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14.3.24

diario di bordo n 38 anno II ha trovato 141 milioni di lire non le puo covertire in euro , A 23 anni dalla macelleria della scuola Diaz la polizia fa lezione, insorgono gli studenti. "Fuori dalle nostre aule", La Roma licenzia dipendente per un video a luci rosse rubato da un calciatore, Assessora ha una relazione con il sindaco ed è costretta a dimettersi: Giulia Bandecchi chiede aiuto a Giorgia Meloni

fonti     www.msn.com/it ,  the  social post ,  ecc 

 

la  solita  situazione paradossale    italiana    rispetto al resto  degli altri paesi della Ue  

Il Messaggero
 4 ora/e

Trova 161 milioni di lire nella cassapanca della nonna a Sondrio, ma la Banca d’Italia non li converte più in euro
  



                               © Ansa

Un sogno diventato incubo. Trova 161 milioni, ma sono in lire e la Banca d’Italia non li converte in euro. È accaduto a un uomo, residente a Sondrio: qualche mese fa ha scoperto per caso il denaro chiuso in una vecchia cassapanca della nonna. I risparmi di una vita avrebbero potuto rappresentare una grande occasione, un colpo di fortuna di quelli che possono cambiare la vita. Ma, al momento, il signor Lorenzo impiegato precario in un call center, dovrà attendere e chissà se potrà mai ottenere la cifra.
Sì perché le lire non hanno più valore. Il signor Lorenzo immediatamente dopo aver trovato il denaro si è rivolto alla Banca d’Italia chiedendo informazioni su come poter convertire in euro la cifra e incassarla, ma la risposta è stata negativa. I 161 milioni di lire non possono essere convertiti in euro, e quindi non hanno alcun valore. L’uomo, però, non si è arreso e si è rivolto a Giustitalia, un’associazione che difende i consumatori, per intraprendere una battaglia legale e cercare di ottenere i suoi soldi. Come spiegano gli avvocati di Giustitalia che stanno seguendo la vicenda, Francesco Di Giovanni e Luigi De Rossi, quello del signor Lorenzo non è un caso isolato e la cifra ritrovata non è neppure tra le più alte: «Seguiamo tante battaglie. Riceviamo circa 30 richieste al giorno. Alcune somme sono molto ingenti, anche superiori a quella del signor Lorenzo. Il principio è che i risparmiatori non sono assolutamente tutelati dalle istituzioni. Questa situazione di vuoto normativo esiste solo in Italia. In tutti gli altri paesi dell’Unione europea, è possibile convertire denaro delle vecchie valute in qualunque momento, senza prescrizioni temporali».
Al momento in casi come questi ( Roma, pensionato trova 245 milioni di lire a casa del fratello morto ma non riesce a cambiarli: equivalgono a 126 mila euro ) esistono due filoni interpretativi. «Da una parte, come fa la Banca d’Italia, - raccontano gli avvocati - si fa riferimento alla prescrizione decennale che impedisce il cambio una volta trascorso questo tempo. E questo vale per qualunque titolo di credito: se il titolare è dormiente per dieci anni, perde il diritto di convertire la cifra in lire posseduta, nella valuta attuale. Dall’altra c’è il Codice civile, che all’articolo 2935 sancisce che la prescrizione decorre da quando un soggetto può far valere il suo diritto». In quest’ultimo caso, in pratica, una persona può chiedere di convertire il denaro ritrovato anche se sono trascorsi più di dieci anni, perché lo fa nel momento in cui li ha trovati. «La problematica – spiegano gli avvocati - è relativamente recente e l’ago della bilancia è proprio la decorrenza di questa prescrizione. Noi sosteniamo, in base al codice civile, che il diritto debba decorrere dal momento in cui il soggetto può farlo valere. Ad esempio dal momento del ritrovamento». Coloro che, come il signor Lorenzo, decidono di intraprendere una causa civile di solito lo fanno perché si tratta di somme importanti e quindi in qualche modo vale la pena tentare. Ma i tempi non sono brevi: «Una causa civile può durare anche due anni e al momento non c’è alcuna certezza perché non ci sono state né sentenze contro, né a favore».

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che intelligentoni i dirigenti scolastici della #scuoladiazdiGenova . non lo sanno che quello che è successo ( la #macelleriamessicana nel luglio del 2001 ) nella scuola è una ferita ancora aperta e che la reazione degli studenti era prevvedibile

A 23 anni dalla scuola Diaz la polizia fa lezione, insorgono gli studenti. "Fuori dalle nostre aule"

quotidiano.net   
Storia di GIOVANNI ROSSI
 • 19 ora/e 

A 23 anni dalla scuola Diaz la polizia fa lezione, insorgono gli studenti. "Fuori dalle nostre aule"© Fornito da Quotidiano.Net

Roma, 13 marzo 2024 – Quasi 23 anni dopo i drammatici pestaggi del G8, a Genova esplode un altro caso Diaz: senza violenze fisiche, ma dal forte portato evocativo. Gli studenti del collettivo Pertini si rivoltano contro il dirigente scolastico Alessandro Cavanna per l’ammissione della polizia a una giornata di orientamento lavorativo post maturità. Scelta che scatena la rabbia studentesca. Perché gli ambienti della Diaz restano gli stessi insanguinati dalla "macelleria messicana" evocata dal vice questore Michelangelo Fournier nel processo seguito alla brutale repressione su attivisti e operatori media del Genoa Social Forum (63 dei quali ricoverati in ospedale con lesioni anche gravissime) nella drammatica notte del 21 luglio 2001.
“Fuori la polizia dalla Diaz", recita il cartello appeso ai cancelli dell’Istituto comprensivo Diaz-Pertini-Pascoli (e subito rimosso). Gli studenti spiegano che la propria iniziativa è "per la libertà di espressione, contro la militarizzazione delle scuole". "Dopo le cariche della polizia contro gli studenti di Pisa, Firenze e Napoli – prosegue il volantino –, rifiutiamo che la polizia, proprio in una scuola simbolica come la nostra, possa venire a fare lezione, come se niente fosse". "Le divise danno i numeri, diamo i numeri alle divise, fuori la polizia dalla Diaz", punge un altro striscione finalizzato al controllo civico degli agenti in piazza. E subito i ricordi della città corrono alla sciagurata irruzione alla Diaz di 346 poliziotti (supportati da 149 carabinieri) il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. Le condanne confermate in Cassazione ad alti dirigenti di polizia, anche per la "consapevole preordinazione di un falso quadro accusatorio" che giustificasse il blitz, sigillano una vicenda che, secondo la Suprema corte, "ha gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero".

Con simili premesse, non era difficile ipotizzare una rivolta dei ragazzi, tanto più in una stagione di crescente ritorno alle manifestazioni di piazza e all’impegno sui grandi temi internazionali. Pur nel rispetto del "dissenso", la dirigenza scolastica prova a ridimensionare i fatti, addirittura accusando gli studenti di scarso tempismo. Il presidente si dice infatti "sorpreso", perché i ragazzi sarebbero stati "informati diversi giorni fa dell’incontro e delle modalità, avrebbero potuto parlarmi prima e avanzare eventuali lamentele". In ogni caso, "nessun poliziotto è arrivato a scuola a fare lezione – puntualizza il dirigente scolastico –: durante la giornata sono stati allestiti alcuni spazi per raccontare diverse professioni, la carriera nelle forze dell’ordine era una di queste ma non c’erano agenti presenti". Solo due formatori in abiti civili.
Il collettivo Pertini reagisce comunicando obiettivi che vanno oltre la vicenda: "Vogliamo promuovere un’educazione mirata alla valorizzazione degli ambienti scolastici come luoghi di pace e accoglienza, dove poter coltivare un pensiero critico che ci consenta di mettere in discussione ciò che viene proposto dalle istituzioni". E subito arriva la solidarietà della Rete studentesca: "Noi comprendiamo l’azione degli studenti e delle studentesse del Pertini e la supportiamo nella misura in cui fa prendere coscienza delle violenze da parte dello Stato su quei cittadini e quelle cittadine che dovrebbe avere il primario scopo di tutelare". Inevitabile, nel contesto evocato, anche il richiamo agli incidenti di Pisa "in cui studenti e studentesse privi e prive di qualsivoglia intento violento hanno ricevuto ingiustamente e smodatamente le cariche delle forze di polizia".

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revenge  porn o non revenge  porn     qui  si  è messo, almeno allo stato attiuale dei fatti  ,     alla   gogna  una  ragazza .  E  come  al solito  a  pagare  non è l'uomo    che  avrebbe  commesso  tale  reato ma  la  vittima  , la  donna  in questo  caso  

La Roma licenzia dipendente per un video a luci rosse rubato da un calciatore  14/03/2024 12:39


Il mondo al contrario: un club sportivo (e non uno qualunque) licenzia una dipendente vittima di revenge porn. Al momento, la faccenda appare piuttosto controversa ma, in estrema sintesi, i fatti sarebbe andati proprio così.
L’As Roma licenzia vittima di reveng pornProprio così: il club sportivo è proprio quello della 

Roma
. Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, la vittima , una donna di 30 anni, sarebbe stata allontanata dopo che un proprio video intimo sarebbe stato sottratto dal suo telefonino da parte di un giocatore della Primavera e diffuso tra i compagni e lo staff. La società, piuttosto che schierarsi dalla parte della sua dipendente, avrebbe preferito licenziarla adducendo come motivazione quella di «incompatibilità ambientale».Il video a luci rosse sarebbe stato sottratto dal cellulare della dipendente da parte di un giocatore della Primavera, a  
cui la donna aveva prestato lo smartphone per una chiamata al suo agente. Il filmato, nel quale lei è ritratta in atteggiamenti intimi insieme al proprio compagno, è stato poi diffuso dal giovane calciatore al resto della squadra, per poi raggiungere dirigenti, staff e altri dipendenti. Nelle chat interne e sui social sarebbero apparsi anche commenti a sfondo sessuale, che hanno reso la donna a tutti gli effetti vittima di revenge porn.

Il licenziamento
Il fatto si è verificato lo scorso autunno e l’allontanamento della donna è avvenuto nel mese di novembre, quindi prima dell’enorme ondata di licenziamenti che ci sono stati a Trigoria nel periodo successivo. Nella lettera di licenziamento inviata da Lorenzo Vitali, legale dei Friedkin, si evidenzia che la diffusione del video ha compromesso la possibilità di mantenere un ambiente di lavoro sereno, proprio a causa della visione del filmato da parte di molti componenti dello staff e dei giocatori dell’A.S. Roma. La donna è stata subito allontanata dal centro sportivo, con la società che ha evitato di commentare la vicenda.
Il retroscena
Sempre secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano, sarebbe arrivata anche l’ammissione del calciatore, che in una riunione avrebbe confessato in lacrime di aver sottratto il video dal cellulare della donna. L’ex dipendente si è rivolta a un legale, Francesco Bronzini, che sta provando a negoziare un reintregro della sua assistita in società, contestando anche il fatto che il calciatore non avrebbe ricevuto alcun tipo di sanzione. Una vicenda destinata a fare rumore.

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  Invece  di    fare  interrogazioni    a destra e manca     dovevi pensarci   prima  di  candidarti    se  sapevi  che  c'è queto regolamento  eticamente  discutibile  . 


Assessora ha una relazione con il sindaco ed è costretta a dimettersi: Giulia Bandecchi chiede aiuto a Giorgia Meloni


Il sindaco di Terricciola ha una relazione e una figlia con l’assessora. Niente di strano fin qui. Per lo statuto statuto del piccolo Comune toscano però, non è consentito. Così Giulia Bandecchi, compagna di Mirko Bini, è costretta a dimettersi. Il caso è stato innescato da un esposto dell'opposizione. Per l'articolo 49 dello statuto «non possono contemporaneamente far parte della Giunta comunale ascendenti e discendenti, fratelli, coniugi, affini di primo grado, adottandi e adottati». Per questo, l'assessora (legata al PD) si è rivolta con una lettera a Giorgia Meloni chiedendole di intervenire. «Difenda le donne e le mamme in politica», avrebbe scritto.
Il caso è cominciato con un’interrogazione parlamentare (poi ritirata), presentata al ministero dell’Interno dall’onorevole di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, che aveva ricevuto segnalazione dai  consiglieri comunali di opposizione della lista “Terricciola sicura”. L’assessora con delega all’urbanistica e ai lavori pubblici ha presentato le dimissioni e nella prossima seduta del consiglio il sindaco dovrà nominare un altro assessore, una donna, riporta La Nazione. «Nel settembre 2023 – spiegano dalla lista di opposizione Terricciola SiCura – abbiamo presentato una istanza al Prefetto riguardante la presunta violazione dello Statuto comunale e del Testo Unico degli Enti Locali relativa alla composizione della giunta comunale di Terricciola, che include due persone conviventi. Attualmente nessuna interrogazione è in discussione presso la Camera dei deputati».



20.12.21

Giacomo Rossi ha 31 anni e difende la porta dell'Ads Geotermica di Larderello (Pisa) in prima categoria batte l'imbattibilità di Gigi Buffon

   da   https://firenze.repubblica.it/sport/2021/12/20/


C'è un sussurro nel silenzio di Larderello, una frazione del comune di Pomarance in provincia di Pisa. Campo di calcio di Prima Categoria, dove la capolista Geotermica sta affrontando Caldana. Giacomo Rossi, 30 anni, sta difendendo i pali della squadra di casa. Dalle sue parti arrivano pochi tiri, merito della difesa e in generale dei suoi
compagni. Che attaccano, tengono il pallone lontano dalla loro area di rigore. Da questa posizione un portiere portiere può osservare tutti i movimenti dalla distanza. "Giacomo, manca poco ormai". "Ancora due minuti". "Ok, ce l'hai fatta", la cronaca in diretta di un dirigente che si era appostato proprio dietro la sua porta. Giusto un attimo, quello che ha diviso il portiere dei dilettanti da una leggenda del calcio italiano: Gianluigi Buffon. 990 minuti senza mai prendere un gol, ovvero 11 partite di fila nelle quali Geotermica ha messo in serie nove vittorie e due pareggi. E' Rossi il portiere imbattibile d'Italia. Certo, siamo in altre categorie e il paragone non può reggere. Ma i numeri non mentono. Buffon, con la maglia della Juventus, nella stagione 2015/16 si era fermato a 973 minuti di imbattibilità in Serie A. Prima di lui un altro Rossi, Sebastiano, che nel 1993/94 col Milan era arrivato a 929'.

Quando gli dicono del record, sognato per settimane, si distrae soltanto un attimo per realizzare. La gara termina 4-0 e lo speaker annuncia: "Complimenti al nostro portiere che supera il record di un certo Buffon". Non ci credeva, Giacomo. Ma era soltanto l'inizio della festa. "Sono piccole grandi soddisfazioni ma il merito non è soltanto mio - ripete con grande umiltà questo ragazzo che anche stamattina, come gli altri giorni della settimana che non siano la domenica, è in giro per lavoro - faccio il corriere e sto consegnando pacchi anche adesso". Un corriere nella vita, un record man tra i pali.

"All'inizio non ci pensavamo nemmeno, andavano in campo per vincere ma poi abbiamo iniziato a prendere atto che non subivamo gol - racconta Rossi - col passare delle partite lo score aumentava e iniziava a diffondersi la notizia. Ci abbiamo preso gusto e così il gruppo è sceso in campo ancor più forte. La nostra è una squadra costruita per vincere. Anche nell'ultima partita, zero tiri in porta da parte degli avversari". Uno squadrone, insomma. Certo, l'accostamento con Buffon mette un po' i brividi. "Non ho mai avuto l'onore di conoscerlo e certo, mi farebbe molto piacere incontrarlo. Non capita tutti i giorni - continua Rossi - ma non credo si interessi a noi, alla nostra squadra". E' consapevole che tutto, nella vita, scorre senza interruzione. E un giorno anche il suo record non resisterà più. "E' una vita che gioco a calcio, sempre in queste categorie. Mi diverto. Conta questo". Ha un pensiero anche per il suo allenatore, Claudio Ballerini. "Dico sempre che non è un mister ma un amico, ed è fondamentale in queste categorie un rapporto così tra giocatori, allenatore e società. Siamo tutti una famiglia". Rossi avrà ripensato anche ai suoi inizi nella squadra del suo paese, Guasticce. A 16 anni arriva in prima squadra, ragazzino in mezzo a tanti più esperti. Non lascia più la sua porta, gira la Toscana sempre tra Promozione e Prima Categoria. E il segreto, è semplice: "Fare il portiere in una squadra che prende decine e decine di tiri è facile, puoi sempre metterti in mostra - racconta - ma in una che subisce pochissimi tiri come la nostra, è davvero difficile. Noi non andiamo in campo per non prendere gol ma per vincere la partita. Poi siamo più forti e riusciamo a non subire gol. Lavoriamo per un unico obiettivo, quello di vincere il campionato. Ci aiutiamo, ci sosteniamo. La squadra è davvero forte e il segreto è il gruppo. Poi certo, ci metto anche del mio: altrimenti che mi hanno preso a fare?", sorride in maniera autentica mentre aumenta il passo per un'altra consegna in giro per la provincia di Pisa. Quando ha superato il record di Gianluigi Buffon e Sebastiano Rossi, lo speaker del campo sportivo di Larderello (frazione del comune di Pomarance, provincia di Pisa) l'ha annunciato a tutti gli spettatori. E lui, tra i pali concentrato ed emozionato, ha pensato subito a quei due portieri che è riuscito ad eguagliare e poi superare. Si chiama Giacomo Rossi, ha 31 anni e gioca in Prima Categoria all'ASD Geotermica. La sua squadra è in testa dopo 11 giornate di campionato: 9 vittorie, 2 pareggi. E lo "zero" sotto la casella dei gol subiti.  Infatti Rossi, che durante la settimana lavora come corriere prima di infilarsi i guanti da portiere, non prende gol da 11 gare di fila. Ovvero 990 minuti totali. Meglio di Sebastiano Rossi (929 minuti di imbattibilità) e Gigi Buffon (973 minuti). Giacomo gioca in Prima Categoria, dunque tra i dilettanti. Ma quando si è tra i pali, conta difendere la porta. Difendere il risultato. Giocare di squadra. Non è un caso, allora, se il suo primo pensiero è stato rivolto proprio al resto della squadra. Perché conta il collettivo e tutti cercano di fare il meglio.  L'ASD Geotermica nasce nel 2005 dalla fusione fra il GS Serrazzano e l'AC Valdicecina. La squadra allenata da Claudio Ballerini guida il girone G della Prima Categoria, con quattro punti di vantaggio sull'inseguitrice Massa Valpiana. E da oggi può contare su un portiere dei record: Giacomo Rossi.

7.1.13

cori razzisti in serie A indignazione ma nessun fatto concreto come Milan-pro patria

Come volevasi dimostrare  il dubbio  espresso nel post precedente  riguardo  all'abbandono   dell'abbandono  dei giocatori    del milan e  della pro  patria  durante  l'incontro  , trova  conferma  da questo  fatto    e dalla mancanza  di proteste  e   solo  una  normale  indignazione .  Ma  perchjè  c... non passano  all'azione   invece  di  bla  ....  bla...   . Tutti a parole   lo condannano ma   quelli che  contano  sono  i fatti

unione  sarsda  Domenica 06 gennaio 2013 07:09

Pinilla condanna i cori contro il rossoblù
Anche Boateng solidale con Ibarbo

Pinilla condanna i cori contro il rossoblù Anche Boateng solidale con IbarboIL TWEET DI MAURICIO PINILLA
Ieri la punta rossoblù si era scagliata contro il pubblico via Twitter: "Non imparate niente...!!!". Poi sulla sconfitta decisa da un rigore inesistente commenta: "Ora basta c..." Oggi, anche il milanista ha solidarizzato con il giocatore del Cagliari.Il caso Boateng era destinato a far discutere, questo si sapeva. Certo non era prevedibile che cori razzisti si sarebbero sentiti già da stasera, allo stadio Olimpico nel corso di Lazio-Cagliari. Il rossoblù Mauricio Pinilla lo fa notare su Twitter. "Cori razzisti contro Ibarbo all'Olimpico...Non imparate niente...!!!" Poi l'attaccante retwitta un post di Skysport: "Buu razzisti nei confronti di Ibarbo, a breve un comunicato dello stadio. In caso non cessino probabile stop".
SULLA GARA ALL'OLIMPICO - Sono trascorsi pochi minuti dalla fine della sfida con la Lazio e Pinilla non ci pensa due volte a postare su Twitter poche parole: "BASTAAAAA C...."
OGGI ANCHE BOATENG su Twitter - "E' triste sentire questi cori razzisti due giorni dopo che noi abbiamo lasciato il campo dopo aver ricevuto simili insulti. Molto triste!!!". Con questo messaggio su Twitter il milanista Kevin Prince Boateng ha commentato gli ululati contro il colombiano del Cagliari Victor Ibarbo ieri nella partita con la Lazio.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...