In questi giorni abbiamo spesso sentito parlare, o forse straparlare, di "Italia migliore". Secondo gli organi d'inforNazione più accreditati, l'Italia migliore sarebbe quella che elogia il governo sempre e comunque, che non protesta mai, che plaude alle ronde e si entusiasma quando la polizia caricare gli extracomunitari su appositi autobus con inferriate, come accade a Milano; che approva senza riserve le "missioni di pace" militari (sostenute devotamente pure dall'"opposizione"); mentre se qualcuno osa timidamente obiettare che, a suo umilissimo parere, gli eroi sono, chessò, i volontari o i missionari; se ritiene che probabilmente si esagera a trattare esseri umani come bestie pericolose; beh, state tranquilli: costui è ipso facto un criminale, un anti-italiano, un apostata e chi più ne ha, più ne metta.

SI' alla pace e alla nonviolenza. Da Wellington a casa nostra, dall'enorme pannello dell'Arengario, alle 18.45 tutto il mondo migliore ha intonato il Do diesis. Come un immenso, infinito mantra. Perché il Do diesis - ha spiegato Giorgio Schultze, introdotto dal Trio Medusa, Diego e La Pina di Radio Deejay e accompagnato da Francesco
Sarcina (Le Vibrazioni), Emma Re e Barbara Cupisti - è il suono della Terra. Il suono delle viscere più profonde, della natura. Un suono di riconciliazione con l'universo. Un suono di resurrezione.

Con Simona di Arcobaleni in Marcia, associazione umanista GLBT. C'erano anche i gruppi gay radicali Certi Diritti e gli omosessuali cristiani evangelici del Varco.
Un suono che ci ricorda da dove proveniamo. Dalle viscere, dalla madre. Le guerre. Si spendono i 3/4 del patrimonio mondiale di denaro per gli armamenti, e solo un terzo per la fornitura di acqua potabile. L'acqua. Anche da noi, in questi giorni, alla chetichella, senza che nessuno lo rendesse noto, senza che nessuno fiatasse, è stata privatizzata. Le prossime guerre avverranno in suo nome. E non esclusivamente in quei Paesi che solo un alieno legaiolo potrebbe ormai considerare "lontani". Ma qui, tra noi. E in effetti, smontata l'illusione del "miracolo economico", rivelatosi in realtà un tragico miraggio, ora ci provano con la paura. Poveri contro poveri. Gli uni contro gli altri. Creando falsi timori. Per continuare a spadroneggiare. A loro abbiamo opposto il nostro suono. Che è un SI' alla vita, alla semplice umanità.
SI' alla ricerca scientifica come strumento (non come fine) per migliorare il benessere dell'umanità. Emergency, ma non soltanto loro, sono un esempio di medicina votata alla vita. Che è uguale per tutti, e non conosce differenze di età, sesso, religione e provenienza geografica.
resentarli, del resto, è in ben altre faccende affaccendato. Ad esempio, nella singolar tenzone tra futuri segretari, uno spettacolo davvero onorevole e di altissimo profilo. Litigano su tutto, fuorché su due cose: le "missioni di pace" (appoggiate senza se e senza ma) e l'intesa sullo scudo fiscale con quello che, secondo i cartoni animati, dovrebbe rappresentare il loro acerrimo nemico. La (Ga)Binetti, la vergine guerriera che mai e poi mai, nemmeno in caso di peste bubbonica all'ultimo stadio, avrebbe disperso il proprio voto se si fosse trattato di stoppare i veri pericoli per il Paese (coppie di fatto, aborto, biotestamento...), in questo caso era a un meditabondo "convegno della Croce Rossa", il già inquisito Carra e tutta la clericaglia che solo un neologista ubriaco potrebbe ribattezzare "teodem" si sono piamente defilati, così come antiche combattenti senza macchia e senza paura, Lanzillotta, Melandri (anch'essa, curiosamente, impegnata in una "missione - ma quanti missionari! - a New York"). Così lo scudo salva-evasori è passato senza patemi d'animo, però ci hanno comunicato che la cosa gli dispiaceva molto. Dove sarà Giorgio, alle primarie del Pd? Modifichiamo la domanda: dov'è il Pd, già da adesso? Quello autentico, intendiamo?
ria edile, con alcuni amici. Un pizzico di orgoglio, anche per me. Concedetemelo. Lamentava di non poter essere a Roma, teatro dell'appuntamento nazionale ma, quanto a presenze, anche Milano si è difesa benissimo. "Sono qui - ha dichiarato il mio antico allievo - perché non ho visto il fascismo, e non voglio vederlo mai".Daniela Tuscano

Ieri campeggiava sui maggiori quotidiani italiani una notizia apparentemente incredibile: Beppe Grillo, il castigapolitici dell'ultim'ora, si candida per le Primarie del Partito Democratico. Alle sue burla difficilmente ci si abitua. L'effetto della notizia rimbomba su tutti i quotidiani. Il Pd reagisce stizzito. Non è iscritto al PD, ergo non può candidarsi. il Beppe nazionale risponde immediatamente. Niente. Non si può. E perché mai? Eppure, quelli del PD hanno fatto coordinatore cittadino un tizio che, molto probabilmente, si è reso colpevole di un reato odioso come lo stupro. Quella è una faccenda a parte si dirà, ma è complicato parlarne e ammettere il torto. Marino sostiene che la questione morale non può più aspettare. Nel Pd si è aperta una voragine. Bisogna aprire gli occhi. Non è possibile che cose del genere accadano ancora. A Grillo ci pensa lo smilzo, Pietro Fassino: Il PD non può accogliere a braccia aperte chi lo ha criticato duramente. Certo, Grillo è stato duro col PD ma anche col PDL. Grillo è l'antipolitica, si risponde. Grillo è un qualunquista: dicono altri. Ergo non può guidare un partito, tantomeno il PD. Già, ma in questa tacita ammissione si rinviene anche un'altra oscura risposta: il PD ha paura di Grillo. Un po' come accadeva a Pinocchio quando diceva le bugie e gli cresceva il naso a dismisura. Con una differenza: Pinocchio non esitò ad usare il martello contro il Grillo impiccione. Il PD dovrebbe fare altrettanto. Magari usando il vecchio simbolo del PCI, lì un martello c'era... eccome! Insieme alla falce, pero! Oppure bisognerebbe tirar fuori le vecchie armi democristiane come lo scudo crociato e, magari, lasciar fare alla Provvidenza. Oggi il PD può disporre d'un vecchio sistema di apparato indistruttibile, consolidato attraverso le esperienze di due partiti "indistruttibili" ( o quasi). Potrebbe osteggiarlo, fare in modo che non riceva nemmeno un voto. Il guaio è però che alle primarie possono partecipare tutti. Anche quelli del PDL... Mannaggia la democrazia!