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24.6.22

Una grande lezione di Unità Pastorale, da parte di papa Francesco siamo tutti figli di uno stesso Padre ed i Padri non allontanano, non disprezzano e non giudicano

 

🗣"È stato emozionante, ci siamo sentite accolte". Alessia Nobile ha raccontato a Fanpage.it com'è stato essersi trovata faccia a faccia con Papa Francesco.
👉Ieri il Santo Padre ha incontrato sei donne transgender, una italiana e cinque straniere, di diverse età e storie diverse e la mamma di un ragazzo transgender. Un incontro inaspettato e di forte valenza simbolica, se si considera che è avvenuto proprio durante il mese del Pride, delle manifestazioni e dei colori arcobaleno.Alessia, laureata in Scienze sociali, è autrice de ‘La bambina invisibile' edito da Castelvecchi e pubblicato lo scorso febbraio. A San Pietro non c'è andata da sola, ma ha portato con

sé quel volume di cui parla nelle scuole e nelle carceri dove fa informazione. Un libro che racconta la sua vita e il suo percorso verso la formazione della persona che è oggi, della realtà delle persone transgender e lo ha messo tra le mani del Pontefice.
Una giornata organizzata da suor Genevier, amica del Papa, una religiosa che vive nei Luna Park, che raduna e si occupa degli ultimi. Gli ha proposto l'incontro, spiegandogli però che non si trattava di una sola persona e lui le ha risposto "Portale tutte". "Ci siamo radunate al Vaticano insieme alla suora e a un sacerdote, che fa parte del Gruppo Cristiani lgbt+ Nazionale TRANSizioni – progetto a cura de La Tenda di Gionata. Il Papa ci ha ricevute singolarmente ed io sono stata la prima spiega Alessia con emozione – Portargli il mio libro è stato un sogno che si è avverato". Alessia ha spiegato com'è stato l'incontro con il Papa: "Non ha voluto che mi inginocchiassi, mi ha stretto la mano e quando mi sono presentata come una ragazza transgender mi ha risposto che non gli importava chi fossi, che abbiamo un unico Padre, come se volesse dirmi sei una sorella".Alessia ha regalato il suo libro al Papa: "Lo ha preso e mi ha detto, brava hai fatto bene a scrivere la tua storia. Poi mi ha raccomandato di essere sempre me stessa, ma di non farmi avvolgere dal pregiudizio nei confronti della Chiesa"

21.6.14

il cardinale martini una voce inascoltata dalle gerchie della chiesa . Georg Sporschill,- Stefano Stimamiglio ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).

da  repubblica  del 21\6\2014

ROMA. LA CHIESA è "indietro di duecento anni se non di trecento". Così scrisse il cardinale Carlo Maria Martini nel Testamento pubblicato il primo settembre del 2012. Il testo venne raccolto in limine mortis da padre Georg Sporschill, gesuita austriaco, che oggi assieme a Stefano Stimamiglio racconta per la prima volta la sua vita ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).



Padre Sporschill, nel 2012 vi fu chi sostenne che quel Testamento non era del tutto autentico.
"Tutte le parole pubblicate mi furono dette da Martini l'ultima volta che l'ho incontrai a Gallarate, l'8 agosto 2012, ventitré giorni prima che ci lasciasse, e le ritengo autentiche. Una volta tornato a casa avevo pensato di saltare qualcuno fra i passaggi più duri, ma Ruth Zenkert  -  la donna che da anni lavora insieme a me con i bambini di strada e rom in Romania  -  mi disse che avrei dovuto lasciare quelle parole, come lui le aveva espresse. E così ho fatto. Martini è stato un uomo molto profondo nella sua fede e allo stesso tempo dotato di un amore leale e fedele per la Chiesa. Quando si ama qualcuno, si soffre se lo si vede in difficoltà. Per questo ha patito nel vedere che gli uomini di questo tempo non la ritengono un interlocutore credibile con cui confrontarsi. Per lui il sintomo evidente della malattia era l'indifferenza della gente. Questa sua idea, insieme ad alcune cause che lui vi intravedeva  -  e cioè gli intrighi di curia e la nomina di alcuni vescovi  -  l'ha espressa sia oralmente che per iscritto più volte a papa Benedetto. Da quanto so, però, senza ottenere risposta. Di Giovanni Paolo II pensava che fosse un uomo con un carattere forte, che lo portava talvolta a non ascoltare ragioni su alcune decisioni già prese. Quando destinò lui che era un torinese, a Milano, le perplessità che espresse a Wojtyla furono da questi respinte senza tante discussioni. Martini è stato sempre leale con i Papi, tanto che ha sempre espresso loro la sua idea sullo stato della Chiesa senza infingimenti. E devo riconoscere anch'io che, fino all'arrivo del "suo" candidato, cioè di papa Francesco, ben poco si è mosso nella Chiesa. Bergoglio era già un "papabile" nel Conclave nel 2005 in alternativa a Ratzinger e credo che sia stato proprio Martini  -  è soltanto una mia opinione  -  a proporre ai cardinali il suo confratello argentino".

Fu anche la pubblicazione di quel Testamento che contribuì ad appiccicare addosso a Martini l'etichetta di Antipapa.
"La sua risposta è sempre stata: "Non sono un 'Antipapa', sono un 'Antepapa'": in questo è stato profetico".

Martini ha spinto la Chiesa a farsi promotrice di riforme in vari campi, fra questi la sessualità. Cosa pensava dell'Humanae Vitae di Paolo VI?
"Faceva spesso l'esempio dell'Humanae Vitae come materia su cui portare la discussione ecclesiale riguardo a matrimonio e sessualità. Vedeva come un grande problema il crescente numero di divorziati nelle società occidentali e si rendeva anche conto che sulla sessualità la psicologia e la medicina dovessero essere prese in seria considerazione dal magistero della Chiesa, non prima però di avere chiesto scusa per alcune posizioni dure del passato".

Cosa pensava del Vaticano?
"Era un religioso tutto di un pezzo e quello che accadeva dentro le mura vaticane lo faceva soffrire molto".

Si sarebbe mai aspettato Martini l'elezione di Bergoglio?
"Credo di sì. Diceva che il Papa avrebbe bisogno di avere intorno a sé gente un po' matta per tentare strade nuove. Per "matta" intendeva "coraggiosa". Con Francesco mi sembra che la realtà abbia superato la fantasia: il Papa argentino è, in questo senso, un po' "matto". Ha il coraggio di vivere secondo uno stile diverso, quello che Martini auspicava: vicino alla gente, soprattutto a quella in difficoltà. Di lì, e solo di lì, lo Spirito Santo dà la forza per fare le riforme"

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...