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17.5.18

tolerranza o coesistenza ? la seconda seconda me

infatti



infatti il filosofo  cristian porcino in  una  recente  intervista   che trovate  qui in qusto mio post  sul suo libro   altro ed altrove   afferma : <<  Il concetto di tolleranza ha una storia importante ma col tempo tutto si è trasformato.  Trovo aberrante l’idea di un essere umano che sopporta qualcuno. È il fallimento dell’idea di umanità e di uguaglianza. Nessuno deve tollerare gli altri ma capirli, o per lo meno sforzarsi di comprenderli rispettandone le differenze. Io preferisco il termine rispetto alla parola tolleranza. Come diceva James Hillman: ‘Siamo qui non per capire tutto, ma per apprezzare quello che c’è”.>>

ecco  una storia condivisa  su facebook  


Ruth Ebenstein è con Ibtisam Erekat.
15 maggio alle ore 21:48




These are some really tough, painful days in this corner of the world. There is something so affirming, so incredible about my friendship with Ibtisam Erekat. It truly transcends what's going on around us. We're just... friends!! In the most natural way. I know that I've repeated this sentence, but it's CRAZY that this is what came out of cancer!! This photograph was taken this afternoon in East Jerusalem.
Ibtisam Erekat, I always, always LOVE being with you!!!
Ramadan Kareem!!
#Sisterhood #friendship #Israeli #Palestinian #Jewish #Muslim #Love #interfaith #Salaam#Shalom #Peace #ChildrenOfAbraham #PeaceAndLove #breastcancersurvivors

Questi sono giorni davvero duri e dolorosi in questo angolo del mondo. C' è qualcosa di così affermazione, così incredibile sulla mia amicizia con Ibtisam Erekat. Trascende davvero quello che succede intorno a noi. Siamo solo... amici!! nel modo piu ' naturale. So di aver ripetuto questa frase, ma e ' assurdo che questo sia quello che e ' uscito dal cancro. Questa foto e ' stata scattata questo pomeriggio a Gerusalemme est.Ibtisam Erekat, io sempre, sempre amo stare con te!!!
Ramadan Kareem!!
#Sisterhood #friendship #Israeli #Palestinian #Jewish #Muslim #Love#interfaith #Salaam #Shalom #Peace #ChildrenOfAbraham#PeaceAndLove #breastcancersurvivors

22.7.17

Servirebbe più tolleranza e buon senso , ma è difficile pretenderla in questi anni. Forse non siamo ancora pronti all’integrazione \ coesistenza il caso dello Sporting Center di Montegrotto Terme


L'nico commento , oltre quello del titolo , che mi sento di fare davanti a tale news è questo : siamo nel caso d'imbecilità ed ignoranza senza confini .
  Eccone un esempio  su  Politicamente scorretto patriottico pagina di fb  fogna  a  cui  mi avevano inscritto   ma  da  cui poi mi sono  rimosso e   l'ho segnalata

Iside Lilith Dea ha condiviso il suo post.
mici"
A Padova i clienti di una piscina si sono andati a lamentare dal direttore per la presenza di islamici in piscina col burkini

A Padova i clienti di una piscina si sono andati a lamentare dal direttore per la presenza di islamici in piscina col burkini
ILGIORNALE.IT

Certo   neppure a me piacciono certio costumi da bagno , ma mica mi lamento o protesto inutilmente   con i gestori . Vivo e lascio vivere  . 


da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/07/20/

MONTEGROTTO TERME. Una famiglia di religione islamica va a fare il bagno in piscina indossando il burkini, il costume da bagno integrale usato dalle donne musulmane, e diversi clienti italiani s’indignano e vanno a protestare in direzione.




Montegrotto, in piscina con il burkini: i bagnanti si indignano

È successo mercoledì pomeriggio agli impianti dello Sporting Center di via Roma, a Montegrotto, dove il direttore della struttura, Abele Arcolin, ha avuto il suo da fare per calmare gli animi agitati.
«Tre famiglie, presenti mercoledì in piscina, hanno detto che non torneranno più allo Sporting Center, perché non vogliono stare in piscina con gli islamici», riferisce Arcolin.«Mercoledì pomeriggio si è scatenato il putiferio verso le 17, quando è arrivata da noi, per passare un’ora in piscina, una famiglia nordafricana composta da sei persone, di religione islamica. Quando gli altri clienti si sono accorti che le persone erano scese in acqua con il costume intero (anche gli uomini hanno deciso di fare il bagno con gran parte del corpo coperta) nessuno ha esternato proteste contro gli ospiti, ma alcune persone sono venute da me a manifestare il disagio. Alcuni clienti hanno protestato dicendo che queste persone erano entrate in piscina vestite» annota Arcolin.«Ho inviato subito il bagnino a verificare la circostanza, assistito dall’addetto al ricevimento che è islamico e di origini marocchine. Le verifiche hanno evidenziato che queste persone, tra cui due donne, stavano facendo tutte il bagno con il costume intero, il burkini, indumento coerente con la loro religione (scoperti rimangono il volto, le mani e i piedi). Ci siamo solamente sincerati che una delle due donne non entrasse in acqua con il velo che aveva in testa».«Queste persone avevano tutto il diritto di fare il bagno» aggiunge il direttore dello Sporting Center «Indossavano un costume, come gli altri, e si comportavano correttamente con gli altri bagnanti. Cosa avrei dovuto fare? È la prima volta che mi capita un fatto simile nelle nostre piscine. Tre famiglie mi hanno comunque già detto che non verranno più allo Sporting: per fortuna mercoledì c’era solamente una cinquantina di clienti. Se fosse successo nel fine settimana avrei avuto problemi ben più seri. Servirebbe più tolleranza, ma è difficile pretenderla in questi anni. Forse non siamo ancora pronti all’integrazione».Qualcuno ha fotografato la famiglia islamica nelle piscine dello Sporting Center e la foto è girata immediatamente su Facebook. A postarla Alessio Zanon di Forza Italia.


9.3.17

L'elzeviro del filosofo impertinente /7

Il più grande scandalo della convivenza civile risiede nella parola "tolleranza". L'etimologia di tale vocabolo affonda le sue radici nella lingua latina, e mi riferisco al termine tollere che significa proprio sollevare, sopportare. Questa definizione ha riempito per lungo tempo i libri di illustri pensatori e scrittori. Dimentichiamo gli sforzi giustamente intrapresi da Locke, Bayle e Voltaire perché  noi contemporanei abbiamo tradito (e forse superato) le loro aspettative. All'inizio si voleva indicare un'integrazione pacifica tra credenze e stili di vita differenti, ma con il trascorrere del tempo il significato si è colorato di tinte fortemente razziste. Non esiste parola peggiore di tolleranza. Io non voglio essere sopportato ma rispettato e accettato. Non voglio nessuna concessione ad esistere. Io non voglio sopportare le persone che non la pensano come me, ma ascoltarle. Io voglio condividere, dialogare, comprendere, meditare, accogliere le sfaccettature dell'umano e non tollerarle e di conseguenza discriminarle fingendo di sopportarle. Il concetto stesso di tolleranza deve essere rivisto e rivalutato. In questo mondo c'è spazio per tutti e non capisco perché selezionare chi accogliere e chi, invece, sopportare e dunque respingere. Diceva Martin Luther King Jr: “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli”. Infatti non conosciamo il valore della convivenza. Non siamo in grado di convivere pacificamente con i nostri simili. L'arte del dialogo è il primo tassello per imparare quest'arte della convivenza. Dobbiamo smetterla di essere homo homini lupus ed intraprendere uno sforzo maggiore per la comprensione individuale. Il Dalai Lama sostiene che: "Siamo tutti esseri umani e, da questo punto di vista, siamo uguali. Noi tutti vogliamo la felicità e non vogliamo soffrire. Se consideriamo questo fatto, troveremo che non ci sono differenze tra persone di diversa fede, razza, colore, cultura. Tutti noi abbiamo questo comune senso di felicità". Dovremmo appigliarci proprio a questo desiderio presente in tutti noi. Aneliamo alla felicità e desideriamo la serenità per noi e le persone che amiamo. Tutti abbiamo bisogno di tenerezza e amore, poiché  sono sentimenti universali che non devono essere tollerati ma applicati con religiosa convinzione. Non vi sembra assurdo pensare di sopportare qualcuno quando possiamo, invece, conoscerlo e magari capirlo? Finiamola con il concetto di tolleranza e introduciamo quello di conoscenza. In una società liquida, come la definì il filosofo Bauman, le differenze sono molto sottili e i nostri stili di vita dissimili  possono essere ampiamente superati da ciò che ci accomuna e unisce. Creiamo una coesistenza pacifica, curiosa e rispettosa del prossimo, e riusciremo a donare ai nostri figli e nipoti un mondo più giusto anche se non perfetto.


Criap


® Riproduzione riservata

9.5.16

Integrazione e/o Convivenza ?

  in sottofondo Sud sound system Le radici ca tieni 

Il mio quesito vedere il titolo  nasce    dopo aver letto   sula bacheca  di una mia utente   questo post    preso  dal classico  sito  bufalista http://www.imolaoggi.it/  (  sito  noto per  i suoi  rigurgiti exenofobi e    identitari  chiusi  ) che  addirittura  sembra  stravolgere  (  vedere  l'articolo originale ) la  sua stessa  fonte 

Vescovo in moschea: la sala resta vuota, neanche l’imam si presenta


moschea-pordenone
                                 foto messaggero veneto

PORDENONE. Una sala vuota, con dentro solo le autorità e uno sparuto manipolo di invitati italiani e giornalisti. Interventi solitari dal palco, con gli ospiti d’onore lasciati tra un pubblico che non c’era. Lo scrive il messaggero veneto
E’ quanto accaduto ieri pomeriggio al centro islamico, in occasione del convegno “Fermiamo la violenza”, di particolare significato specie a qualche mese dall’omicidio di via San Vito, con moglie e figlioletta uccise da un musulmano.
Ma nonostante la storica presenza del vescovo Giuseppe Pellegrini, alla sua prima volta in moschea, i musulmani non hanno risposto all’appello. Assente anche l’imam. Il moderatore dell’incontro, Imrane Filali, ha dovuto ridurre la scaletta e accelerare i tempi, scusandosi con le autorità.


IL  quesito  che propongo  nel titolo  del post   è riferito agli immigrati  ,che  sono  presenti  e  vengono  nel nostro Paese,  di qualsiasi nazionalità (  europei  ed  extra  europei ) , e volendo lo si può allargare a tutti coloro che per una qualsiasi ragione giusta o sbagliata percepiamo a  volte  ipocritamente  come "diversi", diverso colore della pelle, diversa religione praticata, diverse abitudini nella sfera sessuale, diversa estrazione sociale , sessuale  etc etc.
Vorrei fare alcune brevi premesse e raccomandazioni, vista l'alta infiammabilità dell'argomento, rivolgo un'invito a chi vuol partecipare ad usare toni soft, cercando di evitare di andare sopra le righe, e pur nella polemica e nella dialettica che ha volte può essere "aspra" di non cercare lo scontro personale, ma di discutere e confrontarsi solo ed esclusivamente sul Tema proposto.
Altra raccomandazione è quella di non parlare di casi specifici (d'attualità in questi ultimi giorni) ma semmai di citarli solo ed esclusivamente come spunti, senza però poi "perdersi" nella disanima di questo o quell'altro fatto di cronaca, e di ritornare subito al Tema e al concetto generale.
Del resto anch'io ho preso spunto da questi fatti di cronaca, che hanno suscitato interesse e partecipazione da parte degli iscritti, per proporre questo thread.
Stavolta , non voglio fare un primo post chilometrico, in cui esternare i miei pensieri e le mie opinioni personali su questo argomento, preferisco partire da zero e discutere via via con chi è interessato a questo Tema, i vari aspetti che man mano verranno sottoposti all'attenzione e al dibattito pubblico, da chi vuol intervenire.


Raccomando la Tolleranza  (  non sopporto  la  parola   la  tolleranza in quanto come dici ilvideo sotto è nella maggior parte  dei casi  usata   in senso  passivo  \  acritico


  vedere  fra  1.30-1.45 )  

il rispetto  , ovviamente   quando esse  non sconfinano  nell''exenofobia  e   e nel  razzismo  ,  per tutte le opinioni, anche le più estreme, tutte le opinioni hanno diritto di essere espresse, e hanno diritto di cittadinanza, la cosa importante IMHO e che siano espresse senza prepotenza-arroganza e in termini educati e civili.

18.1.16

L'APOCALISSE PROSSIMA VENTURA © Daniela Tuscano



Li guardavo ieri in TV e riflettevo: "Quanta strada compiuta, quanta ancora da compiere!". Li guardavo ieri in TV e pensavo: "Quanta fatica per avvicinarsi! Solo piccoli passi, e intorno il caos". Li guardavo ieri in TV e poco dopo venivo raggiunta dalla notizia dell'ennesimo, orrendo eccidio in Siria, del ritrovamento d'un bimbo italiano e di sua madre fra le vittime dell'attentato in Burkina Faso ma soprattutto - per la specificità dell'argomento, perché le coordinate del mondo s'intrecciano tutte lì - dell'arresto d'un'antimilitarista israeliana. Dell'assassinio d'una sua connazionale davanti ai figli per mano terrorista. Della profanazione dell'Abbazia della Dormizione a Sion. Scritte anticristiane, forse opera degli stessi che lo scorso luglio bruciarono vivo il piccolo Ali e quasi tutta la sua famiglia. Li guardavo ieri in TV e lo sconforto mi assaliva, ripetevo che no, non ce la faremo mai, il nostro passo è troppo lento e la violenza procede invece spedita e implacabile. Mancanza di fede, lo so. Non sono così forte. Li guardavo ieri in TV e la mente tornava alla sinagoga di Trieste, visitata quasi dieci anni fa. Sono edifici strani, fantasie tardobabilonesi, trionfi di lapislazzuli. È come rientrare nel ventre materno, ci si sente invadere da una profonda, remota pace. Mentre, attorno, ogni cosa trasuda odio e guerra. Gli incontri fra ebrei e cristiani - ma era presente anche la delegazione islamica del Coreis con Yahya Pallavicini, un gesto di grande forza, in questi tempi - non sono mai uno stanco rituale. È il nostro destino, la nostra forza e il nostro dramma. Quando i simboli diverranno inutili e obsoleti significherà che la fine è giunta. La fine apocalittica, l'instaurazione cioè del regno. Ma, adesso, servono. La visibilità serve. L'occhio deve leggere. Le kippah, ieri indossate non solo dai non ebrei come ormai d'uso nelle occasioni solenni ma anche da alcuni sacerdoti al seguito di Francesco, hanno contrassegnato l'incontro ebraico-cristiano 2016. Ed è stato giusto così. Il simbolo è linguaggio. E come il linguaggio è polisemico. Ci sono momenti in cui diventa opportuno occultarlo. Altri in cui è bene alludervi. Altri ancora in cui diventa tutt'uno con noi, c'incarna. Perché non indica esclusione né superbia ma soggettività, diritto.
Limite, anche: o, meglio, umiltà. Per gli ebrei il piccolo copricapo, imitato poi dai cristiani, indica il solco da non superare, che ci separa dal cielo. È l'argine invisibile al fondamentalismo (l'altro volto dell'idiota nichilismo occidentale,entrambi espressioni d'empietà).                     Suggerire di nasconderlo, com'è accaduto in Francia giorni fa per evitare il rischio di aggressioni terroristiche ricorda molto da vicino l'avvertimento alle donne di Colonia di star discoste un braccio dagli immigrati, e magari di non uscire la sera da sole: per il loro bene,s'intende.     Tentazione diabolica contro la libertà, da respingere con tutta la forza possibile. Gli ebrei, di simboli se ne intendono: dalla nappa gialla imposta dai papi alla stella di Davide con cui li bollarono i nazisti. Simboli di diversità, questi, di esclusione, di "altro" inassimilabile, perché la Norma doveva essere solo una. Oggi, il nuovo nazismo pretende e sfoggia metodi uguali e contrari. Da un lato il nascondimento vergognoso, dall'altro l'ostentazione: assai differente dall'appartenenza. Sia l'uno sia l'altra degradano l'umanità. Il primo vuol cancellare i diversi, la seconda vuol escluderli in modo esplicito. Bene ha fatto il presidente francese Hollande a ribadire il pieno diritto degli ebrei a manifestare i simboli della loro fede. Ma qualcosa, in questo discorso, stride. La Francia è il paese in cui i simboli religiosi sono banditi. E non mi riferisco ai veli integrali di certe donne musulmane, i quali presentano, fra l'altro, comprensibili problemi di sicurezza. Alludo a qualsivoglia oggetto, anche molto discreto, che indichi una qualche appartenenza religiosa. E non va dimenticato: malgrado i proclami di massima, i simboli più colpiti da quelle parti, come in altri paesi europei, sono quelli cristiani. Contro questi ultimi il laicismo pragmatico-capitalista ha ingaggiato da tempo una guerra, sia pure solo culturale ma non meno funesta, per cui s'è rivelato di fatto il miglior alleato di Daesh. Anche questa forma o, se si vuole, di deformazione della laicità è oggi superata e occorre ripensarla. Se uno Stato laico resta obiettivo irrinunciabile (e chi scrive vi tiene molto), è pur vero che la flessibilità insita nella democrazia impone un cambio di passo. In tal senso molto avrebbe da insegnare la laicità italiana, se realmente fosse applicata e vissuta con maturità. Le religioni, oggi sul banco degli accusati con molte ragioni apparenti, sono chiamate ad affrontar grandi sfide. Fin troppo facile dimostrare la loro devastante influenza non appena si appropriano del potere temporale. Ma è sempre, necessariamente, così (chi, del resto, avrebbe ancora l'impudenza di affermare il rispetto dei diritti umani nei regimi atei?)? Storicizzarle, aprirle, contestualizzarle: anch'esse sono prodotti di uomini. Dì uomini maschi, verrebbe da aggiungere. Un apporto alla democratizzazione delle religioni infatti può e deve arrivare dalle donne; solo così, forse, si eviteranno gli eccessi d'un laicismo esasperato e contraddittorio e d'un monopolio del sacro sanguinario, antiumanista e suicida. E solo così i simboli non incuteranno più timore o sospetto. Non si odierà più una kippah, non si strapperà più un chador, se quest'ultimo sarà scelto dalla donna senza rinunciare ai valori della democrazia e della dignità femminile. Nell'istante in cui lo si valorizza positivamente, l'abito tornerà a relativizzarsi, a essere semplice stoffa, brillando sempre più le nostre kippah, i nostri veli (ma, pure, i nostri jeans, le nostre minigonne...) spirituali. "Com'è vostr'uso", declamava la Piccarda dantesca. E il cerchio si chiude, la fine - apocalittica - si avvicinerà. E non sarà un brutto giorno. Splenderà un sole discreto, primaverile, e tutti si riconosceranno come vecchi amici. © Daniela Tuscano

10.6.15

il politicamente corretto \ buonismo d'accatto è inutile meglio il sincretismo \ contaminazione culturale. il caso di Reggio Emilia, il prete esclude dal campo estivo un bambino musulmano


#ReggioEmilia, il prete della parrocchia di Sant’Anselmo, a Buco del Signore, esclude dal campo estivo un bambino musulmano. La mamma denuncia il fatto e lui si giustifica: "Non ci sono più posti". La donna spiega: "Mi ha detto che se il bambino non prega per lui non c’è posto"  il  resto della storia     qui   su  http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca  del 9\6\2015 

ad i buonisti a senso critico o d'accatto dedico questo film  del   2004  





Integrazione razziale per un film d'amore profondamente umano di Ken Loach

Giancarlo Zappoli


Casim, figlio di pakistani ma nato a Glasgow lavora come dJ in un club. La sua famiglia ha già programmato per lui il matrimonio con una cugina. Ma Casim si innamora di Roisin, l'insegnante irlandese di musica della sorella minore. Da qui nascono i problemi, aggravati dal fatto che Roisin è separata e l'Istituto cattolico in cui insegna pretende da lei una condotta moralisticamente irreprensibile. L'amore dei due giovani rischia di essere minato sin dall'inizio ma i due proveranno a resistere.

Loach non è più l' arrabbiato di una volta o, meglio, lo è ancora quando deve difendere i più giovani e più deboli come in Sweet Sixteen. Quando invece si tratta di integrazione razziale la sua rivolta morale resta ad alto livello ma cerca (spera?) in una soluzione positiva. Questo fa bene al suo cinema in cui cerca sempre più di proporre le diverse posizioni non rinunciando a denunciare ma cercando anche di comprendere. Così se il padre pakistano è chiuso al nuovo anche il sacerdote cattolico è incapace di comprendere e sa solo giudicare e punire. Ma in entrambi i campi (la sorella minore da una parte e il direttore della scuola dall'altra) c'è chi, senza rinunciare alla propria appartenenza, sa guardare 'oltre'. Quell'oltre che per Loach è sempre stato rappresentato dall'essere umano con i suoi slanci, con le sue debolezze, con i suoi doveri ma anche con i suoi diritti.



Ulteriori particolari in questo post ( https://goo.gl/1OrJGh ) della mia bacheca di fb e bei rispettivi commenti

2.8.13

eccessi di politicamente corretto Cuoca licenziata perché dà prosciutto a bimbo musulmano

NO  COMMENT  ho  già detto tutto  ne  titolo  .  spero solo  che  non sia  vero   come dice il mio amioco  fb  
Fausto Podda  : << Ma non saranno tutte cazzate queste notizie? Messe ad arte per farci girare le palle? Non ci credo che i Britannici siano così stronzi, fosse successo in Italia ci avrei creduto di più.>>


  da http://www.tempi.it/ tramite  oknews  di virgilio consultato  2\8\2013






Agosto 1, 2013 Elisabetta Longo
Per errore, la signora Waldock ha dato a un alunno una fetta di prosciutto. Dopo le lamentele dei genitori, viene cacciata






Undici anni di servizio non sono serviti a Alison Waldock per evitare essere licenziata in tronco. La signora, 51 anni, responsabile della mensa scolastica della scuola elementare di Edith-Cambridge, ha per errore servito carne di maiale a uno studente musulmano. La svista le è costato il posto di lavoro.
CARNE SBAGLIATA. La signora Waldock, infatti, ha messo nel piatto di un bambino di sette anni una fetta di prosciutto arrosto affumicato, dopo che il piccolo l’aveva indicato e scelto dal carrello delle pietanze. La preside della scuola, in mensa per le consuete operazioni di controllo degli studenti, ha casualmente visto che nel piatto del bambino c’era un alimento vietato dalla sua religione, ed è intervenuta. Quindi di fatto il bambino non ha contravvenuto a nessuna regola, semplicemente la signora Waldock ha avuto una svista. Notare questo, però, non è bastato alla preside, che ha preso urgenti provvedimenti nei confronti della donna.
TANTE ESIGENZE. «Ero assolutamente in buona fede, sono solo stata distratta. È stato un semplice errore, e sono ancora arrabbiata per averlo fatto. Hanno sempre apprezzato il mio lavoro, quindi sono rimasta stupita della severità con cui le dirigenze hanno agito», ha spiegato la donna al Daily Mail.
La scuola elementare in cui è successo il fatto ha una percentuale di alunni appartenenti a minoranze etniche al di sopra della media. Di questi, una quarantina ha esigenze alimentari, di intolleranze, religiose o di tipo allergico, quindi si può intuire che sia molto facile, per il personale addetto, sbagliare nella somministrazione del cibo.
REAZIONE TROPPO DURA. I genitori dello studente si sono lamentati con la scuola per l’atteggiamento della signora Waldock, che ha provveduto alla sua rimozione. L’associazione Muslims4UK ha cercato di difendere la donna, spiegando che la maggior parte dei genitori musulmani si dimostrerebbe, invece, comprensivo nei confronti dell’addetta della mensa.



Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...