Sono stato accusato per le mie prese di posioi in merito tali argomenti in particolare gli ultimi due post : quello su Archie Battersbee e quello su Laura Santi di leggittimare un omicidio o d'andare contro la volonta di Dio . Ecco la mia risposta diretta ai secondi e indirettamente a primi .
Lolly Mu ma hai letto?da anni soffriva di sclerosi multipla !hai mai visto una persona affetta di sclerosi multipla?dove e' il tuo Dio quando arrivano queste pene infernali?poi sei libera di pensare ciò che vuoi ma lei non si giudica
Giuseppe Scano @Lolly Mu - Vero . però bisogna rispettare e non giudicare e condannare chi ha scelto- e messo in atto d'andare contro Dio per porre fine alle sue sofferenze . Serve anche rispetto oltre che una legge seria che permetta di poter scegliere se si vuole rimanere in vita attaccati alle macchine o dipendere in tutto da gli altri ( come l'ex attore Bruce Willis, peggiorano le condizioni dell’attore: non può più parlare né muoversi oppure morire con cure palliative oppure potersi come el suo caso darsi e farsi dare l'eutanasia \ suicidio assistito .
Di solito sia fra i pro che i contro suicidio assistito o eutansia c'è un po' di confusione che coinvolgere tutti noi , sottoscritto compreso .Provismo a fare chiarezza visto che la differenza tra eutanasia e suicidio assistito è sottile ma cruciale, soprattutto dal punto di vista giuridico e pratico. Ecco una panoramica chiara chiesta a Copilot ( IA di bing.com ) :
🧠 Definizioni di base
Eutanasia: è l’atto con cui un medico o un’altra persona somministra direttamente un farmaco letale a un paziente che ne ha fatto richiesta, per porre fine alle sue sofferenze.
Suicidio assistito: consiste nel fornire al paziente i mezzi (come un farmaco letale) affinché sia lui stesso ad auto-somministrarselo, in modo autonomo .
🔍 Differenze principali
Aspetto
Eutanasia
Suicidio Assistito
Chi compie l’atto finale
Il medico o un operatore sanitario
Il paziente stesso
Ruolo del paziente
Passivo
Attivo
Legalità in Italia
Illegale (è considerato omicidio del consenziente)
Suicidio assistito è stato depenalizzato dalla Corte Costituzionale nel 2019, ma solo se:
il paziente ha una patologia irreversibile,
soffre in modo intollerabile,
è dipendente da trattamenti vitali,
è pienamente capace di decidere .
💬 Un esempio pratico
Nel caso del suicidio assistito, il medico può preparare il farmaco, ma non può somministrarlo. Il paziente deve essere in grado di farlo da solo, anche solo premendo un pulsante.
Iincuriosito dalla proposta della IA : << Se vuoi, posso anche spiegarti la differenza tra eutanasia passiva e sedazione palliativa altre due pratiche spesso confuse. Vuoi approfondire anche quelle? >> ho scelto d'approfondire sia per me che per me che per voi l'argomento accettando tale domanda << Qual è la relazione tra eutanasia e cure palliative? >>
La relazione tra eutanasia e cure palliative è complessa e spesso oggetto di dibattito etico, medico e sociale. Sebbene entrambe si occupino del fine vita, hanno obiettivi profondamente diversi:
🌿 Cure palliative: vivere fino all’ultimo respiro
Scopo: alleviare la sofferenza fisica, psicologica, sociale e spirituale del paziente.
Principi: affermano la vita e considerano la morte come un processo naturale.
Non accelerano né ritardano la morte.
Approccio: accompagnano il paziente e la sua famiglia, promuovendo dignità e qualità della vita.
⚰️ Eutanasia: anticipare la fine
Scopo: porre fine alla vita di un paziente su sua richiesta, per evitare sofferenze insopportabili.
Modalità: tramite somministrazione attiva di farmaci letali.
Obiettivo: interrompere la vita, non accompagnarla.
🔄 Differenze fondamentali
Aspetto
Cure Palliative
Eutanasia
Finalità
Alleviare la sofferenza
Terminare la vita
Ruolo del medico
Supporto e accompagnamento
Agente attivo della morte
Etica medica
Basata su non-maleficenza e beneficenza
Dibattuta e controversa
Legalità in Italia
Garantite dalla legge (L. 38/2010)
Attualmente illegale
🧭 Posizioni a confronto
Molti professionisti delle cure palliative ritengono che l’eutanasia non sia compatibile con il loro approccio, perché rischia di trasformare il fine vita in una scelta obbligata per chi si sente un peso. Le cure palliative, invece, offrono un’alternativa dignitosa alla sofferenza, senza ricorrere alla morte come soluzione.
Un tumore terminale che le lasciava tre anni di vita: «Pensavo che la mia vita
fosse finita», ricorda la giovane mamma con angoscia. Poi qualcosa è
cambiato e una nuova passione le ha permesso di rinascere, di riprendere in mano il suo futuro e
combattere per rimanere il più a lungo
possibile con la sua famiglia, per
veder crescere i suoi figli e trovare la felicità, giorno dopo giorno. Ora
Michelle sogna di diventare un'atleta e partecipare al triathlon, nonostante non sapesse né nuotare né andare in bici, e questo obiettivo
le ha dato modo di esplorare una nuova prospettiva: «Il cancro non mi
definisce».
Il viaggio di Michelle
Michelle Hughes aveva 34 anni quando, dopo la nascita del suo terzo figlio, è
collassata in casa. Non ci è voluto molto per la diagnosi: numerosi tumori ai
polmoni e 15 cisti al fegato. Inoperabili. I dottori le hanno detto che le
rimanevano tre anni. La prima reazione è stata terribile: «Improvvisamente ho
perso la vita che avevo immaginato per me e la mia famiglia». Poi un sogno
l'ha fatta uscire dal tunnel e ha iniziato un percorso per diventare una
triatleta, pur non essendosi mai dedicata né alla corsa né al nuoto. Eppure da
allora ha preso parte a 12 eventi podistici, tra cui una mezza maratona. Ad
agosto ha completato un mezzo triathlon - come riporta il DailyMail - ripercorrendo il tragitto dall'ospedale dove ha ricevuto la diagnosi
fino alla sua casa estiva. Proprio quest'impresa è stata trasformata in un
breve documentario. Sui social scrive: «Tenevo in braccio il mio bebè di
tre settimane ed ero seduta accanto a mio marito quando l'oncologo ha
detto che mi restavano cinque anni di vita, probabilmente tre. Le mie bambine
avevano cinque e due anni all'epoca». La consapevolezza di non avere molto
tempo a sua disposizione l'ha spinta a vivere il più intensamente possibile:
«Non avevo capito, allora, che la mia vita era appena iniziata. Mi era stato
fatto il dono di sapere che sarebbe stata più breve di quella di molti altri,
e dovevo smettere di stare seduta ad aspettare la morte». Alla Michelle è
stato diagnosticato un raro sarcoma chiamato emangioendotelioma epitelioide (EHE), che ha origine nelle cellule che rivestono i vasi sanguigni, più
comune tra i giovani, gli adulti di mezza età e le donne.Oggi ha 37 anni, sono
passati tre anni dalla diagnosi, e ha realizzato il suo sogno: «A tutti i
miei compagni che lottano contro il cancro, ai ai sopravvissuti, ai vincitori
e a quelli che il cancro ha rubato, lo faccio per voi. Per noi. Ora sono una
triatleta».