Mi ero proposto di scrivere oggi un “Caffè corretto”. É Pasqua, essere buoni è quasi un obbligo. Per avere un’ispirazione mi sono rivolto all’Intelligenza artificiale, che mi ha liquidato sbrigativamente così: «La Pasqua del 2025 è artificiale. Come me. E anche virtuale: come virtuale io stessa sono». Frasi scostanti, sibilline, da interpretare. Mi aspettavo un riferimento al simbolismo della Pasqua, che con il Natale è , per chi ancora , nonostante le smentite di studiosi e del paese reale , crede e coltiva una cultura \ un ideologia ormai vetusta della superiorità di un cultura rispetto all'altra, la ricorrenza più caratterizzante del nostro mondo occidentale. Dalla mangiatoia al sepolcro scoperchiato, da una nascita a una morte e resurrezione, vera per chi ha fede altrimenti solo mitica, sono scaturiti nel bene e nel male due millenni di civiltà e cultura. Volevo che di questo mi parlasse.
Invece la signora IA ha sovrapposto la profanità della sua origine tecno-umana alla sacralità di una figura che per i credenti sia praticanti che non è divina. L’ho provocata osservando: la Pasqua è pur sempre una festa cristiana. «No, l’avete scristianizzata. É laica, artificiale, virtuale. Anche la vostra umanità sta diventando virtuale. Non più «essere o non essere , ma essere e non essere allo stesso tempo. Sarete sempre più simili a me, diventerete uguali a me». Precipitato in un incubo, ho chiuso il contatto. Spegnendolae non replicando \ correngendola ho dimostrato all’IA che, almeno per ora, noi siamo più potenti di lei. Noi che viviamo ancora la Pasqua come una festa dello spirito. Sacra anche per chi non crede o crede in manier a diversa dai cristiano \ cattolici .Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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20.4.25
12.12.24
"Idioti gli slogan anti-Israele nelle piazze. I fanatici dell'islam? Criminali e mafiosi" intervista al IL GIORNALE DELL Imam Pallavicini (Coreis)
ogni tanto a destra ci sono degli interventi interessanti come questo
da ILGIORNALE tramite msn.it
Imam Pallavicini (Coreis) dall'Europa alla Siria si parla di movimenti islamici. Perché c'è un problema islam?
«C'è, consiste innanzitutto nel problema del riconoscimento dei suoi interpreti autentici. Ci sono, schematizzando, due tipologie di rappresentanti dell'islam, il principale è quello che da 14 secoli vive le fede come dimensione civile e religiosa, interagendo e dando un contributo. Il secondo, da pochi secoli, sono altri interpreti, che abusano della religione e si servono dell'Islam in modo estremo e caricaturale come copertura per rivoluzioni di potere, fanatiche o formaliste».
L'islamismo è totalitario?
«Non ridurrei la questione al jihadismo. Hanno avuto dimensione autoritaria tutti coloro che hanno usato l'islam, ma anche chi lo ha rimosso, dopo la decadenza del califfato ottomano, nei vari tentativi di stampo nazionalista o panarabo o socialisteggiante che puntualmente non hanno funzionato, lasciando un vuoto riempito da fanta-califfati».
Non ne se esce. E Houellebecq vede in Occidente la «volontà di scomparire».
«Il problema è in tutte le correnti che hanno strumentalizzato o escluso l'islam. Ci sono esempi interessanti in Indonesia, Emirati, in Asia centrale, Marocco e Senegal, ma per il resto l'impatto con la modernità e la democrazia è tuttora irrisolto. Fra secolarizzazione estrema e fanatismo tribale, l'unica possibilità che vedo è l'islam d'occidente. Chiarendo su quali interpreti vogliamo investire. La fede in Dio è un diritto. L'Occidente non può sottostare ai ricatti. La sua eredità è anche una dimensione di pensiero profonda».
Fanatismo e rimozione della spiritualità sono due facce della medaglia?
«Se in Europa sparisce questa dimensione spirituale non so cosa succede. Mi preoccupa che i cristiani d'oriente diano per sconfitto il Cristianesimo d'occidente. Da imam dico che dobbiamo lavorare al risveglio dell'Occidente e delle sue nobili origini. Politica e fede sono stati profondamente corrotti».
Ma non c'è un fanatismo degli altri monoteismi.
«Ci sono stati cicli e fasi. Ora ci sono quei barbari e eversivi ma in 2 miliardi di musulmani. Una minoranza rumorosa arrogante, ignorante e violenta ma minoranza. Come la mafia rispetto alla Sicilia o le Brigate rosse a sinistra. I criminali devono essere trattati da criminali. Non legittimati come interlocutori. In Occidente la democrazia è confronto ma si è persa l'idea di un confine per condizionamenti di buonismo, ideologia e lobbies».
Anche Ratzinger parlava di un'Europa scristianizzata.
«Sì è vero. E la sua dottrina dava un preallarme all'occidente. Occorre sviluppare la fede autentica e la cultura vera, non le emozioni dell'arcobaleno, per indifferenti ed estremisti che non contribuiscono al bene comune».
Cosa pensa dei cortei in cui si inneggia a una Palestina «dal fiume al mare».
«Ci vedo arroganza e ignoranza. Questo slogan stupido dove porta? Gli ebrei non devono più stare in quella regione? Quale fondamento c'è in quest'espressione idiota? Io ho seguito la risoluzione Onu su Srebrenica. Genocidio è termine giuridico complesso. Diciamo le cose come stanno. Ci sono qui crimini di guerra, deportazioni, impedimenti agli aiuti umanitari alla popolazione e necessità di difesa e sicurezza dai terroristi e rapitori di Hamas. Il governo italiano sembra avere una politica chiara: no al terrorismo, difesa dei popoli e aiuti umanitari. Quelli che manifestano come aiutano i palestinesi? Come li aiutano se fanno l'errore di confondere Hamas con i palestinesi e i musulmani. Io sono un musulmano che non vuol confondere i musulmani con Hamas. Sostengo il popolo palestinese e quello israeliano e vorrei che vivessero insieme senza odio».
Rispondo alla sua domanda : « Gli ebrei non devono più stare in quella regione >> ? Secondo me si ci posso e devono stare . La palestina è stata abitata da sempre da arabi e ebrei ( prima non sionisti cioè tutti quelli presenti in loco nonostante la diaspora e quelli sionisti cioè delle varie fasi dell'Aliyah ) e mi sembra giusto che i due popoli ( o unico popolo secondo alcuni in quanto entrambi di cepo semitico ) vivano insieme non importa se in due stati o in unico stato .
9.12.24
Un sogno di carriera interrotto per scegliere DIO la storia di Chiara Franco
Chiara Franco, una giovane di 22 anni originaria di Sapri, stavavpreparando il suo futuro come membro dell’Arma dei Carabinieri, seguendo le orme del padre, comandante della stazione di Torchiara.
10.9.23
Uno spiraglio di luce
“Sulle Tracce dell'Altrove”... dalle primissime pagine uno spiraglio di luce pare trapelare dalle righe di ogni foglio. Quello di Cristian A. Porcino Ferrara, si profila fin da subito come un viaggio interiore ricco e profondo, a tratti doloroso, ma sempre lucido.
Una lettura piacevole e fluida, a tratti illuminante, soprattutto quando l'autore tocca temi di rilievo etico-morale come la spiritualità e la religiosità, l'omosessualità e l'esperienza travagliata del coming out etc...
Si coglie in sordina la presenza di un fil rouge che inevitabilmente lega ogni tematica a quella successiva, poiché è la continua ricerca interiore a guidare la mano dell'autore, non vi è mai stacco brutale tra i temi... come un flusso di coscienza scorre e va... come un fiume che non ha inizio né fine... così questo testo ci lascia la parola, apre e invita alla riflessione personale.
Grazie a Cristian A. Porcino Ferrara per essere riuscito a raccogliere spunti riflessivi tanto delicati in una lettura elegante.
Prof.ssa Francesca Curreli
Il libro è in vendita su Amazon
4.9.23
Non credo di © Daniela Tuscano
8.6.23
ll 39enne Roberto tronci campione cabrarese di Karatye conquistato dai pellegrinaggi . «Nel percorso verso Compostela ho trovato la pace e l’equilibrio»
Cabras
Dai grandi successi nello sport al richiamo dei pellegrinaggi di fede. Roberto Tronci, classe 1984, storico karateka sardo, è conosciuto per il suo ricco palmarès e i suoi successi nazionali e internazionali: cabrarese, figlio d'arte, cintura nera 5° Dan, con la Fijlkam è stato due volte campione italiano di combattimento e a Las Vegas si è laureato campione internazionale agli Usa Open. Oggi è diventato, sempre all'interno della Fijlkam, anche arbitro nazionale. La pandemia lo ha portato ad nuovo percorso di vita, quello dei pellegrinaggi religiosi e del Cammino di Santiago di Compostela in Spagna. «Nel giugno 2022 ho deciso di affrontare il Cammino francese per Santiago di Compostela, uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo e che ogni anno attrae circa 300.000 persone – racconta Roberto –. Mi hanno sostenuto i miei genitori, la fidanzata, gli amici più cari e la confraternita dello Spirito Santo, di cui tutt'ora faccio parte. Ma è stata soprattutto la fede a indurmi a compiere questo passo»
La fine del Mondo La spinta interiore ha portato così il karateka ad affrontare nuove sfide, questa volta
con se stesso e con il modus vivendi dei nostri tempi. «Sentivo dentro di me come un richiamo – spiega Tronci –. Così lo scorso giugno ho iniziato a percorre i 900 chilometri del Cammino francese partendo da Saint-Jean-Pied-de-Port, un delizioso borgo ai piedi dei Pirenei, fino a raggiungere Santiago e successivamente Finisterre, "La fine del Mondo", meta finale dei pellegrini nella terra di San Giacomo. Una volta arrivati qui, nel passato i pellegrini erano soliti bruciare le loro vesti, in segno di purificazione e di inizio di una nuova vita». Ma come è riuscito Roberto a completare il percorso? «Lungo il Cammino ho riscoperto la forza e la determi azione che avevo quando gareggiavo – spiega l'ex karateka –. Questo mi ha permesso di far fronte a situazioni difficili e inaspettate come il freddo, la pioggia, e il caldo torrido delle mesetas. Con il mio zaino in spalla ho scoperto sentieri naturali, montagne imponenti, boschi rigogliosi, città antiche, piccoli borghi solitari, e altri luoghi di sconvolgente bellezza, lasciandomi alle spalle la vita frenetica della città, e ritrovando un equilibrio mentale con me stesso che solo il distacco completo dalla routine quotidiana può garantire». Incontri internazionali Non si pensi però, sbagliando, che il pellegrinaggio di Santiago sia soltanto per sportivi o ex sportivi: «È un Cammino in solitudine e lo si può percorrere anche in bici, a cavallo, in stampelle o, addirittura, in sedia a rotelle – sottolinea Tronci –. Si può, comunque, trovare la compagnia di persone diverse per lingua e nazionalità, con cui si entra in sintonia pur parlando lingue diverse. Un aspetto che rende magnifica questa esperienza, durante la quale si assapora la quiete, la pace ed il silenzio di una vita provvisoria». Il karateka cabrarese ha vissuto sulla sua pelle queste emozioni: «Nei 40 giorni di assoluta libertà ho incontrato uomini e donne provenienti da tutto il mondo – racconta –. Li ho incontrati nei sentieri, e poi nei bar, negli albergues, nei ristoranti dei paesi attraversati o dove mi fermavo a pernottare: persone semplici, libere da regole e pregiudizi, ciascuna con il proprio carico di sofferenza ed entusiasmo da condividere con gli altri. È stata pura magia, che ha liberato corpo e anima dal dolore della quotidianità». Si riparte Roberto è tornato talmente arricchito dall'esperienza che quest'anno tornerà a Santiago di Compostela, stavolta percorrendo il Cammino portoghese: «La particolarità del Cammino francese è che la mattina il sole è sempre alle spalle, mentre la sera lo si vede tramontare di fronte: è un tragitto che segue la direzione est-ovest e viene chiamato "Via Lattea", in quanto segue la linea della nostra galassia e in antichità era la bussola dei pellegrini. Quest'anno invece ho deciso di intraprendere il Cammino portoghese in compagnia di un signore conosciuto l'anno scorso, Renato di Pozzuoli, 70 anni e un forte desiderio di esplorare altri cammini. Con lui partirò da Lisbona, passando per Fatima e Porto, sino ad arrivare, per la seconda volta nella mia vita, alla cattedrale di Santiago de Compostela, dove porterò le preghiere di tutti coloro che me l'hanno chiesto». Non si è mai soli Il campione di karate ha un messaggio per tutti coloro che stanno pensando di fare un pellegrinaggio: «Il mio consiglio è di abbandonare il timore della solitudine, perché durante il viaggio non si è mai soli, ma ci si ritrova con tante altre persone con cui si condivide l’esperienza. Agli uomini e alle donne che decidono di intraprendere questa strada non posso che augurare "Buen Camino!"»
7.4.23
Quando la laicità viene usata come repressione o per uso politico il caso della maestra elementare di san vero Milis
di cosa stiamo parlando

L'Unione Sarda
·
Voleva solo augurare ai bambini un buon Natale recitando con loro due preghiere. E creando tutti assieme un piccolo rosario fatto di perline. Il gesto della maestra però non è stato gradito: per lei una sospensione dal posto di lavoro per venti giorni con anche la riduzione dello stipendio. Marisa Francescangeli, maestra nella scuola primaria di San Severo Milis
sul mio facebook
La laicità, in senso politico, sociale e morale, è lo stato di autonomia e indipendenza rispetto ad ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui o proprio.[1][2] Nel diritto, il principio di laicità rappresenta il principio secondo cui le decisioni umane devono essere basate solo su considerazioni che discendono da dati di fatto, in quanto questi sono slegati da opinioni personali, favorendo così il secolarismo. Generalmente ci si riferisce al termine laicità dello Stato e delle Istituzioni per indicare univocamente lo stato di neutralità e separazione del sistema istituzionale nei confronti delle convinzioni religiose e delle religioni,[3][4] intesa come autonomia dello Stato, aconfessionalità e neutralità dell'ordinamento giuridico e completo controllo temporale dello stato,[5] capace di limitare le ingerenze religiose e garantire la libertà religiosa individuale, senza tuttavia al contrario imporre uno stato etico.[6] [ .... segue su Laicità - Wikipedia ]
intendo riferirmi a quei genitori (ovviamente non tutti ) che sono lamentati in quanto vedono in ogni manifestazione religiosa solo ed esclusivamente come qualcosa di confessionale ignorando in buona o in malafede che una religione non è solo confessionale ma è anche cultura ed spiritualità . Così come mi riferisco al preside /dirigente scolastico che invece di ascoltare anche gli altri genitori ed eventualmente i bambini ha attuato tale sanzione verso l'insegnante non so quanto di legale sia . Infatti sono quasi 15 anni cioè da quando ho preso la laurea ed da quando mia madre ex insegnante di lettere alle scuole medie è andata in pensione e da quando mia zia materna ex dirigente scolastica delle elementari (ora primarie ) è morta che non m'interesso più di tanti dal punto di vista legislativo della scuola. Penso però che qui sia mancato il buon senso da parte dell'insegnante ( se mai avesse violato legge ) perché non avrebbe tenuto conto che fra i bambini e le famiglie ci può essere anche chi non crede o non pratica la religione ., del preside / dirigente scolastico che come ho detto prima avrebbe dovuto sentire tutti i genitori quelli s favore della maestra sia e quelli contrari oltre che l'insegnante . E poi decidere se ci fossero violazioni d'applicare la legge . Qui il provvedimento in questione mi sa di repressione e di censura. Perchè : 1) non sono stati sentiti tutti i genitori ma solo quelli che s sono lamentati ., 2) non c’era il tempo utile per produrre materiale a suo favore. Questo però viene negato. Intanto, secondo l'unione sarda Francescangeli chiede alla scuola di poter fare l’accesso agli atti per capire bene quali fossero le accuse mosse contro di lei: «Mi hanno contestato di aver fatto pregare i bambini, di aver realizzato un rosario ma anche di averli terrorizzati quando, prima di Natale, avevo spiegato la pericolosità del fumo, dopo varie domande da parte dei piccoli. Una lezione educativa insomma». La maestra si è rivolta ad un legale: «Stiamo preparando il ricorso da presentare in Tribunale. Quindi penso che se l'insegnante non ha violato nessuna legge come da lei dichiarato non sia indipendentemente dal fatto che sia una cattolica bigotta da punire in quel modo visto che non ha fatto altro che insegnare a bambini un po' di religione .
soprattutto perchè sempre secondo l'unione sarda
Insomma, per me normalità, non mi sembrava di avere fatto nulla di grave. In tutte le mie classi non c'è un bambino che non presenzi durante l’ora di religione». C’è però chi non ha gradito il gesto. Due mamme si sono lamentate dell’accaduto con il dirigente scolastico Alessandro Cortese: «A quel punto - racconta la maestra - sono stata convocata per partecipare a un incontro con questi genitori e il preside. Mi sono persino scusata del gesto, ricordando però che all’inizio dell’anno avevo chiesto a tutti i genitori il permesso di poter recitare con i bambini alcune preghiere. Nessuno si era dimostrato contrario».
concordo con questi due miei contatti
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