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22.4.25

La scomparsa di Papa Francesco, testimone di Umanità di © Cristian A. Porcino Ferrara alias filosofoimpertinente

da   https://lerecensionidelfilosofoimpertinente.blogspot.com








In molti lo avete attaccato in ogni occasione per ogni suo gesto di apertura verso gli altri. Lo avete denigrato, chiamato usurpatore, antipapa, sinistrorso, massone e preso in giro per le sue encicliche sociali. Da non credente l'ho sempre rispettato e criticato senza fargli sconti ma con la consapevolezza che il suo pontificato è riuscito a portare il sorriso e la pacificazione dopo anni di ratzingerismo opprimente che ha fatto male a molti di noi (in)visibili. Non sempre è riuscito in questa ardua impresa ma lo sforzo, rispetto ai predecessori, c'è stato. Eravamo e resteremo su molte questioni agli antipodi ma riconosco il merito delle sue azioni in favore di una inclusività maggiore per tutti dentro la Chiesa. Francesco ha mostrato il volto umano del Vangelo mostrandosi come uomo anziché come Capo supremo del cattolicesimo. Mi auguro che il suo esempio non verrà archiviato dal suo successore e che l'attenzione verso gli ultimi continuerà ad essere una prerogativa del prossimo pontefice. La Chiesa deve aprirsi a tutti e la strada che Bergoglio ha aperto deve continuare ad essere percorsa.

© Cristian A. Porcino Ferrara

21.4.25

Papa francesco rivoluzionario anche nel suo funerale le nuove disposizioni rispetto ai riti funebri dei pontefici precedenti

 come è stato innovativo   in vita  (  è questo uno dei motivi   per  cui ancora  credo )  Papa Francesco ha


dato contributi significativi e articolati alla Chiesa cattolica, che si possono riassumere in diversi ambiti chiave:

da https://www.chiechiera.it/

Riforma spirituale e pastorale

  • Ha promosso una riforma spirituale della Chiesa, ispirandosi alla figura di San Francesco d’Assisi, con l’obiettivo di “ricostruire” la Chiesa partendo dall’umiltà e dal servizio ai poveri e agli emarginati.

  • Ha rilanciato la sinodalità come dinamica centrale della vita ecclesiale, favorendo un dialogo interno più aperto e partecipativo, anche se a volte controverso, per stimolare il rinnovamento e il confronto nella Chiesa.

Magistero e insegnamenti

  • Ha insistito sul primato del kerygma (annuncio del Vangelo) e sulla necessità di coniugarlo con un forte impegno sociale, senza ridurre la fede a una questione solo etica o sociale.

  • Ha riformato gli studi ecclesiastici con la Costituzione Apostolica «Veritatis gaudium», promuovendo un superamento della separazione tra teologia e pastorale, fede e vita, in continuità con il Concilio Vaticano II.

Diplomazia e impegno globale

  • È stato riconosciuto come un leader morale a livello mondiale, capace di portare la parola del Vangelo in contesti di conflitto e crisi, come la guerra in Ucraina, e di mantenere alta l’attenzione su temi come l’ecologia, le migrazioni e le crisi umanitarie.

  • Ha introdotto una diplomazia evangelica basata sull’incontro e sul dialogo con tutti, cercando di smuovere situazioni difficili e di promuovere la pace e la giustizia.

Riforma della Curia e della struttura ecclesiale

  • Ha promulgato la Costituzione Apostolica «Praedicate evangelium» che riorganizza la Curia Romana, sottolineando l’importanza della testimonianza della misericordia nella missione della Chiesa.


Ecco   che  In sintesi, Papa Francesco ha contribuito a una Chiesa più aperta, misericordiosa, sinodale e attenta ai problemi del mondo contemporaneo, con un forte richiamo alla carità e alla giustizia sociale, rinnovando al contempo la formazione teologica e la struttura ecclesiastica e  questo dall'ala  piu  conservatrice  e  da  certa  destra  cattolica  o  pseudo tale   non  è ben visto .  Ma  l'innovazione   è come   ho  detto  nel titolo   quella  del su funerale  e della  sua    sepoltura  . Infatti  Papa Francesco ha deciso di essere sepolto nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, un’eccezione rispetto alla tradizione vaticana che solitamente prevede la sepoltura nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro.
La sua tomba sarà collocata in un angolo vicino all’icona della Salus Populi Romani, a lui molto cara, nella Cappella Paolina all’entrata sulla sinistra. Questo luogo era stato originariamente prenotato da un cardinale ancora in vita, ma la richiesta del Papa ha portato a una revisione di tale prenotazione.Inoltre, Papa Francesco ha voluto un funerale più semplice e meno pomposo rispetto ai suoi predecessori. Ha disposto che il corpo venga deposto direttamente in una bara di legno con rivestimento interno in zinco, eliminando la tradizionale pratica delle tre bare (cipresso, piombo e rovere). Il corpo sarà esposto nella bara aperta, senza l’uso del catafalco, e la veglia funebre sarà unica, senza cerimonia di chiusura della bara. Queste modifiche sono state ufficializzate nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontifici, aggiornato per rispecchiare le sue volontà di un rito più sobrio e dignitoso, simile a quello di ogni cristiano.In sintesi, dopo i funerali che si svolgeranno nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco sarà tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in un luogo scelto da lui stesso, vicino all’icona mariana della Salus Populi Romani, in accordo con la sua profonda devozione e con il desiderio di una sepoltura semplice e fuori dalle consuete Grotte Vaticane.

sempre    secondo   https://www.chiechiera.it/

Quali sono le differenze principali tra la sepoltura di Papa Francesco e quella dei papi precedenti

Le principali differenze tra la sepoltura di Papa Francesco e quella dei suoi predecessori riguardano sia il luogo della tumulazione sia il rito funebre, che è stato significativamente semplificato.

  • Papa Francesco ha scelto di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, vicino all’icona della Salus Populi Romani, a lui molto cara. Questa scelta rappresenta una novità rispetto alla tradizione recente, che vedeva i papi del Novecento fino a Benedetto XVI tumulati nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro o, in alcuni casi, in altre basiliche vaticane. La decisione di Francesco rompe quindi con la consuetudine di essere sepolto nel Vaticano.

  • Tradizionalmente, il corpo del papa veniva deposto in tre bare poste una dentro l’altra: una di cipresso, una di piombo e una di noce o rovere, e veniva esposto su un catafalco durante le esequie a San Pietro.

  • Papa Francesco ha disposto un rito più sobrio e snello: il corpo sarà deposto direttamente in una sola bara di legno con rivestimento interno in zinco, eliminando le tre bare. Inoltre, il corpo sarà esposto nella bara aperta ma non su un catafalco, e la veglia funebre sarà unica, senza cerimonia di chiusura della bara.

  • La constatazione della morte avverrà nella cappella privata del papa defunto e non più nella sua camera, e la deposizione nella bara sarà immediata, con l’eliminazione di alcune fasi rituali di traslazione che erano previste in passato.

Ecco uno   dei motivi  per cui  insieme  a  quella di Giovanni paolo II  ( nonostante  le  ombre  ) Papa Francesco  rimane  per   me   Laico   non praticante   e libertario  un punto  di riferimento .  Infatti     concludendo  egli  ha voluto un funerale più semplice, meno cerimonioso e una sepoltura fuori dal Vaticano, in linea con la sua visione di umiltà e vicinanza al popolo cristiano, distinguendosi così nettamente dalle prassi consolidate dei suoi predecessori.  

Proprio mentre  stavo  concludendo     questo  post leggo  su  thereads   questo  bellissimo  commento  

Sarò fatta male, ma non riesco ad unirmi a chi gioisce per la morte del Papa! Si può essere credenti o meno, ma è pur sempre una persona ! Pur non essendo d'accordo con alcune delle sue posizioni, questa corsa cinica a chi è più stronzo è una gara a cui non riesco ad unirmi. E pensare che tanti di voi che stanno godendo di ciò, si professano pure brave persone!!!!

e  mi unisco  a  lei  in  quanto    la  notizia   di tale  evento    crea  Un groppo in gola, anche per chi non è credente  o ha  perso la  fede . Il Papa del clima, dei migranti, della pace.  Con _Laudato si’_ ci ha insegnato ad amare la Terra.Indimenticabile la sua solitudine in Piazza San Pietro durante la pandemia.Non amato dai palazzi, ma amato dal popolo.Un Papa buono, il Papa della fratellanza.

25.3.25

ai complottisti che ancora insistono sul pontefice dalla dottoressa Chirurga vascolare e divulgatrice scientifica Alice Rotelli

Ai complottisti che ritengono che l'immagine del papa alla dimissione non sia quella del vero papa, vorrei ricordare che stiamo parlando di una persona anziana ricoverata in ambiente ospedaliero per più di un mese e sottoposta a svariate terapie, tra cui quella cortisonica





A tal proposito, vorrei ricordare solo alcuni dei possibili effetti collaterali della rerapia corticosteroidea: ritenzione di sodio, ritenzione di liquidi che comporta edema (gonfiore) al viso ed alle estremità, aumento del peso corporeo, debolezza muscolare.Ecco spiegato il perché dell'aspetto più "paffuto" del pontefice. Nessuna sostituzione, nessun avatar, nessuna maschera in silicone, nessun sosia. Il papa è vivo, è stato curato ed è stato dimesso.Datevi una calmata, una buona volta. ... 'mbecilli.

24.3.25

il Dio di papà Francesco di Daniela Tuscano



È sempre lui. Lo è nel respiro affannoso, nei lineamenti sformati che gli hanno regalato un gonfiore giovanneo, mentre la tenacia, diversa ma non meno potente, lo accomuna all'ultimo Wojtyla. Le cui benedizioni erano ormai diventate un roco e inafferrabile biascichio.
Un tempo era proibito mostrare in pubblico il Papa sofferente. Adesso è il Pontefice medesimo a esporsi, nella nudità della malattia. Ed è il suo momento più vero: la forza del cristianesimo sta qui, nel rovesciamento d'una vita che acquista tanto più valore quanto più perde vigore, in una debolezza stremata, morale prima che fisica. Molte volte Gesù provò delusione, ma la suprema la sentì lì, sulla croce, mentre tutti i suoi ideali di amicizia e pace scivolavano via, assieme al sangue e all'acqua.
Francesco non è Gesù. Francesco è soltanto Pietro. Ma il maestro, di quella sua testa petrosa, ha voluto fidarsi, ancorché l'abbia rinnegato bestemmiando di paura. Nemmeno Francesco ha la scorza tenera, è impetuoso, talora cocciuto. Però sa parlare anche nel silenzio, e in questi giorni, quanto è stato eloquente in quell'infermità. Quanto la sua sofferenza ha messo in risalto la nostra (mala) sanità, le nostre fragorose grida di guerra, vendetta e sopraffazione. Il Dio di Francesco, dei cristiani tutti/e, è il Dio sconfitto, che monda il mondo ma non è di questo mondo. La croce è una stretta fessura. Ma non è il buio, non serve un abbaglio, basta una lamina di luce. Sono solo tre giorni. È a noi che passa il testimone. Di noi, si fida. E credere a questa fiducia è già resurrezione.

© Daniela Tuscano

23.3.25

alla faccia dei complottisti influenzer e degli haters che lo volevano morto il papa e vivo e ritorna

canzone suggerità
Laico reggae (Tunnel 22/5/1994)


 



Poco fa Papa Francesco è ricomparso in pubblico dopo le dimissioni, a distanza di 38 giorni dal ricovero.
Il volto e il fisico provato, la forza, la fragilità, la dignità, persino l’ironia a un certo punto di uno dei giganti del nostro tempo.
Quanto ai miserabili sciacalli che da due mesi lo hanno dato per morto, a chi lo è andato a cercare in ospedale per dimostrare che non c’era(  vedere    il  video  sotto  e   leggere  qui la  cronaca     di  tale  gesto  poco   rispettoso  ) .



 concordo  con LorenzoTosa     quando dice 

Siamo a livelli fuori scala di miseria umana e complottismo sulla salute di Papa Francesco.Solo che questa volta è finita malissimo.Due diversi “influencer” (fa già ridere così) hanno avuto la brillante idea di dimostrare che in realtà Papa Francesco “è morto” e “non celodikono…”Per farlo sono addirittura entrati all’ospedale Gemelli, al famoso piano 10, per mostrare che di Papa Francesco non c’è in realtà alcuna traccia.Solo che i due geni in questione sono andati al piano 10 non del padiglione sbagliato ma proprio di un’altra ala dell’ospedale.Alla fine eccoli qui, in tutta la loro meschineria.Teorizzano complotti su scala mondiale e non sono neanche in grado di trovare un padiglione.O, molto più banalmente, lucrano sull’ignoranza di gente.Mi auguro solo che gli autori di un simile scempio ne rispondano per falso, diffamazione e pure circonvenzione di incapaci.Ma il problema non sono neanche questi fresconi.Il problema è che i fresconi hanno un pubblico, un seguito, una fanbase.
E che, alla fine di tutto, questa gente vota.


Ritornando a  noi   . 
IL  ritorno    del   pontefice  , da    qui il mio  titolo  critico verso   tali persone ,  è una bellissima notizia per il mondo, cattolico e laico. Una pessima per i miserabili sciacalli che lo volevano e lo davano per morto. A lui un augurio di buona guarigione. Per gli altri non c’è ormai alcuna speranza. A a chi - come Corona - si è detto persino pronto a ritirarsi a vita se lo rivedrà vivo (e purtroppo non lo farà mai) cali un pietoso silenzio su di loro.Questa immagine di straordinaria e ordinaria umanità parla da sola.Una bellissima notizia per il mondo, cattolico e laico.Una pessima per i miserabili sciacalli che lo volevano e lo davano per morto.A lui un augurio di buona guarigione. Per gli altri non c’è ormai alcuna speranza.
Non c’è nulla da dire. E niente da aggiungere per quel che mi riguarda .Se non bentornato.

24.6.22

Una grande lezione di Unità Pastorale, da parte di papa Francesco siamo tutti figli di uno stesso Padre ed i Padri non allontanano, non disprezzano e non giudicano

 

🗣"È stato emozionante, ci siamo sentite accolte". Alessia Nobile ha raccontato a Fanpage.it com'è stato essersi trovata faccia a faccia con Papa Francesco.
👉Ieri il Santo Padre ha incontrato sei donne transgender, una italiana e cinque straniere, di diverse età e storie diverse e la mamma di un ragazzo transgender. Un incontro inaspettato e di forte valenza simbolica, se si considera che è avvenuto proprio durante il mese del Pride, delle manifestazioni e dei colori arcobaleno.Alessia, laureata in Scienze sociali, è autrice de ‘La bambina invisibile' edito da Castelvecchi e pubblicato lo scorso febbraio. A San Pietro non c'è andata da sola, ma ha portato con

sé quel volume di cui parla nelle scuole e nelle carceri dove fa informazione. Un libro che racconta la sua vita e il suo percorso verso la formazione della persona che è oggi, della realtà delle persone transgender e lo ha messo tra le mani del Pontefice.
Una giornata organizzata da suor Genevier, amica del Papa, una religiosa che vive nei Luna Park, che raduna e si occupa degli ultimi. Gli ha proposto l'incontro, spiegandogli però che non si trattava di una sola persona e lui le ha risposto "Portale tutte". "Ci siamo radunate al Vaticano insieme alla suora e a un sacerdote, che fa parte del Gruppo Cristiani lgbt+ Nazionale TRANSizioni – progetto a cura de La Tenda di Gionata. Il Papa ci ha ricevute singolarmente ed io sono stata la prima spiega Alessia con emozione – Portargli il mio libro è stato un sogno che si è avverato". Alessia ha spiegato com'è stato l'incontro con il Papa: "Non ha voluto che mi inginocchiassi, mi ha stretto la mano e quando mi sono presentata come una ragazza transgender mi ha risposto che non gli importava chi fossi, che abbiamo un unico Padre, come se volesse dirmi sei una sorella".Alessia ha regalato il suo libro al Papa: "Lo ha preso e mi ha detto, brava hai fatto bene a scrivere la tua storia. Poi mi ha raccomandato di essere sempre me stessa, ma di non farmi avvolgere dal pregiudizio nei confronti della Chiesa"

8.11.21

il coraggio di Vincenzo Spadafora


Chi ha fatto un commento insulso sul coming out di Spadafora e perché proprio il leghista Spirlì?

L’ex Presidente “facente funzioni” della Calabria si lascia andare – come al solito – in un commento privo di senso. Questa volta sull’ex Ministro dello Sport

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nino spirlì video negro

Questa mattina, parlando del coming out di Vincenzo Spadafora, avevamo parlato di “gesto di coraggio” in un periodo storico in cui l’Italia che è sempre meno tollerante. La conferma è arrivata a stretto giro di posta, con un commento insulso pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale da Nino Spirlì, l’ex Presidente “facente funzioni” della Calabria. Il leghista, omosessuale dichiarato da tempo, senza che nessuno glielo chiedesse ha deciso di dire la sua sulle parole dell’ex Ministro dello Sport. E lo ha fatto come farebbe il classico leghista.


Nino Spirlì e quel commento insulso sul coming out di Vincenzo Spadafora

“E chi se ne frega, non ce lo metti?”. Queste le nove parole utilizzate da Nino Spirlì per commentare il coming out fatto da Vincenzo Spadafora nel corso dell’ultima puntata di “Che tempo che fa” (su RaiTre).  Eppure il discorso dell’ex Ministro dello Sport era intriso di grandi verità e di un dilemma personale vissuto per anni, per paure di essere giudicato per il proprio orientamento sessuale. Perché Spadafora ha sottolineato come la decisione di rendere pubblica la sua omosessualità sia stata molto sofferta, ma necessaria. E il deputato del MoVimento 5 Stelle lo ha detto commosso, perché sa bene come tutto ciò sia molto difficile nel nostro Paese. Lo è per la persona, ma lo è anche per il politico.
“Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma ritengo anche che chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più – ha detto Vincenzo Spadafora a Fabio Fazio -. Io l’ho fatto anche per me stesso, perché ho imparato forse molto tardi che è molto importante volersi bene e rispettarsi”. L’esponente pentastellato parla di se stesso nel suo libro dal titolo “Senza Riserva”, in cui si racconta sia come politico che come uomo. E lì spiega i motivi che lo hanno spinto a rendere pubblica la sua omosessualità. Ora Lo so che ceti discorsi interessano poco o niente , ma come specificavo In : << Mai giudicare il libro dalla copertina ovvero occhio a non partire prevenuti >> è triste anche dover ribadire l’ovvio. Ma tant’è. Aspettando il giorno, temo lontanissimo, in cui la normalità sarà finalmente normale   facciamolo .  Ogni volta che un personaggio noto o meno noto fa “coming out”, una delle classiche reazioni - più o meno in buonafede - è questa: “E allora? Chissenefrega con chi va a letto”. Bene, una volta per tutte chiariamo questa cosa :Punto primo.

Fare “coming out” ha a che fare solo molto, ma molto marginalmente con l’andare a letto con qualcuno,
semmai riguarda l’affettività di una persona, la sua identità, il suo rapporto emotivo con la società in cui vive, di cui il sesso è una componente assolutamente marginale, oltreché intima e personale.
(Estremizzando, una persona potrebbe benissimo decidere di fare coming out senza andare a letto con nessuno, e non toglierebbe nulla alla dichiarazione).Quindi non è solo esibizionismo vedere l'url contenuto nel post citato qualche riga fa come dicono molti citando a sproposito tale canzone  di Gaber  





Due.
Nel migliore dei mondi e delle società possibili, una persona non dovrebbe essere spinta o incoraggiata a dichiarare pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Ma, non so se ve ne siete accorti, questa è tutt’altro che la migliore delle società possibili. Questa è la società in cui due ragazzi o due ragazze non sono liberi di girare per strada mano nella mano o di scambiarsi un semplice bacio per paura di essere picchiati o anche solo fissati o ridicolizzati. È la società in cui esistono cento modi per prendere in giro un omosessuale, in cui 135 senatori della Repubblica applaudono schiumanti per aver cancellato i diritti di altre persone.
Terzo, forse il più importante.
Non è vero, come ci ripetono alla nausea, che “gli etero mica fanno coming out...” Al contrario. Gli etero fanno coming out in continuazione, ogni giorno della loro vita, con la ingenua nonchalance di chi non si sente giudicato ogni volta che parla di “mio marito”, “mia moglie”, ogni volta che fa una battuta esplicita sull’altro sesso, ogni volta che celebra le proprie performance da seduttore o semplicemente racconta la propria vita di coppia. Bene, a un gay questa normalità è negata.
Quarto, ma non ultimo.
Perché un personaggio pubblico - specie chi fa politica a prescindere dal suo schieramento d'appartenenza - ha anche la responsabilità di indicare un sentiero, di normalizzare ciò che è ancora considerato eccezione, di mostrare e dimostrare che è possibile venire allo scoperto a quelle decine di migliaia di ragazzi che, ancora oggi, nascondono alla famiglia - e a se stessi - la propria omosessualità, per paura di essere giudicati o rifiutati o  nel caso  di Spirli   essere  gay repressi  
Forse ora è più chiaro perché Vincenzo Spadafora non ha fatto solo qualcosa di utile ma qualcosa di importante. Di coraggioso. Di necessario. E per questo tutti - non importa quale sia il nostro orientamento sessuale - dovremmo dirgli grazie

25.7.21

FESTA DEGLI INUTILI © Daniela Tuscano

FESTA DEGLI INUTILI
#25luglio. Data fatidica, che per la storia d'Italia ha segnato un capitolo drammatico. Ma da oggi, questa data è altro. Per volere di #PapaFrancesco è diventata la #giornatamondialedeinonniedeglianziani. Cioè a dire, delle persone che soprattutto nelle società occidentali - ma non soltanto, l'ultimo romanzo di #abdellahtaïa lo dimostra - sono viste come inutili, improduttive, "eccedenti". Sì, il tempo umano è sempre un eccesso. Nel "Mondo Nuovo" di #Huxley, dove una comunità post-umana appariva sempre esteticamente gradevole, i sessantenni di colpo sparivano - #Orwell avrebbe detto "vaporizzati" - in cliniche misteriose e di loro non si sapeva più nulla. Ancora in forma fisica, eppure ormai scaduti, travalicanti l'efficienza tecnologica, a rischio malattia, degenza, cura. Inutilità, appunto.
Ricordare oggi l'inutilità, dell'anziano ma, in generale, dell'umanità intera, è rivoluzionario. Di più: è profetico. Rammenta che per inutilità siamo nati, e, per chi crede, il servo perfetto è quello inutile. I #serviinutili del #vangelo non equivalgono però a degli incapaci. Il servo inutile è colui, o colei, che non attende ricompensa. È il servo gratuito che offre la sua opera non per dovere ma per un moto del cuore. Che è sempre spontaneo, mai estemporaneo. Non un vago sentire, poiché la vocazione umana è amare e null'altro.
Gli anziani raffigurano più di tutti questa gratuità/inutilità. Vanno amati non solo perché hanno dato e continuano a dare - in Italia, secondo gli analisti, rappresentano il #welfare che lo Stato non sa fornire -, ma perché esistono, col loro corpo fattosi storia e radici, con la loro impossibilità, talora, di ricambiare. Non in una logica mercantile, almeno; in un certo senso, gli anziani sono un naturale argine alla pervasività del Capitale.
Il #covid_19 è in questo senso una epidemia molto "moderna", avendo falcidiato dapprima gli "inutili", le radici. Un altro passo verso l'atomizzazione dell'umano e il conseguente annichilimento. Ci è rimasto Francesco, un vecchio del tempio inutile, ché la religione, santa e cattolica, cioè universale, contraddice in nuce la privatizzazione di Dio a immagine e "utilità" dei singoli. Ben venga quindi la giornata degli anziani, la nostra. Ben venga questa risacca d'inutilità.
© Daniela Tuscano

30.3.19

si puo essere conservatori e retrogradi senza insultare . Papa Francesco: “Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”

leggi anche 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/03/il-medioevo-non-e-mai-morto-il.html

Finalmente  all'interno della  gerarchie  della  chiesa  cattolica  s'alza    qualche  voce   di  rimprovero    ai  convocati  alla  convegno sulla  famiglia    di Verona  . Essa  viene  proprio  da Papa Francesco che   : “Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”


da  https://www.tpi.it/ Di Luca Serafini 30 Mar. 2019


“Il Congresso delle Famiglie di Verona? Bene la sostanza, sbagliato il metodo”. A dirlo è Papa Francesco, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul volo da Roma a Rabat.
“Ho letto la risposta del segretario di Stato Parolin sul convegno di Verona e mi è sembrata equilibrata”, ha detto Bergoglio. E le parole di Monsignor Parolin erano state proprio quelle che il Pontefice si sente di condividere: “La sostanza è corretta, il metodo è sbagliato”
Sono le prime parole di Papa Francesco sull’evento iniziato a Verona venerdì 29 marzo, e che si concluderà domenica 31 marzo.
Un’iniziativa che ha sollevato una selva di polemiche anche a causa del profilo a dir poco discutibile di alcuni dei relatori. Una di questi, Babette Francis, ha sostenuto in passato la tesi che le donne che non fanno figli vengano colpite più facilmente da tumori.
Francis ha così stabilito un nesso di causalità smentito a TPI da Matteo Lambertini, oncologo presso l’Ospedale San Martino Genova e professore aggiunto all’Università di Genova.
Sabato 30 marzo Maria Gandolfini, la figlia del fondatore del Family Day Massimo Gandolfini, l’uomo che ha aperto i lavori del Congresso di Verona, in un’intervista video a TPI ha dichiarato di ritenere il pensiero del padre “maschilista e retrogrado”.
Maria, 36 anni, ha spiegato di non essersi mai sentita amata dal padre. “Mi considerava una pecora nera, una delusione totale. Ma se mi amasse, come mia madre, non mi vorrebbe far marcire tra le fiamme dell’inferno solo perché sono separata. Lui mi considera un mostro, ritiene che la mia famiglia sia da nascondere, da seppellire da non far vedere, qualcosa di cui vergognarsi”.
Massimo Gandolfini ha replicato alle parole della figlia: “Le parole di mia figlia sono servite se non altro a demolire l’immagine del Gandolfini fascista che impone le sue idee. Per cui mia figlia fa giustamente quello che crede e che reputa giusto. Io naturalmente la rispetto. Lei è uno dei miei sette figli, che amo tutti nella stessa maniera”.

26.3.17

RIMANE DIO di © Daniela Tuscano

Proprio    mentre    riportavo  (  lei è impegnatissima in questo periodo) di Daniela Tuscano     ho  iniziato   a  canticchiare    questa  canzone  

Grazie  Daniela   è  un piacere  una  gioia   averti   scoperto  ben  7  anni fa   sul forum di Ammazzatecitutti

  Ma   Adesso  basta   vi lascio   al  suo post  




                           RIMANE DIO    di © Daniela Tuscano

Ti hanno visto ilare, il volto spianato, perfettamente a tuo agio fra i giovanissimi, nel campo sportivo incorniciato da un Cristo floreale, quasi indù. La tua solarità dietro i contenuti seri, densi e meditati. Ma io ti preferisco pensoso, sfibrato dal caldo, dolente, immerso nel cosmo e a tratti invisibile. Ti preferisco quando la tua figura emerge incerta fra il verde squillante delle giovani robinie. Quando, sull'altare, letteralmente scompari, fra l'oro iconico degli arredi, e sei tutt'uno e non ti appartieni più. "Milanesi sì, ambrosiani certo, ma parte del grande popolo di Dio", riassumi, e dici tutto. Forse hai scelto il rito ambrosiano proprio perché meticcio: spurio, un ponte. In parte romano, in parte bizantino, in parte greco. Come spurio era il nostro patrono. E non è questa, Milano? Non è questa la sua cittadinanza, la sua identità in mille anime? 
Milano non è monolitica, ma affastellata e lucente. Come la sua cattedrale. Ha il cuore in mano, Milano. Bene hai fatto a ricordarlo. Bene hai fatto a sottolineare - e qui la gravità s'imponeva - la "speculazione" su sentimenti, famiglia, lavoro (o mancanza di esso)... e tempo; un tempo strapazzato come una fisarmonica rotta, che la cultura attuale, dell'efficientismo e dello scarto, elimina; e dall'altra parte invece, dagli spalti dello stadio, l'hai evocato, rallentato, respirato e amato. I giovani hanno bisogno del tempo come dell'aria. Vogliono dilatazione. Spazi aperti, poiché solo lì si gioca davvero. Educazione e non nozionismo. Spessore. 
Ammazzare il tempo, sciupare tempo: due modi per massacrarlo, per sovvertire "i valori, se vogliamo chiamarli così". Il tuo lessico è lineare, non sciatto. "Valori" non significa nulla. "Valori" implica calcolo. Meglio princìpi, certo. Ma non tutti avrebbero colto. Ti sei quindi rassegnato alla stanchezza verbale, non senza amaritudine. 
A ognuno il suo Francesco ed era bello stare lì. Magari per costruire due o tre capanne e ascoltarti ancora. Ma il nostro posto è nelle città della pianura, è nel tempo, che però a sua volta appartiene a Dio; e "ce ne ha promesso tanto". E mentre il cielo si richiudeva, tornando ingombro di nubi nere, ho ringraziato quel tuo nascondimento, il tralucere nelle fronde, l'aureo annegare. Andandotene, rimane Dio; quello che la tua presenza ha reso visibile, rinnovando tutte le cose, il nostro quotidiano, il diuturno viaggio. Rimane Dio e rimane tutto, e dopo una notte di gelo e pioggia, come a Emmaus, l'orizzonte si fa più chiaro, timido come l'anima, fragile dopo il periglio. Il cardinale Martini, da lassù, ha sorriso.