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22.7.17

Servirebbe più tolleranza e buon senso , ma è difficile pretenderla in questi anni. Forse non siamo ancora pronti all’integrazione \ coesistenza il caso dello Sporting Center di Montegrotto Terme


L'nico commento , oltre quello del titolo , che mi sento di fare davanti a tale news è questo : siamo nel caso d'imbecilità ed ignoranza senza confini .
  Eccone un esempio  su  Politicamente scorretto patriottico pagina di fb  fogna  a  cui  mi avevano inscritto   ma  da  cui poi mi sono  rimosso e   l'ho segnalata

Iside Lilith Dea ha condiviso il suo post.
mici"
A Padova i clienti di una piscina si sono andati a lamentare dal direttore per la presenza di islamici in piscina col burkini

A Padova i clienti di una piscina si sono andati a lamentare dal direttore per la presenza di islamici in piscina col burkini
ILGIORNALE.IT

Certo   neppure a me piacciono certio costumi da bagno , ma mica mi lamento o protesto inutilmente   con i gestori . Vivo e lascio vivere  . 


da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/07/20/

MONTEGROTTO TERME. Una famiglia di religione islamica va a fare il bagno in piscina indossando il burkini, il costume da bagno integrale usato dalle donne musulmane, e diversi clienti italiani s’indignano e vanno a protestare in direzione.




Montegrotto, in piscina con il burkini: i bagnanti si indignano

È successo mercoledì pomeriggio agli impianti dello Sporting Center di via Roma, a Montegrotto, dove il direttore della struttura, Abele Arcolin, ha avuto il suo da fare per calmare gli animi agitati.
«Tre famiglie, presenti mercoledì in piscina, hanno detto che non torneranno più allo Sporting Center, perché non vogliono stare in piscina con gli islamici», riferisce Arcolin.«Mercoledì pomeriggio si è scatenato il putiferio verso le 17, quando è arrivata da noi, per passare un’ora in piscina, una famiglia nordafricana composta da sei persone, di religione islamica. Quando gli altri clienti si sono accorti che le persone erano scese in acqua con il costume intero (anche gli uomini hanno deciso di fare il bagno con gran parte del corpo coperta) nessuno ha esternato proteste contro gli ospiti, ma alcune persone sono venute da me a manifestare il disagio. Alcuni clienti hanno protestato dicendo che queste persone erano entrate in piscina vestite» annota Arcolin.«Ho inviato subito il bagnino a verificare la circostanza, assistito dall’addetto al ricevimento che è islamico e di origini marocchine. Le verifiche hanno evidenziato che queste persone, tra cui due donne, stavano facendo tutte il bagno con il costume intero, il burkini, indumento coerente con la loro religione (scoperti rimangono il volto, le mani e i piedi). Ci siamo solamente sincerati che una delle due donne non entrasse in acqua con il velo che aveva in testa».«Queste persone avevano tutto il diritto di fare il bagno» aggiunge il direttore dello Sporting Center «Indossavano un costume, come gli altri, e si comportavano correttamente con gli altri bagnanti. Cosa avrei dovuto fare? È la prima volta che mi capita un fatto simile nelle nostre piscine. Tre famiglie mi hanno comunque già detto che non verranno più allo Sporting: per fortuna mercoledì c’era solamente una cinquantina di clienti. Se fosse successo nel fine settimana avrei avuto problemi ben più seri. Servirebbe più tolleranza, ma è difficile pretenderla in questi anni. Forse non siamo ancora pronti all’integrazione».Qualcuno ha fotografato la famiglia islamica nelle piscine dello Sporting Center e la foto è girata immediatamente su Facebook. A postarla Alessio Zanon di Forza Italia.


4.6.17

IL CORO © Daniela Tuscano

IL CORO
Ma cos'è, alla fine, il martirio? Cos'è, in Occidente, se non qualcosa di remoto e quasi mitologico, e per ciò stesso irreale? Sono enormi tele barocche grondanti macelleria e vividi drappi, un trionfo di corpi membruti o gracili donzelle. Tavola imbandita, in fondo. Perché satollarsi in quel modo, e in quel mondo lacero e pomposo, era ferino e impudico. E poi sono giunte le dissacrazioni (e le dissezioni) psicoanalitiche: segni di nevrosi, quei dipinti e quei santi, masochismo ecc. Armi spuntate, razionalità miserande già irrise da un animo acuto come Svevo. E però il martirio è qui e pulsa, schianta e percuote, e non v'ha palma di vittoria che l'ingentilisca. Il martirio è semplicemente cristianesimo. Per questo le letture dopo Pasqua, compresi i passi del primo testamento, sono lì a ricordarlo, ogni giorno, a dimostrazione della loro eternità terrena. Un ossimoro e una realtà. Il martirio è affare dell'al di qua e lotta contro "il principe di questo mondo". Il martire è la perpetrazione del Dio fattosi umano versus il kamikaze, l'uomo fattosi Dio. Martire anche senza volerlo, perché uccidere un uomo, una donna, un bambino è sempre e comunque bestemmia. 
Ieri notte un ennesimo furgone è piombato su London Bridge decimando i passanti, di cui uno giovanissimo. Una ragazzina musulmana di 16 anni, Asya Mustafa, risulta dispersa. Le altre vittime sono state finite a coltellate, proprio come nelle norcinerie secentesche. E non sono le sole. In Filippine, Siria, Afghanistan si sono ripetute eguali tragedie, il cui culmine simbolico s'è forse verificato a Kabul, con una bomba esplosa contro un corteo funebre! Lo sfregio della memoria trova un'agghiacciante eco nello spegnere il vivente, quella comunione d'amorosi sensi alla base d'ogni umanità.
È un coro di lacrime che ormai unisce Oriente e Occidente, quest'ultimo ancor barcollante, indocile a capirlo. Ma è pure un coro che può incendiare, e farsi forte, e distruggere il Male. Il martire non è solo chi subisce. Ma soprattutto il testimone. Testimoni sono i copti che hanno resistito alle conversioni forzate. Sono quelli che lottano per la pace, e la perseguono, ovunque ci sia seme di resistenza, sì, anche nei musulmani che sfidano il Daesh a rischio della vita, in quelli che, a Mosul, aiutano i cristiani a ricostruire una chiesa. Sono i laici, perché il laico, quello vero, crede: nella convivenza, nella democrazia, nei diritti. Applicati, difesi, non retoricamente proclamati. Perciò non è imbelle. Non intona al pianoforte motivetti freak. Martire è chi sa parlare ogni lingua, la lingua della resistenza e della prosecuzione. Martire è il coro che si oppone alla Babilonia dell'incomunicabilità e del panico (a Torino, un falso allarme-bomba ha mietuto mille feriti), alla Sodoma della non-accoglienza. Ricominciare a sentirsi coro, oggi, ovunque, rivivere i simboli, riappropriarsi della cultura, è l'unica speranza di vincere il mutismo della morte.
                                      © Daniela Tuscano

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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