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13.7.25

diario di bordo n 135 anno III Maturità boicottata, parla il prof Andrea Maggi: «Gli studenti hanno ragione. Ipocrisia? È la scuola che promuove tutti solo per fare più iscritti» ., All'Intelligenza artificiale manca la pelle., Decisione storica: il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale

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A prendere posizione sul fenomeno degli studenti che hanno boicottato l’orale dell’esame di Maturità ora è anche una delle voci più riconoscibili del panorama scolastico e televisivo: Andrea Maggi, professore di lettere e volto noto del programma televisivo Il Collegio, dove ha partecipato come insegnante di italiano. In una lettera pubblicata sul Gazzettino, Maggi analizza senza sconti la portata e il significato delle recenti proteste studentesche, avvenute in diverse scuole. «Comunque la si pensi, questi episodi mettono in evidenza due cose importanti: il disagio reale degli studenti nei confronti di un sistema con cui non si sentono in sintonia e l’ipocrisia del sistema scolastico», commenta Maggi. Il suo
parere si aggiunge a quelli già condivisi da altri docenti noti sui social: da Vincenzo Schettini de La fisica che ci piace che ha assunto una posizione più critica dicendo che «i modi per protestare sono altri» allo scrittore e insegnante Enrico Galiano che ha difeso la scelta degli studenti. Il paradosso a scuola Secondo Maggi, le proteste degli studenti mettono in luce un paradosso importante: «la scuola promuove quasi tutti ma gli studenti sono insoddisfatti» e i risultati reali vacillano. I numeri parlano chiaro, ricorda il docente: il 96,5% degli studenti ammessi all’esame di Stato e il 99,8% diplomati l’anno scorso, a fronte però di dati Invalsi drammatici, che mostrano come uno studente su due non raggiunga nemmeno le competenze base in italiano e matematica. «Tutti bravissimi, dunque?», si chiede provocatoriamente il professore. Il problema della scuola Secondo Maggi, la radice del problema sta nell’autonomia scolastica e nella pressione esterna a migliorare l’apparenza. «Il sistema scolastico è ossessionato dai piani di miglioramento dell’offerta formativa. I dirigenti scolastici hanno la necessità di dimostrare l’efficienza dei loro istituti attraverso i risultati, per cui spronano i docenti al successo formativo dei loro studenti. E siccome sono i dati a parlare, la necessità di ogni istituto scolastico è mostrare all’esterno che tutti i suoi studenti vengono promossi». «Gli studenti ci stanno dando un messaggio importante» Secondo il docente, quindi, la promozione diventa una necessità strategica. «Garantire il successo agli studenti significa garantire un buon numero di iscritti, il mantenimento dei posti di lavoro per i docenti e adeguati finanziamenti. Per contro, una scuola in cui gli studenti ottengono voti tendenzialmente bassi, o dove addirittura si boccia, risulta molto meno appetibile. Ed ecco l’ipocrisia del sistema, che manda avanti tutti non perché vada effettivamente tutto bene, ma per salvare le apparenze e per evitare i noiosi ricorsi dei genitori. In sostanza, il sistema-istruzione italiano fa sì che si promuovano tutti per dire a se stesso che funziona bene; in altre parole, per autoassolversi». Per questo, secondo Maggi, le proteste degli studenti «ci hanno consegnato un messaggio di certo scomodo, ma che non possiamo ignorare: i giovani non vogliono più essere presi in giro. E in questo senso la loro protesta è giusta». 

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  differenza  tra intelligenza  artificiasle  e  intellegenza  naturale  

  

 «La pelle, questo sacco che ci contiene e ci mette in contatto con il mondo, è proprio quello che manca all'Intelligenza artificiale»: con queste parole il filosofo Maurizio Ferraris racconta il senso del suo ultimo libro, «La pelle. Che cosa significa pensare nell'epoca dell'intelligenza artificiale» (il Mulino 2025), un compendio che parla dell'impatto dell'intelligenza artiticiale nella nostra vita ma anche della «mia visione di filosofia a cui ho lavorato tutta la vita» come afferma lo stesso Ferraris. ​«La volontà è la grande dimenticata della filosofia degli ultimi 50 anni. Se non è la volontà che ci differenzia dalle macchine che cos'altro c'è? E l'IA non ha volontà. Se vince o perde a scacchi non gliene frega niente...a differenza di noi»  


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quando la laicità vine usata strumentalmente e diventa stato etico \ dittatura nazionalistica il caso del il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale vededo come estranei alla cultura nazionale"

 da  ©The Daily Digest  tramite  msn.it  

Decisione storica: il Kazakistan, paese musulmano, vieta il velo integrale 


E'passata , da quel so , sotto silenzio dei media maistream la notizia che In Tagikistan, il presidente Emomali Rahmon (nella foto sopra ) ha firmato nel 2024 una legge che vieta di indossare abiti "estranei alla cultura nazionale" nei luoghi pubblici.


Una legge che vieta gli indumenti che coprono il viso
Il 30 giugno, il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha ratificato una legge che proibisce l'uso di indumenti che coprano il volto in spazi pubblici. La norma è stata vista come una mossa inaspettata per una nazione a predominanza musulmana, dove è usuale per alcune donne indossare il niqab o altri veli facciali.
Cosa dice la legge ?

Secondo Reuters, la legge ora vieta l'uso di indumenti che "impediscono il riconoscimento facciale" negli spazi pubblici. Sono tuttavia previste eccezioni in caso di maltempo, per motivi medici o durante eventi sportivi e culturali.
Una riforma legislativa più ampia
Tuttavia, la nuova legge non fa alcun riferimento esplicito all'Islam o all'abbigliamento religioso e fa parte di una serie più ampia di emendamenti.
L'Islam è la religione maggioritaria
Come ricorda il Pew Research Center, il 71% della popolazione kazaka è musulmana. Questa percentuale è aumentata solo tra il 2010 e il 2020.
Uno stato laico

Eppure, questa ex repubblica sovietica rimane uno stato laico. La pratica religiosa è moderata, l'uso del

velo non è diffuso e la frequentazione quotidiana delle moschee rimane rara, sottolinea Le Parisien.
Rafforzare l'identità kazaka
Vietando gli abiti che coprono il viso, il presidente Kassym-Jomart Tokayev sta in realtà cercando di mettere da parte l'abito islamico in favore dell'abbigliamento tradizionale kazako, ricco di colori e decorazioni, nel tentativo di rafforzare l'identità etnica nazionale.


"È meglio indossare abiti in stile nazionale"




"Piuttosto che indossare tuniche nere che nascondono il volto, è meglio indossare abiti in stile nazionale", avrebbe dichiarato Kassym-Jomart Tokayev all'inizio di quest'anno, secondo quanto
riportato dai media kazaki. "I nostri abiti tradizionali evidenziano vividamente la nostra identità etnica, ed è per questo che dobbiamo promuoverli ampiamente".
Una tendenza osservata in Asia centrale

Questa volontà di eliminare gli abiti islamici, come il niqab e il burqa, dagli spazi pubblici è stata osservata negli ultimi anni in diversi paesi dell'Asia centrale.
Un'ondata di divieti
Dal 1° febbraio 2025, indossare il niqab per le strade del Kirghizistan è vietato, con una multa. Una misura simile è stata introdotta in Uzbekistan dal 2023, dove indossare un velo integrale in pubblico può comportare una multa di 250 dollari.

17.12.24

L'intelligenza artificiale le impone il velo nel fumetto. La studentessa tunisina non ci sta



sempre pensato che l'intelligenza artificiale non fosse realmente intelligente 😁😥 . Infatti è successo che  a 

Rahma è una studentessa tunisina di 15 anni. L’intelligenza artificiale non ha dubbi: indossa il velo, non potrebbe essere altrimenti. Ma la realtà è ben diversa: la giovane non ha alcuna intenzione di vestire l’hijab. Ma per l’AI si tratta di un’ipotesi sconosciuta. Non è una storia da film, ma quanto accaduto all’istituto comprensivo Cosimo De Giorgi di Lizzanello e Merine, Lecce, nell’ambito del progetto “Gente in cammino” inserito nel Festival internazionale della Public History. La sua classe ha realizzato un fumetto su storie di migrazione e inclusione con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, ma si è posto fin
da subito il problema del velo.“Perché sul fumetto vengo rappresentata con il velo? Qui non ce l’ho e non lo voglio. Voglio essere raffigurata senza, voglio che si vedano i miei lunghi capelli ricci” la reazione della giovanissima studentessa, riportata dal Corriere. Rahma ha rifiutato quella immagine lontana dalla sua realtà è stata la reazione incredula della ragazzina davanti alle insegnanti, rifiutando quell'immagine che non corrispondeva alla sua realtà.Da quando è arrivata in Italia, Rahma non ha mai più vestito l'hijab. Ma nonostante ciò l’intelligenza artificiale, con parecchio pregiudizio, le ha imposto automaticamente il velo. “Ogni volta che i bambini chiedevano all’AI di raffigurare Rahma, veniva sempre rappresentata con il velo. Per toglierlo, abbiamo dovuto ingannare l’intelligenza artificiale, dicendo che si trattava di una figura maschile. E così il velo è sparito, riuscendo a superare gli stereotipi che l’uomo le ha trasmesso” ha spiegato la docente Carmen Mazzeo . L’unico modo per superare l’ostacolo è stato dare fattezze maschili al personaggio di Rahma. Ma quanto accaduto con l’AI ha fornito uno spunto per approfondire l’influenza della tecnologia anche per quanto concerne gli stereotipi. La dirigente Maria Assunta Corsini ha evidenziato: “In questo progetto l’elemento di novità interessante valorizzato da tutti è stato l'uso dell'intelligenza artificiale, una delle tante emergenze del momento, che è stata utilizzata a scuola in maniera costruttiva, riuscendo a far percepire ai ragazzi come strumenti come l'AI, se non utilizzati correttamente, possano avere effetti devastanti”.

14.12.24

Diario di bordo \ settimana incom n 92 anno II La colpa dell'amico di Ramy, dubbi sulla svolta in siria , bonus rimpatrio , patriarcato non è solo occidente , anarchico capitalismo il centro è ancora necessario per vincere le elezioni o è una formula stantia ,

non  so cosa  sia  più  tremendo    il  fatto    che      de  rappresntanti  delle  forze dell'ordine  ,  i  questo  caso  carabinieri  ,   abbiano fatto degli  atti  falsi  , o la  responsabilità  dell'amico di  Fares Bouzidi, l’amico di Ramy Elgaml,il  quale    è stato interrogato in Procura a Milano e  secondo    IL GIORNALE  ha raccontato la sua verità
mentre Paolo Del Debbio mandava in onda il video clamoroso delle manovre azzardate dello scooter per sfuggire alle auto dei carabinieri. Come atteso, vero o meno che sia, Fares ha riferito di essere stato toccato dalla gazzella dei carabinieri, impatto che lo avrebbe fatto cadere finendo sul palo che ha poi ucciso l’amico che era dietro. Impossibile immaginare potesse affermare qualcosa di diverso, vista la presenza del testimone che parla di contatto tra auto e scooter, e soprattutto considerata l’accusa di omicidio stradale che si ridimensionerebbe non poco se i carabinieri lo avessero davvero toccato. Quello che sorprende della sua deposizione, tuttavia, è altro. Ovvero la futilità della motivazione che quella sera lo ha spinto a correre per 8 chilometri ad alta velocità, imboccando anche strade contromano, superando a destra, bruciando i rossi, rischiando di ammazzare qualcuno. Fares racconta di essere scappato “per paura, perché non ho la patente”. Cioè, vi rendete conto? Un ragazzo di 19 anni ha perso la vita perché l’amico non voleva perdere il privilegio di guidare o non voleva farsi sequestrare il TMax. Non so se questo configuri un reato, ma ad aver messo a repentaglio la vita di Ramy è chi non si è fermato e non l'ha fatto scendere per un egoistico calcolo personale

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Sulla Siria, ecco a voi il posizionamento dei grandi giornali. Il Corriere della Sera crede alla svolta dei ribelli islamici, convinto che al Jolani e i suoi  "amichetti col barbone"  come  li  etichettano  in  nostri   teocon    non imporranno la sharia in stile Isis. Repubblica, invece, è più cauta e riporta i timori delle ragazze che non vogliono la legge islamica. Una 20enne, per dire, due giorni fa si è sentita urlare da alcuni miliziani “copriti i capelli”, cosa che sotto Assad - che lei non rimpiange - non accadeva. Staremo  a vedere..   Altro appunto, sempre sull’interessante intervista di Andrea Nicastro a tre donne siriane. Dice una di loro: “Prendiamo il divorzio. Per la Sharia, la legge islamica, l’uomo può ripudiare la moglie mentre lei deve chiedere al giudice. Però le musulmane divorziano. Invece per i cristiani è vietato”. Verissimo. Ma i cristiani lo vietano moralmente sia all’uomo che alla donna, a parità di condizioni, e questo fa tutta la differenza del mondo. Poi sia chiaro: su Al Jolani e il suo governo di ribelli non si può che sospendere il giudizio, in attesa di quello che verrà. La speranza è che non finisca come la Libia che, quindici anni dopo la presunta primavera araba  e  le  bombe    Nato   è ancora lì a leccarsi le ferite.

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Chi scrive è dell’idea che chiunque intenda indossare il velo islamico o    coprirsi   i capelli     come hanno  fatto   le  nostre bisnonne  ed  le  nostre  nonne   e  ancora  si  trova     in  certi  paesi  del  sud d'italia  è libero di farlo. E poi :  per  gli  immigrati  ,  per  i  nuovi  italiani o italiani    di  fede   islamica    tra il burqa e le tette al vento ci sarebbe una giusta via nel mezzo che può anche contemplare l’hijab, se per libera scelta. Però quando si parla di certi argomenti occorre anche fare la tara sull’educazione ricevuta: sentir dire da una siriana che “Allah ci ha omaggiate con l’obbligo dell’uomo di provvedere a noi” non è proprio il miglior viatico per l’emancipazione della donna.  << Se al mondo esiste ancora una cultura patriarcale, nel senso inteso dalle femministe occidentali oggi, ecco dove si palesa  >>  come  dicono  a  destra  

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L’Austria ne inventa una che nemmeno i  nostri Salvinisti    hanno  fin  ora  propostoo fatto  invece del Superbonus, il “bonus rimpatrio”. In pratica lo Stato darà mille euro ai siriani che intendono tornare al loro Paese visto che le procedure di asilo per loro saranno sospese per un bel po’.

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 Trovo   divertente    la frase di Javier Milei, oggi a Roma per ricevere un premio: "Io detesto lo Stato: sono dentro per poterlo distruggere". Prendiamo i popcorn e godiamoci lo spettacolo del primo esperimento di anarco-capitalismo reale.E   vedremo se  sarà migliore  o  peggio del capitalismo  atttuale  

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Se  un  ragruppamento politico  a  prescindere    che  si tratti  di  maggioranza  o   opposizione   debba  per   per  poter   governare  o  farte  una lista  elettorale   affidarsi   ad  un  centrista  e quindi  al centrismo  formula   ormai logora   e  vetusta    della  politica  italiana  . E' il caso    di Ernesto Maria Ruffini   che  sarà una bravissima persona, come dice Prodi “conosce il Paese (di sicuro le sue dichiarazioni dei redditi), ma è sconosciuto e a quanto mi  risulta poco capace di scaldare i cuori. Una sorta di Mario Monti che non ce l'ha fatta, con la pecca ancor più tragica di aver guidato il Fisco per anni, cioè l’ente più odiato dai “borghesi moderati”   e  dagli evasori  il cui voto dovrebbe andare a conquistare. Avete idea a quanti milioni di elettori ha fatto recapitare una cartella esattoriale in questi anni? Gli avversari politici non glielo farebbero notare ogni tre per due? I titoli si sprecano: “Mr Tasse guida il campo largo”. Annamo bene. Infatti - Ernesto Maria Ruffini assicura che non scenderà in campo. Se ha imparato a fare promesse da Lucia Annunziata, stiamo freschi. Resta ancora un mistero glorioso il motivo per cui il governo Meloni, salito al potere, abbia lasciato l’Agenzia delle Entrate  uno dei  pochi  e   enti  non  assegnato   ai  clientes  o  ai  parenti    nelle mani di un signore nominato da altri e che forse un giorno diventerà leader dell’opposizione. Mah.



6.3.24

La maestra di Pordenone e il niqab ? Ha rispettato la legge

 


La maestra e il niqab ? Ha rispettato la legge


Fra le  tante   email   che  ho ricvevuto  su  redbeppe@gmail.com ( email     del blog    a  cui potete  scrivermi per   richieste , iunsulti , elogi o altro  )  per  aver  condiviso    su fb  un  articolo , non  ricordo   la  fonte  , in cui si elogiava  la maestra  elementare  che     aveva  fatto  togliere  il  Niquab   ovvrero quel  velo in integrale  che   copre  tutto i  corpo lasciando  scoperti solo gli occhi   ,   ho scelto questa  che  mi  sembra la  più significativa   e   quella  che  riassiume   le numerose  email   simili   che  ricevo  ogni  qualvolta     affronto  tali tematiche   .




Spett  Compagni  di strada
Non vi   capisco   ,    siete per  la   laicità   ed  per  le  donne  Iraniane  che  lottano  contro  l'imposizione del velo   e poi difendete  gli islamici     che   lo   impongono  non   solo alle    donne   ma anche   come  in  questo caso alle loro figlie  .  E  criticate la maestra     perchè gli lo  ha  fatto  togliere     violando la sua   cultiura  ed  la  sua identita  quando  poi  invece   gli lo ha lasciato 

 

Cara *****

Facciamo chiarezza  .  Per   Laicità  io intendo     questa  definizione  presa   da  Laicità - Wikipedia



La laicità, in senso politico, sociale e morale, è lo stato di autonomia e indipendenza rispetto ad ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui o proprio.Nel diritto, il principio di laicità rappresenta il principio secondo cui le decisioni umane devono essere basate solo su considerazioni che discendono da dati di fatto, in quanto questi sono slegati da opinioni personali, favorendo così il secolarismo. Generalmente ci si riferisce al termine laicità dello Stato e delle Istituzioni per indicare univocamente lo stato di neutralità e separazione del sistema istituzionale nei confronti delle convinzioni religiose e delle religioni,intesa come autonomia dello Stato, aconfessionalità e neutralità dell'ordinamento giuridico e completo controllo temporale dello stato,capace di limitare le ingerenze religiose e garantire la libertà religiosa individuale, senza tuttavia al contrario imporre uno stato etico. [.... ]

Infatti un  conto  è  il normale ( qui  su  Velo islamico - Wikipedia  maggiori   dettagli sui  diversi  tipi di  velo  islamico )     " velo  classico "  sia   che  sia    imposto   (cosa  contro  cui  combatto)   che   facoltativo  ( che  rispetto  )   cioè quello     d'origine pre islamica appreso da dei cristiani d'oriente e fatto poi proprio da maometto e dall'islam origianale accettato anche in italia simile a quel fazzolletto che usavano nel sud d'italia comresa la Sardegna ( la mia regione ) le nostre bisnonne per coprirsi i capelli    . Unn  altro   è  il   " velo  fondamentalista "  cioè   quello   parzialmente  integrale come   il   Niqab   in  questo  caso  o   tottalmente  integrale  come  il Burka   dei  talebani o   simili    che  interpretano  il   corano      in maiera  radicale  \  fondamentalista   . Ha fatto bene la maestra di Pordenone a chiedere alla sua alunna e o poi alla  madre  di togliere il niqab, pesantissimo velo scuro che occulta completamente il corpo lasciandone scoperta soltanto una piccola, anzi minuscola, porzione, gli occhi, al fine di consentire almeno la vista a chi indossa tale impalcatura nera fortemente costrittiva, la quale è simbolo e indice di radicalismo, integralismo e fondamentalismo islamico. L'insegnante ha fatto valere, attraverso questa richiesta, il rispetto della normativa italiana in materia di sicurezza e ordine pubblico, la quale prevede, mediante una specifica legge   (⁕ ) che nessuno possa frequentare i luoghi pubblici coprendosi totalmente il volto, allo scopo di consentire appunto il riconoscimento. E puntualizzo un elemento che viene sempre più trascurato, purtroppo: ad essere tenuti all'osservanza delle leggi italiane non sono soltanto gli italiani ma anche gli stranieri e gli extracomunitari, ovvero chiunque si trovi sul nostro territorio, immigrati islamici inclusi. Eppure spesso ho la sensazione netta che, sulla base dell'invocato principio della libertà di religione, sia imperante ormai il convincimento che gli islamici possano mantenere, determinati usi che sono in contrasto con le norme italiane e pure con i valori fondativi della nostra Repubblica e  delel  nostre  istituzioni . Basti pensare alla pratica dell'infibulazione, ovvero delle mutilazioni genitali femminili, in Italia vietata eppure largamente diffusa all'interno delle comunità musulmane trapiantate in Italia  . Nessuna tradizione religiosa può sovrastare il diritto costituzionale e non. Siamo uno Stato laico che garantisce la libertà di chiunque di professare la propria fede  e la  ropria cultura    ,  tale libertà non include la possibilità di contravvenire alle norme giuridiche, di calpestarle, di violarle. Criticare la maestra che ha chiesto all'alunna di togliere il niqab vuol dire non avere capito nulla. Ad essere redarguita non dovrebbe essere l'insegnante ma i genitori di questa piccola i quali hanno imposto a una minore l'adozione del soffocante velo integrale in quanto femmina, cosa che configura una discriminazione di genere, che la nostra Costituzione rigetta e proibisce. Non si tratta quindi soltanto di rispetto delle norme ordinarie ma anche delle norme fondamentali del nostro ordinamento nonché dei diritti universali dell'infanzia.Invece di focalizzarci sulla maestra, rivolgiamo la nostra attenzione a questi genitori  alle eventuali violazioni e agli eventuali abusi da questi compiuti. Hanno diritto, in quanto integralisti islamici, a obbligare la minore a campare nascosta sotto metri di stoffa? Può esistere un diritto a privare della identità e della libertà di scelta, un diritto a discriminare, soffocare, a ledere la socialità di un essere umano condizionandone la crescita sulla base del fatto che è nostro figlio?Mi auguro che questa creatura non sia stata sottoposta ai tipici riti degli islamici radicali, come l'infibulazione, cosa che tuttavia non mi sorprenderebbe, considerato il contesto familiare che manifesta palesi segni di stupidità  e  fanatismo


si applicano queste leggi Art. 85, R.D. 18 giugno 1931, n. 773. ., Art. 5, legge 22 maggio 1975 n. 152, mod. da legge n. 533 dell’8 agosto 1977 e D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 31 luglio 2005, n. 155. che riguardano come dice https://www.laleggepertutti.it/459460_si-puo-girare-a-volto-coperto l'andare in giro e in luogo pubblico con il viso coperto

24.9.22

il burqua oppressione del corpo femminile e delle donne


  a chi   ancora   continua  a definirmi  pro islamico  perchè   tempo  fa  riportai   un  articolo sul velo  e  sul perchè molti  lo  considerano libertà      riporto qui   un  bellissimo post   ed  un interessante   dialogo   
del mio  contatto  fb   Casimira Furlani in  cui  spiega   agli  islamofobici   ed  ignoranti   la  differenza   cosa  che loro ignorano o fanno finta  d'ignorare    fra  il velo   ed il burqa  .  



Questa foto mi ha fatto venire un magone che non so dire e una rabbia infinita verso la prepotenza maschile


  • Maria Piredda
    Già, ma se anche le donne mussulmane più intellettuali dicono che è Allah, attraverso il Corano parola di Dio, che ha detto di portare il velo...
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    • Leonia Biasutti
      Maria Piredda sono musulmana non presumo di essere intellettuale ma neanche una capra e potrei dirle che prima di tutto nel Corano non è prescritto di coprire il viso, quella del velo è una prescrizione non un obbligo nel senso che non è scritto "se non indossi il velo ti attende l inferno" ma solo consiglia alle credenti di indossarlo per dimostrare maggiormente la loro fede poi ci sarebbe la questione che all epoca del profeta Mohammed le donne rischiavano costantemente violenze e rapimenti quindi c era nel velo una funzione protettiva. Purtroppo dietro l imposizione di hijab, chador, burqa, niqab in modo maniacale e rigoroso ci stanno le tradizioni culturali che nulla hanno a che fare con la religione ed il patriarcato che vuole il corpo della donna nascosto così come la sua volontà e libertà e purtroppo questo non accade solo nell Islam
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    • Maria Piredda
      Leonia, grazie per la sua risposta che ci mette in contatto. Non posso riportare il nome della teologa che ha fatto questa affermazione perché non fatta in ambito pubblico ma le assicuro che l'ha fatta. Ora, le dico con sincerità che sino a qualche decennio fa anch'io pensavo che la Bibbia fosse più o meno parola di Dio. da tanto tempo penso che un tale pensiero sia assurdo. Certo c'è una umanità che alle volte è illuminata ma non esiste nessun assoluto. L'affermazione 'parola di Dio' è talmente obbligante che taglia fuori qualsiasi nostro pensiero. Invece siamo liberi di cercare tenendo presenti le realtà Altre che vanno oltre noi...
      Certo non solo l'islam tiene la donna in una posizione di inferiorità. Nel cattolicesimo la donna non può accedere al sacerdozio e questo denota ancora discrimine ma, mi scusi, il chador, per me donna, è un pugno nello stomaco. Con amicizia
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    • Leonia Biasutti
      Maria Piredda da persona religiosa prima cattolica poi musulmana ho sempre pensato che se Dio ci ha fornito di intelletto e possibilità di scelta sia per usarli non per farsi schiacciare da regole e leggi che poco c' entrano con la fede, non voglio certo criticare una mia, sorella nell' Islam ma se questa teologa ha negato la possibilità decisionale di indossare o meno il velo probabilmente è di idee troppo rigide ed eccessive
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    • Maria Rosa Filippone
      Leonia BiasuttiDio è una proiezione umana!Non ha mai detto nulla,perché essendo appunto una proiezione umana,in verità siamo noi che parliamo,scriviamo e ,purtroppo,sentenziamo facendo passare per verità insindacabili le nostre opinioni,interpretazioni che hanno lo scopo di rassicurarci in un mondo,in un pianeta nel quale siamo state,stati catapultate,catapultati al momento della nascita
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    • Leonia Biasutti
      Maria Rosa Filippone ognuno ha le proprie idee in fatto di religione personalmente ho un enorme rispetto verso chi non crede ma nello stesso tempo lo chiedo verso la mia fede, non amo fare prediche per convincere il prossimo che la mia credenza sia la migliore come non mi piace ascoltarne si può dialogare serenamente accettando la diversità senza pretendere di convincere
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  • Casimira Furlani
    Il Corano io l'ho letto e non impone affatto alle donne di portare il burqa coprendosi dalla testa ai piedi, sempre, ogni giorno. Questa è una imposizione maschile con punizioni severe per le disobbedienti. Portare il velo coprendosi il capo ha diverse tradizioni in oriente come in occidente, ma non col significato di sottomissione religiosa e sociale imposta per il possesso e il controllo femminile in tutti gli ambiti. E c'è una enorme differenza con il Nuovo Testamento cristiano, dove si dice che la donna deve coprirsi il capo (1 Corinzi 1-16). Per molto tempo le donne cattoliche che vanno in chiesa si sono coperte il capo con un velo. Anch'io da bambina l'ho fatto. Tutto questo però riguarda il campo religioso non quello civile. Il guaio è che l'Islam non distingue nè separa il religioso dal civile, anzi, i capi religiosi sono spesso anche capi civili, sempre tutti maschi che impongono leggi civili e morali a loro piacere e discernimento per mantenere un potere esclusivo e assoluto.





quindi cari islamofobici prima di sparare ... informatevi e provate a dialogare perchè l'apporto obbiettivo \ a 360 gradi può essere arricchimento per l’intera comunità, a patto che sapremo ascoltarli o  leggere  i  loro scritti  cosa   si fà  molto       spesso   superficialmente ed  a senso unico  

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