<<[...] C'è un'AltrItalia che vive e si diffonde\ Non la trovi sui giornali, la TV ce la nasconde \E' un'AltrItalia che ti tende la mano \Migliaia di volti di un paese in cammino [... ] >>
( qui il resto del testo ) ed è proprio questa la storia che l'amato - odiato Lorenzo Tosa che ci racconta e che qui riporto . LKo so che non sono storie mie o da me trovate sul campo , ma sono storie come questa e quelle citate nella canzone sopra riportata che ci fanno andare avanti ed resistere . Una storia piena di umanità, che scuote gli animi di chi non vede il dolore e la solitudine intorno a se e cieco continua a ignorare. Riposa in pace grande uomo
Esso era un Ristoratore sociale, sostenitore di “Libera”, nella sua pizzeria al quartiere Pilastro assumeva solo dipendenti delle categorie fragili, usava quasi esclusivamente prodotti che arrivavano dalle terre confiscate alle mafie. Per anni è stato il volto dell’antifascismo e dell’antimafia a Bologna, sempre vicino agli ultimi, ai fragili, agli emarginati. Come quando, in pieno lockdown, decise di aprire un giardino per chi in casa non ci poteva stare. “Dovevamo aggiustare l’altalena, tagliare l’erba e dirlo al mondo che non si doveva avere paura della solidarietà anche nei momenti più bui” ha raccontato commosso l’attuale sindaco Lepore, suo grande amico. Se n’è andato un uomo con la schiena dritta, uno di quelli che resiste, non si piega, che crede testardamente nella giustizia sociale anche dove apparentemente non ce n’è più traccia. E, dove non esiste, la porta, la crea, la inventa. L’Italia si regge su persone come Michele Ammendola. E oggi ha perso - abbiamo tutti perso - uno dei suoi figli migliori. Buon viaggio.
Cercando una canzone di Ligabue , mi sono imbattu.to fra i risultati nel pittore Antonio Ligabue in realtà nato Antonio Costa ( cognome della madre ) poi Antonio Laccabue ( riconosciuto , ma non accettato da lui che scelse appunto di chiamarsi Ligabue ) . Incuriosito dalla sua biografia sono andato a vedermi il film " Volevo nascondermi" di Giorgio Diritti.
Un film tristissimo , ma bello ed intenso . Esso descrive benissimo la sua vitra travagliata come testimonia l'Epitaffio sulla tomba di Antonio Ligabue a Gualtieri
«Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all'ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore»
Unico neo ( per me essendo casinista e un disordinato , chi mi legge e mi segue lo sa , nell'esporre fatti e nello scrivere nessun problema ) secondo i canoni ufficiali cinematografici
Se si leggono le recensioni dei grandi siti statunitensi – Variety, Hollywood Reporter – “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti sarebbe un film senza un filo narrativo. Lo scrivono sessanta volte. Come se fosse un difetto. Una di quelle mancanze scritte nel libretto delle istruzioni del bravo cineasta che prima vende nei circuiti art house degli Stati Uniti il proprio talento visivo, e poi finisce a girare serie tv spiritose ed insignificanti come una lavastoviglie a colori. Paolo Sorrentino, per dirne uno. Pensate un po’, la storia del pittore naif Antonio Ligabue, quella di un appestato, decerebrato, idiota, sgorbio isolato da tutti (“tu sei un errore”), che si scopre suo malgrado artista finanche celebrato, con le dovute distanze umane e sociali, deve avere un filo narrativo. Magari una voce fuori campo come ne “L’amica geniale” su Rai1 che sottolinei l’impossibile. Oppure un bravo sceneggiatore che costruisce scenetta dopo scenetta, rigorosamente in ordine cronologico, la nascita, l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la fine del pittore emiliano che perì appena 53enne. [ ... ]
anche i matti si reali sia quelli che noi facciamo diventare o etichettiamo come tali perchè non omologati e diversi sono creativi . Un bellissimo film . un ottimo elio germano
Nonostante il film sia stato premiato con l'orso d'oro a Berlino, esce indebolito dall’apertura di soltanto metà delle sale italiane causa coronavirus
indebolito dall’apertura di soltanto metà delle sale italiane causa coronavirus. Peccato sacrificarlo così questo film, anche perché mancano all’appello le sale emiliane, lombarde e piemontesi che in un modo o nell’altro tanto hanno dato al regista Diritti, quando era ed a suo modo è rimasta questo sconosciuto, apostrofo garbato e controcorrente del cinema italiano contemporaneo. Ma soprattutto , è il mercato purtroppo , sacrificato anche online . Infatti è assente sulle piattaforme legali ( Netflix , prime vision, almeno quelle a cui sono registrato ) disponibile SIC solo a noleggio o vendita e non tenendo conto costringendo a chi : occupare spazio in memorie informatiche o fisico negli armadi \ mensole casa a ricorre allo streaming illegale o semilegale visto che ***** sito a meta strada fra il free ( con pubblicità e banner ) o il pagamento la versione premium deve cambiare l'indirizzo ogni 15 giorni
Unico Neo che appesantisce ( a pazienza non si può essere perfetti al 100 % 😁👍 ) il film con il rischio di un probabile abbandono è l'eccessivo realismo \ verismo del regista che sottotitola la maggior parte del film ( le scene dell'infanzia in Svizzera ed in Germania dello stesso Ligabue ) e lasciando parlare gli attori in tedesco . Ma a parte questo , Dritti ha messo su un altro dei suoi capolavori , facendoci anche stavolta piangere ed commuovere .