Io, infiltrato tra i No Vax per bloccare i gruppi che diffondono falsità online"
Francesco, 30 anni, torinese, e altri attivisti guidati dall'anonimo "Capitan banana" sono riusciti a far chiudere 21 diramazioni locali della rete No Green Pass su telegram
Francesco ha trent'anni, è torinese e ha un nickname che protegge quasi al pari della sua identità perché è quello con cui si è infiltrato assieme ad altri amici di tutta Italia in una serie di gruppi negazionisti, si è accreditato ai loro occhi fino a diventarne amministratore e poi li ha chiusi a tradimento.Finora ne hanno sabotati una trentina e il coup de théâtre è stato un paio di settimane fa, quando hanno chiuso contemporaneamente ben 21 diramazioni locali della rete No Green Pass Italia: Roma, Torino, Alba, Legnano, Asti, Rivoli, Valli di Lanzo, Val Sangone, tanto per citarne alcuni, e anche Chivasso, uno dei centri più attivi visto l'epicentro della Torteria nelle manifestazioni contro vaccini e mascherine.A coordinare tutta l'operazione è stato un pioniere di queste attività, un giovane romano che sul web si fa chiamare Capitan Banana. Si presenta nei video con il volto mascherato da occhiali da sole e fazzolettone sul viso, si diletta in un'operazione di educazione collettiva facendo screenshot delle più assurde panzane che la gente scrive sui social e corredandole di commenti pungenti.Già questo gli vale insulti, minacce di querele - "ma non mi è mai arrivato alcun atto giudiziario", chiarisce l'attivista romano - ma anche una collezione privata di trofei virtuali accumulati dall'essersi introdotto in una serie di gruppi complottisti di diversa natura, che poi ha messo alla berlina e in alcuni casi ha fatto chiudere.Vedendo il ripetersi nelle iniziative no vax della Torteria, Capitan Banana aveva invitato i chivassesi a una reazione. Che è arrivata con una contromanifestazione in piazza ma anche con una strisciante guerra che Capitan Banana, Francesco e gli altri ragazzi, torinesi ma non solo, hanno messo in atto nei vari gruppi Telegram."Il nostro impegno è contro la disinformazione che circola sui vaccini anti-Covid", racconta Francesco. "C'è un mondo su Telegram di fake news assurde, ma anche pericolose - continua Marta, un'altra infiltrata - Frequentando quei gruppi ci siamo accorti che oltre alle bufale sui microchip o l'Aids inseriti con il vaccino, ci sono anche madri che non fanno più uscire i figli di casa perché hanno paura che vengano contagiati dai vaccinati, mica dal virus e alcune persino non li portano dal medico e cercano consulti online: e se a causa di queste follie ci scappa un morto? Noi vogliamo fare la nostra parte per evitarlo".Le armi per smontare negazionismi e complottismi sono quelle del sarcasmo e dell'ironia, più da "acchiappa bufale" che da giustizieri alla Charles Bronson. "La strategia è di mettersi in evidenza nelle conversazioni ma senza destare sospetti - illustra Francesco - Bisogna avere pazienza e aspettare il momento opportuno per dire la parola giusta che conquista la fiducia. Alla fine sono loro gli stessi organizzatori del gruppo a chiederti la disponibilità a dare una mano e ti nominano amministratore".A quel punto uno degli infiltrati ha le chiavi del gruppo, ma anche gli amici sono pronti a uscire allo scoperto al momento opportuno. E i ragazzi di Capitan Banana hanno scelto di farlo tutti nello stesso momento, postando a raffica immagini di banane per sbeffeggiare i partecipanti del gruppo prima di oscurarli. "Naturalmente non la prendono bene - conclude l'animatore dell'iniziativa - Alcuni giorni fa come ritorsione la nostra pagina è stata inondata di immagini pedopornografiche e abbiamo segnalato l'episodio alla polizia postale. Ma non demordiamo. Noi non diremo mai a nessuno di vaccinarsi e rispettiamo anche chi non lo fa, ma deve essere una scelta individuale e ragionata, non come conseguenza di una campagna distorta che semina terrore sui vaccini sbandierando tesi infondate e clamorose falsità".
Francesco ha trent'anni, è torinese e ha un nickname che protegge quasi al pari della sua identità perché è quello con cui si è infiltrato assieme ad altri amici di tutta Italia in una serie di gruppi negazionisti, si è accreditato ai loro occhi fino a diventarne amministratore e poi li ha chiusi a tradimento.Finora ne hanno sabotati una trentina e il coup de théâtre è stato un paio di settimane fa, quando hanno chiuso contemporaneamente ben 21 diramazioni locali della rete No Green Pass Italia: Roma, Torino, Alba, Legnano, Asti, Rivoli, Valli di Lanzo, Val Sangone, tanto per citarne alcuni, e anche Chivasso, uno dei centri più attivi visto l'epicentro della Torteria nelle manifestazioni contro vaccini e mascherine.A coordinare tutta l'operazione è stato un pioniere di queste attività, un giovane romano che sul web si fa chiamare Capitan Banana. Si presenta nei video con il volto mascherato da occhiali da sole e fazzolettone sul viso, si diletta in un'operazione di educazione collettiva facendo screenshot delle più assurde panzane che la gente scrive sui social e corredandole di commenti pungenti.Già questo gli vale insulti, minacce di querele - "ma non mi è mai arrivato alcun atto giudiziario", chiarisce l'attivista romano - ma anche una collezione privata di trofei virtuali accumulati dall'essersi introdotto in una serie di gruppi complottisti di diversa natura, che poi ha messo alla berlina e in alcuni casi ha fatto chiudere.Vedendo il ripetersi nelle iniziative no vax della Torteria, Capitan Banana aveva invitato i chivassesi a una reazione. Che è arrivata con una contromanifestazione in piazza ma anche con una strisciante guerra che Capitan Banana, Francesco e gli altri ragazzi, torinesi ma non solo, hanno messo in atto nei vari gruppi Telegram."Il nostro impegno è contro la disinformazione che circola sui vaccini anti-Covid", racconta Francesco. "C'è un mondo su Telegram di fake news assurde, ma anche pericolose - continua Marta, un'altra infiltrata - Frequentando quei gruppi ci siamo accorti che oltre alle bufale sui microchip o l'Aids inseriti con il vaccino, ci sono anche madri che non fanno più uscire i figli di casa perché hanno paura che vengano contagiati dai vaccinati, mica dal virus e alcune persino non li portano dal medico e cercano consulti online: e se a causa di queste follie ci scappa un morto? Noi vogliamo fare la nostra parte per evitarlo".Le armi per smontare negazionismi e complottismi sono quelle del sarcasmo e dell'ironia, più da "acchiappa bufale" che da giustizieri alla Charles Bronson. "La strategia è di mettersi in evidenza nelle conversazioni ma senza destare sospetti - illustra Francesco - Bisogna avere pazienza e aspettare il momento opportuno per dire la parola giusta che conquista la fiducia. Alla fine sono loro gli stessi organizzatori del gruppo a chiederti la disponibilità a dare una mano e ti nominano amministratore".A quel punto uno degli infiltrati ha le chiavi del gruppo, ma anche gli amici sono pronti a uscire allo scoperto al momento opportuno. E i ragazzi di Capitan Banana hanno scelto di farlo tutti nello stesso momento, postando a raffica immagini di banane per sbeffeggiare i partecipanti del gruppo prima di oscurarli. "Naturalmente non la prendono bene - conclude l'animatore dell'iniziativa - Alcuni giorni fa come ritorsione la nostra pagina è stata inondata di immagini pedopornografiche e abbiamo segnalato l'episodio alla polizia postale. Ma non demordiamo. Noi non diremo mai a nessuno di vaccinarsi e rispettiamo anche chi non lo fa, ma deve essere una scelta individuale e ragionata, non come conseguenza di una campagna distorta che semina terrore sui vaccini sbandierando tesi infondate e clamorose falsità".