Wasim Razzouk is a tattoo artist in Jerusalem’s Old City. Ink runs deep in his family. The Razzouks have been tattooing visitors to the Holy Land for 500 years (and in Egypt for 200 years before that). Christian pilgrims flock to Razzouk Tattoo to get a cross tattoo based on one of the designs on wooden stamps that have been in the Razzouk family for generations. Razzouk is honored to be entrusted to leave such a special mark on someone’s skin. “It’s almost like baptizing somebody, and that’s a big responsibility,” Razzouk says.
ho tentato di er chi lo volesse in italiano ma il donwload , tramite l'estensione downloadhelper cui sono riuscito a scoricarlo da msn.it suopera il limite richiesto da bloggger mi spiace . Proverò appena ho tempo ad inserirlo nel mio canale di youtube e a fornirvi il link per i prossimi post
Fra le tante email che ho ricvevuto su redbeppe@gmail.com ( email del blog a cui potete scrivermi per richieste , iunsulti , elogi o altro ) per aver condiviso su fb un articolo , non ricordo la fonte , in cui si elogiava la maestra elementare che aveva fatto togliere il Niquab ovvrero quel velo in integrale che copre tutto i corpo lasciando scoperti solo gli occhi , ho scelto questa che mi sembra la più significativa e quella che riassiume le numerose email simili che ricevo ogni qualvolta affronto tali tematiche .
Spett Compagni di strada
Non vi capisco , siete per la laicità ed per le donne Iraniane che lottano contro l'imposizione del velo e poi difendete gli islamici che lo impongono non solo alle donne ma anche come in questo caso alle loro figlie . E criticate la maestra perchè gli lo ha fatto togliere violando la sua cultiura ed la sua identita quando poi invece gli lo ha lasciato
Cara *****
Facciamo chiarezza . Per Laicità io intendo questa definizione presa da Laicità - Wikipedia
La laicità, in senso politico, sociale e morale, è lo stato di autonomia e indipendenza rispetto ad ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui o proprio.Nel diritto, il principio di laicità rappresenta il principio secondo cui le decisioni umane devono essere basate solo su considerazioni che discendono da dati di fatto, in quanto questi sono slegati da opinioni personali, favorendo così il secolarismo. Generalmente ci si riferisce al termine laicità dello Stato e delle Istituzioni per indicare univocamente lo stato di neutralità e separazione del sistema istituzionale nei confronti delle convinzioni religiose e delle religioni,intesa come autonomia dello Stato, aconfessionalità e neutralità dell'ordinamento giuridico e completo controllo temporale dello stato,capace di limitare le ingerenze religiose e garantire la libertà religiosa individuale, senza tuttavia al contrario imporre uno stato etico. [.... ]
Infatti un conto è il normale ( qui su Velo islamico - Wikipedia maggiori dettagli sui diversi tipi di velo islamico ) " velo classico " sia che sia imposto (cosa contro cui combatto) che facoltativo ( che rispetto ) cioè quello d'origine pre islamica appreso da dei cristiani d'oriente e fatto poi proprio da maometto e dall'islam origianale accettato anche in italia simile a quel fazzolletto che usavano nel sud d'italia comresa la Sardegna ( la mia regione ) le nostre bisnonne per coprirsi i capelli . Unn altro è il " velo fondamentalista " cioè quello parzialmente integrale come il Niqab in questo caso o tottalmente integrale come il Burka dei talebani o simili che interpretano il corano in maiera radicale \ fondamentalista . Ha fatto bene la maestra di Pordenone a chiedere alla sua alunna e o poi alla madre di togliere il niqab, pesantissimo velo scuro che occulta completamente il corpo lasciandone scoperta soltanto una piccola, anzi minuscola, porzione, gli occhi, al fine di consentire almeno la vista a chi indossa tale impalcatura nera fortemente costrittiva, la quale è simbolo e indice di radicalismo, integralismo e fondamentalismo islamico. L'insegnante ha fatto valere, attraverso questa richiesta, il rispetto della normativa italiana in materia di sicurezza e ordine pubblico, la quale prevede, mediante una specifica legge (⁕ ) che nessuno possa frequentare i luoghi pubblici coprendosi totalmente il volto, allo scopo di consentire appunto il riconoscimento. E puntualizzo un elemento che viene sempre più trascurato, purtroppo: ad essere tenuti all'osservanza delle leggi italiane non sono soltanto gli italiani ma anche gli stranieri e gli extracomunitari, ovvero chiunque si trovi sul nostro territorio, immigrati islamici inclusi. Eppure spesso ho la sensazione netta che, sulla base dell'invocato principio della libertà di religione, sia imperante ormai il convincimento che gli islamici possano mantenere, determinati usi che sono in contrasto con le norme italiane e pure con i valori fondativi della nostra Repubblica e delel nostre istituzioni . Basti pensare alla pratica dell'infibulazione, ovvero delle mutilazioni genitali femminili, in Italia vietata eppure largamente diffusa all'interno delle comunità musulmane trapiantate in Italia . Nessuna tradizione religiosa può sovrastare il diritto costituzionale e non. Siamo uno Stato laico che garantisce la libertà di chiunque di professare la propria fede e la ropria cultura , tale libertà non include la possibilità di contravvenire alle norme giuridiche, di calpestarle, di violarle. Criticare la maestra che ha chiesto all'alunna di togliere il niqab vuol dire non avere capito nulla. Ad essere redarguita non dovrebbe essere l'insegnante ma i genitori di questa piccola i quali hanno imposto a una minore l'adozione del soffocante velo integrale in quanto femmina, cosa che configura una discriminazione di genere, che la nostra Costituzione rigetta e proibisce. Non si tratta quindi soltanto di rispetto delle norme ordinarie ma anche delle norme fondamentali del nostro ordinamento nonché dei diritti universali dell'infanzia.Invece di focalizzarci sulla maestra, rivolgiamo la nostra attenzione a questi genitori alle eventuali violazioni e agli eventuali abusi da questi compiuti. Hanno diritto, in quanto integralisti islamici, a obbligare la minore a campare nascosta sotto metri di stoffa? Può esistere un diritto a privare della identità e della libertà di scelta, un diritto a discriminare, soffocare, a ledere la socialità di un essere umano condizionandone la crescita sulla base del fatto che è nostro figlio?Mi auguro che questa creatura non sia stata sottoposta ai tipici riti degli islamici radicali, come l'infibulazione, cosa che tuttavia non mi sorprenderebbe, considerato il contesto familiare che manifesta palesi segni di stupidità e fanatismo
* si applicano queste leggi Art. 85, R.D. 18 giugno 1931, n. 773. ., Art. 5, legge 22 maggio 1975 n. 152, mod. da legge n. 533 dell’8 agosto 1977 e D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 31 luglio 2005, n. 155. che riguardano come dice https://www.laleggepertutti.it/459460_si-puo-girare-a-volto-coperto l'andare in giro e in luogo pubblico con il viso coperto
Le sette, ovvero
tutte le
associazioni che si
discostano dalla religione
principale, qualunque essa
sia, per intraprendere un
nuovo rito, fanno leva su
principi piuttosto semplici
e ruotano attorno alla
paura. Persone sole che
vogliono far parte di un gruppo
sono più a rischio di altre. Se
viene raccontato che il
demonio infesta i loro corpi, la
loro casa, e a dirlo è qualcuno
di cui si !dano, quasi
certamente permetteranno
qualsiasi cosa purché il male
venga scacciato.
In Italia, con la presenza
massiccia e
rami!cata della
chiesa in tutte le sue
espressioni, non è necessario
essere ferventi cattolici per
conoscere la dottrina:
battesimi, comunioni, cresime,
matrimoni, sono all’ordine del
giorno. Croci!ssi, preghiere e
campane a lutto o a festa,
anche. Si tratta di riti collettivi
a cui siamo avvezzi. Non
dovrebbe sorprendere, quindi,
che chiunque invochi il nome
del Signore per una guarigione,
per un miracolo, per una
supplica venga tutt’al più
ignorato o ritenuto inoffensivo:
che sta facendo di male? Sta
solo pregando. Qualsiasi religione non è solo
bontà e preghiera. È anche un
modo come un altro per
controllare le masse e renderle
mansuete. Le sette hanno
come caratteristica principale il
cosiddetto ‘love bombing’:
accolgono i nuovi arrivati con
un vero e proprio
bombardamento d’amore. Ed è
contrario alle regole di un
gruppo che, per la sua propria
sopravvivenza, è chiuso.
Dif!cile essere accolti in un
nuovo uf!cio. O a scuola. Nella
setta è il contrario: è
tremendamente semplice.
Una persona sola, bisognosa
d’amore, accolta con
entusiasmo non se ne andrà
più. Sarà fedele, farà quello
che le verrà chiesto. La setta fa
leva sulle debolezze, sulle
paure e sul senso di colpa. Il
leader della setta vuole
esercitare un potere. Se poi
arrivano anche offerte, soldi,
regali, tanto meglio. Far
credere di essere il tramite con
cui Dio opera i suoi miracoli è
da criminali. Così come è da
criminali, e i leader delle sette
sono criminali, invitare i propri
adepti a sospendere i farmaci,
a non credere ai medici, a
seguire strane diete. Se
l’adepto viene convinto che nel
suo corpo c’è il demonio e che
serve un esorcismo per
scacciarlo, quasi certamente
non si opporrà, intimorito dalla
morte, dall’ignoto e dal male.
Le sette e le microsette in Italia
prosperano perché c’è un
timore reverenziale per tutto
ciò che viene de!nito sacro,
retaggio culturale di chi, !n da
piccolo, ha fatto le scuole
pubbliche sotto il croce!sso
appeso al muro. Ma la vera
religione è un’altra”
Il reclutamento avviene per
passaparola: «Vado in questo
posto, mi trovo bene. Vieni?». Si viene accolti con grande
affetto: sorrisi, abbracci,
inclusione immediata. Non è chiarissimo quale sia lo
scopo: pregare, stare bene. La
religione è riveduta e corretta. Ci sono richieste di offerte: di
tempo, denaro, esperienza. Ci sono domande intime e c’è
l’attesa, pressante, per risposte
dettagliate. C’è un momento di rottura: se
non sei con noi, allora sei contro
di noi. C’è il momento della
guarigione: «Hai un problema, noi
possiamo risolverlo». Nella setta un rito di passaggio
decreta l’ingresso, a quel punto
l’adepto coinvolgerà altri .
Dopo 9 anni di fidanzamento decidono di cambiare tutto e diventano sacerdote e suora. E’ la storia di Angelo e Paola, una ex coppia che stava anche programmando il matrimonio. Oggi Angelo e Paola sono Don Angelo Ragosta e suor Maria Giuseppina: lui il 21 aprile scorso ha festeggiato i dieci anni da prete, ora è in Germania; lei è diventata monaca di clausura, carmelitana scalza, conosciuta con il nome di suor Maria Giuseppina dell’Amore incarnato. A raccontare la particolare storia è stato Don Angelo tramite la sua pagina Facebook: “Dovevamo sposarci e invece abbiamo detto sì a Dio (
Sempre insieme, ma ora con un ‘terzo incomodo’: Dio. La storia di Angelo e Paola sembra la sceneggiatura di un film romantico, anzi una parabola cristiana. Da anime gemelle fino a sposare… il Signore, diventando prete e suora. I due si incontrano per la prima volta aPortici, nella provincia diNapoli, quando Angelo ha 16 anni e Paola 15. La fede arriva solo successivamente, però, perché anzi inizialmente li unisce una certa avversione per la Chiesa, i preti e le suore.(QUOTIDIANO NAZIONALE)
“Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Salmo 117. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo ben 9 anni di relazione, due giovani ragazzi: Paola e Angelo, hanno scoperto un’interiorità diversa che li ha spinti a scelte determinanti per la loro vita. Entrambi hanno compreso la radicata vocazione che traboccava nei loro cuori così hanno chiarito il loro rapporto e i loro sentimenti visionando una strada diversa. (Internapoli)
La storia di Angelo e Paola è una di quelle storie d'amore che sembrano uscite da un romanzo, ma che in realtà sono la testimonianza di due anime che hanno sentito la vocazione religiosa e hanno deciso di seguirne il richiamo. (Gazzetta del Sud)
La storia di Angelo e Paola: dovevano sposarsi, ora lui è un prete e lei una suora Originari di Portici, nel Napoletano, fidanzati per 9 anni, a un passo dal matrimonio, prima lei e poi lui hanno sentito la vocazione. (Fanpage.it)
Nel 1996 si innamorano e iniziano una relazione con – fa sapere Angelo, riportato dal Quotidiano Nazionale – «i classici tira e molla di gioventù». Da ex fidanzati a prete e suora. (Open)I due si innamorano e dopo 9 anni di fidanzamento decidono di sposarsi. Lei è suor Maria Giuseppina, monaca contemplativa al Carmelo (ma continua a fargli le ramanzine come quando erano fidanzati). (ilmattino.it)
Continua ancora la tiritera di esponenti politici e di movimenti di cattolici reazionari sulla sospensione della maestra sarda . Tutto ciò Nonostante Sulla vicenda, ormai più che rafferma, della maestra di Oristano sia intervenuto salomonico ( visto che ha inviato gli ispettori , in modo d a dare in contentino a chi si lamentava che le procedure non siano state corrette ) a mettere una pietra tombale ( ? ) il ministro dell’Istruzione Valditara, che precisa che avrebbe dovuto fare il suo mestiere, non fare la propagandista religiosa in luoghi istituzionali , cioè «Anziché insegnare geografia, storia e matematica, la maestra avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare. È quindi una violazione di un obbligo previsto dalla legge. Se poi si tratti di canzoni religiose, di Bandiera rossa o di leggere Repubblica durante l'ora di matematica, non cambia » afferma il ministro. Ora la misura della sospensione non è dunque affatto “esagerata” come in tanti , sottoscritto compreso , avevamo creduto dalle prime frammentarie informazioni, visto che la maestra aveva ricevuto diversi richiami bonari da parte del dirigente, nel corso di diversi mesi, ma lei era evidentemente era troppo ossessionata dall’utilizzare l’innocenza dei bambini per inculcare le sue interpretazioni religiose, anziché fare il lavoro per cui tutti noi la paghiamo. A margine di questa vicenda, in cui tutta la destra bigotta e oltranzista non ha perso occasione ed continua tutt'ora a strumentalizzare la vicenda per strillare al cristianesimo perseguitato, scavalcando organi competenti e stimati professionisti per tuffarsi in considerazioni su argomenti che non conoscono o conoscono appena perchè
Maestra sospesa per le preghiere, «il Ministro non ha alcun potere di revocare provvedimenti disciplinari»
La nota del Ministero dell'Istruzione sul caso di Marisa Francescangeli di Oristano
Sul caso di Marisa Francescangeli, «il Ministro non ha alcun potere di revocare provvedimenti disciplinari, può invece disporre ispezioni per verificare la correttezza dei procedimenti medesimi. La competenza disciplinare è esclusiva dell'amministrazione, non degli organi politici»
Biagio non ha predicato il Vangelo: lo ha vissuto, lo ha incarnato. Con i fatti e non solo con i discorsi, ci ha insegnato che la Parola evangelica è scomoda, a volte urticante, perché ci parla di un Dio da accogliere, prima che da cercare. Un Dio che si manifesta nelle persone fragili, povere, ferite nell’anima e anche nel corpo. Persone che, prima che “aiuti”, cercano fratelli capaci di mettersi nei loro panni. Questa è la responsabilità che ci lascia Biagio: di diventare più umani, più accoglienti.
Erano anni 🤗😄 che cercavo e finalmente ho trovato ( al meno credo ) in questa slide riportsta sotto una risposta al quesito espresso nel titolo del post d'oggi .
ec soprattutto s'adirebbe verso chi in suo nome commetter discriminazioni come
Prima gli italiani? Per il ministro Fontana è basato sulla Bibbia: “Ama il prossimo tuo, cioè quello in tua prossimità”
“Migranti? Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: ‘ama il prossimo tuo’, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità”. Così il ministro della Famiglia e delle Disabilità, Lorenzo Fontana, spiega la politica migratoria della Lega, nel corso di una iniziativa elettorale leghista a Pisa.
Fontana cita la copertina di “Famiglia Cristiana” dedicata a Matteo Salvini (“Vade retro Salvini”) e aggiunge: “Se io amo le persone che arrivano dall’altra parte del mondo, però poi mi dimentico del disabile o della persona in difficoltà o del vicino di casa, sono un ipocrita. Quindi, come ha detto sempre Salvini, vanno aiutate le persone che effettivamente scappano dalla guerra, in particolar modo le donne e i bambini. Per quelle persone, grazie anche alle associazioni umanitarie, massima accoglienza e massimo aiuto. Ma quelli che vengono usati nella tratta degli schiavi vanno aiutati in un solo modo: bloccare la tratta degli schiavi e aiutarli sui loro territori”.Il politico leghista, poi, si rivolge al pubblico: “Immagino che, come me, voi tutti vediate ogni tanto anche le pubblicità che mostranochi veramente muore di fame in Africa. E vedete che non sono quelli che arrivano qui. Quindi, ama il prossimo tuo, quello nella tua prossimità. Se abbiamo 4-5 milioni di poveri, non possiamo andare a occuparci dei poveri del resto del mondo, perché chi governa ha innanzitutto il dovere di far stare bene la comunità che, appunto, governa. Poi ovviamente, se tutti stanno bene e sono stati messi nelle condizioni di vivere bene, allora si aiuta soprattutto chi ha bisogno. Ma quando c’è qualcosa di strano dietro, bisogna stare attenti, perché, invece di aiutare, possiamo magari fare un danno sia a noi, sia a loro”.
Nel corso del suo intervento, il ministro definisce più volte la Lega “il partito che ama” e puntualizza: “La nostra azione politica si basa sul buon senso. Ho sempre pensato che quello che dovevamo fare era quello che avrebbe dovuto fare un buon padre o una buona madre di famiglia. E penso che non esista nessun buon padre di famiglia che voglia che il figlio si droghi. A livello governativo abbiamo proprio cercato di mettere al centro il buon senso e l’atteggiamento che avrebbe avuto un buon padre di famiglia”.
Cita, quindi, Quota 100 (“grazie a Matteo Salvini tanti si possono finalmente godere una meritata pensione con qualche anno di anticipo”) e ribadisce: “Noi siamo i buoni. Qua c’è un mondo alla rovescia. Se diciamo che un bimbo ha diritto ad avere una mamma e un papà, siamo cattivi. Ma come? E’ sempre stato così. Noi siamo il partito che ama”
In quanto tali dichiarazioni sono incontradto con lo spirito delle sacre scritture in quanto Gesù predicava il messaggio di Dio lo faceva a 360° senza nessuna distinzione e discriminazione
1) sono contro l'aborto specie se usato a scopo anticoncenzionale . Ma perchè debbo vietarlo e giudicando o lanciando .... fango chi lo pratica costringendoli all'aborto clandestino o se hai soldi in svizzera o cliniche private . Ma sopratutto condanno è mi fa schifo : chi lo combatte sia con bufale \ disinformazione ed falsità ascientifiche , ma sopratutto non rispettando le scelte altrui , giudicando , ed additandole come criminali .
2) Essendo etero mi danno fastidio e mi turbano certi atteggiamenti esibizionisti e contro natura , vedi utero in affitto , del mondo omosex e Lgbt . Ma il ragionare in quel modo citato dall'articolo sotto riportato , e con teorie prmai arcaiche ed ascientifiche mi sembra nn solo omofobo ma sessualmente discriminatorio verso cooro che hano una sessualità differente
Omosessualità e aborto, le bufale pro-vita arrivano a scuola. È ora di dire basta
Alcuni avvenimenti degli ultimi giorni hanno coinvolto i movimenti pro-vita e i soliti alfieri dell’omofobia. Questi evidenziano non tanto la forza primigenia che agita quel mondo – l’odio per il diverso – quanto il metodo usato per far breccia nella società: la menzogna. Menzogna infarcita da una certa dose di mistificazioni. Vediamo perché.Cominciamo dal caso diSilvana De Mari,medico e scrittrice fantasy divenuta famosa per le sue dichiarazioni sulle persone Lgbt. In più occasioni la signora ha messo sullo stesso pianoomosessualitàesatanismo,gayepedofili. Per questa ragione è stata portata in tribunale dal Coordinamento Torino Pride e Rete Lenford ed è stata condannata per diffamazione, poiché ha offeso “in più occasioni l’onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale”. Un organo dello Stato ha dunque stabilito che mettere nello stesso calderone Satana, i pride e qualche prete che ha mal interpretato le parole di Gesù “lasciate che i bambini vengano a me” è un crimine. Sulla sua bacheca, tuttavia, si poteva leggere un’altra storia (il post è stato poi rimosso,come lei stessa spiega): e cioè che è stata assolta.
Adesso, è vero che tra i capi d’accusa, uno è caduto. Ma emergono due fatti:
1. è stata condannata a un risarcimento cospicuo. Non solo deve pagare la multa di 1500 euro – l’accusa ne aveva chiesti solo 1000 – ma anche risarcire le due associazioni che l’hanno denunciata con 2500 euro ciascuna;
2. la giustizia del nostro Paese condanna l’omofobia. Manda a dire a quelli come la signora che non c’è cittadinanza per discorsi come i suoi. Che il suo modo di pensare è apolide, in uno Stato di diritto. Questo De Mari non lo dice.
Ancora, in un liceo di Monopoli è stato proiettato un video contro l’aborto. Si tratta de L’urlo silenzioso, un filmato del 1984 talmente cruento che è stato vietato ai minori di 18 anni. Il docente di religione, che invece ha usato il suo ruolo per fare ideologia contro l’autodeterminazione delle donne, lo ha fatto vedere in prima liceo. Senza il consenso dei genitori. Emerge anche che qualche giorno prima nella stessa scuola sia stato invitato il Movimento per la vita, che ha parlato dello stesso tema dicendo che “la pratica dell’aborto prevede che si estraggano pezzi di gambe e braccia di bambini già formati”. Non è la prima volta che avviene un caso del genere.
La cosa inquietante è che quel documentario è stato bocciato dalla comunità scientifica, in quanto “disseminato di inaccuratezze, affermazioni false e esagerazioni, scientifiche, mediche e giuridiche”. Nel film, infatti, si dice che il feto alla 12esima settimana emetta un urlo silenzioso nel momento dell’interruzione di gravidanza. I medici negano categoricamente tutto ciò, in quanto il cervello e l’apparato respiratorio non sono ancora sviluppati. A scuola non si insegnano le bufale. I supporter “pro-vita”, a quanto pare, ignorano questa disposizione. Per prolife et similia, le associazioni che cercano di fare educazione alle differenze a scuola veicolerebbero idee bislacche e ascientifiche, per non dire criminali. Tra tutte, che si può diventare uomini e donne da un giorno all’altro. Con lo scopo di pervertire le giovani generazioni. I percorsi di educazione alle differenze, sempre secondo tali personaggi, si farebbero in semiclandestinità, tenendo all’oscuro i genitori. E invece questi casi dimostrano che sono loro, i prolife, a usare queste “modalità”: ovvero bufale e azioni fatte senza il consenso delle famiglie.Sempre nella narrazione omofoba, i ragazzi che fanno i percorsi di educazione di genere, in cui si dice che non bisogna picchiare il compagno perché gay – loro, i prolife, parlano di “gender” in questi casi – tornerebbero poi a casa sconvolti. Ci hanno pure fatto un filmato, su questa cosa. I fatti di Monopoli parlano invece di adolescenti turbati proprio dal video imposto dal docente di religione. Il bue, insomma, dice cornuto all’asino. Si ha la sgradevole sensazione, insomma, di essere di fronte a personaggi che se fossero vissuti in altre e ben tristi epoche non avrebbero avuto problemi ad accendere la pira sulla quale sacrificare la strega di turno. Oggi, per fortuna, abbiamo ancora lo stato di diritto e l’azione di queste persone è limitata dalle leggi e dal vivere civile. Non potendo fare roghi di libri e esseri umani, bruciano sul patibolo delle loro credenze ragione e verità scientifiche. Forse sarebbe il caso che questa gente – compresi certi insegnanti di religione – venisse tenuta ben lontana dalle nostre scuole.
O quanto meno visto la delicatezza di tali tematiche parlarne in modo non ideologico e disinformato ma in modo informato e possibilmente con un contradditorio fra i pro ed contro cosi che ciascuno possa farsi una sua idea o decidere a quale aderire . Ma sopratutto evitare che se ne parli come qualcosa , in qiesto caso dell'aborto come una procedura chirurgica semplice e indolore. Ma purtroppo non è così perché lascia ciccartici profonde nell'animo delle donne che lo fanno. Una società civile dovrebbe essere in grado di offrire l'aborto come ultima scelta tra tante di vita. Purtroppo non è così, almeno in Italia, dove si smantellano i consultori e progetti che vanno in questa direzione lasciando sola la donna o portandola ad aborti clandestini o ad abbandono del neonato oppure nell'impossibilità d'eseritare il suo diritto d'abortire in quanto ipocritamente ( ovviamente senza generalizzare ) molti medici sono obbiettori . Infatti ----- secondo questo articolo di Di Silvia Nazzareni del 17 Dicembre 2018 - 16:08 per
https://www.thesocialpost.it/2018/12/17 ------ [....] A più di 40 anni dalla legge sull’aborto, sembra che siano stati fatti passi indietro anziché passi avanti sulla libertà femminile nei riguardi del proprio corpo. È difficile immaginare quali possano essere state le conseguenze a livello psicologico della visione di questo video da parte di ragazzi e ragazze di 14 anni, in un’età fragile e che vede i giovani già rapportarsi al sesso con numerose diffidenze e paure.
Un feto alla fine del terzo mese di gravidanza SEBASTIAN KAULITZKI/SCIENCE PHOTO LIBRARY
Nonostante sia stato ormai ri badito e assicurato a livello normativo che il diritto all’aborto debba essere garantito e preservato, sono ancora molte le associazioni che promuovono un terrorismo psicologico che porti i giovani ad avere paura del sesso e ad approcciarsi in maniera distorta e negativa al rapporto con sé stessi e con un possibile partner. Questo fenomeno, se non bloccato tempestivamente, rischia di portare allo sviluppo di generazioni impaurite, poco coscienti delle proprie libertà e dei prorpi diritti, e sicuramente male informate sui fatti. IL video in questione non è un inedito degli ultimi tempi: si tratta di un breve documentario di circa mezz’ora girato nel 1984 e nel quale appare il medico pro-vita Bernard Nathanson. Il film ha il titoloIl grido silenzioso, ispirato all’ “urlo” che secondo il medico il feto cercherebbe di emettere, aprendo la bocca, negli istanti in cui avviene l’aborto. Il video non è adatto a un pubblico sensibile: oltre a spiegazioni estremamente enfatizzate e crude, sono presenti immagini di aborti veri e proprio praticati su alcune donne. All’epoca dell’uscita del documentario ci fu molta attenzione mediatica su di esso e si riunì anche una commissione medica organizzata da Planned Parenthood che ha concluso che il filmato, oltre ad essere molto inaccurato, veicolava dati falsi e molte bugie a livello medico-scientifico. Nel video Nathanson attribuisce un’anima molto definita e già complessa, nonché una sorta di personalità a un feto, il che è stato ritenuto falso e tendenzioso da un punto di vista etico-giuridico
Oltretutto nel video si sente Nathanson parlare di pezzi di “gambe e braccia che vengono strappati”, frasi riportate anche dall’associazione pro vita Movimento per la vita, che si è occupata di introdurre il video alle classi e di argomentarlo. .[....] Ludovico Abbaticchio, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della regione Puglia, ha definito il fatto come “intervento deviante e terroristico nei confronti di minorenni”. Il garante ha anche dichiarato di volersi rivolgere alla procura dei Minori per andare in fondo alla questione.
Io non lo so cos'è il comune senso del pudore : << lo sapevamo 50, 60 anni fa. Oggi non lo sappiamo più. È tutto da ridefinire. >>Marta Boneschi autrice de Il comune senso del pudore ( copertina al lato ) . visto s'alternano spinte : " pudiche " quella avvenuta di recente dove una ragazza mussulmana barbaramente uccisa dai parenti perchè vuole vivere come gli occidentali .Ora viene " uccisa " una seconda volta anche da morta per il un modo di pensare troppo pudico del fratello che ha fatto togliere la foto dala lapide perchè : toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta ".
La seconda troppo " spinta " di certi manifesti pubblicitari troppo sessisti e pieni di luoghi comuni \ stereotipi sull'altro sesso .
Quindi il senso della decenza ( come si diceva un tempo ) e del pudore sta nel mezzo . Ma per poterlo usare avere \ formarselo dobbiamo capire e conoscere come s'era prima . Consiglio quest'altro bellissimo libro , su ''Gli italiani e il senso del pudore, tra libertà e ordine pubblico'' , diLiliosa Azara, docente di storia contemporanea e storia delle donne, I sensi e il pudore. L'Italia e la rivoluzione dei costumi
(Donzelli) racconta i cambiamenti del senso del pudore in Italia fino
al fatidico 1968. Data emblematica, nel suo racconto, è l'anno 1954
quando - per la prima volta - apparve nelle cronache il termine "ragazza
squillo" (traduzione dell'inglese "call girl"). Erano gli anni in cui
si combattevano due concezioni della pubblica decenza, in termini però
prettamente maschili, in particolare nel dibattito sulle case chiuse. In
pochissimi, come la senatrice Merlin, consideravano il punto di vista
femminile.
Ora dopo questo lungo spiegone veniamo ai fatti .
Iniziamo dal primo fatto che sembra una storia d'altri tempi " prima dei pc " dove bastava avere le spalle scoperte per passare delle .... scostumate
Brescia, non c'è pace per Hina Saleem. Il fratello toglie la foto dalla tomba: "Troppo scoperta "
Hina Saleem e la sua tomba
La ragazza pakistana era stata uccisa dal padre nel 2006 perché voleva vivere all'occidentale. Un misterioso benefattore aveva realizzato una lapide per lei, ma il fratello ha tolto la foto in cui è in canottiera: "Ne metterò un'altra" [...] da https://milano.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/
Una storia \ vicenda di quando la religione viene interpreta in maniera fondamentalista , fanatico e cretino secondo me . Sembra una storia avvenuta nellaultra cattoliccissima italiana degli anni 50 e che vide come dice questo articolo riportato sotto
Scalfaro: la leggenda dello 'schiaffo' a signora in decolte'
Il caso del 'prendisole' sulle cronache del luglio 1950
Ansa 29 gennaio, 14:24
Oscar Luigi Scalfaro
ROMA
Oscar Luigi Scalfaro fu protagonista il 20 luglio del 1950 di un episodio che fece molto scalpore sulle cronache dell'epoca, il famoso "caso del prendisole". Il fatto ebbe luogo nel ristorante romano "da Chiarina", in via della Vite, quando insieme a due colleghi di partito, ebbe un alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento, a suo parere, era sconveniente poiché ne mostrava le spalle nude.
Secondo alcune ricostruzioni dell'epoca, la signora si sarebbe tolta un bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la sala per gridarle: E' uno schifo! Una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere il bolerino!. Sempre secondo alcune ricostruzioni, il futuro presidente della Repubblica avrebbe dato anche uno schiaffo alla signora, cosa che Scalfaro ha sempre smentito definendola una "leggenda". Sicuramente uscì dal locale e vi rientrò con due poliziotti. La vicenda finì in Questura dove la giovane donna, tra l'altro militante del Movimento Sociale Italiano, lo querelò per ingiurie.
L'olio per motori con la ragazza in lingerie: polemiche per la pubblicità sessista a Milano
La maxi affissione è apparsa in viale Forlanini. La protesta con il Comune, che anni fa ha varato un regolamento contro i manifesti offensivi e volgari
la pubblicità contestata
Un olio per motori pubblicizzato su maxi cartelloni con una donna in body e posa ammiccante accanto a una macchina. Ancora polemiche, a Milano, per una pubblicità sessista: una delle tante che, periodicamente, compaiono su muri e spazi per affissioni e che, puntualmente, vengono criticati per l'accostamento tra foto di donne poco vestite e prodotti di vario genere.
A denunciare il nuovo cartellone ( proma foto sopra ) apparso su viale Forlanini - la strada che porta all'aeroporto di Linate - è la pagina Facebook 'La pubblicità sessista offende tutti'. Che, oltre a stigmatizzare la scelta dell'azienda napoletana di oli lubrificanti per auto - commenta: "Complimenti al Comune di Milano : non dimentichiamo che aziende e pubblicitari possono fare questo perché c’è qualcuno che dà le concessioni". Ci si ricorda --- sempre repubblica --- il casi di Pandora, il dietrofront dopo le polemiche: nella nuova pubblicità banditi gli stereotipi
Tra i commenti al post ce ne sono diversi che tirano in ballo direttamente il Comune di Milano che, già da qualche anno, ha approvato un regolamento per evitare pubblicità volgari e offensive negli spazi pubblicitari del Comune. Infatti, tra quanti invitano a chiamare gli uffici di Palazzo Marino per protestare, c'è anche chi si rivolge direttamente a Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Pari opportunità. Che già era intervenuta un anno fa per una pubblicità di un noto marchio di gioielli considerata offensiva da alcune donne e che subito risponde: "Cerco di capire se questo spazio è del Comune: purtroppo possiamo intervenire solo in quel caso".
Scomettiamo se il coniuge musulmano invece della donna fosse stato l’uomo? In quel caso - secondo l’ordinamento marocchino - non ci sarebbero stati problemi. Infatti la sentenza permette ad una donna islamica di poter sposare un cattolico senza che lui debba per forza convertirsi all'islam o fare finta
TRENTO. Pare impossibile, ma in questo mondo globale c’è bisogno del giudice per unire in matrimonio due giovani di nazionalità e religione diversa. E’ stata una battaglia lunga e faticosa, ma alla fine - grazie alla sentenza del tribunale di Trento - Fatima ed Enrico, questi i loro nomi, entrambi venticinquenni, lei operaia e lui dipendente dello Stato, potranno sposarsi anche se lei è di religione islamica e lui cattolico.
Le pubblicazioni sono state autorizzate proprio ieri dal Comune di Trento, ma per capire la storia di questi due giovani fidanzati bisogna fare qualche passo indietro. Ad esempio all’estate scorsa quando la coppia - che in realtà già convive da qualche tempo - decide che è giunta l’ora di unirsi in matrimonio. Ma al momento di raccogliere i documenti arrivano i primi problemi: «In Comune mi hanno spiegato che nel caso di cittadini stranieri serve un nulla osta del consolato» racconta Fatima, che è nata in Marocco 25 anni fa e che è giunta in Italia nel 2008 per raggiungere il padre assieme ai suoi familiari.
Così Fatima si reca negli uffici di Verona per ottenere il via libera dalle autorità marocchine, ma torna a Trento a mani vuote: «Mi hanno spiegato che il nulla osta sarebbe arrivato solamente dopo la conversione all’Islam del mio fidanzato. Altrimenti niente, perché la legge del mio paese non prevede il matrimonio tra una musulmana con un non musulmano».
Ma di una finta conversione, magari alla moschea di Roma, come prevede la procedura, recitando alcuni versi del Corano imparati a memoria, i due ragazzi non ne hanno voluto sapere. Per questo si sono rivolti all’avvocato Nicola Degaudenz per avviare la battaglia legale che si è conclusa nelle settimane scorse con l’ordine del tribunale di Trento al Comune: «Via libera alle pubblicazioni di matrimonio, anche se non c’è il nulla osta del Consolato» hanno stabilito i giudici, visto anche il parere favorevole del procuratore della Repubblica. Perché - si legge nella sentenza - non può essere impedito un matrimonio sulla base di considerazioni che sono contrarie alla libertà di religione e quindi alla Costituzione italiana.
Il matrimonio sarà quindi celebrato a novembre e Fatima - al termine della sua battaglia - ha voluto raccontare la sua storia al Trentino: «Non è stato facile, ho avuto pressioni da parte dei funzionari del Consolato che pretendevano la conversione all’Islam del mio fidanzato. Parlavano sempre con me, lui doveva restare fuori dall’ufficio o in sala d’aspetto: non è stato facile. Ma ho dovuto lottare anche contro la mia famiglia, in particolare mio padre e i miei fratelli, che non hanno mai accettato questo matrimonio con un ragazzo cattolico».
Il percorso di Fatima ed Enrico si concluderà con le nozze (che la famiglia italiana, almeno quella, festeggerà come si deve) ma in altri casi la battaglia legale è stata più difficile. Gli uffici dell’ambasciata infatti spesso si rifiutano di rilasciare il nulla osta senza fornire alcuna motivazione formale, né altre informazioni. Nel caso della giovane residente in Trentino invece è stato almeno allegato
un certificato secondo cui la donna risulta nubile. Tanto è bastato ai giudici per autorizzare le nozze. E se il coniuge musulmano invece della donna fosse stato l’uomo? In quel caso - secondo l’ordinamento marocchino - non ci sarebbero stati problemi.
leggo con costernazione la nuova sardegna ed apprende la news riportata dal titolo .
CAGLIARI.
"Buon viaggio, maestro": è uno dei tanti saluti con cui molti dei suoi discepoli - sembra ne abbia oltre diecimila in tutta la Sardegna- accompagnano padre Francesco Piras, il gesuita fondatore della scuola di meditazione trascendentale, verso l'ultima dimora. La notizia della sua morte, avvenuta alle 22.50 di mercoledì, si è subito diffusa, grazie alla rete, in tutto il mondo. Sicuramente in quella speciale "famiglia" di studenti, intellettuali, operai, impiegati, che hanno seguito a Cagliari, Sassari e Alghero le sue lezioni.
È morto serenamente, dicono i confratelli. Come un uomo di quasi 99 anni - mancavano 29 giorni al traguardo - che ha cercato di essere contemporaneamente un buon uomo, insieme cristiano e sacerdote. Una vocazione coltivata fin da piccolo, che si è irrobustita nell'adolescenza e negli anni trascorsi da Francesco Piras, nato a Villanova Monteleone nel 1915, nel liceo "Azuni" di Sassari. A diciannove anni comincia il lungo percorso formativo tra i gesuiti, prima il noviziato, poi gli studi filosofici, la laurea in lettere a Torino. In uno dei gruppi di studio degli studenti gesuiti, coordinati dal giovane padre Piras, si distingue per intelligenza e cultura Carlo Maria Martini, futuro arcivescovo di Milano. Nel luglio del 1947 l'ordinazione sacerdotale dalle mani di un vescovo sardo d'azione: il cardinale Maurilio Fossati, dal 1924 al 1929 guida della diocesi di Nuoro e dal 1929 al 1930 arcivescovo di Sassari. Padre Piras è uomo di scuola, ma anche di "mischia" sociale: nel 1950 dà vita al primo "cineforum" in Italia e per otto anni diventa "cappellano" degli operai Fiat di Termini Imerese. Rientrato nell'isola nel 1980, il tempo di guardarsi attorno, poi il 21 febbraio 1983, nell'artistica sacrestia della chiesa di San Michele in via Ospedale a Cagliari, riunisce una settantina di persone con le quali inizia un corso di meditazione trascendentale. Le tendenza new age e della mistica spinta dovevano ancora arrivare in Sardegna. Da 70 frequentatori si passa a 100, poi a 3-400. Un corso aperto a tutti, senza distinzione di cultura e appartenenza religiosa. Un gesuita sulla lunghezza d'onda di Madre Teresa di Calcutta: "La povertà materiale caratterizza molti paesi dell'Africa e dell'Asia. Ma fa più paura la povertà spirituale degli stati occidentali". «Padre Piras voleva che la persona ritrovasse i propri spazi vitali e i propri riferimenti – dice Luca Lecis, ricercatore universitario, assiduo per diversi anni alle lezioni del gesuita – concentrandosi sul presente, perché passato e futuro non ci appartengono». Oltre diecimila le persone incontrate da padre Piras in trent'anni di scuola di meditazione. «Gente affascinata da quest'uomo di fede al quale non piaceva essere chiamato maestro, perché di Maestro ce n'è uno solo, ma amico».Infatti come dice http://www.sardiniapost.it/<< padre Piras ha insegnato ai suoi allievi gli strumenti per amare davvero se stessi con la consapevolezza che un’esistenza sana e serena non ci è data dal destino ma può dipendere solo da noi >> per l'articolo completo : http://goo.gl/IDVikl
1- Lascia andare le persone che solo condividono lamentele, problemi, storie disastrose, paura e giudizio sugli altri. Se qualcuno cerca un cestino per buttare la sua immondizia, fa sì che non sia la tua mente. 2- Paga i tuoi debiti in tempo. Nel contempo fai pagare a chi ti deve o scegli di lasciarlo andare, se ormai non lo può fare. 3- Mantieni le tue promesse. Se non l’hai fatto, domandati perché fai fatica. Hai sempre il diritto di cambiare opinione, scusarti, compensare, rinegoziare e offrire un’alternativa ad una promessa non mantenuta; ma non farlo diventare un’abitudine. Il modo più semplice di evitare di non fare una cosa che prometti di fare e dire NO subito. 4- Elimina nel possibile e delega i compiti che preferisci non fare e dedica il tuo tempo a fare quelli che ti piacciono. 5- Permettiti di riposare quando ti serve e dati il permesso di agire se hai un’occasione buona. 6- Butta, raccogli e organizza, niente ti prende più energia di uno spazio disordinato e pieno di cose del passato che ormai non ti servono più. 7- Dà priorità alla tua salute, senza il macchinario del tuo corpo lavorando al massimo, non puoi fare molto. Fai delle pause. 8- Affronta le situazioni tossiche che stai tollerando, da riscattare un amico o un famigliare, fino a tollerare azioni negative di un compagno o un gruppo; prendi l’azione necessaria. 9- Accetta. Non per rassegnazione, ma niente ti fa perdere più energia di litigare con una situazione che non puoi cambiare. 10-Perdona, lascia andare una situazione che è causa di dolore, puoi sempre scegliere di lasciare il dolore del ricordo.
I giorni che precedono la Pentecoste sono scanditi da letture tratte
dal Cantico dei Cantici. Cantico, quest'ultimo, da sempre usato negli
sponsali, anche cristiani. Ma in realtà è il racconto di un'assenza.
In quasi tutto il testo è presente un'ansia, un inseguimento, anche
spasmodico, spesso furioso perché "forte come la morte è l'amore". E'
una donna che si alza e va in ricerca: e ci va
trascinata da un fremito d'amore, ci va inconsapevole e incosciente di
tutto. Il suo è un desiderio vivido e acceso e anche fortemente
sensuale. Immaginare questa ragazza che esce per le strade notturne di
Gerusalemme, in quelle case aperte come bocche nere, affascina e
inquieta. Ma s'alza, si muove, esce, il pericolo non la spaventa. La
guida la forza dell'amore - e dell'assenza. E intanto descrive l'amato
che le manca: lo idealizza? Come noi, come tutti, quando non abbiamo di
fronte l'oggetto del nostro amore? Ma si può amare chi non si vede? Gli
psicologi in questo caso parlerebbero di nevrosi perché l'uomo è
relazionale e della relazione ha bisogno. Eppure, spesso, il
compimento è dolore, venato da sottile delusione. L'amato non è ideale, e
con lui trascorriamo però il resto dei nostri giorni, com'è giusto,
nemmeno noi siamo idealità, ma abitudine, reciproco sollievo. Allora la
vita appare un cammino, allora affiora la speranza. La speranza è la
sorella minore e indispensabile del viaggio terreno. Quando i
cristiani si accorgono della divinità di Cristo? Quando non c'è più;
quando umanamente è troppo tardi. Manifesta la sua regalità in croce,
gorgo bituminoso del non-ritorno. E poi scompare, e quando l'afferri si
dilegua, come ad Emmaus. Non è cambiato niente dopo Emmaus, perché i
discepoli sono ancora pieni di timore, ancora stanno rintanati nelle
loro case, hanno timore dei sacerdoti. Si riuniscono per pregare o forse
solo per ricordare con rimpianto? Gesù non è più materialmente tra loro
e in loro c'è una grande nostalgia. Però non è la conclusione. Con la
Pentecoste arriva un'altra persona. Il Consolatore. Ma perché
consola? Perché è Persona. Dotata cioè di un pensiero e di un'autonomia.
E' una persona strana, che non si vede, ma che percepiamo dentro di noi
all'improvviso; in un certo senso ci inabita. Lo Spirito santo ci
"spiega tutto", anche quello che non riusciamo a capire e di cui non
potremmo portare il peso, non con la forza della ragione ma con quella
dell'amore. Un amore stavolta compiuto, realizzato, non più deluso,
ossia ostacolato, dai limiti dell'umana natura. Egli la comprende e la
supera. Non solo speranza nel cammino, ma ideale incarnato. Un assaggio
di paradiso. Soltanto allora il Vangelo si fa città ed esce dalle
catacombe, va a cercare gli amati, non solo tra gli eletti ma fra quei
"diletti" che ancora non conosce: diviene missionario e cattolico -
cioè, universale. E' ancora una donna orientale ma anche - soprattutto -
cosmopolita. L'amore fa compiere "cose folli" non in quanto smania
di possesso geloso ma per eccesso, semmai, di giustizia; perché è
l'ideale che si compie e s'incarna; si fa abbraccio di tutti. Diventa
potente e oblativo. La Chiesa si fonda su quest'ideale incarnato. Ha
un compito più gravoso di quello dell'uomo Gesù, amplificare il suo
ventre materno a ognuno, e lo fa attendendo ogni giorno, senza
condizionare e mutare di fronte a un diniego, ma mantenendosi fiamma
viva, e vagando per le strade a ogni ora, in particolare di notte, e
all'alba, quando dorme il cuore del mondo.