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11.4.17

L'elzeviro del filosofo impertinente

Ricordo che un tempo ero affascinato dalla simbologia pasquale, e non mi perdevo nessuna celebrazione religiosa o una pomposa manifestazione pubblica di tipica devozione popolare. Forse perché sono nato il lunedì di Pasqua, oppure perché da ragazzo il mio rapporto con la fede cattolica poteva definirsi davvero intenso. Per anni ho fatto il ministrante e sono stato scelto più volte dai sacerdoti per il rito della lavanda dei piedi del giovedì santo. Ciononostante anche se oggi non sono più credente trovo sempre coinvolgente la celebrazione della morte e resurrezione di Gesù. La Pasqua non è una festa di origine cristiana ma risale all'Antico Testamento. Gli ebrei la celebrano ancora oggi (Pesach) e ricordano la liberazione del popolo eletto dalla schiavitù d'Egitto. In lingua ebraica Pesach significa passaggio. In entrambe le tradizioni si affronta il tema della rinascita e della transizione da una condizione all'altra. Dalla schiavitù alla libertà (Pasqua ebraica), e dalla morte alla resurrezione (Pasqua cristiana). Tranquillizzatevi, non ho alcuna intenzione di propinarVi una mini lezione di catechismo bensì mi preme sottolineare la visione filosofica che si cela dietro la festa di Pasqua. Jiddu Krishnamurti sosteneva che per poter vivere dobbiamo morire e rinascere quotidianamente. Lui si riferiva alla morte dell'io, alla rinuncia dell'ambizione ed egoismo. Morire alle piccole cose per poi approdare ad una nuova nascita e aprirsi alla Conoscenza. Se non ci accostiamo al mondo con lo stupore della prima volta non comprenderemo mai il significato della nostra esistenza. Se le vecchie conoscenze muoiono costantemente in noi ci ritroveremo ogni giorno desiderosi di apprendere nuove realtà. Accumulare ricordi, talvolta astiosi e negativi, significa solamente collezionare ciarpame. Tutto quello che non è in grado di spingerci al cambiamento e all'amore universale non è di nessuna utilità. Anche nei PC, smartphone e iPad di tanto in tanto facciamo un po' di pulizie di file cosiddetti inutili. Non bisogna dimenticare che alla base della filosofia c'è lo stupore per ciò che non conosciamo. Per stupirci dobbiamo essere sempre aperti alle novità, alle diverse prospettive di vita. Non dobbiamo sentirci ancorati ad antiche tradizioni che eternano messaggi validi solo per la società che li formulò secoli fa. Occorrono, invece, occhi nuovi ma soprattutto menti vergini per vedere il lato nascosto della nostra realtà esistenziale. Gesù ha sconfitto i pregiudizi e le falsità che si annidano nel cuore dell'uomo. Egli è morto sulla croce ma è risorto dopo aver piegato la morte. Non importa se crediamo o meno alla verità di fede tramandata dai vangeli, ma conta invece se riusciamo ad annientare in noi la stupidità, la violenza, l'ignoranza per poi rifiorire e dotarci di un pensiero nuovo. Essere, in altre parole, persone nuove. Come scrive Enzo Bianchi: "L’uomo nuovo è un orfano felice. L’eredità non ha per lui alcun interesse sostanziale. Illusioni, favole, saperi inutili, di cui liberarsi in ogni modo". Il mio consiglio per celebrare anche laicamente le imminenti festività pasquali è proprio quello di rinunciare alle ostilità e ai facili moralismi. Riflettiamo sui giudizi insensati che elargiamo con così tanta superficialità, e impariamo che le parole uccidono più delle armi. Certe frasi dette in un momento di rabbia si fissano nella memoria di chi ci sta davanti. Le parole scagliate come pietre non solo restano impresse nella memoria per lungo tempo, ma incidono sulla nostra psiche in modo quasi indelebile. Dunque cogliamo tale occasione per sopprimere la nostra individualità, e abbracciamo idealmente la nostra parentela universale. Celebriamo il passaggio o meglio la fuga dalle gabbie del pregiudizio per approdare ad una vita caratterizzata da empatia e Conoscenza. E ricordiamoci sempre che: "La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare" (J. Krishnamurti).
(Criap)
® Riproduzione riservata

13.2.16

Il parroco: nei venerdì di quaresima digiuno da sms e chat Il singolare invito, rivolto in particolare ai più giovani, è stato lanciata da don Francesco Monetti, a Saonara

Leggendo  l'articolo che mi   viene in mente   mi   sono messo a  canticchiare



Lo so che essa è riferita al lavoro ma la sostanza non cambia se si analizza alcune strofe : 
<< (...) la salute non ha prezzo \ quindi rallentare il ritmo \ pausa pausa ritmo lento \ pausa pausa ritmo lento \sempre fuori dal motore, vivere a rallentatore . (...) Infatti aggiungiamoci nuove tecnologie è il gioco è fatto 



Il parroco: nei venerdì di quaresima digiuno da sms e chat

Il singolare invito, rivolto in particolare ai più giovani, è stato lanciata da don Francesco Monetti, a Saonara


                  

SAONARA. Rinunciare all’uso degli sms ogni venerdì, per tutta la durata della Quaresima. La singolare sollecitazione penitenziale arriva dalla parrocchia di Saonara, ed è rivolta in particolar modo ai giovani, assidui molto più degli adulti nell’uso di questo pratico ed economico metodo di comunicazione. Denominato “No sms day”, il “digiuno dagli sms” viene spiegato ai fedeli nel numero speciale del bollettino parrocchiale dedicato alle celebrazioni e iniziative quaresimali, e compare accanto ad altre forme di astinenza più consuete come cibarsi sobriamente, evitare le spese superflue, ridurre le ore passate davanti alla tv o a navigare in internet.

Don Francesco Monetti
Don Francesco Monetti

«Nei venerdì di Quaresima tutti siamo invitati a rinunciare all’uso degli sms», si legge nel foglio parrocchiale. «Un piccolo modo per sottolineare che le nostre dita sul telefonino contribuiscono a scrivere la storia di milioni di vite in Congo e per ricordare l’importanza di relazioni concrete e non virtuali con gli altri». Il riferimento al Congo ricorda che proprio da quella terra remota e poverissima adulti e anche bambini lavorano duramente per estrarre i minerali usati per la componentistica di smartphone e pc. Ma perché rinunciare proprio ai messaggini, e non del tutto all’uso del cellulare? «Vedo i ragazzi, e spesso anche i bambini, continuamente chini su quello schermo, a digitare messaggi sms e whatsapp sulla tastiera», risponde il parroco don Francesco Monetti. «Quindi ho pensato di proporre questo particolare tipo di “digiuno”, mutuandolo dall’esperienza di un’altra diocesi. Si tratta di un invito a un dialogo con le persone più diretto, e non soltanto mediato attraverso l’uso di strumenti tecnologici. Inoltre limitando l’uso di questi apparecchi si riduce anche lo sfruttamento delle persone, spesso bambini, che ne estraggono le materie prime».
Sinora questa inedita forma penitenziale è stata giudicata dai fedeli ben difficile da mettere in pratica. «Mi hanno detto che ci vuole molta attenzione per non inviare neppure un messaggio durante tutta la giornata», conclude don Francesco. Sembra insomma più facile digiunare che rinunciare a sms e WhatsApp.




alcuni ridono  ,  altri miei utenti  di facebook  :

  • si deve rinunciare proprio a ciò che ci piace di più....non a quello che non ci serve.
  •  😊 Giusè sei sempri fora di lu stegliu 😊 Infatti si deve rinunciare proprio a ciò che ci piace di più....non a quello che non ci serve 

 Secondo me , bisogna anche rinunciare ciò da cui siamo dipendenti Infatti  siamo  , parlo anche per me  ,  nel bene  e nel male     troppo  connessi   dale  nuove  tecnologie  Ogni tanto  un periodo  , chiamalo  pure  rinuncia  ,  di lontananza  dalle tecnologie  , quando è possibile  ,  non può che fare bene alo spirito  e  al corpo  . E può aiutare  a  riscoprire  le  vecchie  cose   della vita   pre  -internet    e  pre  sociale   e  cellulari .  Infatti   l'altra sera   ho visto   in tv   su la7 , il film   Django  ( quello  originale  non il remake  ottimo   tra  l'altro di Tarantino ) . Ma   questa  è un altra storia 

4.4.15

pasqua laica ed atea ., pasqua religiosa \ i riti della settimana santa in sardegna

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                             Pasqua  religiosa 
http://it.wikipedia.org/wiki/Riti_della_Settimana_Santa_in_Sardegna
a  sassari  I  II  III

inizio dalla seconda   perchè  anche a  per  chi non è credente  o  credente  non praticante   tali riti   hanno  un qualcosa  di  affascinante  e misterioso  . Oltre  ad  essere  confusi   , in quanto in Sardegna    si mescolano  nella  celebrazione   di tali riti   sia  tradizioni orientali ( bizantine in particolare ) sia catalano \ spagnole ( vedere sotto )come  mi  ha  fatto notare l'amica  e  compagna  di viaggio  Donatella Camatta <<  stessa tradizione in spagna Saragozza . >>
E' per questo    che , chiedo  scusa  ai  miei  13  lettori  fissi     se mi ripeto  , io identifico la mia sardegna non con  centro italia (con cui non abbiamo niente in comune culturalmente , se non la comune appartenenza nazionale forse prima del risorgimento , dato che la sardegna passo ai Savoia dal 1720 e poi con essi all'Italia ) come fanno  molti ma  con il sud  con cui abbiamo molto in comune  appena sento questa  canzone  e  vedo  tali immagini ( anche se  sono   della  calabria  )



rivado indietro  nel tempo ai racconti  dei mie nonni e  zi\e , prozii\zie specie  quelli paterni , di mio padre  e mia  madre   bambini  e alla mia  prima infanzia .
Ma soprattutto ritornando al discorso di prima  e   come potete leggere  dai commenti  alle   foto  da me  scattate    alla processione del venerdì santo cittadina  



  del mio account ( quello primario  )  di  fb   la gente  oltre  a  scherzarci su   confonde   tali riti  con manifestazioni  dei Ku Klux Klan.
Ecco  alcune  news  prese  dalla  nuova sardegna del  3\3\2015

 Mentre  totalmente  catalana  è  Alghero  dove  i Lampioni dell'illuminazione pubblica   vengono velati  di rossso  (  foto a sinistra  )     . Infatti   << il Venerdì Santo rappresenta >>  , sempre  secondo  la  nuova  sardegna   <con la Catalogna >>  anche    se  ormai  il catalano antico e quasi  scomparso in quanto  parlato    solo dagli anziani   << che si percepisce nei  canti che accompagnano le processioni.
Si comincia presto, alle 8, nella Cattedrale di Santa Maria,con le Lodi Mattutine presiedute dal vescovo   Alle 11 si  muoverà la processione della Via Crucis che attraverserà le vie del centro storico, senza mai uscire dalla città murata, per  rientrare in cattedrale dove si  procederà al rito dell'Innalzamento del Cristo che viene svolto dai Confratelli della Misericordia.



Ancora a Santa Maria alle 16,c'è ancora il vescovo ed è il momento dell'Adorazione della Croce. Poi arriva il momento più  significativo, alle 20 comincia il Rito che precede la grande processione del Venerdì Santo, la chiesa nonostante le sue dimensioni  è gremita, non riesce a contenere all'esterno
sarà allestito uno schermo gigante  per consentirà la visione di tutta la cerimonia.
Sono sempre i Germanz della  Confraria a calare dalla croce la statua del Cristo e ad adagiarla sul feretro e da quel momento  comincia il lungo percorso della  processione che visiterà tra due  ali di folla imponente, buona  parte dei quartieri della città. Sul  percorso, oltre che nel corteo,sono decine di migliaia le persone  che formano una straordinaria  cornice che accompagna il rito  fino al rientro, a tardissima  notte, nella chiesa della Misericordia.
Alla suggestione della cerimonia  si uniscono i canti dei  cori provenienti da ogni parte  della Sardegna che al passaggio  del feretro intonano canti sacri  in sardo e catalano. Momenti di grande suggestione che si rinnovano  ogni anno a conferma delle  profonde radici di fede della  comunità algherese. Sabato è giornata di riflessione  e di preghiera, e dalle 22 nella  Cattedrale di Santa Maria ci sarà  la Veglia Pasquale presieduta  dal vescovo  Poi la Domenica  di Pasqua, quella della  Resurrezione, dell'Incontro tra  la Madonna e il Figlio Risorto sui bastioni Cristoforo Colombo. Incontro  che sarà segnalato dagli  spari a salve dei Cacciatori dell' Associazione Tanda Sport. Poi il
rientro in Cattedrale per la messa  solenne. Alle 12 il rientro nella  chiesa della Misericordia dove si
svolgerà un altro momento significativo delle celebrazioni  della Settimana Santa : la distribuzione
del pane benedetto.

E per  finire  quella   laica  ed  atea  


9.4.12

mio menu di pasqua 2012

quest'anno  vuoi  per  la  crisi  vuoi  che mio  cugino   con moglie  e figlia  e  mio zio   che stanno per  lavoro  a Cono   fanno una pasqua Si (  quest'anno è  quella  si )  e  una No   sono rimasto   a casa  anzichè andare   come ogni anno  al mare   ed  in pineta  con amici  . Ecco  il menu




zuppa gallurese 







Panada Grande   


nella versione nel nuorese-oristanese ( con carciofi , olive , piselline e carote ) la   zona di mia  madre   e  dei miei nonni materni . Nel video   sotto    trovate  la versione campidanese fatta la  variante   con agnello e patate 





Ma   come dice  http://www.sardiniapoint.it/6984.html



Ingredienti per 4 persone:

  • per la pasta sfoglia- 1kg di farina, meglio di grano duro
    - un bicchiere di olio d'oliva
    - sale e acqua tiepida.



  • panada di carne:
    - 750g di carne d' agnello
    - 750g di piselli
    - 250g di sugo
    - prezzemolo
    cottura 2 ore e 30'

  • panada di anguille:
    - 1 kg di anguille
    - pepe
    - 3 etti di pomodori secchi
    - prezzemolo
    cottura 45 minuti


Come preparare la pasta sfoglia
Versate in una terrina la farina e l'olio d'oliva, impastate con acqua tiepida e leggermente salata.

Dopo aver lavorato l'amalgama in modo energico  per circa un'ora, lasciatela riposare per un'altra ora.

Il condimento interno.
Per la panada di anguille: tagliate i pomodori secchi a pezzetti piccoli e tritate il prezzemolo; pulite le anguille prima di intaccarle in tre parti.

Per la panada di carne: passate i piselli nell'acqua e tagliate a cubetti la carne d'agnello.
A questo punto stendete la pasta formando due sfoglie circolari dal diametro di circa 35 cm e dallo spessore di mezzo cm: la prima servirà come fondo e la seconda, un po' più sottile, come "coperchio".
Posate la sfoglia per il fondo in una teglia a bordi alti e riempitela con prezzemolo, pomodori secchi e anguille, ripetendo la sequenza per almeno due strati. Seguite la stessa procedura per la panada di carne d'agnello, partendo dai piselli.
Ultimato il ripieno con una generosa spolverata di sale, chiudete con il "coperchio" e unite le sfoglie formando un bordo simile ad una treccia.
VarizioniSia nella panada di anguille che in quella di carne non è raro aggiungere le patate al ripieno: in entrambi i casi le patate si tagliano a dischi sottili. 

Un grazie speciale a zia Odilia



                                                          da / http://www.gennarino.org/

La    ricetta  è la stessa   anche per  quelle  piccole    foto a   sinistra  tipiche  ( ma   diffuse  anche  nelle altre parti dell'isola     con varie  varianti  del Sassarese e  della  Gallura  \ Monte  acuto  )   d'Assemini ma  oggi diffuse  ovunque
                                                                                                                                   






  • uova di pasqua ( quello vinto sabato alla lotteria del bar , vedere foto  sotto  a centro     ) 






  • . varie ed eventuali  in particolare  le formagelle   fatte  da mamma  eccovi  la  ricetta  la mia  foto  e la  ricetta presa  da questo  blog  http://manimpasta.blogspot.it

Il dolce tipico della Pasqua in Sardegna sono le formagelle, altrimenti chiamate "Parduas".L'ingrediente principale è il formaggio pecorino fresco, fatto al massimo da qualche giorno. Si possono fare sia solo di formaggio che formaggio e ricotta pecorina op solo di quest'ultimo  .

Ingredienti:
800 gr di formaggio pecorino fresco
200 gr di ricotta pecorina freschissima
tre rossi d'uovo
due bustine di zafferano 
200 gr di zucchero
200 gr di farina
la buccia grattugiata di tre arance
Per la sfoglia:
400 gr farina 00
un cucchiaio di strutto
acqua tiepieda
Per la decorazione:
miele e diavolini colorati
Preparazione:
La sera prima passate il formaggio nel mixer e grattugiatelo molto fine così: 
 
mettete la ricotta, il formaggio, la buccia grattugiata dell'arancio, i rossi d'uovo, lo zafferano in una conca o un grosso insalatiere e impastate con le mani, fino a ottenere un impasto omogeneo e di colore giallo, così:
 
mettete a riposo in frigo per una notte.
Impastate la farina con lo strutto e l'acqua per la sfoglia stendetela con il rullo e con un bicchiere fate una forma tonda sopra posatevi una pallina di impasto così:
 
Piegate i bordi così
 
riempite la teglia e infornate a 180° per circa un ora, devono essere ben dorate:

Andate fino a esaurimento ingredienti

Per  chi volesse altre ricette di dolci sardi  eccovi  un buon sito  con un ebook in pdf
http://www.manuscritto.it/ebook/Dolci_di_Sardegna.pdf

6.4.12

Potrebbe essere Dio


La Crocifissione è un inno alla vita, alla vita vera. Non semplicemente quindi all’esistenza, ma l’urlo disperato e potente dell’uomo che, nell’istante estremo, implora e pretende giustizia. Non c’è vita vera senza giustizia.
Il grido estremo di Gesù, variamente interpretato, per me significa proprio questo: “perché mi hai abbandonato” è certo un salmo, scritto peraltro da un uomo braccato (dal figlio) e in pericolo, ma è, soprattutto, la protesta estrema contro il disordine del mondo, la tensione a emergere dal caos che non è creatività ma non-senso e assurdo. L’universo geme e tende alla vita vera e, anche quando si vota al suo contrario, la morte, può farlo per questa sete estrema, paradossale,insoddisfatta di vita piena, cioè a dire giusta.
In questi giorni abbiamo assistito, in Italia e nel mondo, a un’infinità di crocifissioni. Qualcuno le ha definite impropriamente suicidi, perché i crocifissi attuali si sono inchiodati da sé su quel legno, dandosi fuoco, impiccandosi, rivolgendosi un’arma contro, lanciandosi dal balcone di casa come è accaduto alla pensionata di Gela cui avevano decurtato la già misera pensione. “Così non posso più vivere”, ha lasciato detto. Non solo esistere, ma vivere: dignitosamente, umanamente. È morta di giustizia (o meglio, per mancanza di giustizia), non di stenti.
Ma il gesto più possente, il grido più titanico per la vita vera è stato lanciato dal farmacista greco, un vecchio di 77 anni, che ha scelto di uccidersi davanti alla sede del Parlamento. Un ribelle. Una fine per il futuro, non per sé. Lui, forse ce l’avrebbe anche fatta. Era giunto al capolinea del suo percorso terreno, avrebbe potuto concludere gli anni che gli restavano come – si dice – fanno spesso gli anziani: consapevoli che il mondo non ha da mutarsi, rassegnati e aggrappati a quel filo estremo di fiato, già fuori del tempo, divenuto a un tratto eterno e circolare, venato di rassegnato cinismo. Lui no. Lui guardava al futuro. Dei suoi figli, della sua patria, forse dell’uomo intero. Ha dovuto urlare “basta” per rivendicare la sua umanità. Emersa nel momento in cui, protervamente, l’ha lasciata. Annullandosi in una disperata vitalità.
Già lo aveva denunciato Testori, in anni remotissimi. Siamo arrivati a questo punto: per ottenere un po’ di giustizia, e preservare la propria vita vera, uno deve uccidersi.
“Deve”, non “vuole”. L’essenza stessa del suicidio, quello autentico e letterale, è pertanto annullata. Si tratta di omicidi di Stato; di moderne crocifissioni.
Crocifissioni e grida generate, come l’antica di duemila anni fa, dall’odio, dall’invidia, dall’intolleranza, dalla sete di potere.
Oggi il dio cui s’immolano gl’innocenti sacrificati e “costretti” al suicidio è un idolo creato dall’uomo, che ha soggiogato quest’ultimo: si chiama neoliberismo, mercato, denaro. Non ha volto, come recitava il salmo: “Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo: hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non ascoltano, hanno mani e non palpano, hanno piedi e non camminano, hanno naso e non annusano; dalla gola non emettono suoni”.
Esso procede silente nella sua marcia verso il dominio assoluto. In questo suo potere non è contemplata la vita, men che meno la vita umana; anzi, questa lo annienterebbe. Oggi, per salvarsi, il sistema procede impassibile sulle vite vere, dietro la sua facciata scintillante mostra il suo vuoto assoluto di giustizia, una violenza impermeabile: e allora l’uomo, improvvisamente, si riscopre nudo, e solo, e protesta, e grida, all’estremo.
Il sistema incarnato dall'idolo è morte e silenzio e non sopravvivrà a sé stesso. Annullando l’uomo cancellerà la sua propria esistenza, ma non se ne cura, non essendo mai stato vivo. Non ha sentimento. E oggi, pur di mantenere in piedi quel simulacro d’esistenza, quell’idolo nato morto, i responsabili delle nazioni, quegli stessi che hanno creato e si sono prosternati all’idolo, propongono aggiustamenti, ricuciture, tagli, senza accorgersi che il sistema è irreformabile, è già imploso. Ma crocifiggerà ancora.
L’irrisione nietzscheana dovrebbe pertanto essere così corretta: non Dio, ma l’idolo è morto, ma il mondo, o forse il potere, ancora non lo sa.
Lo devono denunciare con la loro debole forza i crocifissi, quegli stessi cui ci si prosternerà nel momento stesso in cui esaleranno l’ultimo respiro strozzato: nel momento, cioè, in cui morendo sveleranno la loro dignità ferita, la loro sublime, strappata dignità.
Potrebbe essere Dio, allora, anzi lo è, come esclamò il centurione di fronte alla morte ignominiosa di Gesù. Potrebbe essere Dio, anzi lo è, quell’uomo abbattuto e sterminato, soggiogato all’idolo senza nome né volto. Dio è l’uomo che si umanizza, che reclama, e vuole, e attua la giustizia. Son tre giorni, appena tre giorni, poi si risorge. Perché la risurrezione è dovuta. È reale. È giustizia, già qui, adesso.

25.3.12

come vedo la pasqua e come sopravvivere alle feste pasquali

Inizialmente non volevo  fare  nessuna  guida di sopravvivenza   come quella  sul natale  ma poi, pressato  dalle  email   che  ricevo    da  chi clicca  su  contattami  ,  ho ceduto  . Ma  poi ci ho pensato  ma  si dai  che  è  
topolino  n 2886    topolino e la banda della  scimitarra di Rodolfo  Cimino ( testi )   e  Valerio Held ( disegni ) 


 Il mio cedere  è dovuto al fatto che  la  festa  non solo religiosa  , ma  anche spirituale  o laica  sta  perdendo   di significato   e  viene  snaturato    dall'endonismo    frenetico  




Il tema della Pasqua , anche per chi  non è cristiana,o areligioso  è una tema di forte fascino. Nascita, morte e resurrezione sono, anche nel mondo pagano, presenti in ogni cultura. Anche l'alchimia, che con la sua albedo, nigredo e rubedo, ci ricorda una pasqua "metallica". Il fine dell'uomo è quello di migliorarsi e questo prevede per forza di cose " la morte": il destrutturarsi, il distruggere volontariamente l' "Uomo vecchio" per dare spazio allo Uomo Nuovo. Giovanni il Battista "diminuisce" per dare spazio al Cristo. La passione non è altro che la consapevolezza del fatto che per RINASCERE occorre fare qualche sacrificio, rinunciare q auelche nostra vecchia e deleteria abitudine, ad esempio, dove l'abitudine è difficilmente una scelta.
 Ora  ecco  alcuni  consigli  ( sono in parte   quelli di cui parlavo  nella mia  guida  di natale  )  su  come  sopravvivere   e resistere   a tale  festività  imposta  e magari riscoprirne  l'autenticità sotto  gli aspetti laici   e religiosi   vedere  url   delle righe  precedenti  .


  • Auguri
Decidete  voi    chi farli e   se  farli  . Se  inventarne  di nuovi  o  a  quelli  standard

  • Cene   e  pranzi ed  abbuffate  
Come  nelle  festività natalizie  anche    nella  festività di  pasqua    ci sono le  abbuffate  indotte   dai media  e  dalla  tradizione , i rimedi   sono  sia  quelli  che  già  suggerivo a natale  (in questi  post sulle  abbuffate   1   2 e d  altri  che  trovate  in archivio dicembre  2010  o  dicembre  2011  )  sono  passeggiare  , diete  prima oppure  dopo  . Ma   se  non volete  fare  troppi sacrifici   un'altra   soluzione potrebbe  essere  , un po' dura  per  chi ha pregiudizi  del tipo    : mangi  solo verdure  ma  poi muori di  fame  ,  oppure  vegano  puah  che  cibi strani  , ecc .  Ma  prima   di parlare  a vanghera  provate , poi  potrete  confermare  o smentire   ,  è  un menu  vegano    consigliato  da  una  non vegana  che  non ha pregiudizi http://www.mestieredimamma.it/

Menù di Pasqua vegan
Pubblicato il 19 aprile 2011


Avete mai pensato ad un menù davvero alternativo per Pasqua?

Qui di seguito vi propongo il menù di Pasqua vegan realizzato da un’illustre vegana , la “nostra” Dott. Michela De Petris! Dopo averla conosciuta e aver apprezzato il suo libro (oltre alla sua simpatia!), Ricette da favola per bimbi sani e mamme in gamba, sono felicissima di pubblicare qui la sua proposta per una Pasqua sana, etica e sostenibile, a partire dal piatto!
Per chi non lo sapesse l’alimentazione vegan è costituita solo da prodotti di origine vegetale. E’ un’alimentazione adeguata anche ai bambini, fin dallo svezzamento, a patto che sia varia e ben bilanciata.
A differenza dei vegetariani, i vegani non eliminano solo la carne dalla loro dieta, ma anche i prodotti derivati (uova, latte, formaggio, burro).
Io non sono vegana (e nemmeno vegetariana, per la verità, anche se la scelta vegetariana mi attrae molto), ma ho limitato moltissimo la carne dalla dieta della nostra famiglia, e faccio spessissimo piatti vegani, anche perchè le bimbe a scuola hanno dei menù fin troppo ricchi di carne e cibi di origine animale.

Ecco il menù della nostra dottoressa, che ovviamente ha nomi da favola! 

ANTIPASTI

BRIVIDO D’AMORE (patè di pomodorini secchi)

Mettete nel mixer: 150 g di pomodorini secchi, una decina di capperi, 2 cucchiai di prezzemolo o basilico già tritato, 1 pizzico di peperoncino, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 pizzico sale.
Tritate insieme tutti i componenti e utilizzate la crema per spalmare fette di pane tostato, gallette o crostini.
LENTIGGINI DI LUCCIOLA (dulse con mais e fagliolini)

Lavate sotto acqua corrente 1 tazza di alghe dulse, lasciatele in ammollo per qualche minuto, strizzatele e tagliatele a pezzetti. Fate scottare ½ tazza di fagiolini in acqua bollente, poi riduceteli a tronchetti. Versate 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella larga e saltate ½ tazza di carote tagliate a fiammifero, ½ tazza di porri a rondelle e 1 tazza di chicchi di mais; aggiungete un pizzico di sale, l’alga e fate cuocere per altri 3-4 minuti. Unite i fagiolini, condite con qualche goccia di tamari (salsa di soia) e lasciate sul fuoco per altri 2 minuti.

PROFUMO D’ORCO AFFAMATO (frittata di farina e cicorino)

Soffriggete in poco olio 1 cipolla, 1 carota e 1 mazzetto di cicorino tritati finemente, aggiustate di sale. Mettete una tazza di farina integrale in una scodella, aggiungete ¾ di tazza di acqua e le verdure (deve risultare una crema molto densa). Versate la pastella in una larga padella unta con poco olio extravergine d’oliva e cuocete da entrambi i lati.  Prima di servire, tagliate a striscioline la frittata e spolverizzate con gomasio.

PRIMI PIATTI
CORAGGIO DI DRAGO (tortino di riso)

Sbucciate tre melanzane, tagliatele a fette e lasciatele riposare per un’ora in un colapasta. Mettete in una casseruola una cipolla tritata finemente, uno spicchio di aglio sminuzzato, 1 cucchiaio di olio e.v. d’oliva e fate soffriggere; aggiungere 300 g di pomodori pelati schiacciati con la forchetta, un pizzico di sale ed un trito di basilico e prezzemolo. Lasciate cuocere il sugo per 15 min. Fate imbiondire con poco olio in un recipiente da forno un’altra cipolla, unite 300 g di riso e lasciate tostare per un paio di minuti- Bagnate con 600 g di brodo vegetale bollente, portate a bollore e passate la pirofila in forno a 170° per 15 min. Sciacquate le melanzane, asciugatele e grigliatele.
Disponete in una pirofila da forno uno strato di riso, uno di melanzane ed uno di sugo alternandoli fra loro fino ad esaurimento degli ingredienti. Passate nuovamente in forno a 220° per 10 min.

LAMPO DI GENIO (cerealotto di orzo, farro e avena con ciuffetti di cavolfiore bianco)

Preparate un soffritto con poco olio e.v. d’oliva, 1 cipolla e 1 cucchiaio di semi di sesamo. Aggiungete 300 ml di acqua, 1 pizzico di peperoncino e portate a bollore; unite 50 g di orzo perlato, 50 g di farro e 50 g di avena (lasciati preventivamente in ammollo per 6 ore) e cuocete a fuoco moderato per circa 45 min facendo assorbire tutta l’acqua (aggiungete altra acqua se si asciugasse troppo). Aggiustate di sale, unite qualche fogliolina di basilico e di salvia e mezzo cavolfiore bianco tagliato a ciuffetti (fatto precedentemente lessare in acqua). Mescolate bene e servite.

SECONDO PIATTO
BACIO DI FATA (torta Pasqualina)

per la pasta: 400 g di farina semi integrale, 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, 1 pizzico di sale, acqua (in alternativa potete usare pasta già pronta surgelata o fresca)
per il ripieno: 500 g di biete, 200 g di tofu, 1 cucchiaio di maggiorana fresca o 1 cucchiaino se secca, 8 cucchiai di tahin (crema di sesamo), 1 bicchiere di latte di soia, 1 bicchiere d’olio extravergine d’oliva, 1 pizzico di sale.
Impastate la farina con l’olio ed il sale; aggiungete acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto consistente e morbido (continuate a lavorarlo finchè vedrete comparire delle bolle d’aria). Coprite con un tovagliolo umido e fate riposare. Lavate le biete e fatele cuocere in una casseruola per 10 minuti. Appena cotte, strizzatele, tritatele e mettetele in una ciotola. Aggiungete tahin, tofu, latte e maggiorana. Stendete sei fogli sottili di pasta. Utilizzatene 3 per foderare uno stampo apribile (unto d’olio) sovrapponendo un foglio (da ungere con poco olio usando l’apposito pennello) sull’altro. Adagiatevi il ripieno. Coprite con i fogli rimasti (seguendo lo stesso procedimento). Sigillate con i ritagli di pasta formando un cordone tutt’intorno al bordo. Ungete la superficie con un velo d’olio e fatevi dei piccoli fori con uno stuzzicadenti. Infornate in forno già caldo a 200°C per 40 minuti.

CONTORNI
PUZZETTE DI STREGA (erbette o spinaci con uvetta e pinoli)

Mettete a bagno 30 g di uvetta in poca acqua tiepida per 10 minuti. Tostate velocemente 30 g di pinoli in una padella. Scottate 700 g di erbette (o di spinaci) in acqua bollente con 1 pizzico di sale; scolatele, strizzatele e tagliatele a striscioline. Ungete con poco olio extravergine d’oliva una padella, versatevi le erbette, l’uvetta e fate rosolare il tutto. Servite ben caldo guarnendo con i pinoli.

SUSSURRO DI FOLLETTO  (stufato di verdure allo zafferano)

Fate rosolare in poco olio extravergine d’oliva 1 cipolla tritata, 500 g di finocchi a spicchi e 500 g di patate a dadini; bagnate con del brodo vegetale e fate stufare per 15 min. Aggiungete 200 g di spinaci e 1 bustina di zafferano diluita in 100 ml di latte di soia. Continuate la cottura per 10 min aggiustando di sale prima di servire.

DOLCI
RISATA DI PRINCIPESSA (sorbetto alla rosa)

Bagnate 200 g di petali di rosa con 500 ml d’acqua e lasciateli in infusione 2-3 ore per far aromatizzare l’acqua. Filtrate, aggiungete 100 g di malto di riso e 1 pizzico di vaniglia in polvere. Mescolate bene e preparate il sorbetto secondo le istruzioni previste dalla vostra gelatiera (ehm…, o quella che vi presta la vostra vicina ndr). Guarnite con petali di rosa freschi.
ROSPO BACIATO…PRINCIPE ARRIVATO (torta di cous-cous ai frutti rossi)
Portate ad ebollizione una tazza di succo di mela con 1 pizzico di sale e ½ tazza di uvette. Aggiungete una tazza di cous-cous, spegnete il fuoco e coprite lasciando gonfiare per 15 minuti. Nel frattempo preparate la salsa con 2 cucchiai di crema di mandorle chiare, 1 cucchiaio di malto di riso e qualche cucchiaio di latte vegetale (riso, avena, farro…) per ammorbidire. Mescolate ½ tazza di noci tritate nel cous-cous. Disponete in una teglia metà del cereale pressandolo bene con le mani umide. Spalmate la crema sopra il primo strato, poi versate l’altra metà del cous-cous. Coprire il tutto con 1 vasetto di marmellata di frutti rossi e lasciate raffreddare in frigo. Servite guarnendo con cocco in scaglie o granella di nocciole.

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  • uova  e colombe  

 a  voi decidere   se  farli  equo   o commerciali  . Tenete presente  che  nei dolci   del secondo  tipo   al 90 %  pagate  di più  il marchio  che la  qualità del prodotto , mentre  nel primo  avete un ottimo qualità prezzo ingredienti bio e di alta qualità, cioccolata pura al latte o fondente e graziose sorprese fatte a mano da abili artigiani del Sud del Mondo. Se cercate su Internet troverete sicuramente una bottega del Mondo vicino a casa vostra e così augurerete una Buona Pasqua alla vostra famiglia e a diverse famiglie nel Sud del mondo…
Appuntamento per dopo Pasqua con la foto delle sorprese di quest’anno e l’elenco dei produttori coinvolti nelle uova e nella colomba del Commercio Equo…. 
Riporto  qui sotto  una  testimonianza presa   da http://unpodimondo.wordpress.com   che corrisponde , esperienza  personale  da  volontario   nel commercio  equo    della  mia cittadina  all'emozione  raccontatami  da  un  amica  a  cui  ho regalato delle  uova   della  bottega  . La  quale e rimasta delusa   da sorprese  di  .... e  uova  grandi   ( vedere  fotto    a destra   )  nel prezzo  e nella quantita' 




Girotondo… con l’uovo dal mondo…

Uovo di Pasqua equo e solidale / Fair Trade Easter Chocolate Egg
foto "Uovo di Pasqua equo e solidale / Fair Trade Easter Chocolate Egg" by unpodimondo - flickr
Questa foto riproduce una delle delle due uova di cioccolato biologico del commercio equo e solidale che ho mangiato ieri a Pasqua.
Due uova di Pasqua, due confezioni di cioccolatini (ovetti e campanine) equi e solidali e il giro del mondo della solidarietà… Il sorriso di mia figlia che ha aperto le uova per cercarvi le sorprese, si è unito ai sorrisi di bambini che grazie al commercio equo e solidale possono andare a scuola, istruirsi, avere cure mediche perchè i loro genitori hanno un lavoro con una retribuzione giusta… Cioccolata, zucchero,  vaniglia, sorprese artigianali, carta per rivestire le uova etc… sono arrivate da…
  • Paraguay
  • Repubblica Dominicana
  • Nepal
  • Perù
  • India
  • Sri Lanka
  • Indonesia
  • Filippine
  • Bangladesh
  • Ecuador
  • Tanzania
Volete sapere cosa abbiamo trovato nelle due uova? Due trottole in legno dipinte a mano da artigiani dello Sri Lanka.E voi avete comprato il solito uovo con la sorpresa plasticosa delle solite multinazionali dei dolci che però rendono amara la vita delle popolazioni del sud del mondo???
Trottole sorprese uovo cioccolata equo e solidale - Spinning tops surprises from fair trade chocolate eggs
Foto "Trottole sorprese uovo cioccolata equo e solidale - Spinning tops surprises from fair trade chocolate eggs" by unpodimondo - flickr


ecco  un  po' di link  dove   trovare  i  consorzi  o le botteghe più vicine  . 
 Per chi  è  di tempio  pausania  o  dintorni   la nostra  bottega  aperta dal 2002 



vende una vasta gamma di prodotti biologici certificati, oltre che provenienti dai paesi del Sud del mondo, anche italiani.Tutti i prodotti venduti inoltre rispettano i principi fondamentali del commercio equo.Per maggiori informazioni:
La Bottega del Mondo del Commercio Equo e Solidale


  •  tv
 cambiare   canale  , mettere  il silenziatore   sono   gli unici sistemi  


  non so che altro dire    buon pasqua 


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...