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20.2.16

"Sarò criminologa perché mio padre uccise mia madre". La nuova vita di Vanessa Cardia ora Mele da Nuoro a Liverpool Laurea e volontariato nei centri antiviolenza «So che cos’è il dolore ma si può andare avanti»




dopo riportata vedere articolo sotto questa ulteriore vicenda capisco il rifiuto della protagonista verso il proprio padre e ho rimosso il mio proposito di contattarla per  intervistarla ai  sui  contatti  (  cellular e , facebook  , email   su  internet      se   sai cercare  trovi  tutto  )   . Infatti  non  mi  è sembrato il caso  dopo aver   riletto   gli articoli precedenti , vedi sopra gli url , che avevo riporto qui sul blog e  quanto da  lei dichiarato   sul corriere  della  sera  18\2\2016


[....]  «Preferirei non parlare di quel giorno» dice lei che adesso sta seguendo un master in criminologia. Il futuro? «Quello che mi piacerebbe fare è lavorare nel settore criminal justice , cercare di aiutare persone che sono state nella mia situazione a capire che si può andare avanti». È la sua parola chiave, «avanti». È stata la parola chiave di quella bambina, diciassette anni fa. Dopo il delitto suo padre la prese per mano, la portò dai nonni e chiamò il 112: «Venite a prendermi, ho ammazzato mia moglie». Vanessa andò a vivere con gli zii materni e imparò in fretta a guardare avanti, appunto. «Devo dire che sono stata una bambina felice» racconta la sua voce allegra. «A parte quel fatto, della mia infanzia conservo soltanto ricordi belli, è come se quelli brutti li avessi cancellati. Non mi è mai mancato nulla e la mia famiglia è stata quella che mi ha cresciuto. Io chiamo mamma e babbo i miei zii, è giusto così». [....] 


M a soprattutto   non dev'essere piacevole  parlare  di questa  vicenda   ancora  non   conclusa   , come potete leggere    dall'articolo qua  sotto , per   quello    che gli   sta  facendo il padre . Non gli bastava   tentativo   fallito    dopo  una  dura battaglia giudiziaria , vinta   dalla figlia   con il  cambiamento della  legge  ,  di  pretendere la pensione  di reversibilità della  moglie   da  lui barbaramente  uccisa .




"Sarò criminologa perché mio padre uccise mia madre". La storia di Vanessa Mele

VANESSA MELE



Vanessa Mele ha vissuto due vite. La prima si è conclusa quando aveva sei anni, si chiamava ancora Vanessa Cardia: il padre Pier Paolo uccise la madre Anna Maria con un colpo di pistola.
Da quel giorno, riporta il Corriere della Sera in un lungo articolo, la bambina ha vissuto con gli zii e ora si è trasferita in Gran Bretagna per diventare criminologa.
"Quello che mi piacerebbe fare è lavorare nel settore criminal justice, cercare di aiutare le persone che sono state nella mia situazione e capire che si può andare avanti", dice al quotidiano.
Vanessa ha 23 anni e ora porta il cognome della madre. Sta frequentando un master in criminologia a Liverpool. I rapporti con il padre si sono interrotti nel giorno dell'omicidio.
"Aveva provato a contattarmi, anni fa, con una email che nel suo linguaggio voleva essere un messaggio di pace. Mi scriveva di aver saputo che ero fuori dall'Italia, che ne era contento e che voleva conoscermi. Gli ho risposto che non ero interessata e che non volevo avevo niente a che fare con lui".
Pier Paolo Cardia era una guardia forestale. Uccise la moglie il 3 dicembre del 1998. E' già uscito dal carcere dopo aver scontato solo 10 dei 14 anni comminati. Ma la sua presenza ingombrante non ha smesso di far soffrire Vanessa. Recentemente, riporta sempre il Corsera, sta ingaggiando una battaglia per ottenere la casa dove la famiglia viveva prima del femminicidio. E poco dopo il fatto aveva chiesto la pensione di reversibilità della moglie che lui stesso aveva eliminato.Gli ho risposto che non ero interessata e che non volevo avere niente a che fare con lui». Il senso era: per me non esisti, lasciami in pace. 
Pier Paolo Cardia ha passato in cella pochissimi anni. Rito abbreviato, indulto, sconti, lo hanno «premiato» con la libertà dopo nemmeno dieci anni dei 14 e otto mesi ai quali era stato condannato. «Appena ho compiuto 18 anni mi sono liberata del suo cognome e ho preso quello di mia madre - racconta Vanessa -. Ricordo che in quel periodo ero scioccata da quell’altra cosa che ha fatto...». Era successo che, appena tornato in libertà, Cardia aveva chiesto e ottenuto la pensione di reversibilità della moglie uccisa. «Sono rimasta sconvolta, ancora adesso non mi spiego perché l’ha fatto. Io non gli ho mai fatto nulla, quella era l’unica mia fonte di reddito...».
Vanessa era all’estero per un anno di studio. Le regole delle associazioni che avevano permesso quell’esperienza erano: nessun rientro a casa e nessuna visita dall’Italia. «Mi chiamò il babbo e Annamaria Busia, la mia avvocatessa. Mi dissero: devi tornare, non possiamo dargliela vinta. Ho mobilitato mezza Europa, ho convinto le associazioni a darmi quattro giorni per tornare e denunciare quello scandalo. Alla fine ce l’abbiamo fatta. Partendo dal mio caso hanno modificato la legge, la regola è cambiata, il diritto alla reversibilità è caduto».
Il capitolo «padre» per Vanessa sarebbe chiuso se non fosse ancora aperta la causa civile per la proprietà della casa, quella del delitto, vuota dal 3 dicembre del 1998. Lui la vorrebbe, insiste. Lei non ha intenzione di cedere. E, per un’assurdità che solo la burocrazia può produrre, l’altro giorno ha ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia: vogliono da lei i soldi per le tasse su quella casa non pagate negli anni. Ma Vanessa non è tipo da arrendersi davanti a una cartella. Guarda avanti, ancora una volta. Se ci sarà da cambiare un’altra regola, si farà. 

29.5.12

Franca Valeri torna in libreria con una spassosa raccolta di lettere, telefonate, email e sms«Donne e uomini, manca la chiarezza»


 
N.b
le frasi in corsivo   all'interno delle dichiarazioni  della Valeri  , tratte da l'unione  sarda  d'ieri , sono delle mie  aggiunte 

confermo con la mia esperienza  personale in rete  ( facebook  in particolare  ) e non  , vedere  miei precedenti post   del vecchio blog ( ora  al 90 % archiviato qui  )  e  di questo attuale  che  Il rapporto fra uomo e donna «non è chiaro oggi». Lo dice Franca Valeri (  foto a  destra  ) della quale torna in libreria “Le donne” (Einaudi), raccolta di lettere, telefonate sentite per caso, ampliata per la nuova edizione con sms ed email. Da questa mancanza di chiarezza deriva «un continuo contrasto che si vede dalla rapidità con cui si sciolgono matrimoni e unioni ,  e rapporti  d'amicizia  \  conoscenza   rovinati   da  ambo le  parti  per  dei fraintendimenti  .  tipo   gli chiedi  d'uscire per  conoscerti meglio o  gli  chiedi una  web cam    e loro  ti cancellano  dai contatti  o ti fanno scrivere   dal partner  o  dal  tromba  amico  (   amico di tromba  come preferisco chiamarlo io  )   . Perché tanti uomini non accettano la separazione e arrivano addirittura a   molestare pesantemente come lo Stalking ( 1  2  3e rendere la vita impossibile  ed in alcuni casi ad  uccidere ? Perché il rapporto che avevano non era chiaro. La gente non si parla più». Le donne hanno acquisito una certa indipendenza, ma sono le prime a non «accettare un vero chiarimento. Lo stesso fanno gli uomini», ma resta il fatto che «non è mai stato chiaro quello che spetta a una donna» e che «la ribellione femminile non può prescindere dalla sua natura».«“Le donne” - racconta l'attrice, sceneggiatrice, regista, scrittrice che a 92 anni ha ancora il sorriso della Signorina Snob e della Sora Cecioni - è un libro di lettere e ci manca un po' l'epistolario perché è un modo per conoscere il costume della società. Rileggendo questo libro, uscito nel 1960, si avverte la differenza che c'è con le donne di oggi. A cambiare sono stati soprattutto i rapporti con questi benedetti uomini >>ed  aggiungo io  con queste benedette  donne  . << È sparita la soggezione e non si capisce che tipo di apprezzamento abbia la donna oggi dell'uomo. Io non sono mai stata soggiogata, ho sempre trovato uomini che accettavano la mia intelligenza».La corrispondenza attuale, email, sms, «toglie la capacità di esprimere il proprio pensiero. È come se fosse finito il proprio tempo a disposizione. Ma in mezzo a questa velocità c'è anche qualche lentezza e allora tutto cambia e sei costretto a dare qualcosa di te che la fretta non ti concede». Franca Valeri ironizza anche sul fatto che non si sfugge mai alle definizioni. «Sono stata per secoli la Signorina Snob, poi la Sora Cecioni e poi finalmente hanno riconosciuto tutte queste cose che scrivo, la signora Valeri», e racconta anche di aver scelto il suo nome d'arte da un libro di Paul Valery che aveva in mano una sua amica e «perché mio padre non era d'accordo che facessi l'attrice». In fondo «ho una testa semplice. La comicità è un lavoro di cervello, non è spontanea anche se è un po' congenita. È difficile inventarsi la comicità. La mia l'hanno scoperta gli altri, dicevo delle cose che pensavo e i miei amici ridevano».Lettere, telefonate, email, sms: “Le donne” è un variegato e comicissimo ritratto di donne dal vero. Dalla signora che subissa la sua migliore amica di incombenze (figli, casa, medicine, vestiti) mentre se la sta tranquillamente spassando con il marito di lei. Alla madre che scrive una lettera al figlio nella quale massacra, tra le lodi, la giovane fidanzata. O come l'altra madre che in una missiva-testamento trova il coraggio di smontare i meccanismi di una figlia che “uccide” con i suoi giudizi fintamente bonari. In molte di loro - anche nelle meno snob - c'è aria di un mondo ipocrita in cui la rispettabilità borghese miete vittime a destra e manca, in un vorticoso duellare di “non detto”. Come nel caso della figlia che in una email alla madre accampa tutti i mali del mondo pur di farla tornare dalla vacanza a Parigi. E la madre, implacabile “cuore di mamma”, che le risponde: «Samy, nessuno dei guai comunicatimi esula dalla normalità, perciò non anticipo il ritorno».


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...