Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
3.6.22
La solitudine delle donne vittime di stalking: 250 denunce e zero provvedimenti
19.9.21
Femminicidi e Cartabia
Eccovi la lettera , ovviamente con richiesta espressa di non pubblicare le generalità della persona che mi ha scritto l'email
lettera firmata
Carissima
1) In appello è possibile chiedere il Concordato, istituto giuridico che permette di trovare un accordo tra imputato e pubblica accusa sulla pena da comminare. Il Concordato finora era escluso per i procedimenti di prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di (ingente) materiale pornografico, pornografia virtuale, ma anche violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, violenza sessuale di gruppo e così via. Attenzione quindi: con le nuove norme il Concordato in Appello sarà previsto anche per questi procedimenti in cui le vittime sono soprattutto donne e minori. 2) Oggi il giudice può assolvere un imputato che ritenga abbia commesso un reato tenue, per delitti che prevedono una pena massima fino a 5 anni. Con la Riforma sarà “tenue” il reato con pena minima fino a 2 anni. Tra questi rientrano molti reati contro le donne come il revenge porn e la costrizione al matrimonio. Dopo l’allarme lanciato dagli articoli del “Fatto Quotidiano” sono stati esclusi i reati sulla violenza alle donne “riconducibili alla Convenzione di Istanbul”.
Ora come potrai vedere c’è da rimanere di sasso : perchè come al solito, mentre si guarda il dito ( le polemiche su una frase particolarmente infelice e sulle relative aggressioni social ) si perde di vista la luna, che forse è troppo scomodo osservare: e, cioè, quando si tratta di violenza contro le donne, parliamo degli strumenti spuntati di una giustizia addirittura ammorbidita ( metaforicamente parlando ) dalla riforma firmata da un ministro donna. Infattti davanti a un numero sempre più spaventoso di femminicidi – 83 da inizio anno, 7 negli ultimi dieci giorni – la lettera di *** appare totalmente condivisibile: “Perché davanti a minacce mortali, non riunire lo stesso comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che agisce nei casi di minacce della criminalità organizzata, con il compito di valutare le informazioni degli investigatori sul reale pericolo di incolumità della donna denunciante?”. Insomma, le vittime che denunciano, quando denunciano , minacce di morte (come aveva fatto inutilmente, uno degli ultimi casi di femminicidio , la povera Vanessa Zappalà, la giovane di Aci Trezza assassinata in mezzo alla folla dal suo ex fidanzato) andrebbero trattate come giornalisti o imprenditori a rischio. Sacrosanto, se non fosse che, come dimostrano le sanzioni , se e ci sono , all’acqua di rose di cui sopra, c’è tutto un contesto politico - culturale che continua a giudicare le persecuzioni contro le donne un reato (e un allarme sociale) di serie B. Ovvero, ci si occupa del problema,come ( ua delle poche cose che condivido d con lei ) scrive Murgia, “quando delle donne ci sono già i cadaveri”. Senza contare che per il femminicida “rischiare sei mesi in più o in meno di carcere non ha alcuna rilevanza per uno che pur di ammazzarti è disposto a uccidersi a sua volta”. Fino a quando scopriamo che un momento prima di sparare, accoltellare, massacrare di botte lo stalker può benissimo appellarsi al Concordato, oppure invocare il “reato tenue” ( a parte il vago riferimento a una convenzione internazionale). Una vergogna. Ministra Cartabia, cosa aspetta a intervenire forse che ci sia un caso come quello di Helen Joanne "Jo" Cox, nata Leadbeater (Batley, 22 giugno 1974 – Leeds, 16 giugno 2016), una politica britannica, deputata laburista del collegio di Batley and Spen dal maggio 2015 sino al suo omicidio nel giugno 2016. ?
Spero carissima X d'aver risposto al tuo dubbio e cordialmente ti saluto
17.7.21
Cassazione, lo stalking non è più aggravante in caso di femminicidio ..... ( reprise )
repubblica d'ogi 17\7\2021 . Ma soprattutto perchè c'è un articolo di www.tpi.it che afferma che l'articolo di repubblica citato nei post precedente è errato . Infatti
“Lo stalking non è più configurabile come un’aggravante per il reato di femminicidio”. Ma non è così: la decisione dei giudici della Cassazione prevede invece che chi viene punito per omicidio aggravato da stalking non può anche essere condannato per lo stalking come reato autonomo. Che è ben diverso. E questo, a conti fatti, rende possibile applicare l'ergastolo anziché 30 anni di reclusione. Non c’è alcun passo indietro nella battaglia legittima e doverosa a difesa delle donne
Sempre sempre secondo l'articolo in questione
[...]LA DECISIONE DEI GIUDICILa Quinta Sezione della Cassazione ha ritenuto sussistente un contrasto nella giurisprudenza di legittimità e per questo ha chiamato a esprimersi le Sezioni unite, ponendo la seguente domanda: “Se, in caso di concorso tra i fatti-reato di atti persecutori e di omicidio aggravato ai sensi dell’art. 576, comma primo, n. 5.1, cod. pen., sussista un concorso di reati, ai sensi dell’art. 81 c.p., o un reato complesso, ai sensi dell’art. 84, comma 1, cod. pen., che assorbe integralmente il disvalore della fattispecie di cui all’art. 612-bis cod. pen. ove realizzato al culmine delle condotte persecutorie precedentemente poste in essere dall’agente ai danni della medesima persona offesa”.Le Sezioni unite hanno sposato l’interpretazione per cui l’omicidio aggravato dallo stalking è un reato complesso, derivante dall’unificazione normativa di due reati in una forma aggravata di uno solo di essi. Questo vuol dire forse che lo stalking non è più un’aggravante ?No. In realtà, come spiega un articolo pubblicato sulla rivista Sistema Penale e come evidenziato dalla stessa Quinta Sezione, questa interpretazione della norma “appare considerare pienamente il maggior disvalore connesso all’abitualità del reato di atti persecutori che sfocino nel fatto di omicidio, atteso che l’applicazione del solo omicidio aggravato comporta comunque l’applicazione di una pena più severa (l’ergastolo) a quella che potrebbe derivare dall’applicazione delle regole del concorso di reati (30 anni di reclusione)”.In conclusione, per quanto riguarda il caso di specie, la sentenza definitiva nei confronti dell’imputata è stata di 14 anni e 4 mesi di carcere (la condanna in secondo grado era stata di 15 anni e 4 mesi di reclusione, il procuratore generale aveva chiesto l’ergastolo).IN BREVENo, non è vero che lo stalking non è più un’aggravante in virtù della decisione dei giudici delle Sezioni Unite della Cassazione. Le motivazioni della sentenza non sono state ancora rese note, quindi non sappiamo esattamente quali siano state le considerazioni dei giudici. Tuttavia, dal riconoscimento dell’omicidio aggravato dallo stalking come un reato complesso potrà derivare l’applicazione della pena dell’ergastolo, ovvero del massimo della pena (a meno che non siano concesse delle attenuanti). Al contrario, se si fosse riconosciuto il concorso di reati, la condanna massima sarebbe stata inferiore.
la corte di cassazione |
Quindi non ci si lamenti se le donne oltre a diventare ulteriormente stronze come gli uomini si ribellino uccidendo il femminicida o il violento
17.4.18
storie di bullissimo , di stalker
14.4.17
“Ero un uomo violento e pensavo: non è colpa mia”
1) non sto giustificando , ma cercando di capire cosa spinge noi uomini a comportaci cosi
2) condanno sempre la violenza contro le donne e non solo
3 ) il dialogo fra generi e l'educazione all diversità fin dall'asilo \ scuola materna supera ogni confine ed aiuta tantissimo
da http://www.associazionelui.it/ del 14 aprile 2017
30.4.13
La nuda verità
17.10.12
Canada, Anonymous smaschera lo stalker che fece suicidare una 15enne
la vicenda
fonte corriere della sera
16 ottobre 2012 (modifica il 17 ottobre 2012)
Canada, Anonymous smaschera
lo stalker che fece suicidare una 15enne
Due cyber-attivisti che si dicono affiliati al gruppo diffondono l'identità di un 32enne, ora minacciato in rete
Una teenager si suicida a causa del cyber-bullismo subito, e denunciato in un video. E Anonymous scopre e denuncia lo stalker che ha spinto la giovane al gesto.
IL SUICIDIO E LA DENUNCIA - Mercoledì scorso Amanda T., 15 anni, è stata trovata morta nella sua casa di Port Coquitlam, nella Columbia Britannica. Il mese scorso aveva diffuso un video-denuncia in bianco e nero, con dei messaggi scritti di denuncia, e anche di solitudine, intitolandolo «La mia storia: lotta, bullismo, suicidio, autolesionismo». Lunedì sera dei cyber attivisti di FawkesSecurity, che fa parte del gruppo di Anonymous, hanno scoperto e divulgato, l'identità del presunto persecutore della giovane: si tratterebbe di un uomo di 32 anni, assiduo frequentatore di siti pedopornografici. I denuncianti nel loro messaggio video in rete forniscono il nome e cognome e anche l'indirizzo esatto del presunto stalker, tanto che la polizia canadese nutre timori per la sua sicurezza.
«QUELL'UOMO È UN ABOMINIO» - «Al peggio questa è la persona che ha fatto del male ad Amanda T., e come minimo è un altro pedofilo che ama sfruttare i bambini», recita il comunicato-denuncia di Anonymous, come riporta il Toronto Sun. L'uomo è definito un «abominio» e una vergogna per la società. La ragazza aveva denunciato che uno stalker anonimo l'aveva convinta, quando aveva 12 anni, a mostrarsi a seno nudo a quello che credeva un coetaneo, via webcam. Poi, però, il contatto aveva spedito quelle immagini a tutti quelli che conoscevano Amanda. Anonymous ha rintracciato un uomo di New Westminster, a 15 km da casa di Amanda, che avrebbe utilizzato diversi nickname, cioè soprannomi nel mondo di internet, su siti per ragazze, su un forum dedicato alla sessualità giovanile e che avrebbe creato una gallery con le immagini di diverse ragazze, alcune decisamente molto giovani, a seno nudo . Il presunto stalker, adesso, è stato minacciato su internet da diversi utenti, denuncia il suo difensore Eric Gottardi.
L'ALTRA PISTA - La famiglia, e la procura, però, ritengono che possa trattarsi della persona sbagliata, dato che gli investigatori avrebbero seguito tracce differenti che portano a un contatto negli Stati Uniti.
Maria Strada16 ottobre 2012 (modifica il 17 ottobre 2012)
29.5.12
Franca Valeri torna in libreria con una spassosa raccolta di lettere, telefonate, email e sms«Donne e uomini, manca la chiarezza»
1.4.12
Olbia Radio Maria usata come tortura, due sorelle condannate per molestie
17.2.09
Stalking: stalker, tecno stalker e articolo 612-bis
Il 29 gennaio sono state approvate a Montecitorio alcune norme che prevedono aggravanti di pena per chi commette lo stalking.Questo termine che tradotto dall’inglese significa perseguitare, è diventato in tutti gli effetti un termine di gran uso in Italia.
Negli ultimi anni, il fenomeno si è intensificato grazie al sempre e continuo sviluppo delle comunicazioni che hanno permesso un duplicarsi dei contatti con il mondo esterno.
Gli Stalker, infatti, non sono solo persone che ben conosciamo (ex, amici, famigliari, conoscenti, vicini di casa…) ma, con il largo uso della rete telematica, i molestatori, sono soprattutto coloro che aggiungiamo nella nostra lista di amici e contatti nel social network in cui, la maggior parte dei giovani si registrano per allargare le proprie conoscenze.
Continua a leggere l'articolo di Stefania su http://www.quinonehollywood.org/home/?p=1095
Per commentare l’articolo http://forum.quinonehollywood.org/index.php?topic=1673.0
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