come da tag , non me la sento di esprimere nessuna considerazione \ giudizio , rischierei d'eserre scontato e demagogo preferisco lasciarmi andare a
Melissa Venema (17) plays live Il Silenzio at Carré Amsterdam
with the Metropole orchestra on March 31 2013.
ma non prima di confermare quando dice questo commento qui sotto tratto da http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/prof_molesta_scuola_risacire_impicca_23enne/notizie/777115.shtml
Ma che razza di giustizia è questa? Il ministro della giustizia che fa? Non manda gli ispettori per capire che è successo? Vergogna!Ma sono anche le leggi del nostro bel parlamento che fanno schifo sempre garantiste con i delinquenti, a pagare è sempre la vittima. Povera ragazza non riesco ad immaginare il dolore della famiglia.
Commento inviato il 2014-07-02 alle 18:08:38 da CosimoR
Aveva appena 23 anni, e se ne è andata impiccandosi nella sua stanza.
la causa del gesto è stato il male di vivere con un peso troppo grande; un prof l’avrebbe palpata e baciata nell’ascensore della scuola otto anni fa, all’epoca non tutti le credono e lei rimane praticamente sola contro tutti. Nonostante questo l’insegnante viene condannato in primo grado, e deve scontare una pena di quattro anni, ridotti successivamente a tre. Oltre al risarcimento di 60.000 euro ai genitori della ragazza; ma il furbo professore prima della sentenza, si ‘spoglia’ di tutti i suoi averi materiali: azzera i conti in banca, cambia residenza, vende l’auto e tutte le sue proprietà.“La famiglia, per ottenere quei 60mila euro, a parziale risarcimento del calvario della figlia, reagisce con una nuova denuncia, per «frode ai creditori con manovre elusive» e chiede il sequestro dei beni dell’imputato. Indaga anche la Finanza e a carico dell’insegnante arriva una nuova condanna, in sede penale, a due anni; a febbraio 2011 il docente si affretta ad annunciare il ricorso in appello, ma la sentenza ha ancora da venire.Mamma e papà di Angela si rivolgono a un
avvocato, che tra le altre cose chiede che sia sentita anche la guardia di finanza, che aveva già ricostruito le repentine transazioni del prof. La richiesta viene negata. Il giudice fa a meno delle risultanze delle Fiamme gialle e si rivolge a un perito, un commercialista, incaricato di verificare i movimenti di denaro e quelle transazioni sospette che spogliarono l’insegnante dei suoi beni, pochi istanti prima della sentenza per le molestie.La causa penale va avanti, ma procede anche quella civile, con la sua sentenza davvero assurda: il sequestro dei beni viene revocato e i genitori della ragazza sono costretti a pagare 40.000 euro al prof, come risarcimento. Questo dramma scatena nella ragazza la decisione di togliersi la vita per colpa di una sentenza che mette in evidenza le assurdità del sistema giuridico della nostra Italia.