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31.10.19

quando l'uccidere una persona sofferente non e liberazione ma omicidio . il caso Catania, uccideva i malati sull’ambulanza per «venderli» alle pompe funebri

 di cosa stiamo   parlando

 corriere  della sera  del 22 dicembre 2017

Catania, uccideva i malati sull’ambulanza per «venderli» alle pompe funebri: arrestato
Catania, arrestato un barelliere. Tre casi accertati, ma si indaga su 50 morti sospette
di Felice Cavallaro





CATANIA Ha ucciso almeno tre malati terminali, ma il sospetto è che ne abbia fatti passare all’altro mondo cinquanta. Opera di un barelliere diventato assassino, Davide Garofalo, 42 anni, casa e famiglia ad Adrano, fino alla scorsa estate in servizio davanti all’ospedale di Biancavilla su un’ambulanza privata trasformata in carro funebre anche per conto della mafia. Mani esperte e rodate. Una siringa usata per iniettare aria nella cannula dei pazienti che morivano per embolia all’interno dell’ambulanza, stando all’accusa e a un testimone, un giovane collaboratore dei clan, un pentito adesso pronto a confermare una verità echeggiata lo scorso maggio in tv: «La gente non moriva per mano di Dio». ....  continua   qui 

La notizia   dell'arresto di Davide  Garofalo  ( vedere  sopra  e qui  )  mi ha  riportato  alla mente    il  n 1    della  collana  le   storie  della bonelli  il boia  di  parigi ( da me   recensito in queste pagine   e  di  cui  trovate nel  video  sotto  maggiori informazioni )



Risultati immagini per il boia di parigi
 ovvero Charles-Henri Sanson, il “boia del Re”, ha servito con diligenza la  monarchia   ma ora – divenuto “boia del popolo”   e uccisore  di  Luigi XVI e  di maria  Antonietta  d'Austria  .

Dove in questo albo Sanson viene rappresentato come un uomo disincantato e scettico, che rifiuta l'appellativo di macellaio e preferisce quello di carnefice, cioè colui che dà la morte cercando di arrecare meno dolore possibile, tanto da aver richiesto lui stesso, con una lettera al Ministro della Giustizia, la costruzione di una ghigliottina. Sanson prende molto seriamente il mestiere di boia e vede come un dovere morale assistere i condannati a morte, visitando personalmente ognuno di essi alla prigione della Conciergerie per pregare e parlare con loro, preparandoli al momento della dipartita. Il boia disprezza in egual misura il Popolo, da lui definito "barbaro e incivile", e i cosiddetti "Rivoluzionari" come Robespierre e Saint-Just, pur essendo molto amico di Danton, che considera degli arrivisti demagoghi. A un certo punto Sanson si trova, senza volerlo, esaltato come un eroe dal popolo, che prima lo disprezzava e che ora, adesso che taglia la testa ai nobili, lo esalta come il "boia del popolo" anche per idea di Robespierre, che cerca di usarlo come strumento per garantire il proprio potere a Parigi. Sanson si rifiuta di essere la marionetta del dittatore, attirandosi l'odio di Robespierre e del suo sgherro Saint-Just, ed è schifato dal Terrore instaurato dal Comitato di Salute pubblica, che ha trasformato le esecuzioni in uno spettacolo da circo denaturandole della loro sacralità. Gli tocca assistere impotente a quella che lui definisce la macellazione di Luigi XVI, che gli era stato impedito di incontrare per il rito della preparazione, a causa di un errore degli uomini di Robespierre nel montare la ghigliottina e dopo ciò, in un colloquio con l'Incorruttibile, gli confesserà il suo disprezzo per la sua demagogia: "Come vi riempite la bocca di questa parola... "popolo". Voi non capite il popolo più di quanto il popolo capisca voi" - "Diversamente da voi, vero, Sanson?" - ribatte Robespierre sarcastico - "Voi ricambiate la loro devozione con tutto il cuore!" - "No. Io li disprezzo profondamente... Sono barbari, incivili... Ma la differenza è che io non mento loro." Alla fine, spinto dal suo amico Danton (che aveva dovuto decapitare) e da una nobildonna (cui era molto affezionato perciò Robespierre, sperando in questo modo di fiaccarne la resistenza, lo incaricò della sua esecuzione), ordisce un piano per liberare Parigi della tirannia giacobina, che porterà alla caduta di Robespierre, il quale verrà infine, con estrema soddisfazione di Sanson, ghigliottinato dal boia stesso.

Ora  qui non si tratta   di uccidere  per  pietà   o alleviare  le sofferenze  ( testamento  biologico , cure  palliative  , suicidio assistito o eutanasia  su richiesta  )  insomma  far morire  con dignità  malati terminali o  gravi    che non hanno altra  speranza  che  la  morte per  mettere  fine alle  sofferenze  . Ma  di  un omicidio   vero e proprio   , senza  nessuna  motivazione  ed  a freddo  come  quello    descritto   da questo bellissimo   romanzo  

«Addossati al cespuglio, il caporale ed io rimanemmo in agguato tutta la notte, senza riuscire a distinguere segni di vita nella trincea nemica. Ma l’alba ci compensò dell’attesa. […] Il nemico, il nemico, gli austriaci, gli austriaci!… Ecco il nemico ed ecco gli austriaci. […] Macchinalmente, senza un pensiero, senza una volontà precisa, ma così, solo per istinto, afferrai il fucile del caporale. […] Avevo di fronte un ufficiale, giovane, inconscio del pericolo che gli sovrastava. Non lo potevo sbagliare. Avrei potuto sparare mille colpi a quella distanza, senza sbagliarne uno. Bastava che premessi il grilletto: egli sarebbe stramazzato al suolo. Questa certezza che la sua vita dipendesse dalla mia volontà, mi rese esitante. Avevo di fronte un uomo. Un uomo! Un uomo! […] Fare la guerra è una cosa, uccidere un uomo è un’altra cosa. Uccidere un uomo, così, è assassinare un uomo. […] “Sai… così… un uomo solo… io non sparo. Tu vuoi?” Il caporale prese il calcio del fucile e mi rispose: “Neppure io”».


29.9.19

non credo che chi chiede il suicidio assistito o si uccida per gravi malattie ed soprattutto ci aiuta come cappato sia un Assassino

nello scrivere il post precedente m 'ero  dimenticato    di mettere nelle risposte agli haters odiatori  che non sono un assassino  . Ma solo  uno che  vuole  morire  con dignità . Infatti  ti   se  mi  dovesse  (  faccio gli scongiuri 🤞🤘👎  )  capitare  una cosa  del genere   chiederò ed  lascerò scritto ✍ o  un vocale  il mio fine vita   in cui  non solo  :   come  ho  lasciato  nel modulo  per la  nuova  carta  d'identità  voglio  (  avendo  già  sofferto  abbastanza    ed   vedendo  grazie  ad  un trapianto  )   che  i miei  organi  e le  mie cellule  staminali siano  donati   a  chi   ne  ha  bisogno o  alla    ricerca   per   sconfiggere o ridurre   malattie  fin   ora  incurabili  o  curabili con difficoltà  , ma  che mi siano  dati  o  ma  on sono  troppo forte per  farlo   il suicidio assistito   o interruzione  delle cure  inutili  ma  di  lasciare    eventualmente    quelle  palliative  Se invece  dovesse  capitare, ancora  scongiuri ed  cosa  che non auguro  ci si debba trovare  ne a me stesso  ne ad  altri\e   ,  per  me    sarebbe molto difficile     come   la stessa situazione in cui  si  trovato Roberto Recchioni quando  ha  dovuto  dare  la  morte  al suo gatto (   perchè  cari  lettori\lettrici    gli animali sono come noi esseri umani e  soffrono come  noi  ) , chiederò  se non dovessi  trovare  coraggio   di farlo  a qualcun altro   qualora  ci fosse  una sua  richiesta  di fine  vita  .  Infatti    da Laico credente   chiedo le stesse  cose  ,  pur  non  essendo (  speriamo  di  non   esserlo mai   )  nelle  sue    condizioni  o  di quei    malati incurabili  o che  vogliono morire  con dignità ,   di Gianfranco Bastianello  ( foto  sotto al  centro   )   e  di cui  riporto    sotto    una sua intervista  a  repubblica  del   27 Settembre 2019
Malato di Sla scrive al Papa: "La morte può essere l'unica scelta. Dio non può permettere di vivere oltre il sopportabile"

Sentenza sul fine vita, la testimonianza di un malato: “Da cattolico voglio libertà di scelta”

Gianfranco Bastianello, veneziano, 63 anni, è malato di distrofia muscolare da quando ne aveva 14. Ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco per dirgli che "l’eutanasia o il suicidio assistito non sono soluzioni di comodo”


VENEZIA. "Certe volte c'è un'unica via d'uscita. Andarsene". Gianfranco Bastianello ha 63 anni, è malato di distrofia muscolare da quando ne aveva 14 e da 10 è costretto a muoversi con una carrozzina. Da cattolico praticante ha scritto una lettera aperta a papa Francesco per dirgli, come si direbbe all'amico più caro di cui non si condividono le idee, che "l'eutanasia e il suicidio assistito non sono soluzioni di comodo, o sbrigative. Te lo assicuro". La lettera, pubblicata dalla Nuova Venezia, è partita da Cavallino, comune della costa veneziana dove Bastianello abita. Pensionato dopo aver lavorato all'hotel Danieli di Venezia, è impegnato nella Uildm e nell'assistenza ai malati gravi.

Bastianello, perché ha deciso di scrivere una lettera aperta al Papa?
"Sono cattolico, mi interrogo. Ma soprattutto volevo portare la mia esperienza personale, cercare di trasmettere lo stato in cui sono costretti a vivere alcuni malati gravi dopo che il Papa aveva parlato dell'eutanasia come di una scelta sbrigativa. Ho la distrofia muscolare da quando ero bambino, ogni mattina un pezzetto in più del mio corpo non risponde ai comandi, devo farci i conti tutti i giorni".

Parla di esperienza personale, c'è la sua biografia. Ma quanto conta l'impegno nell'assistenza ai malati gravi?
"Con un gruppo di volontari prestiamo assistenza alle persone con gravi disabilità, costrette a letto, spesso in stato vegetativo. Sia chiaro, io mi batto per la vita, e per un'assistenza dignitosa per chi è malato di distrofia muscolare, di Sla, o di altre gravi malattie neurodegenerative. Ricordo con orgoglio la battaglia che feci anni fa, incatenandomi davanti a Palazzo Balbi, sede della Regione a Venezia, per garantire l'assistenza notturna che veniva negata a un malato di Sla. Dico però che deve esserci la libertà delle persone".

Cosa intende quando parla di libertà delle persone?
"Parlo della libertà delle scelte delle persone. Chi decide di rimanere in vita lo deve fare, e gli devono essere garantite tutte le cure e il sostegno necessario, cosa che oggi non avviene, come sanno bene le famiglie. Ma chi decide di andarsene, deve essere lasciato libero".

Non c'è contrasto tra questa posizione sul fine vita e l'essere cattolico?
"Non è una questione di religione, ma di buon senso. Si parla di sacralità della vita, ma che cosa c'è di sacro nel corpo di una persona che si trova in uno stato di coma vegetativo permanente? Non voglio essere irrispettoso, ma ripeto: se uno vuole andarsene deve essere lasciato libero di farlo. Qual è il senso di tenerlo in vita, di tenerlo, come si dice, attaccato alle macchine? Io non lo vedo, mi sembra piuttosto un atto di violenza. Lasciateci andare".

Spera che la sua testimonianza possa incidere nel dibattito?
"Sono disilluso, anche un po' stanco. Ma non mollo. Il dibattito c'è da anni, non porta da nessuna parte. La Cei ha parlato di una sconfitta. Mi chiedo quanti di coloro che parlano abbiano un'esperienza diretta con il fine vita, quanto conoscano la fatica delle famiglie. L'unica speranza è arrivata dalla Corte Costituzionale ma temo che, tra qualche giorno, non ne parlerà più nessuno".
                                       


26.9.19

ma la gente sa solo insultare anche pesantemente e personalmente coloro che hanno opinioni differenti su temi etici ( e non solo ) ? toxic shitstorm rieviuta per iun pos pro sentenza costitutizionale a favore di marco cappato su caso Dj fabio

in sottofondo musiche   di 



Va bene ed è comprensibile che tali tematiche etico/ morali  siano contrastanti ed "divisorie " ma arrivare all'insulto  anche pesante del tipo : non capisci un 🤬🗯️💭💩, non dire ..... Oltre agli ormai " classici" comunista , miscredente ,ecc . Proprio non ci sto ed ribadisco anche a costo di ricevere un ulteriore  fango o  tempesta di merda tossica (  toxic shitstorm ) il mio pensiero approfondendo questi stato di una mia follower   Twitter da me condiviso su  Facebook 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Va bene che  il  suicido     sia  che  sia  fatto  per  vigliaccheria o  per  nobili  intenti :   evitare    che durante le torture  faccia il  nome  dei compagni di lotta   ,  perchè  ci si   è arresi , ecc  è  sempre  una  sconfitta .Come  è vero   che il suicido indotto  e   quindi  anche  quello assistito  è un reato - il suicidio assistito - punito dal "fascistissimo" codice Rocco del 1930: da 5 a 12 anni di galera.
Ma  quest'ultimo   Non è eutanasia, come impropriamente si ripete. La differenza tra il primo e la seconda sta nella persona che esegue l'ultima azione: nel caso del suicidio assistito è il suicida medesimo, sia pure con un aiuto esterno; nel caso dell'eutanasia è sempre qualcun altro, generalmente un medico. Sta di fatto però che il suicidio assistito apre una contraddizione nel nostro sistema normativo. Perché il suicidio di per sé non è un reato, come accadeva un tempo in Gran Bretagna, dove venivano confiscate le terre del suicida. In Italia nessuno va alla sbarra per aver tentato d'uccidersi. E anzi una legge dello Stato (n. 219 del 2017) consente ai malati terminali di lasciarsi morire, rifiutando i trattamenti sanitari. Allora perché punire chi t'aiuta in questa decisione, quando le tue forze non sono sufficienti?.
La sentenza  della  corte  costituzionale  (che  non mette  fine al processo sia ben   chiaro  di  Cappato  ) è  come dice  il bellissimo   editoriale  su repubblica   del  25\9\2019   di Michele  Ainis   << ( .... ) una risposta a rime obbligate: l'incostituzionalità del reato. Perlomeno se ricorrono le quattro condizioni già messe nero su bianco dalla Corte, nell'ordinanza n. 207 del 2018: che il soggetto in questione soffra d'una malattia incurabile; che sopravviva solo attraverso trattamenti di sostegno; che subisca tormenti insopportabili; che sia in grado di decidere liberamente del proprio destino. (... )  >>. 
Quindi trovo  giusto      come  dice  la sentenza  : <<   E' non punibile", a "determinate condizioni", chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".>> che   chi   ,   come  il caso   di Cappato   che   ha   solo   consigliato ed  accompagnato  DJ fabio  non ucciso  e   casi  di  chi   come  nel   citato   dall'url     nelle righe precedenti  ha  scelto  pur  non   soffrendo  degli stessi problemi  di  D Fabio  possa  decidere   cosa  fare   della   sua  vita  . Infatti     la vita che sceglie sempre e comunque, ci insegna(  o  dovrebbe )  a volerci bene, a rispettarci, ad evitare il giudizio sommario e impietoso, e  darci  forza per  andare  avanti fino all'ultimo Sta a noi scegliere se  continuare  a vivere  e lottare   o  arrenderci . Nessuno deve decidere quale sia la scelta giusta e quella sbagliata. 
Nessuna descrizione della foto disponibile.Per     chi volesse  approfondire  tali argomenti   consiglio  : 
1)    un buon libro  (  copertina   sinistra  ) Altro e altrove" di Cristian Porcino  che  raccoglie alcuni saggi dell'autore su diverse tematiche. Le riflessioni del filosofo impertinente sono pungenti, ironiche, polemiche, libere e toccano svariati episodi e personaggi come: George Michael, il testamento biologico, gli scandali in Vaticano, il ricordo di Lady D., l'assassinio di Giordano Bruno, la sessualita dei supereroi, il coraggio di Lady Oscar, l'omofobia, la parita di genere, l'infelicita, i programmi televisivi di Maria De Filippi, le canzoni di Francesco Gabbani e molto altro ancora. Porcino Ferrara c'invita ad andare oltre le apparenze e a soffermarci sul vero senso della vita.Ma  sopratutto  si parla ,   con più competenza  di me    che  sono un  comune  mortale  e non un filosofo  , di suicido  assistito   e  di dj Fabio e d'obbiezione di coscienza   eccone    un estratto   per  gentile  concessione dell'autore 


  2)    questo  fumetto
Exit, il fine vita in un fumetto







il lungo racconto in disegni e battute di come si è arrivati, dalla nascita della terapia intensiva a oggi, a fare del fine vita una delle grandi questioni irrisolte e discusse dall’opinione pubblica del nostro tempo.
Una bussola preziosa «basata su un concetto che in fondo riguarda tutti, il valore dell’autodeterminazione del singolo cittadino», – mette in chiaro Gloria Bardi, ideatrice del progetto, realizzato insieme al disegnatore Luca Albanese per la casa editrice Becco Giallo – che gli autori hanno affidato alle storie di chi, attraverso la propria vicenda, direttamente o meno, ha «permesso di fare uno scatto al confronto».

Mentre stavo per  premere  il tasto   pubblica   leggo ora questa intervista a cappato repubblica  del 26\9\2019 



ROMA - "Ho rischiato dodici anni di carcere ma lo rifarei senza pensarci due volte: adesso siamo tutti più liberi. Anche quelli contrari. Bisogna mettersi in gioco in prima persona, come hanno fatto Fabo o Beppino Englaro e Welby, usando le loro tragedie, le loro storie private per la libertà di tutti: senza di loro non saremmo mai arrivati a questa sentenza. Perché i partiti da anni si rifiutavano di affrontare il problema del fine vita, del diritto di scelta, dell...







ROMA - "Ho rischiato dodici anni di carcere ma lo rifarei senza pensarci due volte: adesso siamo tutti più liberi. Anche quelli contrari. Bisogna mettersi in gioco in prima persona, come hanno fatto Fabo o Beppino Englaro e Welby, usando le loro tragedie, le loro storie private per la libertà di tutti: senza di loro non saremmo mai arrivati a questa sentenza. Perché i partiti da anni si rifiutavano di affrontare il problema del fine vita, del diritto di scelta, della gente imprigionata dalla malattia, di una medicina che va avanti e che cambia i confini tra vita e morte". Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, parla con voce stanca, commossa. Non ci sta a fare l'eroe della giornata mentre ripensa ai viaggi oltre confine, alle ultime parole di chi gli aveva chiesto un aiuto illegale per mettere la parola fine ad un'esistenza che non poteva più sopportare .

Chi l'ha convinta ad aiutare Fabo?
"Ho sempre pensato che uno dovesse essere libero di decidere fino alla fine sulla sua vita, ma l'ho sentito in modo definitivo anni prima di incontrare Fabiano. Quando Piergiorgio Welby mi ha ringraziato, poco prima di essere sedato perché gli togliessero il respiratore e lui potesse andarsene come chiedeva da anni. Era immobilizzato in un corpo che era una prigione, aveva solo gli occhi per comunicare. Il suo era un grazie di felicità, ripetuto, e vivere queste emozioni da parte di una persona che sta per andarsene sovverte le nostre nozioni sulla morte. Non posso dimenticarlo".

Incontri di sofferenza e libertà?
"Welby, Fabo, Englaro, sono tutte persone che, pur non avendo potere, sono riuscite a cambiare la storia. Hanno avuto il coraggio di usare il loro corpo, le loro sofferenze, le loro vite per cambiare la legge, per difendere le loro idee. Incontrandole ho trovato l'ironia, la serenità, l'intensità. Nessuna autocommiserazione o vittimismo per Piergiorgio e Fabo, ma il senso di un obiettivo da raggiungere. Vere lezioni di vita. Fabo pochi minuti prima di morire ha detto ai suoi amici: allacciatevi le cinture, non potreste farmi un regalo più grande. Aveva spazio e pensiero per gli amici, per le persone che amava, anche in quel momento".

Più di 800 persone hanno chiesto di morire come Fabo.
"Tanti chiedono informazioni ma poi decidono di resistere. Quando a chiedere di essere aiutati a morire sono giovani, che hanno perso interesse per la vita senza essere affetti da patologie particolari, io consiglio di farsi aiutare da specialisti, da psicologi. Sono persone che non otterrebbero quello che cercano neppure all'estero".

Ancora una volta decide la magistratura. E la politica?
"ll Parlamento sino ad oggi si è dimostrato inadeguato ad affrontare il problema, ma resta il nostro interlocutore, e si dovrà esprimere. Mi aspetto dai partiti un'assunzione di responsabilità adeguata ad oggi, per il modo in cui è cambiato il morire. Ci vorrà tempo. Il problema è che i mesi che passano li patiscono sulla loro pelle decine di migliaia di persone. I miei nemici non sono le persone che la pensano diversamente, ma gli indifferenti che per anni in politica hanno fatto finta di non vedere la sofferenza dei malati".
Adesso per lei niente carcere?
"Resto ancora imputato nel processo a Massa, ma vivo tutto con serenità, con la consapevolezza di aver fatto il mio dovere morale. Non avrei potuto comportarmi diversamente e comunque non mi sono mai sentito solo: la gente ha capito che stavo parlando di cose che tutti avevano vissuto, incontrato o subito".
Vincitori e vinti?
"Da oggi non c'è nessuno che abbia diritti in meno, non ci sono sconfitti. Ho sentito Beppino Englaro e Valeria, la fidanzata di Fabo. Erano felici, avevano ritrovato un pezzo della loro vita, di chi amavano e di quello in cui credevano".Poi Cappato se ne va da sua figlia. Ha dieci mesi. Si chiama Vittoria.      

                                 
  che  rafforza le   convinzioni    espresse  qui    in questo articolo  ed   una  risposta    spero   che  sia  l'ultima  volta   a  chi   giudica  follia  tale sentenza   come  fa la Paola Binetti

 con questo   è   veramente  tutto  

7.7.19

quando manca il testamento biologico . il caso Enrico Coveri fondatore di Exit Italia indagato per aver dato informnazioni su come andare in svizzera a morire ad alessandra Alessandra Giordano: 46 anni, insegnante di Paternò, vicino a Catania.

IO sto con #enricocoveri perchè informare ed ascoltare ed lasciare libero un malato di decidere della sua vita non è ( ed non dovrebbe essere ) reato .Ora  Molto mi chiederanno delle  mie contraddizioni  l caso di vicent lambert 

Vincent Lambert, la svolta della Cassazione: «Stop ai trattamenti»

il tetraplegico francese che sta morendo perchè un tribunale gli ha staccato le macchine ( qui la sua storia https://bit.ly/2L5B6iw ). che ne pensi visto che in un commento a questo post 



Vincent Lambert sta morendo di fame e di sete


Valeria Turra
Non riesco a considerare eutanasia la pratica per cui un malato tetraplegico, provvisto di una propria coscienza di sé e degli altri, venga privato senza il suo consenso dell'acqua e del nutrimento.
Per me è semplicemente un omicidio di Stato.
Commenti



ma in un precedente commento sulla pagina fb il tulipano.... avevi scritto : << Buon viaggio che la terra ti sia lieve ovunque tu vada a finire almeno lì troverai quella pace che in vita non hai avuto e non ti hanno lasciato avere condannandoti a vivere a forza >> .  come te  lo spieghi ?

dat_eutanasia, suicidio assistito, Svizzera, CEDU, sentenze, Europa, Unione Europea, Corte europea dei diritti dell'uomo_papa Francesco, suicidio, biotestamento

Cosi , almeno leggendo la vicenda , non c'è stata scelta tanto autonoma e non si è consultata fino in fondo tutta la famiglia ma  solo una parte  d'essa  .  Dipende se alcuni familiari lo hanno fatto perchè lo ha chiesto lui o deciso in accordo con i medici , allora SI se invece lo hanno deciso senza un accordo globale ma solo parziale quello si chiama Omicidio . Da quel che ne so nel suo caso è omicidio . Ma ormai la pratica è avviata lasciamolo morire in pace e finiamola d'accanirci su un moribondo e qui chiudo il discorso

22.4.19

non sempre giovani sono cinici verso gli anziani

L'immagine può contenere: una o più personeCredevo che ai giovani non importasse niente degli anziani e dell'oro familiari dopo che vanno via da casa.invece ci sono dei casi seppur isolati come quello che riporta l'unione sarda di ieri 21.IV.2019

5.3.17

dizionario sul fine vita parte II


parte  I
 http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/03/i-fine-vita-non-e-solo-eutanasia-un.html


dalla nostra appendice facebookiana , e  con  questo concludo  la serie dei post  dedicati na tali argomenti  ( se  poi  alcuni  utenti  sia   qui   che  sulla pagina  e\o mio account fb    voglio  continuare  liberi di farlo  )   non voglio  annoiarvi ed  angosciarvi ulteriormente  , ecco un interessante discussione . sul fine vita e di come l'italia sia ancora molto indietro non solo sulla mancanza del testamento biologico , sospensione cure e non accanimento terapeutico , ma anche sulle terapie del dolore. Infatti


Daniele Jommi Il mio parere è che in Italia c'è paura ingiustificata dei farmaci antidolorifici oppiacei. Nessuno deve sentire talmente tanto dolore fisico da voler morire: si deve medicare PRIMA di arrivare a tanta sofferenza. Non sono solo questi i problemi, ma in Italia potremmo iniziare a migliorare con le cure palliative. Dovremmo iniziare da qui.
Debora Bobo Demontis Mio personale parere, in Italia risentiamo dell'assioma cattolico sofferenza uguale espiazione. C'è il culto del dolore che avvicina a Dio e non viene tollerato che si chieda sollievo.
Mi piaceRispondi122 h
Tommaso Spartaco Ci sono dolori che non passano con niente!!
Daniele Jommi certo, le "ferite dell'anima", le sofferenze psichiche, son dolori che non si possono medicalizzare.

Siamo agli ultimi posti in Europa nell’impiego di oppioidi efficaci nella cura del dolore severo; la spesa per questi farmaci analgesici è inferiore d...Altro...

Ruggiero Olivieri Non mi sembra c'entri molto il discorso del dolore: chi chiede l'eutanasia di solito e' gente come Welby e come codesto Fabo che vivono in stato quasi vegetativo e che hanno perso ogni tipo di autosufficienza e che non hanno piu ragione di rimanere in vita. Il dibattito verte sulla personale decisione di "farla finita" una volta che esistano le condizioni tali da concederlo: e' o non e' un mio diritto decidere come e quando morire? Se questa donna si e' sentita chiamata in causa sul discorso eutanasia poiche disabile la trovo quantomeno fuoriluogo: mi rievoca ricordi di "eugenetica" memoria.
Daniela Tuscano Affermare "l'assioma cattolico del dolore che avvicina a Dio e non viene tollerato che si chieda sollievo" è dichiarare il falso. Già il papa Pio XII aveva affermato che l'uso dei narcotici per alleviare il dolore è legittimo -anche se avessero l'effetto di ridurre la coscienza e di abbreviare la vita - “se non esistono altri mezzi". E questo perché la Chiesa, contrariamente a ciò che pensa la vulgata comune, si oppone all'accanimento terapeutico. Con queste motivazioni: “la decisione di rinunciare all'accanimento terapeutico, in altre parole, a procedure mediche che non corrispondono più alla reale situazione del paziente, sia perché sono sproporzionate rispetto ai risultati attesi, sia perché impongono un peso eccessivo al paziente e alla sua famiglia,… purché non vengano interrotte le normali cure dovute alla persona malata in casi simili “. Inoltre: “La sospensione dei mezzi sproporzionati non equivale al suicidio o all'eutanasia; esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte” .
In ogni caso , in tali situazioni le decisioni devono essere guidate dal principio della proporzionalità del trattamento. E' anche ammesso, con il consenso del paziente l'uso di metodiche nuove e sperimentali, purché non siano pericolose.
Il concetto fondamentale del diritto a morire con dignità, non deve intendersi come il diritto di infliggersi la morte o nel farsela procurare, nel modo in cui si desidera, piuttosto è il diritto a morire in tutta serenità e con dignità umana e cristiana.
In questa ottica la Chiesa assegna un'importanza particolare alle cure palliative. Tutto ciò è scritto nero su bianco nella "Evangelium vitae" del 1995 http://w2.vatican.va/.../hf_jp-ii_enc_25031995_evangelium... . Sarebbe sufficiente leggerla. Perché fra l'altro ci si sorprenderebbe di scoprire che le parole di Giovanni Paolo II sono praticamente uguali a quelle pronunciate da Zagrebelski circa vent'anni dopo: http://www.ilfattoquotidiano.it/.../piazza-grande.../177305/ . Ciò detto, concludo, perché sinceramente il continuo inneggiare di questi giorni al suicidio assistito m'infonde una profonda depressione... E avendola provata, non intendo ricascarci.  Fortuna che non mi trovo in Belgio, dove soffrire di questa patologia è sufficiente perché i medici ti spediscano "dolcemente" all'altro mondo. Col tuo consenso, beninteso! http://www.repubblica.it/.../belgio_a_24_anni_chiede_e.../


Evangelium Vitae, 25 marzo 1995 - Giovanni Paolo II
W2.VATICAN.VA
Daniele Jommi Un po' di confusione.
1 Il caso di Welby: chiedeva di rifiutare la terapia medica. È un suo diritto. Ovviamente conosceva perfettamente le conseguenze, era lucido e in grado di comunicare.
2 Dj Fabo: un caso di suicidio. Non c'entra nulla con la eutanasia. Se poteva spararsi in bocca, nessuno glielo avrebbe potuto impedire.
3 il malato terminale che soffre dolori indicibili (es. Malattia oncologica avanzata). Ha diritto prima di tutto alla terapia del dolore. A costo di addormentarlo.
4 il paziente che non è cosciente o che non può comunicare la propria volontà. Ha bisogno di un respiratore meccanico. Se valesse il DAT potrebbe aver dichiarato da prima (quando era in piena salute) di rifiutare quel passo, non entrare in quella terapia.

Sono esempi con aspetti molto diversi. Nessuno di questi è "eutanasia".
Mi piaceRispondi12 hModificato

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...