Screenshot da un documento promozionale della piattaforma Gens.AI. Ogni avatar è munito di foto, una propria biografia, account social e contatti
L'inchiesta in breve
- Una notifica sul cellulare e una richiesta di amicizia possono essere l’inizio di un’attività di monitoraggio online da parte delle forze dell’ordine, sempre più interessate alla generazione di finti profili social in modo da seguire i propri bersagli anche sulle reti digitali
- È quanto emerge da una serie di documenti e presentazioni individuate da IrpiMedia, che ha scoperto come alcune aziende di sorveglianza stiano spingendo nella promozione di software in grado di creare e gestire finti account social quasi automatici e difficilmente distinguibili da dei profili reali
- Le aziende italiane Cy4gate e Area offrono questi prodotti, un tempo in mano solo all’esercito e alle agenzie di intelligence, anche alla polizia. Piattaforme simili, offerte da altre aziende internazionali, sono usate anche per inviare link per l’installazione di spyware
- Un elemento chiave è l’utilizzo degli algoritmi di intelligenza artificiale, sempre più capaci di creare l’immagine di volti perfettamente credibili e difficilmente distinguibili da quello di una vera persona
- Come scoperto da IrpiMedia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è già dotata di questo tipo di tecnologia, anche se non è chiaro quale tipo di reati voglia indagare, mentre la Polizia postale ne ha preso in considerazione l’acquisto, sebbene sembra non si sia ancora concluso.
- Queste piattaforme «possono davvero avere un effetto di controllo massivo sulle persone e sul modo in cui usano Internet» secondo l’esperta Ella Jakubowska, Senior Policy Advisor presso l’associazione che si occupa di diritti digitali European Digital Rights (EDRi)
Liste fasciste nei licei e risse in piazza. Con la compiacenza dei presidi (di destra?) torna il rischio violenza nelle scuole
da https://www.thesocialpost.it/ Pubblicato: 24/10/2023 17:54 di

Fa’ ciò che vuoi non si definisce fascista ma neanche antifascista, che poi è la risposta di moltissimi a cui, nel panorama politico italiano, si chiede di prendere posizione netta contro l’ideologia mussoliniana . L’ultima che lo fece nel 2020 fu Susanna Ceccardi, Lega: “Non sono né fascista né antifascista: aveva un senso la domanda allora, nel 1944. Oggi è troppo facile dirsi antifascisti con un nemico che non esiste. Sono dalla parte dei temi”. Il “nemico che non esiste” sembra prendere sempre più spazio e sembra che si stia concentrando sulle nuove generazioni. Sembra, inoltre, che lo stia facendo con il silente benestare di chi potrebbe mettere un freno alla tensione, bloccare liste dai nomi ambigui e dalle volontà molto meno ambigue, e mettere fine agli scontri, ovvero i presidi d’istituto. Va ora compreso in nome di quale principio le autorità degli istituti romani, unici che possono e devono frenare iniziative che possano innescare la miccia dello scontro, abbiano dato l’ok a movimenti che potrebbero essere accusati di apologia del fascismo. Viene il dubbio che le ambiguità, i rimandi, i legami strettissimi con CasaPound non solo li abbiano colti, ma li accettino e se li faccian andare più che bene