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1.12.13

Che fare contro la ludopatia e le slot machine proibire \ vietare o politica di riduzione del danno ? oppure come il comune di Mantova Ti giochi tutto alle slot? Niente soldi



a chi al mio post mi prendeva per scemo quando raccontavo e spiegavo il perchè raccontavo le storie di chi giocava al gioco alle slot machine o lotta contro la ludopatia si legga questa inchiesta con sondaggio http://tv.ilfattoquotidiano.it/




il Comune “sorveglia” i ludopatici. Ti giochi tutto alle slot? Niente soldiNel piccolo comune in Provincia di Mantova, l'amministrazione decide di contrastare la dipendenza da giochi con un provvedimento singolare: censire i giocatori e incrociare i dati con le richieste di sussidi e aiuti. Il vicesindaco: "In questo modo possiamo rimodulare l'aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative"






Sono quasi 400mila le slot installate in Italia e 40mila le videolottery. Sempre di più anche coloro che giocano e, spesso, si rovinano con queste macchinette. A Virgilio, comune dell’hinterland mantovano, gli amministratori si sono inventati un sistema nuovo per combattere questa dipendenza: bloccare gli aiuti sociali a chi verrà trovato a giocare. “Ci sono persone – spiega il vicesindaco Francesco Aporti – che a Virgilio ‘bruciano’ i contributi sociali nelle macchinette. Li abbiamo visti noi giocare nelle sale slot e poi fare la fila agli sportelli dei servizi sociali per richiedere gli aiuti economici”. Sono indigenti, che hanno diritto a quei soldi. Ma sono malati, ludopatici. 
“Per cercare di mettere un freno a questo fenomeno – prosegue il vicesindaco – abbiamo pensato di applicare una modifica al regolamento comunale sulle misure di contrasto alla povertà. Questa ci consente di bloccare l’erogazione dei contributi in denaro a persone, iscritte negli elenchi dei servizi sociali, che vengano trovate più volte, in seguito a controlli di Polizia Locale, a giocare nelle sale slot o nei bar che hanno queste macchinette. In questo modo abbiamo anche gli strumenti per rimodulate l’aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative, quali il pagamento da parte nostra di utenze o la consegna diretta di aiuti alimentari”.Ma come si arriva a scovare chi si gioca i contributi sociali? “La Polizia Locale – continua Aporti - due volte a settimana entra in queste sale e identifica le persone presenti. Il verbale di intervento viene poi inviato ai servizi sociali che incrociano i dati con i loro elenchi di indigenti. Se qualche nome compare in maniera assidua nei rapporti degli agenti, allora spetterà all’assistente sociale decidere come intervenire.



Anche bloccando l’erogazione degli aiuti”. Insomma, i Comuni cercano di difendersi come possono.Per aprire una sala slot basta l’autorizzazione della Questura. Il Comune può solo prenderne atto: “Lo Stato ci mette in difficoltà – prosegue il vicesindaco – e abbiamo le mani legate. Vediamo crescere questo fenomeno del gioco legalizzato e non possiamo fare nulla per contrastarlo, neppure a fronte di problemi sociali come le dipendenze”.Una legge della Regione Lombardia, che sta per diventare operativa, potrebbe dare una mano ai comuni che combattono, disarmati, contro il proliferare delle sale. Contiene direttive virtuose, come il divieto di collocare nuovi apparecchi entro un limite massimo di 500 metri da ‘luoghi sensibili’ (scuole, oratori…) e prevede incentivi ai bar che disinstallano le slot. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno, abbiamo provato a entrare in alcune di queste sale aperte 24 ore e già frequentate di prima mattina. Abbiamo trovato molta ostilità da parte dei gestori. Uno di loro ci ha detto che per lui quella di aprire una sala da gioco è stata una scelta forzata, dettata dalla crisi. Fa il costruttore edile, ma il mercato è fermo. Ora, però, apriranno una nuova sala slot a cinquanta metri dalla sua e il suo investimento, da 300 mila euro, rischia di andare in fumo. Per lui il giocatore ideale è quello che spende 50 euro (non specifica se al giorno, a settimana…) non quello che si rovina, perché quello, poi, non torna più. Dice che è stanco di ipocrisie sul gioco, perché il primo a guadagnarci è lo Stato. “E poi – conclude – pensa che se i Comuni avessero un ritorno economico, continuerebbero a fare battaglie per arginare il fenomeno della ludopatia?”.


Video di Giulia Zaccariello 


Che fare contro il dilagare della ludopatia? Le ricerche parlano di centinaia di migliaia di giocatori problematici e di alcune migliaia di compulsivi. Persone che resistono con difficoltà o non resistono affatto, non di rado indebitandosi, all’impulso di giocarsi fino all’ultimo euro, in particolare alle slot machine sempre più presenti nei bar e nelle sale giochi. Problema complicato. Da una parte ci sono gli interessi miliardari del business dell’azzardo che vive di concessioni pubbliche ed e’ pesantemente infiltrato da ambienti criminali, dall’altra l’esigenza di ridurre i danni sociali di un fenomeno che ha risvolti patologici e si aggrava con l’acuirsi della crisi economica. Mentre la politica si appresta a discutere una legge ad hoc, abbiamo interpellato sul tema i passanti per le strade di Milano. Opinione prevalente e’ che lo Stato dovrebbe limitare fortemente, e alcuni dicono addirittura proibire, il business delle macchine mangiasoldi, in ogni caso evitando qualsiasi forma di incentivo e pubblicita’ al gioco d’azzardo. Ma altri pensano che proibire servirebbe solo ad alimentare il mercato clandestino, mentre e’ necessaria – si sostiene - un’opera di prevenzione e informazione su larga scala, di pari passo con il potenziamento dell’assistenza sociale e sanitaria per chi cade nella trappola della ludopatia. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di piu’ di Piero Ricca, riprese di Ricky Farina




Cosa fare contro la ludopatia?

24.10.13

finalmente le banche fanno qualcosa di buono Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici


Una  buona  volta le banche  fanno qualcosa  di utile   in una regione   in cui  <<    a   dimostrare la gravita della situazione nell’isola ci sono i dati. Dicono che la febbre del gioco continua a salire. Le ultime cifre ufficiali risalgono all’inizio del 2012, e mettevano Il Sassarese e la Gallura in pole position. Da queste parti fa un numero di puntate più alto rispetto a Torino e Roma. In totale, la raccolta nel 2011 ha fruttato un miliardo e 812 milioni. Al di là di questa montagna di denaro, che in un'area povera suscita da sola parecchie riflessioni, colpisce ancora di più la media pro capite: ogni residente nell'isola, bambini e ultranoventenni compresi, ha speso per i giochi poco più di mille euro in un anno. E visto che tanti sardi non credono in un investimento del genere basato sulla pura fortuna, ne deriva che molti altri hanno tirato fuori dal portafoglio il doppio o il triplo di questa somma. Il Sassarese e la Gallura si profilano così tra le le zone più propense a sfidare la sorte: la spesa per il gioco la vede salire addirittura al 20 posto. Il che la colloca davanti a metropoli come Roma, Torino, Napoli. Non si toccano le vette di Pavia e dintorni, che detengono il record italiano con quasi 2.900 euro all'anno pro capite, ma con una cifra attorno alla metà di questa somma il nord dell'isola si conferma al top tra molte aree del Meridione. Più distanziateCagliari-Sulcis-Iglesiente-Campidano,Nuorese-Ogliastra, Oristanese.  >>

e sempre  dalla    nuova sardegna del  24\10\2013


Banche sarde in guerra contro il gioco d’azzardo Coinvolti Banco di Sardegna e Banca di Sassari: carte di credito inutilizzabili sui siti a rischio, consigli ai clienti ludopatici
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di Chiaramaria Pinna


SASSARI. «Questa volta non direte male delle banche, vero?». La domanda è di Luigi Odorici, amministratore delegato della Bper, il gruppo di cui fanno parte anche Banco di Sardegna e Banca di Sassari. No, questa volta nessuna doglianza, anzi, un applauso per la banca che ha deciso di bloccare i fondi ai patiti dell’azzardo, ai malati delle macchinette mangia soldi e del video gioco evitandogli cadute dalle quali sarebbe difficile risollevarsi.
La crociata è cominciata qualche mese fa, in sordina «quando – spiega Odorici – dalle filiali emiliane sono fioccate le segnalazioni che molti clienti, il giorno stesso in cui veniva accreditato nel conto lo stipendio o la pensione, prelevavano l’intera somma». Il sintomo è apparso subito chiaro, così la banca si è fatta carico del problema e ha cominciato ad intervenire. Il primo passo è stato bloccare le carte di credito abilitate ai pagamenti sui siti classificati nella categoria «gambling» (gioco d’azzardo) e, per essere coerenti, far fuori dalle filiali i biglietti delle lotterie e i Gratta&vinci. Non solo, gli impiegati sono stati autorizzati, con una circolare, a drizzare le antenne e così, appena vedono che il conto in un attimo finisce in rosso prosciugato in una sala giochi o in una tabaccheria, scatta la convocazione del cliente che a questo punto diventa un paziente. L’attenzione sarà particolare, se lo spendaccione compulsivo ha un debito, un mutuo, un fido con la banca e la Bper rischia di avere indietro fiches da poker perchè tutto finisce a foraggiare il gioco on line piuttosto che nel bar sotto casa. «Preciso – spiega subito Odorici – possono anche lasciare allo sportello la cifra che ci devono, ma il problema va oltre, perchè abbiamo deciso di impegnarci ad affrontare una piaga che ormai è sociale».
«Con il tatto che il caso richiede – aggiunge Luigi Odorici – forniamo gli elementi affinchè il cliente malato di gioco prenda contatti con i centri di recupero. È conclamato che il gioco d’azzardo è una patologia dalla quale non è facile guarire». E ha costi altissimi.
La notizia dell’operazione buon samaritano della Bper è arrivata a poche ore dall’inizio del convegno della Federserd, la federazione che riunisce chi lavora nei centri di recupero dalle dipendenze che si è svolto alla Camera dei deputati, nel corso del quale il sociologoZygmunt Bauman ha dato una notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. «Vi deluderò ma devo dirvi che non credo che per le dipendenza ci siano rimedi magici. Ciò che possiamo aggiustare sono gli effetti e non le cause». Questo perchè sono radicate nel nostro modo di vivere, e ha citato la grande solitudine, la fragilità e la precarietà della vita di oggi rispetto ai «percorsi tracciati» di un «mondo solido e prevedibile» come era quello di qualche decennio fa. Per cui le promesse pubblicizzate anche sulle tv di Stato da bellissime e ammiccanti giocatrici che offrono bonus da mille euro attecchiscono. «Anche restare tanto tempo online, come fanno oggi i giovani – ha aggiunto – è una manifestazione dell'aver rinunciato alla società reale o del cedere alle difficoltà». Insomma, secondo il sociologo la maggior parte della gente sente di non essere in grado di gestire la situazione e perciò fugge, guarda da un'altra parte. «Si fa affidamento sulla fortuna, la vita viene vissuta come gioco d'azzardo, quindi non meravigliamoci di come si comportano i giovani». I danni sociali e sanitari provocati dal gioco sfiorano i 6,6 miliardi di euro annui. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’Iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi. «L’azzardo non crea denaro ma lo distrugge» dice Simone Feder, psicologo in prima linea contro le macchinette. «In un anno 50 mila esercizi hanno chiuso i battenti, e l’industria dell’azzardo continua a crescere: bisogna invertire la rotta. E bisogna farlo partendo dal territorio». Feder snocciola numeri. Nel giro di 5 anni, tra il 2005 e 2010, gli utenti presi in carico dai Serd (servizi per le tossicodipendenze) sono aumentati del 23%, registrando un picco enorme per il gioco d’azzardo, di quasi 7 volte (+691%

8.9.12

a quando una legge merlin che proibisce il gioco d'azzardo

visto che ha bisogno di soldi a quando la riapertura delle case chiuse o quartieri a luci rosse ? Invece  incurante  delle dipendenze  e  delle  ludopatie    che  fa   legalizza il gioco  d'azzardo   
da   http://www.net1news.org/ 


Il 3 dicembre arriva l'autorizzazione per Slot machine on line
Primo via libera alle slot machine il 3 dicembre.


Mentre in TV e sui giornali imperversano le notizie che i giochi danno assuefazione al punto tanto da far inserire la ludopatia tra le malattie croniche e far allontanare le sale giochi dalle scuole per tutelare i giovani come disposto dal Decreto Balduzzi che limita i giochi d'azzardo, in sordina, senza che nessuno ne parli, arriva una notizia: il governo da via libera alle slot machine on line. Il primo via libera alle slot online avverrà il 3 dicembre, poi il 17 dicembre in base alla data di rilascio della licenza. Da dicembre quindi tutti al casinò, si potrà giocare on line alle Slot Machine con tanto di autorizzazione dell'AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Ma andiamo per ordine: le prime licenze per i giochi on line, i più diversi, sono state rilasciate nel 2011, da quel periodo si è potuto giocare al videopoker, blackjack, baccarà ed altri con il placet dello Stato. Mancavano solo le Slot Machine, un gioco tanto “simpatico” quanto subdolo che con la sua levetta e i suoi disegnini attrae milioni di giocatori, anche tra quelli meno incalliti. Tutto questo interesse a incetivare il nuovo gioco on line porterà al mercato dei giochi “legali” nuovi e interessanti introiti (si stima il 60% in più), con i casinò legali infatti si vuol fare emergere altro "nero". I giocatori ludodipendenti e non solo, per le loro giocate, per non rischiare in un anonimo casinò offshore, sceglieranno i casinò autorizzati e "garantiti dallo Stato" per giocare alle slot.

19.6.12

Il nuovo che avanza. il neodeputato Adinolfi del PD: "Fornero ok! Ora legalizziamo il poker live"


perchè npn si trasferisce  negli Usa . ?









Dopo aver piantato un polverone pur di entrare in un parlamento ormai delegittimato e per i soli pochi mesi che mancano al suo sciogliemento, chiedendo a gran voce le dimissioni del deputato Tidei (eletto sindaco di Civitavecchia), ecco le ricette che il neodeputato Mario Adinolfi vuole portare avanti in questo breve scorcio di legislatura:  "Sosterrò Elsa Fornero e chiederò la legalizzazione del poker live".
Insomma, non era forse meglio che restava ai tavoli di poker (il neoparlamentare del PD è un noto giocatore di tornei di poker), piuttosto che finire ai tavoli della politica?

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...