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7.4.20

io non mi sento italiano ma purtroppo lo sono davanti a certi stranieri sciacalli AUSTRIACO CHIEDE IL 55% DI SCONTO PER UN CASOLARE. LA RISPOSTA ESEMPLARE DELL'AGENZIA IMMOBILIARE DELLE MARCHE

Leggo , ringrazio l'utente     danilea  tuscano per  avermela segnalata  ,  schifato ed  indignato su    https://www.laltrogiornale.it/  questa  storia



Austriaco chiede di ridurre del 55% il prezzo di un casolare in vendita “tanto siete in bancarotta a causa del virus”Ma la risposta del titolare dell’agenzia immobiliare è stata netta: “Il nostro Paese si è sempre rialzato dalle prove peggiori. Ce la faremo anche questa volta. Il prezzo non cambia”


ANCONA
 La situazione è grave ma, come sempre, l’Italia si rialzerà. Ha la forza e la volontà per farlo. Per cui non ci servono né “avvoltoi”, né approfittatori.
Ecco ciò che ha scritto oggi un potenziale cliente austriaco, nel sito di un’agenzia immobiliare, in risposta ad un annuncio per la vendita di un casolare. “Dato che le persone in Italia stanno andando in bancarotta a causa del virus, se siete disponibili ad offrirci una riduzione del prezzo del 55%, verremo a vederlo non appena terminato il pericolo”.

Nella foto: la bellezza della campagna marchigiana
La risposta del titolare dell’agenzia immobiliare, dopo un iniziale momento di sorpresa, è stata netta: “La ringrazio per il Suo interesse. Tuttavia non prevediamo la possibilità di offrire una riduzione del prezzo del 55% come da Lei desiderato. Vede, il nostro Paese si è sempre rialzato dalle prove peggiori a cui la Storia lo ha sottoposto, ci rialzeremo anche questa volta. Fra le altre cose deteniamo oltre il 70% del patrimonio storico, artistico e culturale globale. Nel Mediterraneo, inoltre, sono fiorite le maggiori Civiltà dell’antichità. Civiltà che hanno condiviso cultura, progresso e conoscenza. Credo che anche Lei si trovi nella sua abitazione, così avrà sicuramente il tempo di tradurre questa email, quindi Le scrivo in italiano e la invito a tradurre anche questo antico detto: «Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani. Ma i leoni rimangono leoni ed i cani rimangono cani»”.


Certe  cose   mi fanno  sentire   cosi  


proprio come diceva Gaber in


 Io non mi sento italiano è l'ultimo album di Giorgio Gaber, scritto con Sandro Luporini. È uscito qualche settimana dopo la sua morte, nel gennaio 2003.

1.10.19

sono italiana anche se con un cognome straniero ma per lo stato non lo sono la storia di Alessia Korotkova campionessa italiana di taekwondo ma non puo fare gare di livello superiore perchè non gli si permette d'avere la cittadinanza






lo so che certe storie sono all'ordine del giorno e che alcuni specialmente certi destronzi o i vecchi centristi mi diranno che sono buonista oppure prima gli italiani , ma io mene infischio e continuo o stesso a parlarne magari la cosa finora per mettere (  parafraso un vecchio gruppo indie italiano   ancora  in attività ) radici nel cemento e nell'ottusità mentale dei nostri nazionalisti ops sovranisti ( e non solo vedere mio post https://www.facebook.com/redbeppeulisse/posts/10220611267541579) che non solo hanno paura del diverso , ma rinchiudendosi nelle ormai astruse teorie della purezza della razza sconfitte dalla storia non si sono accorti oppure per cavalcare le masse specialmente quella parte malpancista fanno finita di non accorgersene che il paese ormai è cambiato . Ed  la  canzone .  in canna nello stereo in questo momento  ,  io non mi sento Italiano - giorgio gaber , mi  sempre    corrispondente  ed  attinente  alla storia  d'oggi

da https://www.reggionline.com/





1 ottobre 2019


Alessia, la campionessa senza cittadinanza: la Prefettura annuncia verifiche


                              Alessia Korotkova (foto da Facebook)



Korotkova ha 21 anni e fa incetta di titoli taekwondo. Nata in Russia ma cresciuta a Reggio, rischia di dover dire addio al suo sport perché non può più gareggiare con la nazionale azzurra






REGGIO EMILIA 
 La Prefettura di Reggio avvierà delle verifiche sulla pratica per ottenere la cittadinanza italiana presentata nel 2017 da Olesya ‘Alessia’ Korotkova, 21 anni, campionessa di taekwondo nata in Russia (a Krasnojarsk, in Siberia meridionale) ma cresciuta nella nostra città. Rischia di dover dire addio al suo sport perché non può più gareggiare con la nazionale azzurra.Sul caso – rilanciato oggi da Repubblica con un’intervista all’atleta – interviene il Prefetto Maria Forte: ‘La trattazione dei fascicoli avviene secondo un ordine cronologico da rispettare. Mi informerò al fine di verificare se eventualmente mancano dei documenti. Lungaggini burocratiche? Abbiamo un numero elevatissimo di pratiche e poi c’è una questione di determinate tempistiche dell’istruttoria. Prima del decreto Salvini il limite massimo per il rilascio era di due anni, ora si è allungato a quattro’.La giovane atleta vincitrice di un campionato italiano juniores e quattro Coppe Italia, non avendo la cittadinanza tricolore, una volta maggiorenne non ha potuto più gareggiare. ‘Temo di essere finita nel tritacarne delle lungaggini burocratiche’, ha raccontato Alessia a Repubblica. ‘Ho presentato domanda alla prefettura di Reggio Emilia due anni fa’, aggiunge, ma ‘sono ancora in attesa di una risposta’. ‘Il paradosso è che non posso nemmeno gareggiare per Mosca, perché non sono residente in Russia. Insomma non ho una casa davvero mia, sono una sorta di apolide’.

  da  l'intervista   sotto   riportata  ,   a repubblica  del  1\10\2019  ,    si evidenzia    tutta  la sua tristezza   nel sentirsi , infatti  è  19  che  risiede   nel nostro paese   ,    Italiana   ma  per  ottusità   burocratica ed politica  non esserlo  .  InfattiAlessia si è arresa. Per la prima volta in vita sua è andata al tappeto. A sconfiggerla non è stata un'avversaria, ma la burocrazia italiana e una legge del '92. Alessia Korotkova è una campionessa nazionale di taekwondo, ma anche una "nuova italiana" appesa al permesso di soggiorno: "A 21 anni devo fermarmi, senza cittadinanza rischio di dover rinunciare a quello che era il mio sogno, da sola non posso farcela".
da  https://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2019/10/01
Qual era il suo sogno? "Era di poter continuare ad allenarmi, di combattere con la maglia azzurra e di rappresentare l'Italia, il Paese in cui vivo e in cui sono cresciuta, in tutte le gare internazionali. Ma tutto questo mi viene negato".
Perché? Di dov'è originaria la sua famiglia? "Il mio vero nome è Olesya, ma tutti mi chiamano da sempre Alessia. Sono nata a Krasnojarsk, una città russa della Siberia meridionale. Ma il mio Paese è l'Italia. Mi sono trasferita qui con i miei genitori che avevo solo tre anni. Siamo venuti a vivere a Reggio Emilia. Qui sono cresciuta, ho studiato, ho preso la maturità".
Quando ha cominciato a combattere? "Ho iniziato nel 2012 e subito ho capito che sarebbe stato un grande amore. Il taekwondo è un'arte marziale d'origine coreana, molto difficile e spettacolare. Bisogna allenarsi ogni giorno, se si vogliono raggiungere certi risultati".
A che livello è arrivata in questo sport? "Ho vinto quattro coppe Italia e un campionato italiano juniores. Ma non credevo di fermarmi qui. Anzi questo doveva essere solo l'inizio".
Cosa l'ha fermata? "Ero tesserata con la federazione tricolore. Ma il problema è l'età: finché sei minorenne puoi partecipare ai campionati italiani juniores, ma da maggiorenne per indossare la maglia azzurra devi avere per forza la cittadinanza".
E lei non è ancora cittadina italiana? "No, non ancora e non per colpa mia. Ho presentato domanda alla prefettura di Reggio Emilia due anni fa. Ma temo di essere finita nel tritacarne delle lungaggini burocratiche e sono ancora in attesa di una risposta".
Oggi si riparla di una riforma della cittadinanza, lei che ne pensa? "Che chi nasce, cresce, studia qui deve potersi dire italiano. Senza incertezze. L'assurdo è che io sono italiana, non sono certo un'immigrata".
Oggi cosa fa? "Mi sono messa a lavorare, non posso sostenere le spese di una sportiva professionista, senza una federazione alle spalle. Il paradosso è che non posso nemmeno gareggiare per Mosca, perché non sono residente in Russia. Insomma non ho una casa davvero mia, sono una sorta di apolide".                                       

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