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25.4.15

l'italia non celebra il genocidio armeno eppure ospito in esilio Armin_Theophil_Wegner che lo denuncio e scrisse a hitler per evitare quello su gli ebrei

http://marciana.venezia.sbn.it/mostre/armin-t-wegner-un-giusto-gli-armeni-e-gli-ebrei
http://www.presentepassato.it/Dossier/Dire_no/kuciukian_armin_wegner.htm
http://www.columbia.edu/itc/history/winter/w3206/edit/armeniangenocide.html
http://armgenocide.blogspot.it/2008/03/armin-t-wegner.html

Oggi oltre  al 25  aprile   si   celebra  il  centenario  Genocidio  Armen  e  a cui  ,   che  ci  si vuol  fare    quando   si  ha una politica estera  da  far  schifo  


Genocidio armeno, commemorazione del centenario a Erevan. Tanti capi di Stato, assente governo italiano (FOTO)

Pubblicato: Aggiornato:
GENOCIDIO ARMENO COMMEMORAZIONE
Si sono tenute al memoriale di Tsitsernakaberd, poco fuori Erevan, la capitale dell'Armenia, le commemorazioni per il centenario del massacro degli armeni iniziato il 24 aprile 1915, in cui morirono circa 1,5 milioni di persone. Alle cerimonie hanno assistito numerosi presidenti e diplomatici internazionali, fra cui il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande, e hanno partecipato anche discendenti delle vittime e il cantante francese di origine armena Charles Aznavour. Presenti anche deputati e ministri di Paesi come Stati Uniti, Israele e Germania, il cui presidente ha ieri riconosciuto il massacro come genocidio.
Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.
Per l'Italia sono presenti i presidenti delle commissioni Esteri di Senato, Pier Ferdinando casini, e Camera, Fabrizio Cicchitto, ma non c'è nessun rappresentante del Governo. Il presidente della Toscana Enrico Rossi considera "vergognosa l'assenza italiana alle celebrazioni di Erevan. Oggi 60 paesi saranno a Erevan per ricordare quella barbarie, tra questi non ci sarà l'Italia. Non riesco a capire - sottolinea Rossi - le ragioni dell'assenza e ne provo vergogna, come provo ribrezzo per le ipocrisie di Salvini che strumentalizza questa tragedia per le sue campagne xenofobe, ciniche e balorde, e non capisce o non vuol capire che gli 'armeni' di oggi sono le migliaia e migliaia di profughi che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni. I popoli marginali che lui vorrebbe radere al suolo con la ruspa".
Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.    continua   su huffingtonpost.it  del  24\4\2015 
Ma   queste  sopno celebrazioni di circostanza  e   puli coscienza ., In quanto  lo  sterminio o genocidio che di si voglia del popolo Armeno   era      già stato   denunciato  da  <<  ( ...  )  Armin Theophil Wegner (Elberfeld, 16 ottobre 1886 – Roma, 17 maggio 1978) è stato un militare, attivista e scrittore tedesco.
Armin Theophil Wegner è stato un militare paramedico tedesco nella Prima Guerra Mondiale, un autore prolifico e attivista per i diritti umani. Stanziato nell’Impero Ottomano durante la Prima
Guerra Mondiale, Wegner è stato un testimone del Genocidio del popolo Armeno e le fotografie da lui prese documentano la drammatica situazione degli Armeni e, oggi, rappresentano “il nucleo della testimonianza delle immagini del genocidio."
Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, Wegner ha anche manifestato la propria opposizione, a rischio della propria vita, alle politiche anti-semitiche dei nazisti. Nel 1933, ha scritto un appassionato appello ad Adolf Hitler  [  vedere  url  inizio  post    ]  a nome degli ebrei residenti in Germania. Egli rammentò che la persecuzione degli ebrei non era solo una questione del "destino dei nostri fratelli ebrei, [ma anche] il destino della Germania. "
Facendo presente che egli stava scrivendo la lettera come un fiero tedesco le cui radici familiari Prussiane risalgono fin dal tempo delle Crociate, ha chiesto a Hitler cosa sarebbe diventata la Germania se avesse continuato la sua persecuzione degli ebrei. Rispondendo alla sua stessa domanda, dichiarò: "Non c'è patria senza giustizia!". È stato perseguitato dai nazisti e, per il suo impegno, riconosciuto nel memoriale Yad Vashem quale uno dei Giusti tra le Nazioni.
(....)  >> continua sulla  voce  di  wikipedia  dedicata  a  Armin_Theophil_Wegner  

21.6.14

il cardinale martini una voce inascoltata dalle gerchie della chiesa . Georg Sporschill,- Stefano Stimamiglio ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).

da  repubblica  del 21\6\2014

ROMA. LA CHIESA è "indietro di duecento anni se non di trecento". Così scrisse il cardinale Carlo Maria Martini nel Testamento pubblicato il primo settembre del 2012. Il testo venne raccolto in limine mortis da padre Georg Sporschill, gesuita austriaco, che oggi assieme a Stefano Stimamiglio racconta per la prima volta la sua vita ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).



Padre Sporschill, nel 2012 vi fu chi sostenne che quel Testamento non era del tutto autentico.
"Tutte le parole pubblicate mi furono dette da Martini l'ultima volta che l'ho incontrai a Gallarate, l'8 agosto 2012, ventitré giorni prima che ci lasciasse, e le ritengo autentiche. Una volta tornato a casa avevo pensato di saltare qualcuno fra i passaggi più duri, ma Ruth Zenkert  -  la donna che da anni lavora insieme a me con i bambini di strada e rom in Romania  -  mi disse che avrei dovuto lasciare quelle parole, come lui le aveva espresse. E così ho fatto. Martini è stato un uomo molto profondo nella sua fede e allo stesso tempo dotato di un amore leale e fedele per la Chiesa. Quando si ama qualcuno, si soffre se lo si vede in difficoltà. Per questo ha patito nel vedere che gli uomini di questo tempo non la ritengono un interlocutore credibile con cui confrontarsi. Per lui il sintomo evidente della malattia era l'indifferenza della gente. Questa sua idea, insieme ad alcune cause che lui vi intravedeva  -  e cioè gli intrighi di curia e la nomina di alcuni vescovi  -  l'ha espressa sia oralmente che per iscritto più volte a papa Benedetto. Da quanto so, però, senza ottenere risposta. Di Giovanni Paolo II pensava che fosse un uomo con un carattere forte, che lo portava talvolta a non ascoltare ragioni su alcune decisioni già prese. Quando destinò lui che era un torinese, a Milano, le perplessità che espresse a Wojtyla furono da questi respinte senza tante discussioni. Martini è stato sempre leale con i Papi, tanto che ha sempre espresso loro la sua idea sullo stato della Chiesa senza infingimenti. E devo riconoscere anch'io che, fino all'arrivo del "suo" candidato, cioè di papa Francesco, ben poco si è mosso nella Chiesa. Bergoglio era già un "papabile" nel Conclave nel 2005 in alternativa a Ratzinger e credo che sia stato proprio Martini  -  è soltanto una mia opinione  -  a proporre ai cardinali il suo confratello argentino".

Fu anche la pubblicazione di quel Testamento che contribuì ad appiccicare addosso a Martini l'etichetta di Antipapa.
"La sua risposta è sempre stata: "Non sono un 'Antipapa', sono un 'Antepapa'": in questo è stato profetico".

Martini ha spinto la Chiesa a farsi promotrice di riforme in vari campi, fra questi la sessualità. Cosa pensava dell'Humanae Vitae di Paolo VI?
"Faceva spesso l'esempio dell'Humanae Vitae come materia su cui portare la discussione ecclesiale riguardo a matrimonio e sessualità. Vedeva come un grande problema il crescente numero di divorziati nelle società occidentali e si rendeva anche conto che sulla sessualità la psicologia e la medicina dovessero essere prese in seria considerazione dal magistero della Chiesa, non prima però di avere chiesto scusa per alcune posizioni dure del passato".

Cosa pensava del Vaticano?
"Era un religioso tutto di un pezzo e quello che accadeva dentro le mura vaticane lo faceva soffrire molto".

Si sarebbe mai aspettato Martini l'elezione di Bergoglio?
"Credo di sì. Diceva che il Papa avrebbe bisogno di avere intorno a sé gente un po' matta per tentare strade nuove. Per "matta" intendeva "coraggiosa". Con Francesco mi sembra che la realtà abbia superato la fantasia: il Papa argentino è, in questo senso, un po' "matto". Ha il coraggio di vivere secondo uno stile diverso, quello che Martini auspicava: vicino alla gente, soprattutto a quella in difficoltà. Di lì, e solo di lì, lo Spirito Santo dà la forza per fare le riforme"

1.2.12

le nuove generazioni è l'amore [ generazione bimbiminkia ]

 la  foto   che trovate  sotto   conferma  sia   quanto dicevo  in precedenza in un precedente post   sulle illusioni specie  quelle amorose    , ma soprattutto  quantyo dioceva    de andrè  con questa  canzone

  che  aveva  anticipato tutti  e aveva predetto che  prima o poi si sarebbe arrivati a questo

nuova  forma di romanticismo  o cos'altro

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...