenti negativi di lettori tedeschi. Per cui un caso montato dal nulla. Del resto, l’immanigine non positiva di Schettino ha fatto il giro del mondo. In USA Franco Schettino lo hanno chiamato Captain Conward e Chicken (capitan codardo e pollo, l’animale più stupido che esista) e si sono ironicamente dichiarati felici che decine di milioni di modesti automobilsti americani si rivelano ogni giorno piloti migliori di uno abilitato a governare un mostro da 115.000 tonnellate. E allora? Mica per questo hanno revocato il Columbus Day o hanno cambiato il nome all’aeroporto Fiorello La Guardia o al ponte Giovanni da Verrazzano. E non il naufragio del Giglio, ma ben altro hanno offuscato l’immagine dell’Italia. Proviamo a pensarci su prima di risentirci con quelli che non c’entrano niente.

 Infatti    la  conferma  vienme  sia  dalla lettera inviata dall'ambasciatore italiano a Berlino Michele Valensise allo Spiegel:

L’articolo di Jan Fleischhauer dal titolo “Omissione di soccorso all’italiana” mi ha lasciato basito e adirato. Certamente sostengo la libertà di critica, ma gli argomenti di quell’articolo sono per l’Italia tanto offensivi quanto infondati. Mi sorprende che un così rinomato giornale come Spiegel Online dia spazio ad affermazioni così volgari e banali. Rammarica soprattutto il fatto che il giornalista, accanto a tanti luoghi comuni, metta sullo stesso piano, senza riguardi, la responsabilità di un singolo individuo e quella di un intero popolo. Comprendo il desiderio di Spiegel Online di scrivere qualcosa di politicamente scorretto, ma in questo caso si tratta di una provocazione gratuita che io, anche in nome dei miei concittadini che hanno espresso il loro sdegno nei confronti dell’articolo, rispedisco al mittente. Perché in questa questione vengono tirati in ballo tutti gli italiani? Il signor Fleischhauer non ha notato che, lì oltre al capitano della „Costa Concordia“, tra l’altro oggetto di un’indagine penale, c’erano istituzioni e persone che hanno fatto del loro meglio per salvare vite umane e limitare i danni della tragedia? Ed è proprio convinto della inaffidabilità di un’intera nazione? Non ha mai incontrato nessuno, come ad esempio i lavoratori italiani che ho incontrato nei giorni scorsi a Wolfburg, che svolge il proprio lavoro con dignità e dedizione ottenendo apprezzamento generale? Consiglio al signor Fleischhauer di lasciar perdere generalizzazioni basate sulla razza. Sono cose di ieri che nessuno rimpiange. Si rilassi e venga a trovarci in Italia. Troverà un paese ospitale, capace di uno slancio sorprendente da parte di singoli individui e di un’intera comunità, un paese che cerca di reagire ai pregiudizi con il sorriso senza improvvisare strani tribunali.

Cordiali saluti
Michele Valensise Ambasciatore della Repubblica Italiana

 dove  sempre  secondo il  commento Michele  14 minuti fa ( 27-01-2012 )
Una nota di protesta debole, per di più sulla difensiva, ma anche soccombente proprio sul più grave dei pregiudizi che è quello di essere considerati un popolo di emigranti. Mentre noi molto modestamente e in base al bounismo di cui è impregnata la cultura nazionale definiamo positivamente l'emigrazione-immigrazione, i tedeschi viceversa la considerano infamante, un fenomeno da paese sottosviluppato. L'ambasciatore poteva dunque evitare di prendere a paradigma della bontà degli italiani il fatto di essere dei bravi...emigranti in Germania. Loro, i tedeschi, vanno in sollucchero, si esaltano fino al fanatismo. È la mentalità di un popolo che nonostante gli orrori del nazismo continua a ritenersi superiore, almeno riguardo ai paesi mediterranei. Insomma, un pò di maestrìa psicologica da parte dell'ambasciatore avrebbe potuto evitare di far ridere i tedeschi.

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