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21.7.22

I carabinieri in alta uniforme salutano l’unione civile tra Claudia ed Elena, vicebrigadiere a Roma Elena e Claudia hanno detto il loro sì a Cefalù, provincia di Palermo


  colonna  sonora 
Hallelujah -  Jeff Buckley
L'AMORE MERITA- Simonetta Spiri, Greta, Verdiana e Roberta Pompa

 IL paese reale è ( anche se non completamente visto che ancora non c'è il matrimonio lgbt , e le unioni non valgono cioè i contraenti non hano gli stessi diritti di chi contrae matrimonio ) è più avanti della imbelle classe politica . Infatti : << .... Lo Stato maggiore della Difesa ha imposto già dal 2017 le linee guida sulle celebrazioni dei militari anche dello stesso sesso", spiega l'avvocato cagliaritano Giorgio Carta, "e l'Arma si è dimostrata più avanti di altre istituzioni: il matrimonio tra persone dello stesso sesso nn è un tabù ....  segue  su YouTG.NET - Picchetto d'onore (e colpo di sciabola) per il matrimonio della carabiniera con la sua sposa >>. E storie come quella riportata sotto presa da https://www.fanpage.it/ del 20\7\2022 sembrano dimostrarlo

Elena, vicebrigadiere del servizio radiomobile Cassia di Roma, si è unita civilmente all'imprenditrice Claudia. Il 18 luglio scorso hanno pronunciato il loro sì a Cefalù, provincia di Palermo. Per festeggiare
le due donne, i colleghi carabinieri di Elena hanno fatto un picchetto d'onore in alta uniforme. Al passaggio di Claudia ed Elena i carabinieri si sono messi sull'attenti e hanno fatto un colpo di sciabola. Tantissimi i commenti e le congratulazioni pubblicate sotto i video della cerimonia postati su Facebook. "Che belle che siete! Tanti auguri", ha scritto per esempio Anna. "Un'emozione unica e indescrivibile", ha detto Francesco. "Augurio di ogni bene futuro ‘piccola' Claudia nel cuore", le congratulazioni di Maurizio.





I carabinieri sull'attenti all'arrivo del vicebrigadiere Elena All'arrivo del vicebrigadiere, si vede nei video della cerimonia, i militari si sono messi sull'attenti sulle note del tema ‘Gabriel's Oboe' di Mission, composto da Ennio Morricone. Elena indossava l'alta uniforme dei carabinieri, mentre Claudia indossava il tradizionale abito bianco. Quest'ultima ha fatto il suo ingresso sulle note di ‘Hallelujah', il famoso
brano del cantautore Leonard Cohen.La prima unione civile gay nell'Arma La prima unione civile tra un carabiniere e il suo compagno è stata quella tra Paolo e Nunzio. La cerimonia è stata celebrata nel 2018 a San Rufo, un piccolo paesino del Vallo di Adriano. Il militare lavora nella compagnia di Castellammare di Stabia e, come Elena, anche lui ha indossato l'alta uniforma da carabiniere per pronunciare il sì insieme al suo compagno e attuale marito.


e da repubblica

Elena Mangialardo è vicebrigadiere del nucleo radiomobile della compagnia Cassia: si è unita con l'imprenditrice romana Claudia De Dilectis

Camminano sottobraccio sotto il ponte di sciabole deimilitari in alta uniforme. Lei, Elena Mangialardo, vicebrigadiere del nucleo radiomobile della compagnia Cassia, indossa l’alta uniforme dei carabinieri, la moglie Claudia
De Dilectis, imprenditrice romana che lavora al Pam, in abito bianco. Scene da un matrimonio. Le due donne si sono dette “si” il 18 luglio scorso a Cefalù, in Sicilia. IL momento
del “si” è stato accompagnato dalle note di Gabriel's Oboe di Ennio Morricone, dopo il passaggio sotto un ponte di sciabole dei carabinieri invitati al matrimonio che hanno atteso il loro passaggio mano nella mano. Una passione sbocciata a Cefalù, la città natale di Mangialardo: otto anni fa l’inizio della relazione, che il 18 luglio è stata ufficializzata con il matrimonio.

concludo  non solo augurando   ogni bene  alla  coppia  ma  anche    con  la stessa  domanda    che   si  pone  il  sito https://www.youtg.net/ (    trovate  il link  all'articolo nele riche  precedenti ) 




Non è mancato nemmeno un gesto che di recente è finito al centro delle polemiche: il colpetto di sciabola sul sedere della sposa, mentre si inchina a raccogliere il cappello dello sposo (in questo caso sempre sposa era) che un collega ha provveduto a far cadere poco prima. "Una pratica maschilista che va abolita", ha dichiarato l'avvocato Carmen Posillipo, matrimonialista del foro casertano di Santa Maria Capua Vetere, già nota per le sue battaglie in favore del rispetto delle donne.E proprio in risposta all'avvocato la pagina Facebook "Puntato, l'app degli operatori di polizia" ha pubblicato il video del matrimonio [lo  trovate  sopra  ] tutto al femminile tra la vicebrigadiera e l'imprenditrice: "Ma il gesto è maschilista anche se sono Due Donne a farlo? Arma dei Carabinieri al passo con i tempi, giustamente riconosce il diritto di amare", si legge nel testo a corredo, "Ma ora verrebbe da chiedere a quel famoso avvocato che contestava il colpo di sciabola come gesto maschilista, e se sono 2 donne a fare questo gesto?", è la domanda provocatoria. 


con  questo  è  tutto    alla  prossima   “Sperando  che tali matrimoni  ( in  realtà unioni  civili    )  sia solo un monito per tutti ad avere il coraggio di amare. e  che  diventi    normale  e  non  slo  un  fattom eccezionale .  M'auguro che tutto ciò possa servire a far vedere semplicemente la forza dell’amore nonostante tutto” questa la “chiamata al coraggio” delle due ragazze.

8.10.15

le unioni civili ? un attentato alla famiglia , l'educazione sessuale in classe ? fa diventare gay i bambini , tutte l bufale della destra e non solo ultra cattolica che si oppone ma non propone altri metodi ai tentativi di superare sessismo e omofobia




colonna sonora
Stefano Guzzetti. The road to you

Dire ai piccoli che i cuori di maschi e femmine sono uguali diventa "insegnare a toccarsi" Un fenomeno carsico fino all'inizio del 2014\2015 e poi esploso con l'ultimo Family Day . Infatti  su  repubblica del 1\10\2015  

di maria novella de  luca

I LIBRI all'indice a Venezia e la campagna contro le unioni civili. Le "scuole di Dio" di Staggia Senese e i manifesti che minacciano la "compravendita dei bambini" nelle strade di Roma. La famiglia naturale contro "l'omosessualismo", i comuni della Lega che in Lombardia si proclamano de-genderizzati e gli appelli su WhatsApp delle mamme di Brindisi per difendersi dal "genter" pronunciato con la T al posto della D... Le delegazioni di genitori che chiedono ai dirigenti scolastici di proteggere i loro figli dalla "contaminazione" gay, i filmati dei gruppi pro-life che annunciano un'apocalisse dei costumi, l'assessore veneto alle Pari opportunità Elena Donazzan che si scaglia contro i libretti delle giustificazioni perché, ormai da anni, non c'è più la parola mamma o papà.
C'è un vento che soffia al contrario in Italia, in questo autunno, a poche settimane dall'approvazione, forse, del testo sulle unioni civili al Senato, mentre si fa sempre più urgente la legge contro l'omofobia, e nelle scuole, seppure timidamente, si inizia a parlare di parità tra i sessi e di "prevenzione della violenza di genere". Genere appunto, e non Gender, parola, anzi bandiera, dietro alla quale in una nuova crociata, sempre più capillare e pervasiva, si affratellano ogni giorno più forti i gruppi della destra cattolica e della destra estrema. Una vera e propria "fabbrica del pregiudizio". Nella quale si aggrega quella galassia rinvigorita dal successo del Family Day del giugno scorso, oggi decisa ad affossare ogni apertura verso le unioni omosessuali, ma anche verso quei nuovi linguaggi, suggeriti dall'Europa e dall'Oms, che dovrebbero insegnare ai bambini il rispetto tra maschi e femmine, radice della prevenzione di omofobia e femminicidi. «Ma le unioni civili andranno in aula il 15 ottobre - assicura la relatrice Monica Cirinnà - e approveremo il testo subito dopo la legge di Bilancio. La campagna anti-Gender non ci tocca ».
C'è forse una data di nascita della "fabbrica del pregiudizio", che si può far risalire all'inizio del 2014, quando lo sparuto ma agguerritissimo gruppo cattolico Giuristi per la vita, fondato dall'avvocato Gianfranco Amato, inizia una battente campagna di boiocottaggio degli opuscoli anti-omofobia commissionati dall'Ufficio antidiscriminazioni del ministero per le Pari opportunità, all'Istituto Beck di Roma. Libretti destinati agli insegnanti, in cui per la prima volta si parla di nuove famiglie, di differenza tra genere (nascere maschi o femmine) e identità di genere (sentirsi maschi o femmine al di là della propria anatomia).
In realtà si tratta di testi accurati e scientifici, privi di ogni propaganda, ma sulla Rete inizia un vero tam-tam dove per la prima volta appare la parola Gender, attorno alla quale si coalizzano le sigle ultrà. Il messaggio è: attenti, dietro questa parola si nasconde la spinta a far diventare i vostri figli gay, cadranno le differenze tra maschi e femmine, a scuola verrà insegnata la masturbazione ai bambini.
Evidente la mistificazione, eppure la campagna appoggiata anche dal cardinal Bagnasco convince il ministro Giannini (che offre spiegazioni confuse) a ritirare i libretti. Il termine Gender inizia a circolare nel ramificato mondo dei siti pro-life: dalla Croce di Adinolfi a Tempi, dal Sussidiario a La Nuova Bussola Quotidiana, Manif pour tous, Pro-Vita. Negli stessi mesi, molte associazioni e gruppi che nelle scuole portano avanti il progetto Educare alle differenze destinato a insegnati e presidi denunciano attacchi violenti e boicottaggi. A cominciare dall'associazione Scosse, fondata da Monica Pasquino, che par- la di una vera e propria campagna diffamatoria. Il movimento anti-gender in poche settimana raccoglie più di centomila firme, e le invia al Miur chiedendo di fermare "chi insegna la teoria Gender"… Ricorda Federica M, maestra di scuola primaria della capitale: «Per mesi avevamo avuto incontri tranquilli e proficui con insegnanti e genitori, poi un pomeriggio ci siamo trovati davanti alla scuola un gruppo di pazzi che ci gridavano: " Siete froci e abortisti, viva la famiglia naturale". Abbiamo concluso il corso, ma con paura e disagio ».
Gender: la parola diventa popolare. Un ombrello sotto il quale si sommano le più diverse parole d'ordine, dalle campagne anti-aborto all'esaltazione della eterosessualità. Ma è contro l'approvazione alla Camera del disegno di legge Scalfarotto sull'omofobia che la "fabbrica del pregiudizio" si riaggrega. Ammette con amarezza Giuseppina La Delfa, presidente delle Famiglie Arcobaleno che riunisce le famiglie omogenitoriali: «Per noi e per i nostri figli la vita è diventata difficile. Soprattutto nelle regioni del Nord. Questi gruppi fanno terrorismo psicologico, e ormai presidi e insegnanti hanno paura anche di raccontare una fiaba diversa... Il ministero dell'Istruzione deve reagire: non è giusto che i nostri bambini vengano discriminati ». Se il fenomeno all'inizio del 2015 è ancora carsico in tutta Italia, è nel marzo che la questione riesplode. Il caso arriva da Trieste, dove i gruppi di genitori, subito sostenuti dal "movimento" anti Gender, contestano l'arrivo nelle scuole d'infanzia di un programma sull'educazione di genere, dal titolo "Il gioco del rispetto". Un vero e proprio kit per i più piccoli messo a punto da un gruppo di psicologi, dove si sollecitano i bambini a fare i giochi che preferiscono, senza pensare se siano da maschi o da femmina. Il gioco prevede anche che alla fine di una corsa i bambini e le bambine mettano la mano uno sul cuoricino dell'altro e dell'altra, per sentire che nonostante si sia di sesso diverso, i cuori battono tutti allo stesso modo. L'accusa lanciata dai Pro-Life è pesantissima quanto mistificatoria: «Negli asili di Trieste si insegna ai bambini a toccarsi...».
Ma è il 20 giugno 2015 che la "fabbrica del pregiudizio" trova la sua apoteosi, con il Family Day, organizzato dal Comitato Difendiamo i nostri figli e da tutta l'ultradestra cattolica. Al grido "Il Gender sterco del demonio", tra gli applausi dei neocatecumenali, il fantasma del Gender diventa un nemico in carne e ossa da abbattere in ogni modo, per salvare l'innocenza delle nuove generazioni. Ormai è una valanga, spesso grottesca. A luglio l'incauto sindaco di Venezia decide di ritirare da tutte le biblioteche scolastiche i famosi libri gender, delicate storie che raccontano oltre l'omogenitorialità anche adozioni e disabilità, guadagnandosi l'ironia dei giornali di mezzo mondo.
Però non basta. Il 14 settembre a Staggia Senese e a Schio è suonata la campanella delle prime "scuole di Dio". Ossia classi parentali, create da gruppi di genitori, ospitate nei locali delle parrocchie, per fuggire da scuole contaminate dal Gender. Come Dio comanda. Il comitato del Family Day gira l'Italia con conferenze a tappeto per raccogliere firme contro la legge sulle unioni civili. L'epicentro è tra Lombardia e Nordest: a Milano la Regione ospiterà dibattiti sulla "famiglia naturale" e sull'esaltazione dell'eterosessualità.

ed  è  sempre  dallo stesso giornale  un altro articolo interessante  che 


mette in evidenza   la mia posizione critica   verso  i  neo tecon   . . Esso mi  è  utole  a  spiegare  il perchè  li combatto   ovviamente senza  scendere  al loro  livello   d'insulti  ,  di  chiusura mentale 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...