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16.6.24

“Non vendo più Gratta e Vinci. Ho visto troppa gente rovinarsi” Il racconto del tabaccaio che rinuncia ad una parte di guadagno per non essere complice della rovina di troppe persone che si mangiano quello che guadagnano giocando a questa truffa legalizzata

 



(ANSA) – C’è un tabaccaio che rinuncia a una parte importante di guadagno per motivi etici: “Ho visto troppa gente rovinarsi con le sue mani. Mi rifiuto di continuare. Non vendo più Gratta e Vinci.”. Si chiama Mario Papariello, 58 anni, titolare della tabaccheria Postavecchia, a Calcinelli di Colli al Metauro.Ha raccontato la sua decisione al Carlino: “Soffrivo molto nel vedere diverse persone che azzardavano l’acquisto di un biglietto dietro l’altro, fino a giocarsi tutta la pensione o lo stipendio. Pensavo dentro di me che non avrei retto a lungo. Sicché, malgrado avessi un contratto con Lottomatica, ho detto basta e non ho più venduto Gratta e vinci. Da quel giorno mi sento sollevato e con la coscienza a posto. Non voglio guadagnare sulle sventure altrui”.Papariello racconta d’aver visto “disoccupati tentare la fortuna con i ‘grattini’ e uscire dalla tabaccheria senza nemmeno i soldi per mangiare. Vecchiette che vivono con pensioni minime spendere tutto quello che avevano ritirato al mattino dalle poste. Alcuni colleghi mi criticano – aggiunge – e altri si compiacciono perché aumentano le vendite, ma per me la cosa più importante è avere la coscienza pulita. Sono consapevole che i clienti interessati ai ‘grattini’ li andranno a comprare nelle altre tabaccherie, ma non mi interessa”.

1.12.13

Che fare contro la ludopatia e le slot machine proibire \ vietare o politica di riduzione del danno ? oppure come il comune di Mantova Ti giochi tutto alle slot? Niente soldi



a chi al mio post mi prendeva per scemo quando raccontavo e spiegavo il perchè raccontavo le storie di chi giocava al gioco alle slot machine o lotta contro la ludopatia si legga questa inchiesta con sondaggio http://tv.ilfattoquotidiano.it/




il Comune “sorveglia” i ludopatici. Ti giochi tutto alle slot? Niente soldiNel piccolo comune in Provincia di Mantova, l'amministrazione decide di contrastare la dipendenza da giochi con un provvedimento singolare: censire i giocatori e incrociare i dati con le richieste di sussidi e aiuti. Il vicesindaco: "In questo modo possiamo rimodulare l'aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative"






Sono quasi 400mila le slot installate in Italia e 40mila le videolottery. Sempre di più anche coloro che giocano e, spesso, si rovinano con queste macchinette. A Virgilio, comune dell’hinterland mantovano, gli amministratori si sono inventati un sistema nuovo per combattere questa dipendenza: bloccare gli aiuti sociali a chi verrà trovato a giocare. “Ci sono persone – spiega il vicesindaco Francesco Aporti – che a Virgilio ‘bruciano’ i contributi sociali nelle macchinette. Li abbiamo visti noi giocare nelle sale slot e poi fare la fila agli sportelli dei servizi sociali per richiedere gli aiuti economici”. Sono indigenti, che hanno diritto a quei soldi. Ma sono malati, ludopatici. 
“Per cercare di mettere un freno a questo fenomeno – prosegue il vicesindaco – abbiamo pensato di applicare una modifica al regolamento comunale sulle misure di contrasto alla povertà. Questa ci consente di bloccare l’erogazione dei contributi in denaro a persone, iscritte negli elenchi dei servizi sociali, che vengano trovate più volte, in seguito a controlli di Polizia Locale, a giocare nelle sale slot o nei bar che hanno queste macchinette. In questo modo abbiamo anche gli strumenti per rimodulate l’aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative, quali il pagamento da parte nostra di utenze o la consegna diretta di aiuti alimentari”.Ma come si arriva a scovare chi si gioca i contributi sociali? “La Polizia Locale – continua Aporti - due volte a settimana entra in queste sale e identifica le persone presenti. Il verbale di intervento viene poi inviato ai servizi sociali che incrociano i dati con i loro elenchi di indigenti. Se qualche nome compare in maniera assidua nei rapporti degli agenti, allora spetterà all’assistente sociale decidere come intervenire.



Anche bloccando l’erogazione degli aiuti”. Insomma, i Comuni cercano di difendersi come possono.Per aprire una sala slot basta l’autorizzazione della Questura. Il Comune può solo prenderne atto: “Lo Stato ci mette in difficoltà – prosegue il vicesindaco – e abbiamo le mani legate. Vediamo crescere questo fenomeno del gioco legalizzato e non possiamo fare nulla per contrastarlo, neppure a fronte di problemi sociali come le dipendenze”.Una legge della Regione Lombardia, che sta per diventare operativa, potrebbe dare una mano ai comuni che combattono, disarmati, contro il proliferare delle sale. Contiene direttive virtuose, come il divieto di collocare nuovi apparecchi entro un limite massimo di 500 metri da ‘luoghi sensibili’ (scuole, oratori…) e prevede incentivi ai bar che disinstallano le slot. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno, abbiamo provato a entrare in alcune di queste sale aperte 24 ore e già frequentate di prima mattina. Abbiamo trovato molta ostilità da parte dei gestori. Uno di loro ci ha detto che per lui quella di aprire una sala da gioco è stata una scelta forzata, dettata dalla crisi. Fa il costruttore edile, ma il mercato è fermo. Ora, però, apriranno una nuova sala slot a cinquanta metri dalla sua e il suo investimento, da 300 mila euro, rischia di andare in fumo. Per lui il giocatore ideale è quello che spende 50 euro (non specifica se al giorno, a settimana…) non quello che si rovina, perché quello, poi, non torna più. Dice che è stanco di ipocrisie sul gioco, perché il primo a guadagnarci è lo Stato. “E poi – conclude – pensa che se i Comuni avessero un ritorno economico, continuerebbero a fare battaglie per arginare il fenomeno della ludopatia?”.


Video di Giulia Zaccariello 


Che fare contro il dilagare della ludopatia? Le ricerche parlano di centinaia di migliaia di giocatori problematici e di alcune migliaia di compulsivi. Persone che resistono con difficoltà o non resistono affatto, non di rado indebitandosi, all’impulso di giocarsi fino all’ultimo euro, in particolare alle slot machine sempre più presenti nei bar e nelle sale giochi. Problema complicato. Da una parte ci sono gli interessi miliardari del business dell’azzardo che vive di concessioni pubbliche ed e’ pesantemente infiltrato da ambienti criminali, dall’altra l’esigenza di ridurre i danni sociali di un fenomeno che ha risvolti patologici e si aggrava con l’acuirsi della crisi economica. Mentre la politica si appresta a discutere una legge ad hoc, abbiamo interpellato sul tema i passanti per le strade di Milano. Opinione prevalente e’ che lo Stato dovrebbe limitare fortemente, e alcuni dicono addirittura proibire, il business delle macchine mangiasoldi, in ogni caso evitando qualsiasi forma di incentivo e pubblicita’ al gioco d’azzardo. Ma altri pensano che proibire servirebbe solo ad alimentare il mercato clandestino, mentre e’ necessaria – si sostiene - un’opera di prevenzione e informazione su larga scala, di pari passo con il potenziamento dell’assistenza sociale e sanitaria per chi cade nella trappola della ludopatia. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di piu’ di Piero Ricca, riprese di Ricky Farina




Cosa fare contro la ludopatia?

24.11.13

perchè parlo di : persone che soffrono di dipendenza da slot machine



 Etra  da un bel  po'  che non rispondevo  alle  faq  .M'ero proposto di  farlo  , ma poi  i sentimenti    derivati dall'alluvione  sarda  del  18\19  novembre   hanno  prevalso e  costretto a rimandare    tale post  .
  Visto le lettere  che ricevo  ( insulti e  complimenti  )  ma     anche  delle  domande  .  Ne  approfitto   per  chiare  alcune cose  di me   e  perchè parlo di queste  cose  .  Iniziamo  da  commenti  \ email  sul  primo argomento  1)  ma che  te  frega mica  soffri di ludo patia  , 2  si  è vero sono gli effetti collaterali  del gioco , ma  sono  solo pochi casi  tu    riportando  tali news  fai terrorismo mediatico  , 3)  ci sono cose più importanti cui parlare  .
A,messo  e non concesso    che  siano solo pochi casi  e\o limitati   ciò  è  un fenomeno   da non sottovalutare  \  prendere in considerazione  se   ci sono dei movimenti   d'aiuto ( vedere mie post  precedenti  )   non solo  a chi  non vuole  smettere  , ma    a  chi  vuole  togliere le macchine dai propri locali  . O se  molti comuni   intervengono con politiche   a  tale  scopo  . O  se  succedono fatti del genere    


  dalla nuova  sardegna  del 29\10\2013

PORTO TORRES. Denuncia ai carabinieri di avere subito una rapina: «Era incappucciato – dice – mi ha aggredito mentre passavo in via Enrico Costa». Ma dopo qualche ora, messo alle strette dai militari confessa tra le lacrime che i soldi della “falsa rapina” li ha spesi alle slot machine. Una storia dai contorni kafkiani quella raccontata nei giorni scorsi da un ventiduenne di Sassari ma residente a Porto Torres, che alla fine gli è costata una denuncia a piede libero per simulazione di reato (si rischia una condanna da uno a tre anni). Il giovane era uscito di casa con 150 euro in tasca, cifra data dai genitori per pagare una bolletta, ma l’attrazione per il gioco d’azzardo gli ha preso talmente la mano che ha pagato il tributo alle macchinette mangiasoldi. Da quel momento ha azionato la fantasia, non rendendosi conto dei guai che stava per combinare.
Dai carabinieri si presenta alle 14, in forte agitazione emotiva, racconta che la rapina è avvenuta alle 10 ad opera di un uomo incappucciato che lo ha minacciato con un coltello per derubargli i
soldi che aveva in tasca. Per avere un riscontro dei fatti indicati dal giovane incensurato, in modo contraddittorio, i militari effettuano il sopralluogo in via Costa: nessuno ha visto niente di strano durante quella mattina, nemmeno le signore affacciate per lungo tempo ai balconi. Non rimaneva altro che chiedere spiegazioni ai genitori su quei 150 euro nelle tasche di un disoccupato che si muove a piedi. Di fronte alla richieste di ulteriori spiegazioni da parte dei carabinieri, al comando del tenente Romolo Mastrolia, il ragazzo crolla e ammette di avere raccontato il falso. «I soldi li ho utilizzati per tentare di vincere alle macchinette», ammette.(...)  >>




Infatti Il gioco d’azzardo è ormai ritenuto una vera e propria emergenza sociale anche nei confini cittadini, capace di generare irrefrenabile dipendenza, che trova tra l’altro favorevoli condizioni di radicamento in una comunità che vive una crisi sociale ed economica senza precedenti.<< molti utenti iscritti ai Servizi sociali utilizzano i sussidi per rincorrere un illusoria (la maggior parte delle volte corsivo mio ) fortuna . >>





  Ora Con i miei post provo nel mio piccolo a raggiungere l’obiettivo di individuare le modalità per frenare il fenomeno attraverso la prevenzione ed il parlare \ raccontare di tali storie ed iniziative per combattere tale piaga. << La nostra prossima mossa – assicura l’assessore ai Servizi sociali di Porto Torres Piera Casula sempre alla nuova sardegna – sarà quella di aderire alla mobilitazione regionale che chiede con forza una limitazione dei punti gioco, in autonomia, soprattutto nelle zone sensibili». Nei mesi scorsi si sono svolti incontri informativi, per comprendere a fondo l’entità e la diffusione territoriale del problema azzardo, tra assessorato Servizi sociali, responsabili del Serd di Sassari (in cura 3 “giocatori” portotorresi), comando polizia municipale e compagnia dei carabinieri.>>
Per quanto riguarda la battuta un po' malevola ( ma non importa ce ne sono di peggiori, e quindi mi scivola via ) :<< ....mica soffri di ludo patia ( I II III ) rispondo che fortunatamente no , anche se ho avuto fin da piccolo per i videogiochi ( prima in casa con il pc all'epoca c'era il comodore 64 e simili , poi con le sale giochi e " le guerre " per studiare o fare altro e non stare sempre davanti ai videogiochi con i mie vecchi ) , dei problemi compulsivi di dipendenza . E quindi so di quello che sto parlando .Concludo segnalando questi link a chi ancora sottovaluta il problema


poiché la seconda , quella   sul perchè parlo\  racconto storie   nei miei  post  o e  d'immigrazione \emigrazione  parte risulta  nella brutta  più lunga  della prima  ho deciso di rinviarla , anche  a  causa  d'impegni per  gli alluvionati sardi  principalmente la  mia città  d'adozione  e  della mia  infanzia  delle vacanze  Olbia  ,  in un prossimo post  

24.10.13

finalmente le banche fanno qualcosa di buono Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici


Una  buona  volta le banche  fanno qualcosa  di utile   in una regione   in cui  <<    a   dimostrare la gravita della situazione nell’isola ci sono i dati. Dicono che la febbre del gioco continua a salire. Le ultime cifre ufficiali risalgono all’inizio del 2012, e mettevano Il Sassarese e la Gallura in pole position. Da queste parti fa un numero di puntate più alto rispetto a Torino e Roma. In totale, la raccolta nel 2011 ha fruttato un miliardo e 812 milioni. Al di là di questa montagna di denaro, che in un'area povera suscita da sola parecchie riflessioni, colpisce ancora di più la media pro capite: ogni residente nell'isola, bambini e ultranoventenni compresi, ha speso per i giochi poco più di mille euro in un anno. E visto che tanti sardi non credono in un investimento del genere basato sulla pura fortuna, ne deriva che molti altri hanno tirato fuori dal portafoglio il doppio o il triplo di questa somma. Il Sassarese e la Gallura si profilano così tra le le zone più propense a sfidare la sorte: la spesa per il gioco la vede salire addirittura al 20 posto. Il che la colloca davanti a metropoli come Roma, Torino, Napoli. Non si toccano le vette di Pavia e dintorni, che detengono il record italiano con quasi 2.900 euro all'anno pro capite, ma con una cifra attorno alla metà di questa somma il nord dell'isola si conferma al top tra molte aree del Meridione. Più distanziateCagliari-Sulcis-Iglesiente-Campidano,Nuorese-Ogliastra, Oristanese.  >>

e sempre  dalla    nuova sardegna del  24\10\2013


Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici
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di Chiaramaria Pinna


SASSARI. «Questa volta non direte male delle banche, vero?». La domanda è di Luigi Odorici, amministratore delegato della Bper, il gruppo di cui fanno parte anche Banco di Sardegna e Banca di Sassari. No, questa volta nessuna doglianza, anzi, un applauso per la banca che ha deciso di bloccare i fondi ai patiti dell’azzardo, ai malati delle macchinette mangia soldi e del video gioco evitandogli cadute dalle quali sarebbe difficile risollevarsi.
La crociata è cominciata qualche mese fa, in sordina «quando – spiega Odorici – dalle filiali emiliane sono fioccate le segnalazioni che molti clienti, il giorno stesso in cui veniva accreditato nel conto lo stipendio o la pensione, prelevavano l’intera somma». Il sintomo è apparso subito chiaro, così la banca si è fatta carico del problema e ha cominciato ad intervenire. Il primo passo è stato bloccare le carte di credito abilitate ai pagamenti sui siti classificati nella categoria «gambling» (gioco d’azzardo) e, per essere coerenti, far fuori dalle filiali i biglietti delle lotterie e i Gratta&vinci. Non solo, gli impiegati sono stati autorizzati, con una circolare, a drizzare le antenne e così, appena vedono che il conto in un attimo finisce in rosso prosciugato in una sala giochi o in una tabaccheria, scatta la convocazione del cliente che a questo punto diventa un paziente. L’attenzione sarà particolare, se lo spendaccione compulsivo ha un debito, un mutuo, un fido con la banca e la Bper rischia di avere indietro fiches da poker perchè tutto finisce a foraggiare il gioco on line piuttosto che nel bar sotto casa. «Preciso – spiega subito Odorici – possono anche lasciare allo sportello la cifra che ci devono, ma il problema va oltre, perchè abbiamo deciso di impegnarci ad affrontare una piaga che ormai è sociale».
«Con il tatto che il caso richiede – aggiunge Luigi Odorici – forniamo gli elementi affinchè il cliente malato di gioco prenda contatti con i centri di recupero. È conclamato che il gioco d’azzardo è una patologia dalla quale non è facile guarire». E ha costi altissimi.
La notizia dell’operazione buon samaritano della Bper è arrivata a poche ore dall’inizio del convegno della Federserd, la federazione che riunisce chi lavora nei centri di recupero dalle dipendenze che si è svolto alla Camera dei deputati, nel corso del quale il sociologoZygmunt Bauman ha dato una notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. «Vi deluderò ma devo dirvi che non credo che per le dipendenza ci siano rimedi magici. Ciò che possiamo aggiustare sono gli effetti e non le cause». Questo perchè sono radicate nel nostro modo di vivere, e ha citato la grande solitudine, la fragilità e la precarietà della vita di oggi rispetto ai «percorsi tracciati» di un «mondo solido e prevedibile» come era quello di qualche decennio fa. Per cui le promesse pubblicizzate anche sulle tv di Stato da bellissime e ammiccanti giocatrici che offrono bonus da mille euro attecchiscono. «Anche restare tanto tempo online, come fanno oggi i giovani – ha aggiunto – è una manifestazione dell'aver rinunciato alla società reale o del cedere alle difficoltà». Insomma, secondo il sociologo la maggior parte della gente sente di non essere in grado di gestire la situazione e perciò fugge, guarda da un'altra parte. «Si fa affidamento sulla fortuna, la vita viene vissuta come gioco d'azzardo, quindi non meravigliamoci di come si comportano i giovani». I danni sociali e sanitari provocati dal gioco sfiorano i 6,6 miliardi di euro annui. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’Iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi. «L’azzardo non crea denaro ma lo distrugge» dice Simone Feder, psicologo in prima linea contro le macchinette. «In un anno 50 mila esercizi hanno chiuso i battenti, e l’industria dell’azzardo continua a crescere: bisogna invertire la rotta. E bisogna farlo partendo dal territorio». Feder snocciola numeri. Nel giro di 5 anni, tra il 2005 e 2010, gli utenti presi in carico dai Serd (servizi per le tossicodipendenze) sono aumentati del 23%, registrando un picco enorme per il gioco d’azzardo, di quasi 7 volte (+691%

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...