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17.3.17

che strano paese l'italia CI VOLEVA UN REMAKE PORNO DE “LA CIOCIARA” PER RICORDARE LE “MAROCCHINATE” ?

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http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/03/si-chiede-la-memoria-ma-ancora-il-paese.html

questo articolo   riportato  sotto  del sito  di dagospia  conferma    quanto dicevo precedentemente  nel post   Si   chiede  la memoria condivisa  ma  ancora  il paese    non fa i conti  con il passato ed  è divisa  sul    proprio passato ..... 

– PIU’ DI 60 MILA DONNE VENNERO VIOLENTATE DALLE TRUPPE ALGERINE E MAROCCHINE FRANCESI CHE CACCIAVANO I NAZISTI DALL’ITALIA – STORIE DI ATROCITA’, STUPRI, VIOLENZE DI GRUPPO NEL SUD – LA STORIA DEL PARROCO VIOLENTATO E LASCIATO MORIRE LEGATO AD UN PALO – DE GAULLE SAPEVA…








– PIU’ DI 60 MILA DONNE VENNERO VIOLENTATE DALLE TRUPPE ALGERINE E MAROCCHINE FRANCESI CHE CACCIAVANO I NAZISTI DALL’ITALIA – STORIE DI ATROCITA’, STUPRI, VIOLENZE DI GRUPPO NEL SUD – LA STORIA DEL PARROCO VIOLENTATO E LASCIATO MORIRE LEGATO AD UN PALO – DE GAULLE SAPEVA…




la ciociara versione hardLA CIOCIARA VERSIONE HARD
Il fatto che un regista italiano di film porno abbia potuto girare una pellicola hard su una delle pagine più mostruose vissute dalla nostra popolazione civile durante la Seconda guerra mondiale, offre la caratura di quanto questi misfatti siano stati rimossi dalla coscienza morale collettiva. L’episodio del remake porno de La Ciociara di Vittorio De Sica, che ha suscitato un’interrogazione parlamentare e una lettera pubblica al premier Gentiloni, offre piuttosto l’occasione di raccontare, documenti alla mano, tutta la verità relegata per oltre settant’anni nei sotterranei della storia, indicando i numeri reali, i colpevoli e i personaggi di primissimo piano - tra cui lo stesso Charles De Gaulle - che ne furono i diretti responsabili.
“Marocchinate”: con questo termine si sono tramandati gli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana, dei prigionieri di guerra e perfino di alcuni partigiani comunisti. La storiografia tradizionale, le poche volte che ne ha trattato, ha circoscritto questi orrori a qualche centinaio di episodi verificatisi nell’arco di un paio giorni nella zona del frusinate. Le proporzioni, tra numeri e gravità dei fatti, furono di gran lunga superiori. E a breve – lo annunciamo in esclusiva - sarà aperto un procedimento penale internazionale, ai danni della Francia, per iniziativa di un avvocato romano.
marocchinate1MAROCCHINATE1

1. COS’ERA IL CEF 
Nel 1942, gli americani sbarcano ad Algeri e le truppe coloniali francesi del Nord Africa, fino ad allora agli ordini della repubblica filonazista di Vichy, si arrendono senza sparare un colpo. Il generale Charles De Gaulle, fuggito dalla Francia occupata dai tedeschi e capo del governo francese in esilio “Francia libera”, allora, attinge a questo personale militare per creare il Cef: Corp Expeditionnaire Français, costituito per il 60% da marocchini, algerini e senegalesi e per il restante da francesi europei, per un totale di 111.380 uomini ripartiti in quattro divisioni.Vi erano però dei reparti esclusivamente marocchini di goumiers (dall’arabo qaum) i cui soldati provenivano dalle montagne del Riff ed erano raggruppati in reparti detti “tabor” in cui sussistevano vincoli tribali o di parentela diretta. Erano in tutto 7.833, indossavano il caratteristico burnus arabo, vestivano una tunica di lana verde a bande verticali multicolori (djellaba) e sandali di corda. Erano equipaggiati non solo con le armi alleate (mitra Thompson cal. 45 mm e mitragliatrice Browning 12.7 mm) ma anche con il tipico pugnale ricurvo (koumia) con il quale, secondo una loro antica usanza, tagliavano le orecchie ai nemici uccisi per farne collane e ornamenti (in particolar modo i tedeschi ne fecero le spese).
marocchinate Reparto di goumiersMAROCCHINATE REPARTO DI GOUMIERS

Il loro comandante era l’ambizioso generale Alphonse Juin, nato in Algeria che, da collaborazionista dei nazisti, era passato alle dipendenze di De Gaulle. 

2. PRIMI IMPIEGHI, PRIME VIOLENZE 
Gli stupri delle truppe marocchine cominciano già nel luglio ’43, con lo sbarco alleato in Sicilia. Gli 832 magrebini del 4° tabor aggregato agli americani che sbarcano a Licata, compiono saccheggi e violentano donne e bambini presso il paese di Capizzi, vicino Troina. Come riporta lo storico Michelangelo Ingrassia, i siciliani reagirono uccidendone alcuni con doppiette e forconi.  

marocchinate. madre ciociaraMAROCCHINATE. MADRE CIOCIARA
3. I MAROCCHINI AGGIRANO CASSINO RISALENDO I MONTI 
Come noto, gli Alleati, risalendo l’Italia senza troppe difficoltà, si impantanarono a Cassino, sulla Linea Gustav, dove i tedeschi opponevano una tenacissima resistenza. Fu il generale Juin, sin dall’inizio, a proporre ai colleghi statunitensi Clark e Alexander l’aggiramento del caposaldo nemico. Dopo tre battaglie sanguinosissime e prive di risultato gli Alleati avallarono la proposta di Juin il quale aveva scoperto che il monte Petrella, a est di Cassino, era stato lasciato parzialmente sguarnito dai tedeschi. In quelle zone, solo le sue truppe marocchine di montagna avrebbero potuto farcela. Infatti, con l’operazione “Diadem” (l’ultimo assalto collettivo degli Alleati) i goumiers riuscirono a sfondare la Linea Gustav e, attraversando l’altipiano di Polleca, si lanciarono verso Pontecorvo. 
marocchinate. civili in ciociariaMAROCCHINATE. CIVILI IN CIOCIARIA

Kesselring, comandante tedesco in Italia, per tamponare lo falla, inviò i suoi Panzegrenadieren insieme a reparti italiani della Rsi, (Gnr di Frosinone) i quali, dopo accaniti combattimenti, dovettero soccombere. E’ accertato che gli ultimi soldati tedeschi rimasti a Esperia si suicidarono gettandosi da un burrone per non finire decapitati come altri loro commilitoni catturati. Questo avveniva mentre i marocchini cominciavano a violentare moltitudini di donne, uomini e bambini sull’altopiano di Polleca.

4. LA POPOLAZIONE NON COMPRENDE IL PERICOLO 
Sebbene siano conosciuti i manifesti della propaganda fascista (alcuni disegnati da Gino Boccasile) che mettevano generalmente in guardia la popolazione dalle truppe di colore alleate, il partigiano e storico ciociaro Bruno D’Epiro racconta che già prima della battaglia di Esperia un ricognitore tedesco aveva lanciato sui monti Aurunci volantini che incitavano la popolazione a fuggire dalle prevedibili violenze delle truppe nordafricane.

Alberto MoraviaALBERTO MORAVIA
Molti bambini furono evacuati dalla Guardia Nazionale Repubblicana e inviati nelle colonie di Rimini, ma la maggior parte della popolazione ciociara, stanca della guerra, si limitò ad aspettare, con rassegnato distacco, il passaggio dei liberatori. Scriveva Renzo De Felice che “l’8 settembre aveva fatto perdere agli italiani qualsiasi volontà di partecipare attivamente alle vicende belliche”. Alberto Moravia, all’epoca sfollato nel frusinate, ne “La Ciociara”, descrive bene questo sentimento di rassegnata apatia facendo dire alla protagonista: ”Per noi bisogna che qualcuno vinca sul serio, così la guerra finisce”.

5. COMINCIA L’INFERNO 
Alla ritirata dei nazifascisti, vari paesi della Ciociaria vennero occupati dai franco-coloniali del Cef. Questo fu l’inizio di un assurdo calvario. Ad Ausonia decine di donne furono violentate e uccise, e lo stesso capitò agli uomini che tentavano di difenderle. Dai verbali dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra risulta che anche “due bambini di sei e nove anni subirono violenza”. A S. Andrea, i marocchini stuprarono 30 donne e due uomini; a Vallemaio due sorelle dovettero soddisfare un plotone di 200 goumiers; 300 di questi invece, abusarono di una sessantenne. A Esperia furono 700 le donne violate su una popolazione di 2.500 abitanti.

marocchinate2MAROCCHINATE2
Anche il parroco, don Alberto Terrilli, nel tentativo di difendere due ragazze, venne legato a un albero e stuprato per una notte intera. Morirà due anni dopo per le lacerazioni interne riportate. A Pico, una ragazza venne crocifissa con la sorella. Dopo la violenza di gruppo, verrà ammazzata. A Polleca si erano rifugiati circa diecimila sfollati, per lo più donne, vecchi e bambini in un campo provvisorio. Qui si toccò l’apice della bestialità.
Luciano Garibaldi scrive che dai reparti marocchini del gen. Guillaume furono stuprate bambine e anziane; gli uomini che reagirono furono sodomizzati, uccisi a raffiche di mitra, evirati o impalati vivi. Una testimonianza, da un verbale dell’epoca, descrive la loro modalità tipica: “I soldati marocchini che avevano bussato alla porta e che non venne aperta, abbattuta la porta stessa, colpivano la Rocca con il calcio del moschetto alla testa facendola cadere a terra priva di sensi, quindi veniva trasportata di peso a circa 30 metri dalla casa e violentata mentre il padre, da altri militari, veniva trascinato, malmenato e legato a un albero.Gli astanti terrorizzati non potettero arrecare nessun aiuto alla ragazza e al genitore in quanto un soldato rimase di guardia con il moschetto puntato sugli stessi”. Riportiamo solo alcune di queste atrocità per fornire un’idea di massima. 

gourmier marocchini marocchinateGOURMIER MAROCCHINI MAROCCHINATE
6. MALATTIE VENEREE, ORFANI E SUICIDI 
I comuni coinvolti nel Lazio furono anche Pontecorvo, Campodimele, S. Oliva, Castro dei Volsci, Frosinone, Grottaferrata, Giuliano di Roma e Sabaudia. Migliaia furono le donne contagiate da sifilide, blenorragia e altre malattie veneree, e spesso contagiarono i loro legittimi mariti. Così come migliaia furono quelle ingravidate: il solo orfanotrofio di Veroli, accoglieva, dopo la guerra, circa 400 bambini nati da quelle unioni forzose. Molte delle donne “marocchinate” furono poi scansate dalla comunità, a causa dei pregiudizi di allora, ripudiate dalle famiglie e, a centinaia, finirono suicide o relegate ai margini della società. Una scia di sofferenze fisiche e psicologiche, quindi, che si trascinò per decenni. 

7. COLPEVOLI ANCHE I SOLDATI FRANCESI BIANCHI 
Non solo truppe di colore. Da documenti dell’Archivio Centrale dello Stato, risulta che anche i francesi bianchi parteciparono alle violenze: a Pico furono, infatti, violentate 51 donne (di cui nove minorenni) da 181 franco-africani e da 45 francesi bianchi. Dato questo episodio e considerando che francesi europei costituivano il 40% di tutto il Cef, risulta limitativo addossare la responsabilità delle violenze ai soli goumiers marocchini. Anche gli americani sapevano di questi fatti: solo in un paio di casi tentarono debolmente di frenare i goumiers. Scrive Eric Morris in “La guerra inutile” che, ancora vicino a Pico, gli uomini di un battaglione del 351° fanteria americana provarono a fermare gli stupri, ma il loro comandante di compagnia intervenne e dichiarò che “erano lì per combattere i tedeschi, non i goumiers”.

8. I COMANDANTI NON INTERVENGONO, FINO IN TOSCANA 
marocchinateMAROCCHINATE
Massimo Lucioli, co-autore, insieme a Davide Sabatini, del primo completo studio sulle marocchinate “La ciociara e le altre” (1998), spiega: “Dato il coinvolgimento dei bianchi, non presenti nei reparti goumier, si può affermare che i violentatori si annidavano in tutte e quattro le divisioni del Cef. Forse anche per questo, gli ufficiali francesi non risposero ad alcuna sollecitazione da parte delle vittime e assistettero impassibili all’operato dei loro uomini. Come riportano le testimonianze, quando i civili si presentavano a denunciare le violenze, gli ufficiali si stringevano nelle spalle e li liquidavano con un sorrisetto”.

Questo atteggiamento perdurò fino all’arrivo in Toscana del Cef. Qui ricominciarono le violenze a Siena, ad Abbadia S. Salvatore, Radicofani, Murlo, Strove, Poggibonsi, Elsa, S. Quirico d’Orcia, Colle Val d’Elsa. Perfino membri della Resistenza dovettero subire gli abusi. Come testimonia il partigiano rosso Enzo Nizza: ”Ad Abbadia contammo ben sessanta vittime di truci violenze, avvenute sotto gli occhi dei loro familiari. Una delle vittime fu la compagna Lidia, la nostra staffetta. Anche il compagno Paolo, avvicinato con una scusa, fu poi violentato da sette marocchini. I comandi francesi, alle nostre proteste, risposero che era tradizione delle loro truppe coloniali ricevere un simile premio dopo una difficile battaglia”.

9- 50 ORE? IL PROCLAMA DI JUIN 
marocchinate La CiociaraMAROCCHINATE LA CIOCIARA
Infatti, un comunicato attribuito al generale Juin ai suoi uomini, recita: ““Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto è promesso e mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete”.

L’autenticità di questo proclama è stata spesso messa in dubbio, ma Juin, come si legge nei trattati giurisprudenziali dell’epoca, poteva riferirsi legittimamente a una antica norma del diritto internazionale di guerra che prevedeva il “diritto di preda bellica”, tra cui lo stupro. Tant’è che le vittime furono, in fretta e furia, dopo la guerra, risarcite con minimi compensi economici solo attraverso un procedimento amministrativo, invece che dopo un regolare processo penale. Gli indennizzi furono erogati prima dai francesi e poi dallo Stato italiano. Con ottime probabilità, il proclama di Juin è, quindi, da ritenersi autentico. 

marocchinate De GaulleMAROCCHINATE DE GAULLE
Secondo Lucioli, questo discorso fu poi diffuso ad arte per limitare nello spazio-tempo le violenze che, de facto, durarono ben più di 50 ore: dal luglio ’43 all’ottobre ’44 quando i franco-coloniali lasciarono l’Italia e si imbarcarono per la Provenza ancora occupata dai nazisti. Solo nell’imminenza del ritorno in Francia, alcuni dei violentatori furono puniti.

Un partigiano della brigata rossa “Spartaco Lavagnini” ricorda: “Sei marocchini vennero fucilati sul posto perché avevano violentato una donna. Il capitano (francese n.d.r.) ebbe a dirmi: “Questa gente sa combattere benissimo, però meno ne riportiamo in Francia, meglio è”. Poco prima che i marocchini toccassero il suolo provenzale, i loro comandanti, quindi, avevano deciso di riportarli severamente all’ordine tanto che non si registrarono mai violenze ai danni di donne francesi.

Una volta in Germania meridionale, invece, potranno dare nuovamente sfogo ai loro istinti sulle donne tedesche, come riportano alcuni recenti studi. Segno, quindi, che le efferatezze di queste truppe avrebbero potuto essere certamente controllate e disciplinate. 

marocchinate Il generale Alphonse Juin comandante del CefMAROCCHINATE IL GENERALE ALPHONSE JUIN COMANDANTE DEL CEF
10. LE RESPONSABILITÀ DI DE GAULLE 
Un fenomeno di queste dimensioni che si è protratto per dodici mesi, in mezza Italia, che ha interessato un numero elevatissimo di persone, non poteva essere sottaciuto o nascosto ai comandanti. “E’ evidente – continua Lucioli - che vi sono responsabilità a livello gerarchico-militare e politico mai indagate. Innanzitutto, i generali di divisione del CEF : Guillaume, Savez, de Monsabert, Brosset e Dody i quali, non solo non hanno impedito le violenze, ma le hanno incentivate: prima dell’attacco in Ciociaria, infatti, le truppe coloniali erano state tenute consegnate in recinti di filo spinato, lontano dai loro bordelli, evidentemente, per aumentarne l’aggressività.

Ma il principale responsabile della barbarie è da ricercarsi, per un principio di responsabilità gerarchica, nel comandante in capo di Francia libera, Charles De Gaulle, che – è provato – durante il culmine delle violenze, si trovava, insieme al suo Ministro della Guerra André Diethelm, proprio a Polleca presso il casolare del barone Rosselli, eletto a quartier generale avanzato del Cef. Vi sono fotografie inoppugnabili e anche un suo discorso che tenne, in loco, in quei giorni. Le violenze accadevano, quindi, sotto ai suoi occhi”. 

Va anche ricordato che, quando alcuni marocchini a Roma violarono due donne e le gettarono poi da un treno in corsa, uccidendole, l’”Osservatore romano” e “Il Popolo” aprirono una accesa polemica, denunciando chiaramente le violenze che si verificavano ovunque i marocchini si fossero accampati. A questi rispose il giornale delle truppe francesi in Italia “La Patrie”, minimizzando l’accaduto. Ancora una volta, quindi, De Gaulle non poteva non sapere. Impossibile pensare, anche, che i comandanti alleati ignorassero quegli eventi.
LA CIOCIARALA CIOCIARA

11. I NUMERI DELLE VITTIME 
Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Vittime delle Marocchinate, fornisce i numeri di questo massacro: “Nella seduta notturna della Camera del 7 aprile 1952 la deputata del PCI Maria Maddalena Rossi denunció che solo nella provincia di Frosinone vi erano state 60.000 violenze da parte delle truppe del generale Juin. Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono 20.000 casi accertati di violenze, numero del tutto sottostimato; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, che si erano fatte medicare, sia per vergogna o per pudore, preferì non denunciare.

Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal Cef, iniziate in Sicilia e terminate alle porte di Firenze, possiamo quindi affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, ognuna, quasi sempre da più uomini. I soldati magrebini, ad esempio, mediamente violentavano in gruppi da due o tre, ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 uomini. Oltre alle violenze carnali , vi furono decine di migliaia di richieste per risarcimenti a danni materiali: furti, incendi, saccheggi e distruzioni”. 

12. LA RIMOZIONE STORICA 
LA CIOCIARA1LA CIOCIARA1
Nonostante le pubblicazioni del professor Bruno D’Epiro, cittadino di Esperia che fu il primo, a livello locale, a interessarsi in maniera organica a questi misfatti, a parte qualche articolo successivo e qualche raro documentario, la storiografia nazionale ha lasciato pressoché unicamente al film di Vittorio De Sica “La Ciociara”, il difficile ruolo di trasferire al grande pubblico qualcosa sulle marocchinate. Fino agli anni ’90, poi, come scriveva al sindaco di Esperia lo storico belga Pierre Moreau, nulla del genere era mai apparso sulla letteratura storica in lingua inglese, francese e olandese. La memoria di queste aberrazioni è, tuttavia, ancora una ferita aperta nei luoghi che furono colpiti. Nel 1985, a Esperia, fu organizzata una manifestazione di riconciliazione tra tutti i reduci della guerra. Solo i francesi non furono invitati, in quanto espressamente “non graditi”. Il cimitero di guerra di Venafro, che ospita i caduti del Cef, sovente, ancor oggi, vede la propria insegna marmorea imbrattata di vernice da mani ignote. 

13. IL PROSSIMO PROCEDIMENTO LEGALE AI DANNI DELLA FRANCIA 
LA CIOCIARA2LA CIOCIARA2
L’avvocato romano Luciano Randazzo, già noto per aver fatto riaprire casi riguardanti le Foibe e l’esecuzione di Mussolini, dichiara: “Anni fa assistetti una povera signora che, durante la guerra, era stata “marocchinata” ed ebbi modo di conoscere da vicino quei drammi: era tutta povera gente. Nel 2003, una tv francese mi intervistò, valutando se si potesse intraprendere un’azione legale verso l’Associazione d’arma dei goumiers “Koumia”. Fino ad oggi, cosa ha fatto lo Stato italiano per chiedere i giusti risarcimenti ai francesi? Nulla. Ecco perché, a breve presenterò un ricorso presso il Tribunale Militare di Roma e presso la Corte internazionale, ai danni della Francia”.  La storia delle marocchinate non è ancora chiusa.  

11.3.17

Si chiede la memoria condivisa ma ancora il paese non fa i conti con il passato ed è diviso sul proprio passato . le strorie di dell’insegnante elementare e artista pordenonese Simone Prudente e del regista hard Salieri che ha fatto un film sugli strupri etnici degli alleasti in italia durante la seconda guerra mondiale

musica consigliata per la lettura di questo post B.B. King, Jeff Healey, Edoardo Bennato - Signor Censore


Nessun testo alternativo automatico disponibile.cercando nei mie contatti di Facebook storie per il blog ne ho trovate due , già regalate nel dimenticatoio ( è passata una settimana e certe notizie vengono considerate già vecchie ) che qui mi accingo a ripescare in quanto i protagonisti sono vittime di un determinato clima che sta vivendo , ora più che mai , il nostro paese che ancora risultata diviso da fatti successi 70 anni fa . Infatti Come dicevo da titolo in Italia sia ( anche se ormai la loro distinzione è venuta meno )a Destra che a Sinistra si chiede che ci sia una memoria storica condivisa  ( i ragazzi di salo' secondo Violante e company ed il giorno del ricordo \ 10 febbraio ) ma senza fare i conti con il proprio passato ( crimini di guerra e coloniali , leggi razziali politica anti ebraica, i campi di concentramento di noi italiani in Africa e nei balcani , armadi della vergogna ed altre vergogne\schifezze
nazionali ed internazionali  che vedono coinvolto  direttamente ed indirettamente  il nostro  paese  e la loro nostra  classe politica  e militare ) .
Le storie che riporto nel post d'oggi sono praticamente derivate da tale situazione . Infatti Basta un niente per scatenare tutta una serie di odi \ insulti , accuse di comunismo o di fascismo e di minacce e di denunce per un quadro l'ispirato a piazzale Loreto ( il caso di Simone Prudente ) o un film porno ispirato in parte secondo il regista al romanzo la ciociara di Alberto Moravia un remarque in chiave hard del film omonimo di de Sica ( la vicenda di Mario salieri )
Ma  andiamo con  ordine ed  iniziamo dalla  storia   di Simone  Prudente. E' talmente   grave  che preferisco riportarla  nella  sua interezza  anzi che  farne  u riassunto    .

  da   http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca  8\3\2017

Un quadro raffigura il duce “appeso”, è bufera sul maestro-artista
Pordenone, i genitori chiedono l’intervento di Ufficio scolastico e Diocesi. La replica: «No a moralismi e censura. Mi sento un educatore»


                              di Piero Tallandini





PORDENONE. È diventato un caso la provocazione dell’insegnante elementare e artista pordenonese Simone Prudente, presidente provinciale dei Maestri cattolici e autore del quadro “Bungee Jumper”: una raffigurazione di Benito Mussolini a testa in giù ispirata alla fotografie di Piazzale Loreto.
Un’opera d’arte che assieme alle dichiarazioni su Facebook dello stesso Prudente (che come anteprima del quadro ha postato la foto di una versione gadget-bricolage dell’immagine del duce «da ritagliare e appendere») ha innescato la presa di posizione di utenti “social” e sodalizi.
Un gruppo che si autodefinisce «di genitori, nonni, semplici cittadini, accomunati dalla grande fiducia nella scuola» ha inviato ieri una lettera all’Ufficio scolastico regionale, alla Diocesi Concordia Pordenone, al sindaco del capoluogo Alessandro Ciriani e agli organi di stampa.
Prima firmataria la pordenonese Gloriana Presot. Si chiede «un intervento da parte dell’amministrazione scolastica».
«Siamo preoccupati – si afferma nella lettera – perché riteniamo che quanti svolgano la delicata professione del docente debbano manifestare il proprio esempio dentro e fuori l’aula scolastica.Riteniamo inopportuna un tale manifestazione di odio e siamo molto preoccupati per il
l'opera  in questione  


riverberi che questi sentimenti di intolleranza possono avere nei confronti degli studenti.
Apprendiamo con disappunto che tale insegnante, spesso protagonista nella piazza virtuale con post inopportuni ma mai così sgradevoli, è il presidente dell’associazione italiana Maestri cattolici, sezione di Pordenone».
Abbiamo ricevuto inoltre una lettera sottoscritta da Maria Luisa Moro, Comitato per la tutela genitori-alunni scuole materne e primarie, sezione di Pordenone: stigmatizza che un insegnante elementare «si abbandoni pubblicamente a esternazioni manifestanti odio, persecuzione politica, approvazione della “giustizia sommaria” e vilipendio di cadavere, qualunque sia la fede politica di appartenenza. Chiediamo si indaghi sul reale equilibrio di questa persona».
Reazioni davanti alle quali Prudente non si scompone. «La mia replica – afferma – non vuole essere una difesa ma una orgogliosa rivendicazione: L’arte non si deve censurare! Guardando con preoccupazione la contemporaneità vediamo un rinvigorirsi di dittature e populismi.
Ho voluto fare un esperimento sociale e ho provato a usare le stesse modalità di comunicazione che vengono utilizzate per scandalizzare e spostare il pensiero dell’opinione pubblica. Ho utilizzato un conosciutissimo meme (termine indicante un contenuto, di solito una foto con frase d’accompagnamento, diventato virale sul web), che circolava da mesi su Facebook, per anticipare la presentazione del mio nuovo quadro, “The Bungee Jumper”, che sta riscuotendo un buon successo e mi è stato già chiesto da diverse gallerie del nord Italia».
«Volevo vedere se dissacrando un simbolo vecchio di 72 anni – aggiunge –, un’icona negativa e storica, si potesse riuscire a intavolare, nel 2017, una discussione matura e costruttiva. Scopriamo che l’immagine è ancora tabù e noi siamo un popolo diviso.
Le condanne riportano la scuola a un modello autoritario, dove il docente verrebbe irrigimentato secondo schemi giudicati da tribunali autoelettisi. La scuola non può e non deve
essere questa e io mi sento partecipe della sua funzione educativa alla pari di chi ha attaccato la mia persona e la mia opera. La mia arte e la mia ricerca sono tutelate dalla Costituzione e considero le critiche rivoltemi soltanto fuorvianti moralismi».

 l'unica  cosa  che mi sento  dire   ( cosi  come   condivido   i commenti alla  discussione  )  e quanto  ho scritto sul mio account    di    facebook

ha perfettamente ragione l'autore : << «Volevo vedere se dissacrando un simbolo vecchio di 72 anni – aggiunge –, un’icona negativa e storica, si potesse riuscire a intavolare, nel 2017, una discussione matura e costruttiva. Scopriamo che l’immagine è ancora tabù e noi siamo un popolo diviso. >> i genitori devono essere qualche fascista o temo le domande dei figli o nipoti sul passato che si vuole archiviare e condannare all'oblio senza averne fatto i conti . O tempno a spiegare che al mondo non c'è solo il buono ed il politicamente corretto ma esiste anche l'odio





Pordenone, i genitori chiedono l’intervento di Ufficio scolastico e Diocesi. La replica: «No a moralismi e censura. Mi sento un educatore»
MESSAGGEROVENETO.GELOCAL.IT

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Commenti
Sergio Pala Ma come l'ha appeso? ? A testa in giù?
Giuseppe Scano come fu appeso a piazzale loreto
Giuseppe Scano Sergio Pala eccol il ritratto incriminato 
Fausto Mattei Sarei curioso di "frugare" fra i profili social dei signori che hanno denunciato l'insegnante, non sarei sorpreso da qualche manifestazione di incoerenza...
Giuseppe Scano mi hai tolto le parole di bocca
Eugenio Bisbabbo Crispo Moralismo becero!!
,non trovo altre parole.
La storia è scomoda ma è tale x ricordarci che dobbiamo trarre insegnamento da essa

la seconda


da http://www.leggo.it/news/  Mercoledì 8 Marzo 2017, 19:42


"LA CIOCIARA" IN VERSIONE PORNO, ROBERTA GEMMA COME SOFIA LOREN: SCOPPIA LA POLEMICA







«La riproposizione del film in chiave porno di quei momenti terribili passati alla storia come le 'marocchinatè è un'offesa verso il nostro territorio e verso tutte le donne». Così la senatrice Maria Spilabotte (Pd), che ha predisposto un intervento urgente nell'aula del Senato, critica il film hard «La Ciociara» di Mario Salieri, remake in chiave porno del capolavoro di Vittorio De Sica interpretato da Sophia Loren e ispirato al romanzo di Alberto Moravia.
L'iniziativa dell'esponente politico di Frosinone arriva dopo quella presa da Emiliano Ciotti, presidente dell'associazione «Vittime delle Marocchinate», che sulla questione si è rivolto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiedendo la sospensione del film di Mario Salieri, interpretato da Roberta Gemma. «Come si fa a pensare - aggiunge Spilabotte - di poter ironizzare e non aver rispetto del dolore di tutta quella gente che ha subito quegli atroci episodi o alle tante donne che sono state vittime di abusi sessuali e di stupro durante la guerra, a tutte quelle donne che ancora subiscono tale infamia, a coloro che ancora ne portano i segni, gli effetti dello stupro in periodi di guerra e non: conseguenze fisiche e psicologiche difficilmente superabili. Per Spilabotte, »vedere la riproposizione del drammatico film 'La Ciociara' in salsa porno è un'offesa troppo grande. Quella delle marocchinate è una ferita che rimarrà aperta per sempre, non solo per le popolazioni del Basso Lazio. Chiederò al presidente del Consiglio e al Governo - conclude - di attivarsi per sospendere la diffusione del film e farlo ritirare dal mercato«. LA RISPOSTA DEL REGISTA Mario Salieri, regista hard e tra i protagonisti del panorama del porno italiano, non ha fatto mancare la sua risposta alle polemiche: «Dall'epoca storica conosciuta, ogni guerra ha i suoi stupri, commessi da eserciti di ogni bandiera e religione ai danni di uomini, donne e bambini», scrive in un post su Facebook. «Se ho ben compreso però, l’oggetto della polemica sulla mia versione della ciociara non è tanto lo stupro di guerra quanto la rappresentazione di una violenza sessuale nell’ambito di un opera audiovisiva. Sottolineando con forza l’orrore e l’indignazione nei confronti di tutti coloro che nella vita reale si macchiano di qualsiasi tipo di violenza o sopruso ai danni dell’essere umano, ricordo che moltissimi registi di fama internazionale hanno rappresentato nelle loro fiction lo stupro con dovizia di particolari voyeuristici». «Ora apprendo con stupore che con tutti i problemi di cui è afflitta la nostra povera italia la Senatrice Maria Spilabotte predispone un intervento urgente nell'aula del Senato per limitare la commercializzazione del film ancor prima della sua uscita, che il presidente dell’associazione vittime delle marocchinate Emiliano Ciotti ha scritto al presidente del consiglio Paolo Gentiloni una lettera di sdegno senza neanche aver visto il film e che la testa pelata Fernando Incitti dei CasaPound di Frosinone, che certamente nulla conosce del poeta Ezra, minaccia me e Roberta Gemma di violenza fisica. Ma stiamo scherzando? Spero che tutto questo sia frutto d’invenzione giornalistica (le minacce sono vere e già state querelate), ma se fosse reale allora è la conferma che in Italia siamo messi davvero molto male. A proposito……ma poi chi dice che nella mia versione della Ciociara siano rappresentate le marocchinate?».
In un altro post quest'oggi, intitolato "Povera Italia", dopo che la polemica è continuata, Salieri rincara la dose: «Essendo molti di voi abituati a leggere soltanto i titoli dei post comunico immediatamente che nella mia versione della ciociara non sono presenti stupri e che non esiste alcuna citazione alle marocchinate. Soddisfatti? La storia del film è tutt’altra e si sviluppa prendendo spunto solo dalla parte iniziale del romanzo di Moravia. Avete regalato tanta pubblicità a un film porno, e per questo vi ringrazio, senza neanche aver visto un fotogramma e fidandovi di tutte le sciocchezze che giravano in rete. Insulti a me ed alla mia famiglia, minacce di violenza fisica, interventi urgenti all’aula del senato e lettere al presidente del consiglio. Povera Italia….»
L'IRA DEL SINDACO «La nostra terra e anche le nostre donne sono state oggetto, spesso, di offese gratuite nell'onore e nell'intimo, paradossalmente anche in prossimità della ricorrenza della festa dell'8 marzo», dichiara il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. «Come non considerare - aggiunge Ottaviani - l'ultima onta ricevuta dal nostro territorio, che ha pagato un prezzo altissimo, nel corso dell'ultima guerra mondiale, in termini di vite umane spezzate e violate così come narrato nelle pagine della Ciociara di Moravia, poi tradotte nel film premio Oscar di De Sica. È scandaloso - continua - che qualcuno possa solo pensare di trasformare una pagina tragica, colma di sofferenza, della nostra storia in un film a luci rosse, mancando così di rispetto alle vittime di abusi spaventosi, le 'marocchinatè, che hanno portato e porteranno sempre i segni di una violenza terribile». ANCHE L'ORDINE DEI MEDICI Critiche sul remake «La Ciociara» in versione hard arrivano anche da Fabrizio Cristofari, presidente dell'Ordine provinciale dei medici di Frosinone e candidato sindaco del Pd alle prossime elezioni comunali di primavera nel capoluogo ciociaro. «Rappresenta un'offesa squallida per tutte le donne - dichiara -, oltre che verso la nostra tradizione storica e il nostro inestimabile patrimonio letterario. La drammatica vicenda delle Marocchinate - continua - non può e non deve essere strumentalizzata in un modo tanto indegno, e peraltro a ridosso di quella che oggi è riconosciuta come una festività in onore delle donne stesse, della loro dignità e della loro grandezza umana». Per Cristofari servono interventi. «Auspico pertanto - conclude - un interessamento delle più alte autorità territoriali a mettere in campo ogni intervento possibile, affinché il caso venga esaminato con tutta l'attenzione che richiede».





Ora posso capire  (   Sic anche  aprioristicamente  )   pro e contro    un film  hard   su un argomento   che  ora    fa male   ( trova  qui  e qui  oltre il video sotto   maggiori dettagli  sul fenomeno delle  " marocchinate  " )



   come  potete leggere   dai commenti presi dai post    della bacheca del regista


Fabrizio Forma Finche si fanno trame erotico e storico va bene ma bisogna anche essere consapevoli dell era attuale e che messaggio si rischia di dare alla societa in un era davvero infelice e perversa...poi se parliamo di liberta uno puo fare quello che crede le opinioni e le critiche servono come riferimento sono consultive non decisionali ...senza denigrare l opera e senza offesa per nessuno..
Carlo Lo Monaco Il fulcro della polemica non per l'utilizzo nell'opera dell'audiovisivo in sè bensí il legame per l'utilizzo in un'opera dell'audio visivo nel settore del porno hard e non per il cinema d'autore al quale fare seguire un pubblico che aprirá dibattiti sul tema, piuttosto invece ponendolo in un settore di un pubblico che potrebbe trarre piacere dall'uso di determinati accadimenti storici di stampo violento, questa è la distinzione non di poco conto se no staremmo parlando di altre polemiche come quelle da cui fu ahinoi investito un Pasolini per le 120 giornate di sodoma.
  
 ho sbagliato    nel fare copia e  incolla   , ed  quando  sono andato a  ricontrollare  per  sapere l'autore \  autrice del post  esso  era stato rimosso 

Detto ciò si aggiunge il problema dell'immaginario collettivo sul film giá molto piú noto e che a sua volta creò svariate beghe legali già durante le fasi di produzione al punto tale di doversi scontrare con lo strumento della censura che fu utilizzato per porre risposta alle stesse medesime problematiche.
La cosa è ancora piú complessa a dire il vero e non credo proprio che questa sará l'unica polemica su questa scelta di produzione anzi, me ne aspetto svariate altre...
Da un certo punto di vista tutta pubblicitá da un altro, un paese di bigotti ed ipocriti, un legame con un personaggio cinematografico, Sofia Loren, di indiscussa importanza come simbolo del cinema italiano nel mondo e in ultima battuta un libro che ha a sua volta trovato luce proprio per lo scandalo che fece con le sole parole... Insomma, ci vuole davvero coraggio per affrontare una scelta del genere.
Per il resto, stiamo qui, staremo a guardare come tutto evolverà.
Gemma Gemmiti 
LA MIA RISPOSTA ALLA SUA RISPOSTA ALLE POLEMICHE.
Il fatto che ogni epoca abbia le sue nefandezze, non autorizza nessuno a girare dei film porno che ne esaltino le gesta.
Occorre portare rispetto alle persone coinvolte in queste violenze.
Non le è venuto in mente di girare un filmetto dei suoi ambientandolo in un lager per esempio? Ecco, avrebbe lo stesso effetto.
Orribile.
È inutile affermare ora che nel film non ci sono scene di stupro o marocchinate. Ha chiamato il suo filmetto "La Ciociara" e nella locandina è scritto a chiare lettere "liberamente ispirato al romanzo di Alberto Moravia".
Voleva pubblicità gratuita? L'ha ottenuta, complimenti.
Ora in molti sanno che al mondo esiste un ominide in più.

e  da   questa  critica     che  sintetizza  le polemiche

Sono decine i messaggi di sdegno pubblicati nelle ultime ore sul profilo Facebook di Mario Salieri, il regista e produttore di pellicole hard che ha annunciato l’uscita di un film dal titolo “La Ciociara” con protagonista la pornostar Roberta Gemma. Abbiamo scelto l’intervento di Erika per racchiuderli tutti:
«Signor Mario Salieri, buonasera, sono una Ciociara profondamente delusa da ciò che la sua volontà ed ispirazione hanno voluto riprodurre… a mio avviso, l’unica rappresentazione audiovisiva adatta a questo tragico ed orribile evento del passato deve essere un documentario…non un film pornografico.
La mia morale trema al solo pensiero, il mio essere donna e Ciociara aborra una tale vergognosa interpretazione.
Una violenza rimane tale per sempre…nel corpo e nell’anima …e va ricordata e demonizzata nei dovuti modi. Dico dovuti perché è nostro DOVERE insegnare a tutti la vera essenza dell’orrore.
Lei ha tra le mani un potente mezzo di informazione e diffusione, ma, ahimè, ciò non l’ha affatto responsabilizzata.
Mi dispiace solo che nel nostro presente si debba ancora far soffrire e denigrare chi ancora prova dolore e rifiuto da quello schifoso ed umiliante passato.
Buona serata e buona visione a chi avrà il coraggio morale di vedere questa sua espressione artistica in particolare».

Ma passare  all'odio  e  alle minacce (  poi  rientrate  con   le relative  scuse e  ritiro     di denuncia  da parte del regista  a )   e al regista  e  all'attrice     e di richieste  di censura   , nonostante   le  continue  smentite    del regista   e   dell'attrice


Roberta Gemma
Ieri alle 11:40
Per quanto possa essere chiaro, ma già dall'inizio la gente ha dato adito a tutt'altro anche se non c'era scritto da nessuna parte ,con accuse false e tendenziose, spero che a qualche bel pensante sia piu' chiaro.Dovrebbero ascoltare e documentarsi come tanto decantano di conoscere la storia come dei colti, be acculturatevi anche dell'hard perchè di sapere sempre si tratta, e se le cose non le sai salle ;-)
La locandina era uscita giorni prima e aveva ricevuto solo consensi senza nessuna allusione e critica, noi stavamo facendo la nostra pubblicazione non pubblicità mirata,
solo dopo polticanti ne hanno fatto strumetalizzazione,accanendosi su un dettaglio di tutto un film complesso e completo scatenando cosi violenza da parte di chi non era stato in nessun modo interpellato e ci dispiace che chi ha sofferto ne possa aver ricevuto un segno, tutti gli altri facessero le bandiere per l'italia che ne ha bisogno.

solo dopo polticanti ne hanno fatto strumetalizzazione,accanendosi su un dettaglio di tutto un film complesso e completo scatenando cosi violenza da parte di chi non era stato in nessun modo interpellato e ci dispiace che chi ha sofferto ne possa aver ricevuto un segno, tutti gli altri facessero le bandiere per l'italia che ne ha bisogno.Purtroppo A lavare la testa del somaro si spreca tempo e sapone ...



  che  evidentemente  non devono essere  servite  visto    che  sempre  lo stesso regista ha  (  evidentemente  si è  rotto i coglioni    stancato  ) minacciato  , come  non biasimarlo dopo minacce  ed  insulti   \  calunnie    gratuite



LA POLEMICA TERMINA ADESSO

La stupida polemica sul mio remake della Ciociara finisce quì. Da oggi chiunque desidererà polemizzare sulla mia fiction dovrà farlo nelle sedi legali opportune.
  
IE l'annuncio   sempre   di Salieri     che il film sarà  disponibile    presto  sia  sul suo sito ufficiale  http://www.salierixxx.com    e  poi   nel normale  circuito   quindi    Tanto   rumore  ,  almeno si spera   vedremo  a  giugno quando sarà  distribuito il  film    , per  nulla  




Mario Salieri una senatrice che invece di occuparsi dei gravi problemi di cui è afflitta l'italia pensa alla versione della ciociara di salieri senza neanche averla vista....è una vera vergogn

Sempre  lo stesso   regista  qui il testo  integrale   (  almeno  finché  non lo rimuoverà come i precedenti   da  cui   ho salvato i commenti e  di cui  se  ne trova  traccia    sul'articolo   citato prima   )  



Gentile dott. Ciottiapprendo dai media, probabilmente da lei contattati, che ha inviato una lettera di sdegno al presidente del Consiglio Gentiloni per censurare il mio remake della Ciociara, prossimamente online sulla piattaforma web che porta il mio nome. Pare che il suo grido d’allarme sia giunto anche alla senatrice del Pd Spilabotte, che a sua volta si sarebbe affrettata di scrivere al premier, e che il prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli abbia rievocato l’oscurantismo dei sequestri, tanto in voga nell’Italia degli anni 70.
Ritengo che la politica debba sempre e comunque restare lontana dal mondo dell’arte, cui le piaccia o meno la pornografia appartiene. Innanzitutto perché censurare un’opera, soprattutto prima di conoscerne i contenuti, è qualcosa che puzza di antico, di vacua retorica e perfido bigottismo. In secondo luogo, la politica dovrebbe essere oberata dai tanti problemi che affliggono il Paese, troppi affinché si possa perdere tempo per boicottare una produzione audiovisiva che, tra l’altro, non ha alcuna intenzione di offendere nessuno.(.....) Ebbene, bastava una telefonata o un semplice messaggio attraverso i social network da me personalmente gestiti, per chiedermi se la fiction “La Ciociara” contenesse scene di stupro o offese al meraviglioso popolo della Ciociaria. Se mi avesse chiesto delucidazioni prima di gridare allo scandalo, avrebbe saputo sin da subito che il prodotto audiovisivo che sto dirigendo non riguarda minimamente le cosiddette marocchinate. No, nessuna scena di violenza sessuale. Pur essendo, infatti, la mia fiction liberamente ispirata ad una parte del romanzo di Moravia, ed ambientata dunque in quel controverso periodo storico che da appassionato di quegli anni ben conosco, non c’è mai stato l’intento di mettere in scena uno di quegli atroci stupri che hanno dilaniato la popolazione. Ma lei, dott. Ciotti, ha preferito aprioristicamente lanciare l’allarme sui media locali e nazionali, forse compiaciuto di veder comparire il suo nome per una battaglia che, mi creda, non aveva e non ha alcun senso combattere dato, tengo a ripetere, il contenuto assolutamente non offensivo della mia fiction. Da un lato la ringrazio, ho ricevuto in questi giorni migliaia di messaggi di stima e sono certo, grazie anche al suo contributo, che “La Ciociara” sarà un successo. Allo stesso tempo, però, la sua leggerezza nel non voler appurare la realtà dei fatti prima di gridare allo scandalo, ha portato alcuni invasati a intimidirmi e a minacciare di “andare sul posto e bruciare tutte le copie”, cosa dalla quale spero lei sia pronto a prendere le distanze e a criticare aspramente. A quei ragazzi di CasaPound, in particolare al responsabile provinciale della sede di Frosinone Fernando Incitti che contro di me ha inveito, va semplicemente tutta la mia disistima nel vedere dei giovani che inneggiano a valori tanto deprecabili e che tanto hanno fatto male al nostro Paese; è chiaro quanto non conoscano la storia e spero che lei dott. Ciotti, da presidente dell’Associazione vittime delle marocchinate, riesca a trasmettere loro il vero senso di quei terribili e violenti anni.
Come volevasi dimostrare, tutta questa polemica da lei scaturita non ha avuto senso alcuno, se non quello di fare pubblicità qua e là. Invito lei e tutti quelli che si sono affannati a criticare senza prima conoscerne almeno la sceneggiatura, a farmi pervenire un indirizzo al quale, se vorrete, sarò lieto di inviare una copia della mia fiction. Potrete constatare l’assenza di riferimenti alle marocchinate, ma soprattutto potreste trarne piacevole beneficio.
Cordialmente
Mario Salieri

una cosa prima di essere giudicata, va vista, appurata, approfondita etc.. poi, una volta fatto questo passaggio che molti ignorano, si ha tutto il diritto di esprimere un qualsivoglia commento (favorevole o contrario) a seconda dal riscontro ottenuto!!! Per deformazione professionale sono tenuto esclusivamente a fare diagnosi a seguito di accertamenti concreti, non di certo basandomi su mere impressioni, sovente pretestuose e preconcette!! E' sbagliato precedere a tentoni credendo di avere la verità in tasca senza neppure preoccuparsi di verificare il contenuto di qualsiasi cosa si va a giudicare!! Oltretutto, da quel che mi ricordo (tempi or sono), le parodie porno di romanzi e film famosi, fanno solo un piccolo accenno alle opere a cui si ispirano, poi cambiano e stravolgono completamente fatti, eventi e personaggi!! Infatti sempre secondo  lo stesso Regista   nella  letteratura  alla politica  : << ( ... ) censurare un’opera, soprattutto prima di conoscerne i contenuti, è qualcosa che puzza di antico, di vacua retorica e perfido bigottismo. In secondo luogo, la politica dovrebbe essere oberata dai tanti problemi che affliggono il Paese, troppi affinché si possa perdere tempo per boicottare una produzione audiovisiva che, tra l’altro, non ha alcuna intenzione di offendere nessuno. (...)  >>
Infatti  le polemiche   apriori   su  un  film ancora deve uscire e  su  cui già piovono critiche... si parla di mancanza di rispetto, di beceri scopi di lucro e solo per il genere del film... Ma vederlo prima e poi giudicare ?  Nah   troppo difficile 😊😃 altrimenti non si potrebbero definire ignoranti 😁😉(  e  lo dice  uno  che   è  ha il  vizio  e   da  cui se  ne sta  faticosamente  liberando   del polemista  )  ma credo che proprio dalle parti loro,  come   un po'  ovunque   c'e' il detto : a lavare la testa del somaro si spreca sapone e tempo , come  ha  fatto notare  l'attrice  stessa   Ha   ragione  il commento, uno dei pochi civili  fra  i due  schieramenti  \  prese di  posizione  sulle polemiche   riguardanti l'uscita  del    film  ,  lasciato  sulla bacheca  facebook  dello stesso regista  , di

Paolo Petrucci Quì, inutile girarci intorno, il tema non è rappresentare le marocchinate o la violenza, sessuale o no. Il punto che non va già ai benpensanti a tutti i costi è che lo si faccia in una pellicola pornografica. E che il periodo così drammatico dell'epoca, raccontato da maestri del cinema venga oggi "descritto" in un film dove le scene di sesso avranno ben più evidenza che lo strazio storico de momento.
Ora  Scommetto che in mezzo a tanti commenti bigotti ed  aprioristici   ci sono tantissimi ipocriti che poi la sera vanno a puttane  ,  in club  di scambisti  ,  o  vedono in rete  e  non solo tali  film  , ecc


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...