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8.11.22

tutto chiede salvezza analisi delle prime due puntate

Ieri  ho  visto  le  prime 2  puntate della nuova serie tutto  chiede  salvezza la nuova  serie televisiva italiana del 2022 pubblicata il 14 ottobre 2022 su Netflix e tratta dall'omonimo romanzo di Daniele Mencarelli.
Ora n
on sempre  bisogna,soprattutto se  si  hanno   buoni elementi  di base  e  spirito  d'osservazione,  aspettare la  fine   d'un  opera per  esprimere un giudizio o  una recensione  ,  anche  se  pur  incompleta. Soprattutto  quando si tratta  di opere  " veloci  "  e  poco scontate  ed prevvedibili   come  questa  . 
La serie racconta di Daniele, un ragazzo che si risveglia in reparto psichiatrico (SPDC) contro la sua volontà e della settimana che vi passerà dopo avere subito un TSO. Quella settimana all'interno dell'ospedale cambierà la sua vita per sempre. Mi sta  piacendo   ed tormentandomi . Credo   che  dovrò prendermi il  valium  😏😃😛  dopo  aver  visto  gli altri 5  episodi  . 
La serie è descritta da Netflix come un "dramedy delle esistenze che recupera la radice della nostra migliore commedia amara, riletta in chiave contemporanea, come in un grido d’aiuto, straziante ma pieno di speranza, da parte delle nuove generazioni e del loro enigmatico disagio di vivere".Mencarelli  in  : 
 Tutto chiede salvezza: Su Netflix la serie con Federico Cesari che mostra il lato tenero del disagio mentale articolo di www.comingsoon.it <<"Facciamo intrattenimento ma raccontiamo, perlustriamo anche un mondo di sofferenza, di grandi sentimenti nel bene e nel male. E credo sia questo quello che la letteratura dovrebbe fare di solito: entrare nei luoghi e, appunto, scavarci dentro".>>
Questa   nuova serie di Netflix arriva in un momento in cui il peggio nel mondo non è ancora passato e la pandemia si sta lasciando dietro disastri emotivi che chiedono salvezza mentre la situazione non smette di peggiorare per un'infinità di altre ragioni. Cesari sempre  su  comingson.it    parla di Daniele come di un personaggio la cui principale caratteristica è un'ipersensibilità nei confronti della sofferenza altrui - "Credo che personaggi e persone del genere nella vita di tutti i giorni siano davvero difficili da incontrare. Per me è stato una rivelazione, ma dal punto di vista umano". E quello che lui definisce un "superpotere", l'empatia di Daniele e il modo così sincero di far trasparire queste emozioni, per Mencarelli è la grande scommessa di Tutto chiede salvezza: "Far vedere alle persone che in realtà è molto più diffuso di quel che si pensi. C'è un grande sommerso, non detto, rispetto alla vita,all'esistenza, alla sensibilità che ognuno di noi porta in seno. E c'è poi chi, spesso in maniera patologica, spesso in maniera malata, tira fuori questo elemento. Però sono convinto che la serie dimostrerà a molte persone che questa linea di confine tra chi fa un TSO e una persona che ha i galloni della normalità sia assolutamente invisibile e inesistente. [ Infatti  basta un niente  per  cadere  nell'abbisso e  varcare   quella  soglia  in cui ogni  giorno  di  barcameniamo  tra  razionalità ed  irazionalita    che  caraterizza  il nostro vivere . Aggiunta mia  ] 
una  scena   della serie 

Perché nel momento in cui un uomo mette a disposizione la propria sensibilità, chi ha di fronte si rispecchia e riconosce la propria. Il grande elemento poetico - mi permetto di dire - del romanzo e della serie è che qui nessuno mente. Nessuno passa attraverso convenzioni, non c'è mondo borghese che giochi a nascondere sotto il tappeto. Qui ognuno è semplicemente portatore di una verità. Che spesso è dolorosa ma altre volte è ironica, divertente. È un superpotere che abbiamo tutti. Dobbiamo ricordarcelo un po' di più".

una scena della serie 

Infatti  ancora  la stessa  fonte   "Il Covid è stato una sveglia per molti che non guardavano al proprio mondo interiore", continua l'autore. "Non credo che esista un momento della Storia più adatto [di questo] per la serie. Il mondo, come possiamo ben vedere, vacilla da più parti e lo fa perché tanti uomini, secondo me soprattutto di grande potere, non hanno mai avviato un lavoro vero di dialogo con il loro mondo interiore. La serie semplicemente mostra questo: che esiste un mondo interiore e che ad affrontarlo insieme conviene. Perché affrontarlo da soli pesa troppo. E schiaccia".  


I personaggi    di  :  Giorgio e madaonnina      è  come  se  fossero presi   dai film  di Verdone   e   cinico  tv   \  mery  per  sempre   di  Risi . Promette bene   .  A  continuare   e  finire  di  vederla  è  anche  la bellissima risposta    datemi   alla  richiesta  di un parere   ,  da  parte  del nostro amico ed  utente  Cristian  Porcino

 << "Allora Giuseppe, io la serie  l'ho vista immediatamente su Netflix. Tra l'altro proprio stamattina ho tenuto una lezione in tutte le mie classi  su "tutto chiede salvezza" . Il racconto televisivo è molto bello così come il romanzo da cui è tratta la storia. In classe ho letto alcuni brani del libro di Mencarelli e proiettato alcune immagine della serie. Ho deciso di parlarne in classe perché secondo me è una serie che accende un faro su una problematica di cui spesso si tende a non parlare quasi mai. Ignoriamo che chi soffre di disturbi psicotici e sta ai margini della società deve essere allontanato dalla nostra vista.  A me questa serie è piaciuta molto e  fa riflettere su come noi tendiamo ad emarginare chi riteniamo folli relegandoli da un'altra parte. Bravissimi tutti gli attori e in particolar modo Federico Cesari " >>.
Quidi  “Tutto chiede salvezza”, anche nella sua versione televisiva, lascia il cuore pieno, e contiene tutta la complessità non tanto del tema della salute mentale, che non può essere stigmatizzata o ridotta a una sola definizione, quanto di quello della vita, così follemente illogica, una nave dei pazzi sulla quale viaggiamo tutti . 




Diceva Wislawa Szymborska: “Folli e veggenti, l’unica via per sopravvivere”. La follia non è solo chimica da riparare con le medicine giuste, è uno sguardo puro alla realtà, che Mencarelli chiama la “nostalgia del paradiso”, un ricordo sgranato di una verità, la parte di sé più vitale e dolorosa, estremamente umana. Contemplare i limiti della propria esistenza è malattia, per la società, è qualcosa da riparare, per la scienza, uno sfasamento da mettere a posto.


canzoni consigliate / mia colonna sonora

senso - Vasco Rossi
Curami - Ccp
La cura  - Franco Batttiato 
il matto  - Mcr  
  e     queste  dodici    canzoni  suggerite  da  http://www.vita.it/it
  1. "Yer Blues" dei Beatles
  2. "Fire and Rain" di James Taylor
  3. "The Needle and the Damage Done" di Neil Young
  4. "Wish You Were Here" di Pink Floyd
  5. "Schizofrenia" di Sonic Youth
  6. "Grey Walls" di Richard Thompson
  7. "Lithium" dei Nirvana
  8. "Brian Wilson" di Barenaked Ladies
  9. "4st 7lb" di Manic Street Preachers
  10. "Climbing to the Moon" di Eels
  11. "Schizofrenia cronica" di Wesley Willis
  12. "Libro di James" di We Are Augustines

29.7.22

Bartolucci chiude bottega, Geppetto si arrende alla crisi: addio al Pinocchio d’autore., L'erede dell'antica arte dei carretti siciliani Michele Ducato è l'ultimo decoratore L'erede dell'antica arte dei carretti siciliani Michele Ducato è l'ultimo decoratore., Alber donati e il cottage letterario in un paese di 180 anime tra le colline della Garfagnana,

Le botteghe di Firenze e Roma erano lì dal 1996 e dal 2002. Nel loro spazio profumato di cirmolo in pieno centro storico sono passate generazioni, tra ricordi e nostalgia di una manifattura fiabesca. Anche Michelle Obama, durante la visita ufficiale a Roma del presidente Barack, accettò che le figlie, con la nonna, andassero a conoscere Pinocchio. Un mese dopo al manager dello store romano arrivò una lettera con il sigillo della Casa Bianca: "Grazie per tutto quello che hai fatto - scriveva Michelle - le mie figlie sono state felici. I ricordi del nostro tempo a Roma resteranno con noi a lungo".
Un pezzo di storia se ne va. I due negozi chiuderanno nel fine settimana, a meno che il curatore fallimentare non disponga una proroga di alcuni giorni. "Mi sono trovato spiazzato - racconta Bartolucci - perché la pandemia ha fermato tutto. Siamo rimasti gli unici a non produrre in Cina sottocosto, facciamo tutto a mano con i nostri operai. Solo così si ottiene l'autenticità di un oggetto, che si sente al tatto, con la levigatura di certe rifiniture".




Dalla vecchia falegnameria del mastro alla fabbrica dei sogni. In mezzo il flusso di ricordi, come la costruzione del Pinocchio per la fiction omonima con Bob Hoskins nei panni di Geppetto, dove al centro del palco c'era il banco con i pochi attrezzi necessari, manuali e originali degli anni '40, un trapano, seghetti e uno scalpello curvo.
"Con la ripresa del pagamento dei mutui la situazione è diventata drammatica - racconta Mariagrazia Stocchi, amministratrice delegata dell'azienda e moglie di Francesco -. Per risollevare il fatturato due anni fa avevamo preso anche un locale in affitto in Corso Vittorio a Roma, ma è stato aperto solo quattro giorni, poi c'è stato il lockdown. Lo avevamo allestito con tanta speranza. Invece sì è rivelato un boomerang".
L'agonia è stata lunga, una trattativa durata un anno con un'azienda cinese interessata all'acquisto non è riuscita a cambiare le sorti. "Ora stiamo pensando di cessare ogni attività nel giro di un paio di settimane: dopo Urbino, toccherà al negozio di Firenze, poi Roma. Anche l'e-commerce è sospeso da giorni. Rimangono alcune giacenze dai nostri rivenditori tra i quali Dubai, Madrid, San Francisco, Malta e Atene", confessa Mariagrazia.





Eppure Pinocchio ne ha fatta di strada. Da una favola all'altra, da burattino parlante venduto in più di un milione di pezzi a un impero con 150 punti vendita nel mondo. Ma anche un salto dal passato al futuro, dalla falegnameria di Geppetto al marketing esperienziale: negli angoli adibiti a museo era stata ricreata la bottega antica per mostrare ai clienti la sapiente arte dell'intaglio. Anche per questo, una prestigiosa rivista Usa ha inserito l'azienda tra i primi 15 negozi di giocattoli al mondo e le figlie di Walt Disney hanno chiesto alcuni esemplari da esporre nel loro museo di San Francisco.

La chiusura dell'attività è il grande dolore di Bartolucci: "Mi piaceva vedere la gente emozionarsi, era come passare davanti a un forno e sentire l'odore del pane. E poi le notti a lavorare al banco, quando mi sembrava che i burattini mi parlassero. Era come stare in mezzo ai bambini. Quei negozi per me erano figli". C'era una volta un pezzo di legno.








Un Paese dei Balocchi senza giochi

Sul Pinocchio di Collodi a leggerlo c'è da stupirsi perché si sfatano un paio di miti. La prima riguarda il Paese dei Balocchi. Giochi, sì; ma pochissimi i balocchi. Nel meraviglioso elenco collodiano che dipinge a parole un animatissimo Bruegel compaiono delle spade di cartapesta, cerchi, palle, cavallini di legno e poco altro. Per il resto gli abitanti della gaia contrada si azzuffano, si sbeffeggiano, corrono, saltano, ballano e sono in pratica i parossistici balocchi di sé stessi. L'altro mito è proprio quello delle bugie. Pinocchio ne dice pochissime e il naso gli si allunga anche quando non ne dice. La prima volta è quando si accorge che la pentola in cui spera di trovare di che mangiare non è vera ma è dipinta sul muro. La verità è che Pinocchio "resta con un palmo di naso" - naso che appunto gli si allunga - quando si imbarazza e dall'emozione l'animo gli si ingorga sino a sconvolgergli il sembiante.

E ora solo burattini Made in China

La falegnameria dei Pinocchi acquistabili ora chiude e ci si dovrà consolare con esemplari di produzione cinese e di qualità fatalmente inferiore. Quella di Geppetto però resta dov'è, nei primissimi capitoli di un libro che ricordiamo in modo impreciso, poiché lo abbiamo presente più nella fallibile memoria collettiva che sui nostri scaffali. Apriamolo, ritroviamo quegli "occhiacci di legno". La sua voce tornerà subito a canzonarci, ma anche a ridirci chi siamo.



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L'erede dell'antica arte dei carretti siciliani


Michele Ducato è l'ultimo decoratore della bottega fondata dal nonno a Bagheria nel 1895. Storia, rinascita e curiosità di questa lontana tradizione.


una  tradizione    che resiste  ed    ha  avuto  uno  splendido  splendore    come dimostra  quest'altra storia  




.......

Quando


Quando decise di aprire un cottage letterario in un paese di 180 anime tra le colline della Garfagnana, Alba Donati venne presa per pazza. Ma il tempo  ed  il   libro  (  foto  a  sinistra  )  in  cui   racconta  la  sua  vicenda  ovvero     di  Una libreria microscopica in un paesino di180\200 persone sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l'infinito a portata di mano. E che ha subito un incendio ma grazie al Crowdfunding ha riaperto . il resto della stroria nei diue video sotto








21.3.21

Volevo nascondermi, di Giorgio Diritti il film sulla vita del pittore Antonio Ligabue è un quadro impressionista: Elio Germano protagonista di un’opera cupa e gentile

Cercando una canzone di Ligabue , mi sono imbattu.to fra i risultati nel pittore Antonio Ligabue in realtà nato Antonio Costa ( cognome della madre ) poi Antonio Laccabue ( riconosciuto , ma non accettato da lui che scelse appunto di chiamarsi Ligabue ) . Incuriosito dalla sua biografia sono andato a vedermi il film " Volevo nascondermi" di Giorgio Diritti.

                   di   Autore: chico de luigi presa  da  https://www.ilfattoquotidiano.it/  del 5 marzo 2020 

Un film tristissimo , ma bello ed intenso . Esso descrive benissimo la sua vitra travagliata come testimonia l'Epitaffio sulla tomba di Antonio Ligabue a Gualtieri

«Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all'ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore»

 Unico  neo (  per me   essendo  casinista  e un disordinato ,  chi mi  legge    e mi segue  lo  sa   ,  nell'esporre  fatti    e nello scrivere  nessun problema  )    secondo    i canoni ufficiali cinematografici  

Se si leggono le recensioni dei grandi siti statunitensi – Variety, Hollywood Reporter – “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti sarebbe un film senza un filo narrativo. Lo scrivono sessanta volte. Come se fosse un difetto. Una di quelle mancanze scritte nel libretto delle istruzioni del bravo cineasta che prima vende nei circuiti art house degli Stati Uniti il proprio talento visivo, e poi finisce a girare serie tv spiritose ed insignificanti come una lavastoviglie a colori. Paolo Sorrentino, per dirne uno. Pensate un po’, la storia del pittore naif Antonio Ligabue, quella di un appestato, decerebrato, idiota, sgorbio isolato da tutti (“tu sei un errore”), che si scopre suo malgrado artista finanche celebrato, con le dovute distanze umane e sociali, deve avere un filo narrativo. Magari una voce fuori campo come ne “L’amica geniale” su Rai1 che sottolinei l’impossibile. Oppure un bravo sceneggiatore che costruisce scenetta dopo scenetta, rigorosamente in ordine cronologico, la nascita, l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la fine del pittore emiliano che perì appena 53enne. [ ... ] 
 da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/05/volevo-nascondermi-il-film-sulla-vita-del-pittore-ligabue-e-un-quadro-impressionista-elio-germano-protagonista-di-unopera-cupa-e-gentile/5726642/

  Tale recensione    del FQ  conferma    quanto  ho scritto    sul  mio    facebook   a caldo    dopo la prima  mezz'ora    di visualizzazione 


1 h 
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anche i matti si reali sia quelli che noi facciamo diventare o etichettiamo come tali perchè non omologati e diversi sono creativi . Un bellissimo film . un ottimo elio germano



Nonostante il film sia stato premiato con l'orso d'oro a Berlino, esce indebolito dall’apertura di soltanto metà delle sale italiane causa coronavirus 

indebolito dall’apertura di soltanto metà delle sale italiane causa coronavirus. Peccato sacrificarlo così questo film, anche perché mancano all’appello le sale emiliane, lombarde e piemontesi che in un modo o nell’altro tanto hanno dato al regista Diritti, quando era ed a suo modo è rimasta questo sconosciuto, apostrofo garbato e controcorrente del cinema italiano contemporaneo.  Ma soprattutto ,   è il mercato purtroppo   ,  sacrificato  anche online  .  Infatti  è  assente  sulle  piattaforme   legali  (  Netflix , prime vision,  almeno   quelle  a  cui  sono registrato  )     disponibile  SIC  solo    a noleggio o vendita    e   non tenendo conto  costringendo a  chi  : occupare spazio   in memorie   informatiche  o    fisico  negli   armadi   \  mensole casa  a  ricorre allo streaming    illegale  o  semilegale    visto  che *****  sito a meta   strada  fra   il free   (  con  pubblicità  e  banner  ) o  il pagamento la  versione premium   deve  cambiare   l'indirizzo   ogni 15 giorni  
 Unico Neo   che  appesantisce  ( a  pazienza  non si  può essere perfetti al 100 % 😁👍  )  il film con il rischio  di un probabile  abbandono     è  l'eccessivo realismo \  verismo  del regista  che  sottotitola  la maggior  parte  del  film ( le scene dell'infanzia  in Svizzera  ed in Germania   dello stesso Ligabue )    e lasciando parlare  gli attori  in tedesco  .  Ma    a parte  questo , Dritti  ha messo  su  un  altro dei suoi  capolavori  ,  facendoci  anche  stavolta piangere ed  commuovere . 

2.1.19

Un matto? Forse. Sicuramente Carlo Torrighelli è stato un anticipatore. Degli writer urbani,

  mia   colonna  sonora 


per chi volesse approfondire ( anche se credo che questo articolo sia più che sufficiente ) trova qui trova qui qualcos'altro    :





A chi mi accusa d'essere complottista e di vedere , infatti mi chiamano l'ispettore scanu per via di questa parodia fattami 20 anni fa misteri e complotti ovunque  Sappia che matti sono quelli che vedono lontano ed anticipano gli altri . Ecco la storia di Carlo Torrighelli (  Laveno1909 – Milano4 novembre 1983   )  è stato un anticipatore. Degli writer urbani, con le sue scritte e la sua grafia inconfondibile. 
Ringrazio   Daniele De Luca  e   lo staff    del bellissimo  e neo  nato   portale    giornalistico     estreme conseguenzeper    aver  raccontato   la  sua storia  di   cui     riporto   qui  integralmente




Chi ha vissuto a Milano a fine anni 70-primi anni 80 non può non ricordare C.T., le sue scritte in vernice bianca sulle stradine del parco Sempione, il suo carretto, i suoi tre cani, i suoi slogan. “Popolo bue, la Chiesa ti uccide con l’onda. Sei milioni di morti in Italia”  


C.T. Era convinto che vi fossero nell’etere flussi elettromagnetici indotti in grado di condizionare le menti delle persone. Nella sua visione paranoide del misterioso e costante attacco al popolo (da parte di Vaticano, USA e URSS), fu il primo in realtà a parlare di inquinamento elettromagnetico anticipando di anni una questione che solo oggi comincia ad assumere contorni preoccupanti e scientificamente provati.
“Radio e televisione basta versi da gorilla ma cultura!” Scriveva e urlava al megafono.
Torrighelli era un senzatetto che dormiva sotto gli archi dell’Arena. Era di Laveno, aveva fatto la Resistenza, era iscritto alla sezione PCI di Porta Garibaldi. Era malato di silicosi ed era convinto di essere stato contaminato da misteriose centrali ad onde radio nascoste negli Appennini con le quali la “Chiesa ti uccide con l’onda!”.
“Ti uccidono con l’onda! Con l’onda ti uccidono! I russi, gli americani, il Vaticano!”.
In occasione del centenario della sua nascita, nel novembre 2009, gli è stata dedicata una mostra: C.T. L’onda assassina, presso i locali dell’ex ospedale psichiatrico “Paolo Pini” di Milano, assieme ad un concerto del gruppo milanese Teka P. Nel settembre 2010, presso gli spazi espositivi della Commenda di San Giovanni di Pré, a Genova, è stato messo in mostra il suo ricordo assieme ad altri 5 artisti e visionari di strada “fuori norma”.
In occasione del trentennale della sua morte gli è stata dedicata una tre giorni di eventi e una mostra, presso il circolo ARCI La Scighera di Milano.
Una collezione dei suoi biglietti, con gli slogan, è stata fatta dall’antropologo Giulio Calegari che li raccolse negli anni settanta nel corso di studi di “antropologia urbana”: «Mi imbattei in quei bigliettini e iniziai a collezionarli. Provocava. Era, con i suoi non-sense, un saggio folle, come un clown sacro nelle società primitive. Una presenza politica, poetica. Tra lo sport e la fede vinscemoliscono (sic) la mente. Accusava la tv. Pasoliniano. Aveva una stilla del carisma libertario del Che».












21.12.18

chi è normale ? a volte gli anormali sono più normali dei normali stessi . io ed il mio modo strambo di fre i regali di natale

N.b 
non sto   copiando o   facendomi   suggestionare   \  influenzare   ma   a volte  ( anche  troppo  )   faccio   come  questa  famosa  canzone    : << (.....) nei libri e nei poeti cerchi te, >> 


Un  mio amico  , chiaccherando  sulle  ormai  imminenti  festività   natalizie  e   i  futuri regali  ,  mi  ha  detto    che   sono   un tipo  stragante  e  strsano  ,  in quanto  gli  ho detto che   avevo    finito  di  comprare i regali     già  dai primi  di  dicembre  .    
Nonostante      cio'  non sia  una  novità , visto che  lo  pensano    in molti  ed  alcuni  coraggiosi   e  spiriti liberi   refrattari alle  convensioni   sociali   me lo dicono  direttamente ed in faccia
  e non alle  spalle    magari togliendomi il contatti o mettendomi  fra i  contstti nascosti   social  (     SIC    non solo  )  perchè  o hanno conosciuto  solo  una  parte   di me   o    hanno sentito   parlare  di me  .
Subito dopo  questa  discussione  ,  come sempre  ,  mi     chiedo    chi  è  normale   chi  è matto  \  stragante    quando   spesso    quelli che  noi  consideriamo  matti  sono persone  normalissime  .  Infattti questa  sega  mentale  mia  elucubrazione    trova  risposta   in questa   striscia


Nessun testo alternativo automatico disponibile.


presa    da  questa  storia   presa    da topolino n  3291




Infatti    per  delle  mie stranezze   vengo    considerato    strambo \  stravagnte   , ma    tali   giudizi  mi  scivolano     via   e   sinceramente      non me  ne  può frega'  de meno  perchè : 
  •  A  Persone  care  o  con cui  ho  molto in comune  regalo  o  dono  libri  che  per  me  hanno significato molto  magar  con   dediche  o  le  mie sottolineature  .                                             
Ecco una storia successami di recente , ometto il nomeed  immagine    in  quanti   è una discussione avvenuta  privatamente su messanger e non pubblicamente


****** Ciao Giuseppe ho ricevuto ora il tuo libro, sei stato molto gentile lo leggerò senz’altro                                                                                       scusa se era usato ma sono fra quelli che ritengo che quelo che conta è il pensiero . soprattutto quando ad una persona si dona una cosa tua e non comprata appositamente                                                                                  *****  Hai ragione! Ho apprezzato molto il fatto che sia usato, significa che ti è piaciuto e lo hai studiato, sopratutto per le sottolineature e gli appunti Grazie   ancora!

compro  in anticipo  i  regali  ,    ed  a  volte   al di  fuori   dei circuti tradizionali (  librerie ,  negozi di  dischi  e  video  , amazoni ed  ebay  )   come  le  edicole   chi  mi  segue      ed  ha  letto   le mie  guide  natalizie    precedenti   lo  sa  già  e   può  evitare  , a meno  che  non  voglia   rinfrescarsi  la memoria  😊😁😄😆 ,  d'andare  avanti     con la  letturs  del post     perchè
  • non frmi   influenzare  della  pubblicità  diretta  o   indiretta   ,  dai consigli  degli opinionisti   o recensioni delle pagine   culturali o speciali   dedicate al natale 
  • poter   scegliere  con  calma 
  • spesso  in allegati  ai  giornali  ( ed  non solo  )      trovi  libri   o  cd  esclusivi o   fuori ristampa   \  catalogo  nei negozi   specializzati o  a  poco prezzo 
  •  nei  mercatini  perchè  trovi  gente  che  per  sbarcare  il lunario   mette   in  vendita   rimasugli trovati  nell  svuotre  soffitte    ,  edicole   o  librerie    ormai  chiuse  
  concludo     questo  post   con   la  mia play list  che riassumono tutto il post 



25.4.15

l'italia non celebra il genocidio armeno eppure ospito in esilio Armin_Theophil_Wegner che lo denuncio e scrisse a hitler per evitare quello su gli ebrei

http://marciana.venezia.sbn.it/mostre/armin-t-wegner-un-giusto-gli-armeni-e-gli-ebrei
http://www.presentepassato.it/Dossier/Dire_no/kuciukian_armin_wegner.htm
http://www.columbia.edu/itc/history/winter/w3206/edit/armeniangenocide.html
http://armgenocide.blogspot.it/2008/03/armin-t-wegner.html

Oggi oltre  al 25  aprile   si   celebra  il  centenario  Genocidio  Armen  e  a cui  ,   che  ci  si vuol  fare    quando   si  ha una politica estera  da  far  schifo  


Genocidio armeno, commemorazione del centenario a Erevan. Tanti capi di Stato, assente governo italiano (FOTO)

Pubblicato: Aggiornato:
GENOCIDIO ARMENO COMMEMORAZIONE
Si sono tenute al memoriale di Tsitsernakaberd, poco fuori Erevan, la capitale dell'Armenia, le commemorazioni per il centenario del massacro degli armeni iniziato il 24 aprile 1915, in cui morirono circa 1,5 milioni di persone. Alle cerimonie hanno assistito numerosi presidenti e diplomatici internazionali, fra cui il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande, e hanno partecipato anche discendenti delle vittime e il cantante francese di origine armena Charles Aznavour. Presenti anche deputati e ministri di Paesi come Stati Uniti, Israele e Germania, il cui presidente ha ieri riconosciuto il massacro come genocidio.
Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.
Per l'Italia sono presenti i presidenti delle commissioni Esteri di Senato, Pier Ferdinando casini, e Camera, Fabrizio Cicchitto, ma non c'è nessun rappresentante del Governo. Il presidente della Toscana Enrico Rossi considera "vergognosa l'assenza italiana alle celebrazioni di Erevan. Oggi 60 paesi saranno a Erevan per ricordare quella barbarie, tra questi non ci sarà l'Italia. Non riesco a capire - sottolinea Rossi - le ragioni dell'assenza e ne provo vergogna, come provo ribrezzo per le ipocrisie di Salvini che strumentalizza questa tragedia per le sue campagne xenofobe, ciniche e balorde, e non capisce o non vuol capire che gli 'armeni' di oggi sono le migliaia e migliaia di profughi che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni. I popoli marginali che lui vorrebbe radere al suolo con la ruspa".
Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.    continua   su huffingtonpost.it  del  24\4\2015 
Ma   queste  sopno celebrazioni di circostanza  e   puli coscienza ., In quanto  lo  sterminio o genocidio che di si voglia del popolo Armeno   era      già stato   denunciato  da  <<  ( ...  )  Armin Theophil Wegner (Elberfeld, 16 ottobre 1886 – Roma, 17 maggio 1978) è stato un militare, attivista e scrittore tedesco.
Armin Theophil Wegner è stato un militare paramedico tedesco nella Prima Guerra Mondiale, un autore prolifico e attivista per i diritti umani. Stanziato nell’Impero Ottomano durante la Prima
Guerra Mondiale, Wegner è stato un testimone del Genocidio del popolo Armeno e le fotografie da lui prese documentano la drammatica situazione degli Armeni e, oggi, rappresentano “il nucleo della testimonianza delle immagini del genocidio."
Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, Wegner ha anche manifestato la propria opposizione, a rischio della propria vita, alle politiche anti-semitiche dei nazisti. Nel 1933, ha scritto un appassionato appello ad Adolf Hitler  [  vedere  url  inizio  post    ]  a nome degli ebrei residenti in Germania. Egli rammentò che la persecuzione degli ebrei non era solo una questione del "destino dei nostri fratelli ebrei, [ma anche] il destino della Germania. "
Facendo presente che egli stava scrivendo la lettera come un fiero tedesco le cui radici familiari Prussiane risalgono fin dal tempo delle Crociate, ha chiesto a Hitler cosa sarebbe diventata la Germania se avesse continuato la sua persecuzione degli ebrei. Rispondendo alla sua stessa domanda, dichiarò: "Non c'è patria senza giustizia!". È stato perseguitato dai nazisti e, per il suo impegno, riconosciuto nel memoriale Yad Vashem quale uno dei Giusti tra le Nazioni.
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21.6.14

il cardinale martini una voce inascoltata dalle gerchie della chiesa . Georg Sporschill,- Stefano Stimamiglio ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).

da  repubblica  del 21\6\2014

ROMA. LA CHIESA è "indietro di duecento anni se non di trecento". Così scrisse il cardinale Carlo Maria Martini nel Testamento pubblicato il primo settembre del 2012. Il testo venne raccolto in limine mortis da padre Georg Sporschill, gesuita austriaco, che oggi assieme a Stefano Stimamiglio racconta per la prima volta la sua vita ( Chi salva una vita salva il mondo intero , San Paolo, pagg. 160, 14 euro).



Padre Sporschill, nel 2012 vi fu chi sostenne che quel Testamento non era del tutto autentico.
"Tutte le parole pubblicate mi furono dette da Martini l'ultima volta che l'ho incontrai a Gallarate, l'8 agosto 2012, ventitré giorni prima che ci lasciasse, e le ritengo autentiche. Una volta tornato a casa avevo pensato di saltare qualcuno fra i passaggi più duri, ma Ruth Zenkert  -  la donna che da anni lavora insieme a me con i bambini di strada e rom in Romania  -  mi disse che avrei dovuto lasciare quelle parole, come lui le aveva espresse. E così ho fatto. Martini è stato un uomo molto profondo nella sua fede e allo stesso tempo dotato di un amore leale e fedele per la Chiesa. Quando si ama qualcuno, si soffre se lo si vede in difficoltà. Per questo ha patito nel vedere che gli uomini di questo tempo non la ritengono un interlocutore credibile con cui confrontarsi. Per lui il sintomo evidente della malattia era l'indifferenza della gente. Questa sua idea, insieme ad alcune cause che lui vi intravedeva  -  e cioè gli intrighi di curia e la nomina di alcuni vescovi  -  l'ha espressa sia oralmente che per iscritto più volte a papa Benedetto. Da quanto so, però, senza ottenere risposta. Di Giovanni Paolo II pensava che fosse un uomo con un carattere forte, che lo portava talvolta a non ascoltare ragioni su alcune decisioni già prese. Quando destinò lui che era un torinese, a Milano, le perplessità che espresse a Wojtyla furono da questi respinte senza tante discussioni. Martini è stato sempre leale con i Papi, tanto che ha sempre espresso loro la sua idea sullo stato della Chiesa senza infingimenti. E devo riconoscere anch'io che, fino all'arrivo del "suo" candidato, cioè di papa Francesco, ben poco si è mosso nella Chiesa. Bergoglio era già un "papabile" nel Conclave nel 2005 in alternativa a Ratzinger e credo che sia stato proprio Martini  -  è soltanto una mia opinione  -  a proporre ai cardinali il suo confratello argentino".

Fu anche la pubblicazione di quel Testamento che contribuì ad appiccicare addosso a Martini l'etichetta di Antipapa.
"La sua risposta è sempre stata: "Non sono un 'Antipapa', sono un 'Antepapa'": in questo è stato profetico".

Martini ha spinto la Chiesa a farsi promotrice di riforme in vari campi, fra questi la sessualità. Cosa pensava dell'Humanae Vitae di Paolo VI?
"Faceva spesso l'esempio dell'Humanae Vitae come materia su cui portare la discussione ecclesiale riguardo a matrimonio e sessualità. Vedeva come un grande problema il crescente numero di divorziati nelle società occidentali e si rendeva anche conto che sulla sessualità la psicologia e la medicina dovessero essere prese in seria considerazione dal magistero della Chiesa, non prima però di avere chiesto scusa per alcune posizioni dure del passato".

Cosa pensava del Vaticano?
"Era un religioso tutto di un pezzo e quello che accadeva dentro le mura vaticane lo faceva soffrire molto".

Si sarebbe mai aspettato Martini l'elezione di Bergoglio?
"Credo di sì. Diceva che il Papa avrebbe bisogno di avere intorno a sé gente un po' matta per tentare strade nuove. Per "matta" intendeva "coraggiosa". Con Francesco mi sembra che la realtà abbia superato la fantasia: il Papa argentino è, in questo senso, un po' "matto". Ha il coraggio di vivere secondo uno stile diverso, quello che Martini auspicava: vicino alla gente, soprattutto a quella in difficoltà. Di lì, e solo di lì, lo Spirito Santo dà la forza per fare le riforme"

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...