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27.10.13

Cagliari, il medicinale per il Parkinson lo fa diventare un giocatore d'azzardo e la scelta del comune d'oristano per ridurre senza proib izionismo il gioco delle slot machine

a  chi dice  questa  storia  è  una  ..   purtroppo tutto  vero   facebook smiley grumpy  si legga   questo  articolo  che  parla di storie  simili    proveniente  da  un sito serio  come   http://www.parkinson-italia.it Se invece di commentare a vanvera vi informaste un pò.... Molti medicinali, sul bugiardino, riportano tra gli effetti collaterali quello di essere propensi al gioco d'azzardo. Non è una cavolata. Ed è vero quello che c'è scritto sull'articolo  <<  Nel mio paese c'è un uomo affetto dal parkinson. Ai tabaccai  >>  da un commento alla news  sulla pagina facebbok  dell'unione  sarda  <<è stato proibito di vendergli i gratta&vinci. Lui scappa addirittura da casa per andare a comprarseli nei paesi limitrofi. >> .
Ma  ora  basta polemiche   ed  ecco la storia  .

 Il calvario di Mauro Sainas e le pericolose controindicazioni di un farmaco

Dal Parkinson all'azzardo

Maniaco del gioco a causa delle medicine, ora è guarito









   Paolo Mauro Saias  dalla  pagina facebook dell'unione  sarda del 27\10\2013


La somministrazione giornaliera di un medicinale per curare il Parkinson e dà qui il calvario del gioco d'azzardo. Storia di un cagliaritano.
Il calvario di Mauro Sainas, cagliaritano, inizia nel 2009 con un tremolio alla mano: ha 42 anni quando gli viene diagnosticato il Parkinson.
Inizia la terapia con il Mirapexin e nella sua vita arriva un altro terribile problema: la voglia disperata di giocare. A qualunque cosa. Poker online, schedine, gratta & vinci, lotto. Un patrimonio andato in fumo.
Mauro si rivolge al centro delle dipendeze della Asl e qui scopre che è il farmaco prescritto per il Parkinson ad aver innescato in lui la ludopatia.Dal Parkinson al vizio del gioco, un legame subdolo e paradossale che passa attraverso un farmaco e regala conseguenze da incubo. La malattia invalidante di un corpo sempre più lento e affaticato si trasforma nella fame di scommesse e azzardo per colpa di un sistema di cure certificato dagli «effetti indesiderati».Il calvario di Mauro Sainas, cagliaritano, comincia nel 2009, con un tremolio alla mano. «Lì per lì non gli ho dato troppa importanza», racconta con la consapevolezza di chi sa che la sua storia è già scritta. Passano i giorni ma il tremolio non si ferma. Anzi, si fa più insistente. A febbraio del 2010 decide di rivolgersi a uno specialista. La visita dal neurologo segna l'inizio del suo primo incubo. «Mi disse che c'erano tre possibilità, una peggiore dell'altra: Sla, tumore o Parkinson». Gli esami approfonditi sgomberano il campo e danno l'amara certezza: è il morbo di Parkinson. Mauro a quel tempo ha 42 anni.IL MIRAPEXIN Inizia la terapia col Mirapexin: prima un dosaggio leggero per tre volte al giorno, poi un'unica somministrazione. Passa appena una settimana e si apre un altro scenario inquietante: la voglia pazza di gioco d'azzardo. «Sono sempre stato un uomo parsimonioso, non avevo mai comprato nemmeno una schedina. E invece mi son ritrovato a passare notti intere attaccato al computer.COME UNA DROGA Mi collegavo ai siti di poker online, attirato in un vortice senza ritorno». Migliaia di euro buttati via. «Era come una droga, non riuscivo a farne a meno». Poi sono arrivati i gratta & vinci e il dieci e lotto istantaneo.Giocare, giocare, giocare: il tarlo nel cervello non va via. Intanto il conto si prosciuga. Arriva la chiamata della banca. «Il direttore era un mio amico, mi chiese cosa mi stesse succedendo e mi bloccò la carta di credito». Ma il vizio è difficile da controllare. «Lavoravo alla Seruis automobili, sono arrivato a prendere ottocento euro dall'azienda. Dovevo giocare». L'incontro con una psicologa riporta un po' di luce, Mauro si rivolge al centro per le dipendenze della Asl. Lì la rivelazione: è il farmaco prescritto per curare il Parkinson ad aver innescato in lui la ludopatia. «Riandai dal neurologo su tutte le furie, nessuno mi aveva informato di questo effetto collaterale. Ho cambiato cura, e ho frequentato per sei mesi la terapia di gruppo a Senorbì. Oggi non gioco più».IL BUGIARDINO L'effetto collaterale è tanto incredibile quanto reale, tanto che dal 2005 compare tra le avvertenze del bugiardino. «Sino a qualche anno fa il problema non era ricollegato all'assunzione del farmaco. Oggi si conosce bene», spiega Giovanni Cossu, responsabile del centro Parkinson del Brotzu. «Tutti i farmaci anti Parkinson possono indurre a comportamenti compulsivi, alcuni più di altri. Il Mirapexin ha un rischio maggiore, ma i benefici sulla malattia sono tanti». Sono mille i pazienti in cura nella struttura di via Peretti, la disavventura di Mauro capita a pochi. «I casi di ludopatia dovuti alla somministrazione del farmaco non sono frequenti, ma nemmeno rari. Possono essere l'uno o il due per cento».
Sara Marci



il secondo articolo ed  il terzo  sempre dall'unione sarda del 27\10\2013


«Se eliminate tutte le slot machine Imu e Tares saranno meno care»  Il dato: spesi 20 milioni all'anno   





ORISTANO La strategia del Comune per debellare re la dipendenza da videogiochi Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.Mentre in Parlamento si discute su una nuova proposta di legge per combattere il fenomeno, la città di Eleonora fa da apripista in Italia.
Ti piace vincere facile? , solo per lo slogan. Perché è più facile restare al verde inseguendo la dea bendata. Giochi d'azzardo e lotterie sono ormai un caso sociale tra aspettative di guadagni rapidi e dipendenze patologiche. Una vera emergenza a cui Oristano intende porre rimedio con una serie di sgravi fiscali per quei locali pubblici che mettono al bando le slot machine. La lotta di contrasto al fenomeno del gioco d'azzardo parte dal Consiglio comunale che ha previsto vari incentivi come sconti su Imu, Tares o imposte sulle insegne. 
L'ALLARME C'è chi si è indebitato per tentare la fortuna, padri di famiglia che si sono giocati l'intero stipendio. Casi estremi, ma non certo isolati: negli ultimi due anni il fenomeno è più che raddoppiato. «Una situazione da non sottovalutare assolutamente - commenta il consigliere comunale di maggioranza Roberto Martani - Il gioco d'azzardo crea dipendenza, sono sempre più numerosi gli adolescenti che rimangono vittime di questo sistema». Il problema è stato affrontato anche in Parlamento (decreto Balduzzi che prevede misure restrittive), ma adesso si parla di una nuova proposta di legge. E nell'attesa Oristano fa da apripista. 
LA PROPOSTA L'idea del gruppo consiliare Insieme, sposata dall'intera assemblea civica, è quella di puntare sulla prevenzione. «Nessun terrorismo verso gli esercizi commerciali che vendono i giochi su carta oppure coloro che ospitano le slot machine, ammessi dalla legge - va avanti Martani - però è un sistema che va regolamentato e in qualche modo scoraggiato». 
LE AGEVOLAZIONI L'obiettivo dell'amministrazione comunale è quello di mettere in piedi una campagna di informazione, rivolta soprattutto ai più giovani, per far conoscere i pericoli legati al gioco d'azzardo. Ma non solo: anche incentivare gli esercizi disposti a eliminare dal proprio locale i vari giochi con incentivi economici come sconti sulle imposte comunali, dal suolo pubblico alle insegne passando per la Tares e l'Imu. Nelle prossime settimane si lavorerà anche a un regolamento comunale che preveda ordinanze sulle sale da gioco per prevenire abusi. Si ipotizza una sorta di censimento dei locali per conoscere meglio la realtà e controllare il fenomeno. «Il problema è molto serio - ribadisce l'assessore ai Servizi sociali, Maria Obinu - ce ne siamo occupati diverse volte per casi isolati, ma adesso è indispensabile trovare adeguate soluzioni». Agli uffici comunali si sono rivolte persone che chiedevano contributi economici straordinari per situazioni di estremo disagio «salvo poi scoprire che i soldi servivano per giocare alle slot machine e comprare gratta e vinci». 
LE REAZIONI Per proprietari e gestori sarà un bel dilemma. Scegliere tra un mancato guadagno e un gesto di solidarietà (con sgravi fiscali). «La questione è molto complessa, anche perché questi giochi sono legali - commenta il presidente della Confcommercio Nando Faedda - per qualche locale sono lo strumento che consente di tenere in pedi l'attività». I dati della dipendenza da gioco sono allarmanti. «È ovvio che servono controlli e una maggiore regolamentazione. Ma non colpevolizziamo i proprietari dei locali". 


Valeria Pinna






è una bella iniziativa che serve a ridurre e forse anche sconfiggere senza crociate e proibizionismo un fattore a rischio molto grave specie in Sardegna . Infattti sempre dall'unione




Scatta l'allarme, cento pazienti in cura dai medici del Serd







ORISTANO In cura ci sono anche ragazzini di tredici anni. Un esercito di pazienti che soffre di "ludopatia", una delle nuove e più preoccupanti dipendenze. Al Serd di Oristano i casi sono in netto aumento negli ultimi tempi. Colpa della crisi economica, dicono gli esperti, e paradossalmente sono i più deboli a cercare alternative nel gioco d'azzardo e a tentare di racimolare qualche soldo. In media ogni cittadino spende milleduecento euro all'anno, in tutto l'Oristanese si giocano 20 milioni di euro.


Attualmente al Serd della Asl 5 sono in cura oltre 100 pazienti, di questi un quinto sono ludopatici puri cioè non sono affetti da altre dipendenze. Sotto osservazione degli specialisti anche una trentina di minorenni. Il fenomeno recentemente è finito sotto la lente d'ingrandimento di psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali in un seminario organizzato dalla Azienda sanitaria locale. Gianfranco Pitzalis, responsabile del Serd, ha fatto sapere che «l'obiettivo è stato cercare di fornire gli strumenti per fronteggiare un fenomeno recente, ma dalle dimensioni allarmanti».


Nel centro di via Michele Pira arrivano pazienti da ogni angolo dell'Oristanese, l'età media è tra i 40 e i 44 anni, spesso i disturbi sono legati ad altre forme di dipendenza, come l'alcol. Nel tunnel finiscono sia gli insospettabili professionisti che persone con reddito basso. Secondo la Asl «il fenomeno è esploso in misura direttamente proporzionale al proliferare dei siti on line dedicati al gioco d'azzardo, dei "gratta e vinci" e dei tagliandi distribuiti negli spazi pubblici - fanno sapere - è stata registrata un'impennata con la crisi economica e infatti la dipendenza dal gioco ha implicazioni economiche, familiari e sociali devastanti».


Gli specialisti del Serd organizzano percorsi di cura specifici, che prevedono terapia psichica e farmacologica. E spesso vengono coinvolti anche i familiari del paziente. Il servizio di assistenza è stato dunque potenziato per far fronte alla nuova emergenza.
V. P.

24.10.13

finalmente le banche fanno qualcosa di buono Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici


Una  buona  volta le banche  fanno qualcosa  di utile   in una regione   in cui  <<    a   dimostrare la gravita della situazione nell’isola ci sono i dati. Dicono che la febbre del gioco continua a salire. Le ultime cifre ufficiali risalgono all’inizio del 2012, e mettevano Il Sassarese e la Gallura in pole position. Da queste parti fa un numero di puntate più alto rispetto a Torino e Roma. In totale, la raccolta nel 2011 ha fruttato un miliardo e 812 milioni. Al di là di questa montagna di denaro, che in un'area povera suscita da sola parecchie riflessioni, colpisce ancora di più la media pro capite: ogni residente nell'isola, bambini e ultranoventenni compresi, ha speso per i giochi poco più di mille euro in un anno. E visto che tanti sardi non credono in un investimento del genere basato sulla pura fortuna, ne deriva che molti altri hanno tirato fuori dal portafoglio il doppio o il triplo di questa somma. Il Sassarese e la Gallura si profilano così tra le le zone più propense a sfidare la sorte: la spesa per il gioco la vede salire addirittura al 20 posto. Il che la colloca davanti a metropoli come Roma, Torino, Napoli. Non si toccano le vette di Pavia e dintorni, che detengono il record italiano con quasi 2.900 euro all'anno pro capite, ma con una cifra attorno alla metà di questa somma il nord dell'isola si conferma al top tra molte aree del Meridione. Più distanziateCagliari-Sulcis-Iglesiente-Campidano,Nuorese-Ogliastra, Oristanese.  >>

e sempre  dalla    nuova sardegna del  24\10\2013


Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici
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di Chiaramaria Pinna


SASSARI. «Questa volta non direte male delle banche, vero?». La domanda è di Luigi Odorici, amministratore delegato della Bper, il gruppo di cui fanno parte anche Banco di Sardegna e Banca di Sassari. No, questa volta nessuna doglianza, anzi, un applauso per la banca che ha deciso di bloccare i fondi ai patiti dell’azzardo, ai malati delle macchinette mangia soldi e del video gioco evitandogli cadute dalle quali sarebbe difficile risollevarsi.
La crociata è cominciata qualche mese fa, in sordina «quando – spiega Odorici – dalle filiali emiliane sono fioccate le segnalazioni che molti clienti, il giorno stesso in cui veniva accreditato nel conto lo stipendio o la pensione, prelevavano l’intera somma». Il sintomo è apparso subito chiaro, così la banca si è fatta carico del problema e ha cominciato ad intervenire. Il primo passo è stato bloccare le carte di credito abilitate ai pagamenti sui siti classificati nella categoria «gambling» (gioco d’azzardo) e, per essere coerenti, far fuori dalle filiali i biglietti delle lotterie e i Gratta&vinci. Non solo, gli impiegati sono stati autorizzati, con una circolare, a drizzare le antenne e così, appena vedono che il conto in un attimo finisce in rosso prosciugato in una sala giochi o in una tabaccheria, scatta la convocazione del cliente che a questo punto diventa un paziente. L’attenzione sarà particolare, se lo spendaccione compulsivo ha un debito, un mutuo, un fido con la banca e la Bper rischia di avere indietro fiches da poker perchè tutto finisce a foraggiare il gioco on line piuttosto che nel bar sotto casa. «Preciso – spiega subito Odorici – possono anche lasciare allo sportello la cifra che ci devono, ma il problema va oltre, perchè abbiamo deciso di impegnarci ad affrontare una piaga che ormai è sociale».
«Con il tatto che il caso richiede – aggiunge Luigi Odorici – forniamo gli elementi affinchè il cliente malato di gioco prenda contatti con i centri di recupero. È conclamato che il gioco d’azzardo è una patologia dalla quale non è facile guarire». E ha costi altissimi.
La notizia dell’operazione buon samaritano della Bper è arrivata a poche ore dall’inizio del convegno della Federserd, la federazione che riunisce chi lavora nei centri di recupero dalle dipendenze che si è svolto alla Camera dei deputati, nel corso del quale il sociologoZygmunt Bauman ha dato una notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. «Vi deluderò ma devo dirvi che non credo che per le dipendenza ci siano rimedi magici. Ciò che possiamo aggiustare sono gli effetti e non le cause». Questo perchè sono radicate nel nostro modo di vivere, e ha citato la grande solitudine, la fragilità e la precarietà della vita di oggi rispetto ai «percorsi tracciati» di un «mondo solido e prevedibile» come era quello di qualche decennio fa. Per cui le promesse pubblicizzate anche sulle tv di Stato da bellissime e ammiccanti giocatrici che offrono bonus da mille euro attecchiscono. «Anche restare tanto tempo online, come fanno oggi i giovani – ha aggiunto – è una manifestazione dell'aver rinunciato alla società reale o del cedere alle difficoltà». Insomma, secondo il sociologo la maggior parte della gente sente di non essere in grado di gestire la situazione e perciò fugge, guarda da un'altra parte. «Si fa affidamento sulla fortuna, la vita viene vissuta come gioco d'azzardo, quindi non meravigliamoci di come si comportano i giovani». I danni sociali e sanitari provocati dal gioco sfiorano i 6,6 miliardi di euro annui. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’Iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi. «L’azzardo non crea denaro ma lo distrugge» dice Simone Feder, psicologo in prima linea contro le macchinette. «In un anno 50 mila esercizi hanno chiuso i battenti, e l’industria dell’azzardo continua a crescere: bisogna invertire la rotta. E bisogna farlo partendo dal territorio». Feder snocciola numeri. Nel giro di 5 anni, tra il 2005 e 2010, gli utenti presi in carico dai Serd (servizi per le tossicodipendenze) sono aumentati del 23%, registrando un picco enorme per il gioco d’azzardo, di quasi 7 volte (+691%

28.9.13

Slot Mob, a Milano "premiano" i bar senza slot




vedere anche
cosi ho salvato mio marito dalle slot machine
I racconti dei malati di videopoker

Slot Mob, a Milano "premiano" i bar senza slot


Giuseppe stallone il proprietario del bar  


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Dopo il successo di Biella, lo Slot Mob arriva anche a Milano. In centinaia, questa mattina, si sono dati appuntamento in viale Jenner per premiare il Bar Persefone, tra i primi della città a scegliere di non avere slot machine nei suoi locali. "Una perdita netta di 2000-2500 euro al mese" spiega il titolare "ma è più importante non dare modo ai clienti di rovinarsi una vita col gioco d'azzardo". Per l'occasione l'Accademia Giochi Dimenticati, ha portato in strada il divertimento di una volta, dai birilli al tiro alla fune, mentre l'organizzazione ha allestito un torneo di biliardino "per stimolare la socializzazione, dato uno dei tanti problemi derivanti dalle slot machine è l'isolamento". "Speriamo di organizzare almeno 100 slot mob in tutta Italia" si augura Gabriele Mandolesi, coordinatore dello Slot Mob "la cosa bella è che i titolari di locali che rinunciano alle slot sono moltissimi, ma rimangono nell'ombra. Con queste iniziative riusciamo a premiare un gesto coraggioso" (video di Elena Peracchi)




da milano repubblica del 16\6\2013


Milano, il barista rinuncia alle slot:"In tanti qui hanno perso la dignità": "Le macchinette rendevano 3mila euro al mese, ma le ho tolte dopo che un ragazzo ha perso metà del primo stipendio". Il caso della pensionata che si giocò i 20 euro per la spesa

di ALESSANDRA CORICA



«Era impossibile stare a guardare. Una volta un ragazzo del quartiere, coetaneo di mio figlio, in due ore si è giocato la metà del primo stipendio: a quel punto ho detto basta. E ho fatto togliere le slot». Giuseppe Stallone lo scorso febbraio è stato il primo a ricevere l’attestato di “Bar anti slot” del comitato Jenner-Farini, per aver eliminato dal suo locale, ormai tre anni fa, le slot machine: una decisione controcorrente, all’epoca. Ma che adesso torna di attualità, con la discussione in Regione per una legge che ponga un freno al diffondersi delle slot. E con il dilagare del gioco d’azzardo patologico: almeno 25mila i malati in Lombardia, che con un giro d’affari da 9,9 miliardi di euro l’anno si piazza al primo posto tra le regioni italiane. «Non dico che eliminare le macchinette sia stata una scelta facile - ricorda Stallone - Con i tempi che corrono, rinunciare a una fonte d’incassi non è semplice. Ma ne sono fiero: qui si sta parlando di una piaga sociale, qualcosa va fatto».

Per quanto tempo ha avuto le slot?
«Circa un anno e mezzo. Quattro anni fa una ditta che noleggia gli apparecchi ci ha contattato e ci ha offerto di installarli: nessun costo di affitto, manutenzione a carico del gestore e introiti divisi a metà, al netto delle imposte. Con questo meccanismo riuscivamo a guadagnare anche 2.5003mila euro al mese».
Un buon affare.
«Sulla carta, sì. Poi, però, ho dovuto fare i conti con la realtà».
Ovvero?
«Pensionati, giovani, donne e uomini: tutti giocano alle slot. E tutti ne vengono trasformati: è come se quegli apparecchi cambiassero la fisionomia di una persona. Ho visto gente tranquilla bestemmiare, mettere da parte controllo e dignità dopo aver perso una partita. E più di una volta mi sono trovato in difficoltà».

In che senso?
«Una volta ho trovato un ragazzo cinese davanti alla saracinesca del bar alle sei e mezzo del mattino. Appena mi ha visto ha iniziato a chiedermi di aprire: voleva ricominciare a puntare per rifarsi di quello che aveva perso la sera prima. Chi gioca diventa maniacale: tante volte ho discusso con alcuni che non volevano allontanarsi dalle slot, malgrado fosse l’ora di pranzo e io dovessi spegnere gli apparecchi per far mangiare in pace gli altri clienti. Per non parlare delle volte in cui ho provato pena per chi avevo davanti».

Per esempio?
«Ricordo un’anziana che arrivò con il carrellino della spesa, ancora vuoto, e tirò fuori una banconota da venti spiegazzata. Se la fece cambiare in monete, poi iniziò a giocare: dopo dieci minuti ritornò, disperata, dicendo di aver perso tutto. E di non sapere come fare la spesa».

Il caso che l’ha colpita di più, però, è stato quello del coetaneo di suo figlio.
«Un ragazzo di 23 anni, cliente abituale: ogni tanto capitava che gli offrissi un caffè o una birra. A un certo punto, sparisce per un po’: lo incontro per caso dopo un mese, mi dice che ha trovato lavoro e che ha appena preso il primo stipendio. Dopo un paio d’ore torno al bar e lo trovo alle macchinette: si era giocato mezza paga. Mi sono chiesto: e se capitasse a mio figlio?».

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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