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6.1.16

Pavia Si prostituisce per pagarsi le slot Impiegata 50enne perde lavoro e liquidazione per il gioco d’azzardo, ora è in comunità terapeutica



Leggendo la storia che trovate sotto ---- presa come sempre dalla pagina facebook di geolocal ( gruppo repubblica-l'espresso ) mi viene da dire ci manca solo che gli adolescenti iniziano a spacciare o a farlo anch'essi per avere i soldi da giocare e siamo a cavallo . Maledetti siano i governi che lo hanno permesso di renderlo legale Va bene c'era la motivazione, almeno quella positiva , di toglierlo alle mafie , ma cosi si è caduti dalla padella alla brace ed adesso rimediare è un casino . E nessuno ha il coraggio di metterci le mani .




da http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/ del 5\1\2016
di Maria Grazia Piccaluga.





PAVIA
Trenta euro in contanti. Il prezzo della disperazione e della dignità perduta. La somma per cui un’impiegata cinquantenne di Pavia, schiava dell’azzardo e dei videopoker, si vendeva ai frequentatori di alcune sale gioco quando, a metà mese, aveva già “bruciato” tutto il suo stipendio . Con quei soldi - che faceva subito convertire in gettoni - tornava a sedersi, per ore, davanti a una slot.
Una schiavitù durata molti mesi, in cui ha dilapidato tutte le sue sostanze, ha perso il lavoro, ingannato i familiari, arrivando anche a tentare di togliersi la vita.
Poi il cambio di rotta. L’incontro con gli operatori del centro di ascolto anti slot della Casa del Giovane. Ora è ospite di una comunità terapeutica, sottoposta a un trattamento di “disintossicazione” dalla dipendenza dal gioco. E ha trascorso, per la prima volta dopo anni, un Natale diverso.
La sua storia inizia come quella di tante altre persone “contagiate” dalla ludopatia: un Gratta & Vinci ogni tanto, con la certezza che oltre quel confine non si andrà. Invece la tentazione un giorno spinge l’impiegata cinquantenne in un bar, dove si siede davanti a una slot. Il primo gettone, ne è sicura, sarà anche l’ultimo. Invece ne compra un altro e un altro ancora.
Diventa il suo modo per trascorrere il tempo quando esce dall’ufficio, nei pomeriggi tutti uguali. Chiude la porta della sua casa silenziosa, dove vive sola, e si infila in un bar che abbia le macchinette.
Non si vergogna nemmeno più che qualcuno la possa riconoscere. E’ troppo presa dalla smania di vincere, ipnotizzata dal rullio colorato della slot, cullata dal ritmo cadenzato e metallico delle monete che cadono nella macchina.
Poi passa al videopoker e alla videolottery, entra anche nelle sale gioco. Il suo stipendio da impiegata, racconterà poi agli operatori del centro di ascolto, termina già nei primi giorni del mese. In una settimana di euforia gioca 15mila euro. Bussa alla porta delle sorelle, elemosina soldi al padre al quale, confesserà più tardi, ha anche sottratto tutto l’oro di famiglia per poi rivenderlo. Collane e anelli della madre defunta, ricordi di una vita che non si è fatta il minimo scrupolo a barattare con dei soldi freschi da giocare. «Perché la malattia – confermano gli addetti ai lavori che lavorano nella struttura pavese – ti annebbia la mente. La disperazione rompe gli argini e non chiede il permesso. Non suona il campanello, non ti avvisa ma ti schiaccia. C’è chi dilapida tutti i risparmi, si vende la casa, i gioielli, inventa furti e rapine. Prima delle feste c’è persino chi si è venduto il cane».
Sul lavoro l’impiegata rende sempre meno, arriva persino a rubacchiare. E alla fine viene licenziata. Ma lei polverizza il Tfr in poche ore. E’ in quel preciso momento che scende all’inferno e abbandona l’ultimo briciolo di dignità. Si vende agli uomini che gravitano attorno al mondo dell’azzardo per poche decine di euro. Ma quello è anche il momento in cui, toccato il fondo, decide che è giunto il momento di risalire. E bussa alla porta della Casa del Giovane.









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Febbre da gioco, in provincia di Pavia 912 locali con le slot

Ecco la mappa dei locali in cui si gioca. La più alta concentrazione, come intuibile, a Pavia, Vigevano e Voghera. Seguono Stradella, Broni, Mortara e Sannazzaro




24.11.13

perchè parlo di : persone che soffrono di dipendenza da slot machine



 Etra  da un bel  po'  che non rispondevo  alle  faq  .M'ero proposto di  farlo  , ma poi  i sentimenti    derivati dall'alluvione  sarda  del  18\19  novembre   hanno  prevalso e  costretto a rimandare    tale post  .
  Visto le lettere  che ricevo  ( insulti e  complimenti  )  ma     anche  delle  domande  .  Ne  approfitto   per  chiare  alcune cose  di me   e  perchè parlo di queste  cose  .  Iniziamo  da  commenti  \ email  sul  primo argomento  1)  ma che  te  frega mica  soffri di ludo patia  , 2  si  è vero sono gli effetti collaterali  del gioco , ma  sono  solo pochi casi  tu    riportando  tali news  fai terrorismo mediatico  , 3)  ci sono cose più importanti cui parlare  .
A,messo  e non concesso    che  siano solo pochi casi  e\o limitati   ciò  è  un fenomeno   da non sottovalutare  \  prendere in considerazione  se   ci sono dei movimenti   d'aiuto ( vedere mie post  precedenti  )   non solo  a chi  non vuole  smettere  , ma    a  chi  vuole  togliere le macchine dai propri locali  . O se  molti comuni   intervengono con politiche   a  tale  scopo  . O  se  succedono fatti del genere    


  dalla nuova  sardegna  del 29\10\2013

PORTO TORRES. Denuncia ai carabinieri di avere subito una rapina: «Era incappucciato – dice – mi ha aggredito mentre passavo in via Enrico Costa». Ma dopo qualche ora, messo alle strette dai militari confessa tra le lacrime che i soldi della “falsa rapina” li ha spesi alle slot machine. Una storia dai contorni kafkiani quella raccontata nei giorni scorsi da un ventiduenne di Sassari ma residente a Porto Torres, che alla fine gli è costata una denuncia a piede libero per simulazione di reato (si rischia una condanna da uno a tre anni). Il giovane era uscito di casa con 150 euro in tasca, cifra data dai genitori per pagare una bolletta, ma l’attrazione per il gioco d’azzardo gli ha preso talmente la mano che ha pagato il tributo alle macchinette mangiasoldi. Da quel momento ha azionato la fantasia, non rendendosi conto dei guai che stava per combinare.
Dai carabinieri si presenta alle 14, in forte agitazione emotiva, racconta che la rapina è avvenuta alle 10 ad opera di un uomo incappucciato che lo ha minacciato con un coltello per derubargli i
soldi che aveva in tasca. Per avere un riscontro dei fatti indicati dal giovane incensurato, in modo contraddittorio, i militari effettuano il sopralluogo in via Costa: nessuno ha visto niente di strano durante quella mattina, nemmeno le signore affacciate per lungo tempo ai balconi. Non rimaneva altro che chiedere spiegazioni ai genitori su quei 150 euro nelle tasche di un disoccupato che si muove a piedi. Di fronte alla richieste di ulteriori spiegazioni da parte dei carabinieri, al comando del tenente Romolo Mastrolia, il ragazzo crolla e ammette di avere raccontato il falso. «I soldi li ho utilizzati per tentare di vincere alle macchinette», ammette.(...)  >>




Infatti Il gioco d’azzardo è ormai ritenuto una vera e propria emergenza sociale anche nei confini cittadini, capace di generare irrefrenabile dipendenza, che trova tra l’altro favorevoli condizioni di radicamento in una comunità che vive una crisi sociale ed economica senza precedenti.<< molti utenti iscritti ai Servizi sociali utilizzano i sussidi per rincorrere un illusoria (la maggior parte delle volte corsivo mio ) fortuna . >>





  Ora Con i miei post provo nel mio piccolo a raggiungere l’obiettivo di individuare le modalità per frenare il fenomeno attraverso la prevenzione ed il parlare \ raccontare di tali storie ed iniziative per combattere tale piaga. << La nostra prossima mossa – assicura l’assessore ai Servizi sociali di Porto Torres Piera Casula sempre alla nuova sardegna – sarà quella di aderire alla mobilitazione regionale che chiede con forza una limitazione dei punti gioco, in autonomia, soprattutto nelle zone sensibili». Nei mesi scorsi si sono svolti incontri informativi, per comprendere a fondo l’entità e la diffusione territoriale del problema azzardo, tra assessorato Servizi sociali, responsabili del Serd di Sassari (in cura 3 “giocatori” portotorresi), comando polizia municipale e compagnia dei carabinieri.>>
Per quanto riguarda la battuta un po' malevola ( ma non importa ce ne sono di peggiori, e quindi mi scivola via ) :<< ....mica soffri di ludo patia ( I II III ) rispondo che fortunatamente no , anche se ho avuto fin da piccolo per i videogiochi ( prima in casa con il pc all'epoca c'era il comodore 64 e simili , poi con le sale giochi e " le guerre " per studiare o fare altro e non stare sempre davanti ai videogiochi con i mie vecchi ) , dei problemi compulsivi di dipendenza . E quindi so di quello che sto parlando .Concludo segnalando questi link a chi ancora sottovaluta il problema


poiché la seconda , quella   sul perchè parlo\  racconto storie   nei miei  post  o e  d'immigrazione \emigrazione  parte risulta  nella brutta  più lunga  della prima  ho deciso di rinviarla , anche  a  causa  d'impegni per  gli alluvionati sardi  principalmente la  mia città  d'adozione  e  della mia  infanzia  delle vacanze  Olbia  ,  in un prossimo post  

27.10.13

Cagliari, il medicinale per il Parkinson lo fa diventare un giocatore d'azzardo e la scelta del comune d'oristano per ridurre senza proib izionismo il gioco delle slot machine

a  chi dice  questa  storia  è  una  ..   purtroppo tutto  vero   facebook smiley grumpy  si legga   questo  articolo  che  parla di storie  simili    proveniente  da  un sito serio  come   http://www.parkinson-italia.it Se invece di commentare a vanvera vi informaste un pò.... Molti medicinali, sul bugiardino, riportano tra gli effetti collaterali quello di essere propensi al gioco d'azzardo. Non è una cavolata. Ed è vero quello che c'è scritto sull'articolo  <<  Nel mio paese c'è un uomo affetto dal parkinson. Ai tabaccai  >>  da un commento alla news  sulla pagina facebbok  dell'unione  sarda  <<è stato proibito di vendergli i gratta&vinci. Lui scappa addirittura da casa per andare a comprarseli nei paesi limitrofi. >> .
Ma  ora  basta polemiche   ed  ecco la storia  .

 Il calvario di Mauro Sainas e le pericolose controindicazioni di un farmaco

Dal Parkinson all'azzardo

Maniaco del gioco a causa delle medicine, ora è guarito









   Paolo Mauro Saias  dalla  pagina facebook dell'unione  sarda del 27\10\2013


La somministrazione giornaliera di un medicinale per curare il Parkinson e dà qui il calvario del gioco d'azzardo. Storia di un cagliaritano.
Il calvario di Mauro Sainas, cagliaritano, inizia nel 2009 con un tremolio alla mano: ha 42 anni quando gli viene diagnosticato il Parkinson.
Inizia la terapia con il Mirapexin e nella sua vita arriva un altro terribile problema: la voglia disperata di giocare. A qualunque cosa. Poker online, schedine, gratta & vinci, lotto. Un patrimonio andato in fumo.
Mauro si rivolge al centro delle dipendeze della Asl e qui scopre che è il farmaco prescritto per il Parkinson ad aver innescato in lui la ludopatia.Dal Parkinson al vizio del gioco, un legame subdolo e paradossale che passa attraverso un farmaco e regala conseguenze da incubo. La malattia invalidante di un corpo sempre più lento e affaticato si trasforma nella fame di scommesse e azzardo per colpa di un sistema di cure certificato dagli «effetti indesiderati».Il calvario di Mauro Sainas, cagliaritano, comincia nel 2009, con un tremolio alla mano. «Lì per lì non gli ho dato troppa importanza», racconta con la consapevolezza di chi sa che la sua storia è già scritta. Passano i giorni ma il tremolio non si ferma. Anzi, si fa più insistente. A febbraio del 2010 decide di rivolgersi a uno specialista. La visita dal neurologo segna l'inizio del suo primo incubo. «Mi disse che c'erano tre possibilità, una peggiore dell'altra: Sla, tumore o Parkinson». Gli esami approfonditi sgomberano il campo e danno l'amara certezza: è il morbo di Parkinson. Mauro a quel tempo ha 42 anni.IL MIRAPEXIN Inizia la terapia col Mirapexin: prima un dosaggio leggero per tre volte al giorno, poi un'unica somministrazione. Passa appena una settimana e si apre un altro scenario inquietante: la voglia pazza di gioco d'azzardo. «Sono sempre stato un uomo parsimonioso, non avevo mai comprato nemmeno una schedina. E invece mi son ritrovato a passare notti intere attaccato al computer.COME UNA DROGA Mi collegavo ai siti di poker online, attirato in un vortice senza ritorno». Migliaia di euro buttati via. «Era come una droga, non riuscivo a farne a meno». Poi sono arrivati i gratta & vinci e il dieci e lotto istantaneo.Giocare, giocare, giocare: il tarlo nel cervello non va via. Intanto il conto si prosciuga. Arriva la chiamata della banca. «Il direttore era un mio amico, mi chiese cosa mi stesse succedendo e mi bloccò la carta di credito». Ma il vizio è difficile da controllare. «Lavoravo alla Seruis automobili, sono arrivato a prendere ottocento euro dall'azienda. Dovevo giocare». L'incontro con una psicologa riporta un po' di luce, Mauro si rivolge al centro per le dipendenze della Asl. Lì la rivelazione: è il farmaco prescritto per curare il Parkinson ad aver innescato in lui la ludopatia. «Riandai dal neurologo su tutte le furie, nessuno mi aveva informato di questo effetto collaterale. Ho cambiato cura, e ho frequentato per sei mesi la terapia di gruppo a Senorbì. Oggi non gioco più».IL BUGIARDINO L'effetto collaterale è tanto incredibile quanto reale, tanto che dal 2005 compare tra le avvertenze del bugiardino. «Sino a qualche anno fa il problema non era ricollegato all'assunzione del farmaco. Oggi si conosce bene», spiega Giovanni Cossu, responsabile del centro Parkinson del Brotzu. «Tutti i farmaci anti Parkinson possono indurre a comportamenti compulsivi, alcuni più di altri. Il Mirapexin ha un rischio maggiore, ma i benefici sulla malattia sono tanti». Sono mille i pazienti in cura nella struttura di via Peretti, la disavventura di Mauro capita a pochi. «I casi di ludopatia dovuti alla somministrazione del farmaco non sono frequenti, ma nemmeno rari. Possono essere l'uno o il due per cento».
Sara Marci



il secondo articolo ed  il terzo  sempre dall'unione sarda del 27\10\2013


«Se eliminate tutte le slot machine Imu e Tares saranno meno care»  Il dato: spesi 20 milioni all'anno   





ORISTANO La strategia del Comune per debellare re la dipendenza da videogiochi Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.
Ti piace vincere facile? , solo per lo slogan. Perché è più facile restare al verde inseguendo la dea bendata. Giochi d'azzardo e lotterie sono ormai un caso sociale tra aspettative di guadagni rapidi e dipendenze patologiche. Una vera emergenza a cui Oristano intende porre rimedio con una serie di sgravi fiscali per quei locali pubblici che mettono al bando le slot machine. La lotta di contrasto al fenomeno del gioco d'azzardo parte dal Consiglio comunale che ha previsto vari incentivi come sconti su Imu, Tares o imposte sulle insegne. 
L'ALLARME C'è chi si è indebitato per tentare la fortuna, padri di famiglia che si sono giocati l'intero stipendio. Casi estremi, ma non certo isolati: negli ultimi due anni il fenomeno è più che raddoppiato. «Una situazione da non sottovalutare assolutamente - commenta il consigliere comunale di maggioranza Roberto Martani - Il gioco d'azzardo crea dipendenza, sono sempre più numerosi gli adolescenti che rimangono vittime di questo sistema». Il problema è stato affrontato anche in Parlamento (decreto Balduzzi che prevede misure restrittive), ma adesso si parla di una nuova proposta di legge. E nell'attesa Oristano fa da apripista. 
LA PROPOSTA L'idea del gruppo consiliare Insieme, sposata dall'intera assemblea civica, è quella di puntare sulla prevenzione. «Nessun terrorismo verso gli esercizi commerciali che vendono i giochi su carta oppure coloro che ospitano le slot machine, ammessi dalla legge - va avanti Martani - però è un sistema che va regolamentato e in qualche modo scoraggiato». 
LE AGEVOLAZIONI L'obiettivo dell'amministrazione comunale è quello di mettere in piedi una campagna di informazione, rivolta soprattutto ai più giovani, per far conoscere i pericoli legati al gioco d'azzardo. Ma non solo: anche incentivare gli esercizi disposti a eliminare dal proprio locale i vari giochi con incentivi economici come sconti sulle imposte comunali, dal suolo pubblico alle insegne passando per la Tares e l'Imu. Nelle prossime settimane si lavorerà anche a un regolamento comunale che preveda ordinanze sulle sale da gioco per prevenire abusi. Si ipotizza una sorta di censimento dei locali per conoscere meglio la realtà e controllare il fenomeno. «Il problema è molto serio - ribadisce l'assessore ai Servizi sociali, Maria Obinu - ce ne siamo occupati diverse volte per casi isolati, ma adesso è indispensabile trovare adeguate soluzioni». Agli uffici comunali si sono rivolte persone che chiedevano contributi economici straordinari per situazioni di estremo disagio «salvo poi scoprire che i soldi servivano per giocare alle slot machine e comprare gratta e vinci». 
LE REAZIONI Per proprietari e gestori sarà un bel dilemma. Scegliere tra un mancato guadagno e un gesto di solidarietà (con sgravi fiscali). «La questione è molto complessa, anche perché questi giochi sono legali - commenta il presidente della Confcommercio Nando Faedda - per qualche locale sono lo strumento che consente di tenere in pedi l'attività». I dati della dipendenza da gioco sono allarmanti. «È ovvio che servono controlli e una maggiore regolamentazione. Ma non colpevolizziamo i proprietari dei locali". 


Valeria Pinna






è una bella iniziativa che serve a ridurre e forse anche sconfiggere senza crociate e proibizionismo un fattore a rischio molto grave specie in Sardegna . Infattti sempre dall'unione




Scatta l'allarme, cento pazienti in cura dai medici del Serd







ORISTANO In cura ci sono anche ragazzini di tredici anni. Un esercito di pazienti che soffre di "ludopatia", una delle nuove e più preoccupanti dipendenze. Al Serd di Oristano i casi sono in netto aumento negli ultimi tempi. Colpa della crisi economica, dicono gli esperti, e paradossalmente sono i più deboli a cercare alternative nel gioco d'azzardo e a tentare di racimolare qualche soldo. In media ogni cittadino spende milleduecento euro all'anno, in tutto l'Oristanese si giocano 20 milioni di euro.


Attualmente al Serd della Asl 5 sono in cura oltre 100 pazienti, di questi un quinto sono ludopatici puri cioè non sono affetti da altre dipendenze. Sotto osservazione degli specialisti anche una trentina di minorenni. Il fenomeno recentemente è finito sotto la lente d'ingrandimento di psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali in un seminario organizzato dalla Azienda sanitaria locale. Gianfranco Pitzalis, responsabile del Serd, ha fatto sapere che «l'obiettivo è stato cercare di fornire gli strumenti per fronteggiare un fenomeno recente, ma dalle dimensioni allarmanti».


Nel centro di via Michele Pira arrivano pazienti da ogni angolo dell'Oristanese, l'età media è tra i 40 e i 44 anni, spesso i disturbi sono legati ad altre forme di dipendenza, come l'alcol. Nel tunnel finiscono sia gli insospettabili professionisti che persone con reddito basso. Secondo la Asl «il fenomeno è esploso in misura direttamente proporzionale al proliferare dei siti on line dedicati al gioco d'azzardo, dei "gratta e vinci" e dei tagliandi distribuiti negli spazi pubblici - fanno sapere - è stata registrata un'impennata con la crisi economica e infatti la dipendenza dal gioco ha implicazioni economiche, familiari e sociali devastanti».


Gli specialisti del Serd organizzano percorsi di cura specifici, che prevedono terapia psichica e farmacologica. E spesso vengono coinvolti anche i familiari del paziente. Il servizio di assistenza è stato dunque potenziato per far fronte alla nuova emergenza.
V. P.

24.10.13

finalmente le banche fanno qualcosa di buono Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici


Una  buona  volta le banche  fanno qualcosa  di utile   in una regione   in cui  <<    a   dimostrare la gravita della situazione nell’isola ci sono i dati. Dicono che la febbre del gioco continua a salire. Le ultime cifre ufficiali risalgono all’inizio del 2012, e mettevano Il Sassarese e la Gallura in pole position. Da queste parti fa un numero di puntate più alto rispetto a Torino e Roma. In totale, la raccolta nel 2011 ha fruttato un miliardo e 812 milioni. Al di là di questa montagna di denaro, che in un'area povera suscita da sola parecchie riflessioni, colpisce ancora di più la media pro capite: ogni residente nell'isola, bambini e ultranoventenni compresi, ha speso per i giochi poco più di mille euro in un anno. E visto che tanti sardi non credono in un investimento del genere basato sulla pura fortuna, ne deriva che molti altri hanno tirato fuori dal portafoglio il doppio o il triplo di questa somma. Il Sassarese e la Gallura si profilano così tra le le zone più propense a sfidare la sorte: la spesa per il gioco la vede salire addirittura al 20 posto. Il che la colloca davanti a metropoli come Roma, Torino, Napoli. Non si toccano le vette di Pavia e dintorni, che detengono il record italiano con quasi 2.900 euro all'anno pro capite, ma con una cifra attorno alla metà di questa somma il nord dell'isola si conferma al top tra molte aree del Meridione. Più distanziateCagliari-Sulcis-Iglesiente-Campidano,Nuorese-Ogliastra, Oristanese.  >>

e sempre  dalla    nuova sardegna del  24\10\2013


Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici
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di Chiaramaria Pinna


SASSARI. «Questa volta non direte male delle banche, vero?». La domanda è di Luigi Odorici, amministratore delegato della Bper, il gruppo di cui fanno parte anche Banco di Sardegna e Banca di Sassari. No, questa volta nessuna doglianza, anzi, un applauso per la banca che ha deciso di bloccare i fondi ai patiti dell’azzardo, ai malati delle macchinette mangia soldi e del video gioco evitandogli cadute dalle quali sarebbe difficile risollevarsi.
La crociata è cominciata qualche mese fa, in sordina «quando – spiega Odorici – dalle filiali emiliane sono fioccate le segnalazioni che molti clienti, il giorno stesso in cui veniva accreditato nel conto lo stipendio o la pensione, prelevavano l’intera somma». Il sintomo è apparso subito chiaro, così la banca si è fatta carico del problema e ha cominciato ad intervenire. Il primo passo è stato bloccare le carte di credito abilitate ai pagamenti sui siti classificati nella categoria «gambling» (gioco d’azzardo) e, per essere coerenti, far fuori dalle filiali i biglietti delle lotterie e i Gratta&vinci. Non solo, gli impiegati sono stati autorizzati, con una circolare, a drizzare le antenne e così, appena vedono che il conto in un attimo finisce in rosso prosciugato in una sala giochi o in una tabaccheria, scatta la convocazione del cliente che a questo punto diventa un paziente. L’attenzione sarà particolare, se lo spendaccione compulsivo ha un debito, un mutuo, un fido con la banca e la Bper rischia di avere indietro fiches da poker perchè tutto finisce a foraggiare il gioco on line piuttosto che nel bar sotto casa. «Preciso – spiega subito Odorici – possono anche lasciare allo sportello la cifra che ci devono, ma il problema va oltre, perchè abbiamo deciso di impegnarci ad affrontare una piaga che ormai è sociale».
«Con il tatto che il caso richiede – aggiunge Luigi Odorici – forniamo gli elementi affinchè il cliente malato di gioco prenda contatti con i centri di recupero. È conclamato che il gioco d’azzardo è una patologia dalla quale non è facile guarire». E ha costi altissimi.
La notizia dell’operazione buon samaritano della Bper è arrivata a poche ore dall’inizio del convegno della Federserd, la federazione che riunisce chi lavora nei centri di recupero dalle dipendenze che si è svolto alla Camera dei deputati, nel corso del quale il sociologoZygmunt Bauman ha dato una notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. «Vi deluderò ma devo dirvi che non credo che per le dipendenza ci siano rimedi magici. Ciò che possiamo aggiustare sono gli effetti e non le cause». Questo perchè sono radicate nel nostro modo di vivere, e ha citato la grande solitudine, la fragilità e la precarietà della vita di oggi rispetto ai «percorsi tracciati» di un «mondo solido e prevedibile» come era quello di qualche decennio fa. Per cui le promesse pubblicizzate anche sulle tv di Stato da bellissime e ammiccanti giocatrici che offrono bonus da mille euro attecchiscono. «Anche restare tanto tempo online, come fanno oggi i giovani – ha aggiunto – è una manifestazione dell'aver rinunciato alla società reale o del cedere alle difficoltà». Insomma, secondo il sociologo la maggior parte della gente sente di non essere in grado di gestire la situazione e perciò fugge, guarda da un'altra parte. «Si fa affidamento sulla fortuna, la vita viene vissuta come gioco d'azzardo, quindi non meravigliamoci di come si comportano i giovani». I danni sociali e sanitari provocati dal gioco sfiorano i 6,6 miliardi di euro annui. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’Iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi. «L’azzardo non crea denaro ma lo distrugge» dice Simone Feder, psicologo in prima linea contro le macchinette. «In un anno 50 mila esercizi hanno chiuso i battenti, e l’industria dell’azzardo continua a crescere: bisogna invertire la rotta. E bisogna farlo partendo dal territorio». Feder snocciola numeri. Nel giro di 5 anni, tra il 2005 e 2010, gli utenti presi in carico dai Serd (servizi per le tossicodipendenze) sono aumentati del 23%, registrando un picco enorme per il gioco d’azzardo, di quasi 7 volte (+691%

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...