Ma questi coglioni xenofobi lo sanno cosa significa il natale ? conoscono il vangelo ? lo sanno che quest'anno c'è il giubileo della misericordia ? da questo fatto di cronaca sembrerebbe di no . Ma soprattutto sono degli incoerenti e degli imbecilli , visto che quando qualcuno applica quello che loro dicono aiutali tu o portali a casa tua , ecc . Mi fermo qui perchè è inutile parlare con delle teste vuote o pieno di ... segatura e odio , dimenticandosi che ciò che loro ( immigrati ) sono noi ( non solo chi emigrò in Europa , Americhe , Oceania , ma dal sud a nord d'italia permettendo il bonm economico degli anni 60\70 ) eravamo e degli insulti che abbiamo patito .
L'inizio della a vicenda
Rinuncia al regalo di Natale per aiutare i bambini africani
Rinuncia al regalo di Natale per aiutare i bambini africani
Il 13enne ha deciso di devolvere la paghetta ad Amref e sta promuovendo una raccolta di fondi in classe
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Rinuncia al regalo per aiutare Amref e i bimbi africani, insultato su Facebook
Era un bel gesto, nello spirito del Natale. E invece è un coro di "Prima i bambini italiani" e insinuazioni su chi aiuta il prossimodi Anna Ghezzi
18 dicembre 2015
BRONI. Ha rinunciato al suo regalo di Natale, una canna da pesca, per donare i suoi soldi, 150 euro, ad un’associazione di volontariato e adesso sta promuovendo nella sua classe, la seconda B delle medie Contardo Ferrini, una raccolta fondi per aiutare un compagno appena arrivato dal Camerun. Ma davanti al gesto sincero e semplice di Pietro Busi, 13 anni, il famigerato "popolo dei social network" ha deciso che la risposta da dare era quella dell'insulto. Al grido di "Prima gli Italiani".
La storia. Nei giorni scorsi, il ragazzo si è presentato al banchetto allestito in piazza Garibaldi dal Gruppo amici di Amref, un’associazione benefica che sostiene progetti di sviluppo in Africa, per consegnare una busta contenente la sua offerta. «In quinta elementare – spiega Pietro – avevamo fatto un progetto insieme ad Amref, che prevedeva lo scambio di disegni con alcune scuole del Kenya. Mi ha colpito molto questa cosa e allora ho deciso di dare i miei soldi ad Amref. Ho già iniziato la raccolta anche per l’anno prossimo».
Un segno di altruismo «bello in un periodo di razzismo e di violenza», sottolinea la mamma, un bel racconto di Natale. Guastato dalle polemiche. "Bravo ragazzo molto di buon cuore, ma quei soldi forse non arriveranno in Africa e se arrivano dopo quel bambino che aiuti fra 20 anni te lo ritrovi qua dietro la porta per dagli da mangiare e dormire" scrive sulla pagina Facebook della Provincia Pavese Maria M. Non lesina punti esclamativi Moira F.: "Con tutti i soldi in beneficenza che da anni e anni vengono donati da noi comuni mortali ai bambini africani mi domando come sia possibile che mai e poi mai sia stata pubblicata la storia di un solo bimbo africano che ce l'ha fatta grazie a questi aiuti....mentre si continuano a chiedere soldi!!! Io direi che siamo stufi di questa strumentalizzazione mediatica!!!!". C’è chi su Facebook scrive bravo, ma che «prima vanno aiutati i bambini italiani» (Giuseppe L. o Massimo U.); c’è chi tira in ballo il Vaticano (Viviana V.), o le onlus: «i contributi si perdono in pubblicità e spese di gestione» (Gabriele B.); e chi punta il dito contro la famiglia: «Sicuramente hai genitori del Pd».
Fortunatamente non c'è solo cattiveria, nei commenti. "Bravo Pietro, cerca di rimanere sempre una brava persona" scrive Enrico R. mentre Giusy V. Attacca chi non è mai contento e insulta e si lamenta sempre, a prescindere, che si aiutino gli animali, gli italiani, gli stranieri, i bambini, gli adulti. C'è chi attacca i commentatori mai contenti, come Luigina: "Che delusione! E poi vogliamo che i nostri giovani crescano con buoni principi! Quanta pochezza e che delusione! Grande Pietro,vai avanti così! Non ti curar di lor ma guarda e passa!".
«Mio figlio Pietro non ha fatto quel gesto per fare parlare di sé, ma perché ci crede – spiega la mamma Giusy Vinzoni – Probabilmente se non fossero apparsi quei commenti sui social network, la notizia avrebbe avuto rilevanza solo in ambito locale. Così è diventata un caso nazionale e mi fa piacere aver ricevuto dai bronesi e da persone che non conosco degli attestati di stima. Siamo una famiglia aperta, tollerante, e abbiamo trasmesso questi valori anche a Pietro. Il suo gesto è dettato dal cuore. Vista la situazione del mondo in questo momento, lacerato da odio e divisioni, è un segnale di speranza che viene dalle giovani generazioni». Addirittura un commerciante di Broni, specializzato nel settore, si era offerto di cercare una canna da pesca, quella a cui Pietro avrebbe rinunciato per donare i suoi risparmi ad Amref: «Provvederà Babbo Natale – ha risposto la mamma – Ma ringrazio di cuore quel negoziante». Anche Amref, attraverso Guglielmo Micucci, direttore della sezione italiana, ha espresso stima e vicinanza per Pietro.E noi della Provincia Pavese speriamo che Pietro non si lasci scoraggiare.
(ha collaborato Franco Scabrosetti)
18 dicembre 2015
BRONI. Ha rinunciato al suo regalo di Natale, una canna da pesca, per donare i suoi soldi, 150 euro, ad un’associazione di volontariato e adesso sta promuovendo nella sua classe, la seconda B delle medie Contardo Ferrini, una raccolta fondi per aiutare un compagno appena arrivato dal Camerun. Ma davanti al gesto sincero e semplice di Pietro Busi, 13 anni, il famigerato "popolo dei social network" ha deciso che la risposta da dare era quella dell'insulto. Al grido di "Prima gli Italiani".
La storia. Nei giorni scorsi, il ragazzo si è presentato al banchetto allestito in piazza Garibaldi dal Gruppo amici di Amref, un’associazione benefica che sostiene progetti di sviluppo in Africa, per consegnare una busta contenente la sua offerta. «In quinta elementare – spiega Pietro – avevamo fatto un progetto insieme ad Amref, che prevedeva lo scambio di disegni con alcune scuole del Kenya. Mi ha colpito molto questa cosa e allora ho deciso di dare i miei soldi ad Amref. Ho già iniziato la raccolta anche per l’anno prossimo».
Un segno di altruismo «bello in un periodo di razzismo e di violenza», sottolinea la mamma, un bel racconto di Natale. Guastato dalle polemiche. "Bravo ragazzo molto di buon cuore, ma quei soldi forse non arriveranno in Africa e se arrivano dopo quel bambino che aiuti fra 20 anni te lo ritrovi qua dietro la porta per dagli da mangiare e dormire" scrive sulla pagina Facebook della Provincia Pavese Maria M. Non lesina punti esclamativi Moira F.: "Con tutti i soldi in beneficenza che da anni e anni vengono donati da noi comuni mortali ai bambini africani mi domando come sia possibile che mai e poi mai sia stata pubblicata la storia di un solo bimbo africano che ce l'ha fatta grazie a questi aiuti....mentre si continuano a chiedere soldi!!! Io direi che siamo stufi di questa strumentalizzazione mediatica!!!!". C’è chi su Facebook scrive bravo, ma che «prima vanno aiutati i bambini italiani» (Giuseppe L. o Massimo U.); c’è chi tira in ballo il Vaticano (Viviana V.), o le onlus: «i contributi si perdono in pubblicità e spese di gestione» (Gabriele B.); e chi punta il dito contro la famiglia: «Sicuramente hai genitori del Pd».
Fortunatamente non c'è solo cattiveria, nei commenti. "Bravo Pietro, cerca di rimanere sempre una brava persona" scrive Enrico R. mentre Giusy V. Attacca chi non è mai contento e insulta e si lamenta sempre, a prescindere, che si aiutino gli animali, gli italiani, gli stranieri, i bambini, gli adulti. C'è chi attacca i commentatori mai contenti, come Luigina: "Che delusione! E poi vogliamo che i nostri giovani crescano con buoni principi! Quanta pochezza e che delusione! Grande Pietro,vai avanti così! Non ti curar di lor ma guarda e passa!".
«Mio figlio Pietro non ha fatto quel gesto per fare parlare di sé, ma perché ci crede – spiega la mamma Giusy Vinzoni – Probabilmente se non fossero apparsi quei commenti sui social network, la notizia avrebbe avuto rilevanza solo in ambito locale. Così è diventata un caso nazionale e mi fa piacere aver ricevuto dai bronesi e da persone che non conosco degli attestati di stima. Siamo una famiglia aperta, tollerante, e abbiamo trasmesso questi valori anche a Pietro. Il suo gesto è dettato dal cuore. Vista la situazione del mondo in questo momento, lacerato da odio e divisioni, è un segnale di speranza che viene dalle giovani generazioni». Addirittura un commerciante di Broni, specializzato nel settore, si era offerto di cercare una canna da pesca, quella a cui Pietro avrebbe rinunciato per donare i suoi risparmi ad Amref: «Provvederà Babbo Natale – ha risposto la mamma – Ma ringrazio di cuore quel negoziante». Anche Amref, attraverso Guglielmo Micucci, direttore della sezione italiana, ha espresso stima e vicinanza per Pietro.E noi della Provincia Pavese speriamo che Pietro non si lasci scoraggiare.
(ha collaborato Franco Scabrosetti)