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22.1.24

DIARIO DI BORDO N° 31 ANNO II Al minuto 33 di Udinese-Milan, e all’ennesimo urlulato razzista e verso della scimmia, il portiere rossonero Mike Maignan ha lasciato la propria porta, e si è diretto verso gli spogliatoi.,tennista ucraina di 16 anni stringe la mano alla rivale russa, il padre si scusa., dicono ch all'estero la Meloni non Sbagli un figurone con il caso Sgarbi


Al minuto 33 di Udinese-Milan, e all’ennesimo ululato razzista e verso della scimmia, il portiere rossonero Mike Maignan ha lasciato la propria porta, ha avvisato l’arbitro e si è diretto verso gli spogliatoi, deciso a non continuare a subire quella vergogna.
Insieme a lui, tutti i compagni di squadra, che hanno fatto l’unica cosa che ha senso fare di fronte a questi miserabili: fermarsi, togliergli il giocattolo, l’unica cosa che questi decerebrati indegni di essere chiamati tifosi capiscono. Poi i giocatori sono rientrati, la partita è proseguita, l’ha vinta in rimonta il Milan, ma mi auguro che venga comunque decisa a tavolino con lo 0-3 come da regolamento. Dovrebbe scattare in automatico. Ma soprattutto   come ho  detto  su  fb  : <<  NON SONO MILANISTA , MA STIMO MOLTISSIMO IL GESTO DEI LORO GIOCATORI . LO SO' SARA' COME RACCOGLIERE L'ACQIUA DELMARE CON UN CUCCHIAIO , MA E' MEGLIO DI NIENTE DEL SILENZIO E DELL'INDIFFERENZA . SE TUTTE LE SQUADRE I CALCIO A PRESCINDERE DALLA SERIE E DALLA CATEGORIA , LO FACESSERO TUTTE E LE SOCIETA' TRONCASSERRO RAPORTI CON CURVE E TIFOSI DEL GENERE SIMILI COSE NON SUCEDEREBBERO >>Altrimenti il coraggio di Maignan, le sue parole, resteranno,   come   al solito, al vento.
Grandissima presa di posizione di Maignan che dopo un primo avviso all'arbitro decide di lasciare il campo seguito da tutti i suoi compagni per gli ululati dei soliti mentecatti metaforicamete parlando che nel 2024 ancora non sono capaci di stare al mondo e cotivano ideologie idiote ormai superate e condannate dalla storias . Mi chiedo come

Francesco Gaglio
Allo Stadio vanno tutti, famiglie con bambini, tifosi veri che sostengono, e pure la feccia. Ci sono realtà dove la feccia si vede molto bene, si distingue con facilità. Peccato che resti quasi sempre impunita, oppure quando si colpisce lo si fa in modo generalizzato, senza senso. Ognuno è responsabile per se stesso. I cori razzisti sono solo la punta dell’iceberg. Le insegne e i saluti fascisti, sono il peggio del peggio, il fondo del barile. A pensarci non è che lo Stadio è un po’ lo specchio di tutto il Paese?


E come Marzullo mi sono dato la risposta : anche questo increscioso episodio, aggiunto ad altri eclatanti, indicano che la marea fascista e xenofoba che attraversa l'Italia e non solo, continui a montare inesorabile.Infatti Pur non avendo vissuto direttamente il periodo dell' avvento e crescita del fascismo,ma avendo vissuto in famiglia nella contrapposizione \ scontro nella famiglia paterna 8 mio padre e mio zio comunistri extraparlamentari e mio nonno e i miei prozii fascisti ) noto parecchi elementi di similitudine, non ultimo il tentativo sempre presente di minimizzare gli accadimenti . Infatti in post durissimo, su Instagram, per cercare di marcare una differenza rispetto al passato, quando gli episodi di razzismo negli stadi hanno portato tante parole e nessun fatto. È quanto fatto dal portiere del Milan Maignan, all’indomani dei cori razzisti subiti nella partita in casa dell’Udinese e alla sua clamorosa protesta (ha lasciato il campo, partita sospesa e poi ripresa dopo 5 minuti). Messaggio chiaro, con tanto di attribuzione di responsabilità: “Oggi è un intero sistema che deve assumersi le proprie responsabilità – ha scritto il numero uno rossonero – Gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell’anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell’Udinese – ha continuato – che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, sarai complice anche tu“.Poi l'ottimismo (di circostanza?): “È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”. Mike Maignan ha poi ricordato che “non è stato il giocatore ad essere stato aggredito. È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia. Questa non è la prima volta che mi succede – ha scritto – E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo fatto comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla”. E ancora: “L’ho già detto e se è il caso lo ripeto: non sono una vittima. E voglio dire grazie al mio club AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese – ha aggiunto – e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto in privato e in pubblico. Non posso rispondere a tutti ma vi vedo e siamo insieme”.
Da sottolineare, in tal senso, la presa di posizione ufficiale dell’Udinese Calcio, con una nota ufficiale sul proprio sito in cui la società si dichiara “profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione – ha scritto il club friulano – ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio”. L’Udinese “collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l’immediato chiarimento dell’accaduto, con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili”. Come Club “continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza“.



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Il gesto dopo il match ha scatenato polemiche in Ucraina «È stato un errore e se ne pente»: tennista ucraina di 16 anni stringe la mano alla rivale russa, il padre si scusa



Il padre della tennista ucraina Elizaveta Kotliar si è fatto avanti dopo che la figlia ha stretto la mano alla rivale russa Vlada Míncheva al termine di una partita agli Australian Open 2024, scatenando una valanga di critiche in Ucraina.
L'incontro, disputato sabato 20 gennaio, si è concluso con la vittoria della russa per 6-2 e 6-4, dopodiché le atlete si sono avvicinate alla rete e si sono strette la mano.
Tuttavia, secondo una dichiarazione rilasciata sabato dalla Federazione ucraina di tennis, che cita il padre dell'adolescente, Konstantin Kotliar, l'atleta ha compiuto il gesto «automaticamente».
«Liza ha solo 16 anni, non ha grandi esperienze di gioco in competizioni importanti come i tornei del Grande Slam», ha detto il padre. Che ha sottolineato: «È stato un errore di cui Liza si pente, non accadrà mai più».

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Dicono  che  all'estero la  Meloni non sbaglia  mai .  Infatti il  suo sottosegretario Vittorio  Sgarbi    finisce  sul  nytimes perchè è indagato   per  i caso della  tela  rubata (  qui  l'articolo originale   da  cui  ho  preso  la    foto  )  e il  governo tace . Un Figurone  proprio . 

Sgarbi ha sempre rivendicato una concezione “privatistica” dell’arte a favore di mercanti, collezionisti e antiquari, teorizzato regole e prassi diverse da quelle previste dalla legge sulla tutela e dal Codice dei beni culturali. Nel frattempo  stando alle inchieste

 

  • “Sgarbi cachet d’oro, 300mila euro in 9 mesi”. Il 24 ottobre 2023 il Fatto accende un faro sulle “attività parallele”, mai dichiarate, che il sottosegretario svolgeva tramite società del caposegreteria e della compagna. L’agcm, su richiesta del ministro Sangiuliano, apre un’istruttoria i cui esiti sono attesi entro il 14 febbraio. Ma Sgarbi continua: settimana scorsa era Conegliano, per 1.500 euro presenta il nuovo libro. A mezzanotte (da sottosegretario) si fa aprire Palazzo Sarcinelli per vedere un De Chirico.
  • IL GOVERNO arruola il celebre pasticcere Iginio Massari. Il ministro Francesco Lollobrigida ha annunciato che la legge che istituisce il riconoscimento di “Maestro dell’arte della Cucina Italiana”, premiando le eccellenze dell’enogastronomia, sarà soprannominata “legge Massari”. In più, il governo ha proposto al pasticcere di guidare la commissione che sarà incaricata di giudicare tecnicamente la qualità degli aspiranti “Maestri”
  •  L’inchiesta mette in luce un uso disinvolto degli uffici, con rimborsi e trasferte dubbi. Emergono favori ad artisti da cui riceve compensi, rapporti con finanziatori come il principe Antonio Pallavicino di Genova: il 2 gennaio Sgarbi fa una videodenuncia contro un progetto di ascensore sgradito al Principe e chiede la testa del soprintendente. Tre mesi dopo riceve da lui 54mila euro come “regalia”.
  • –È ancora un quadro il grimaldello su cui poggia l’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: debiti con l’agenzia delle Entrate (715mila ). I pm contestano a Sgarbi d’aver comprato un dipinto all’asta facendo figurare la fidanzata Sabrina Colle come acquirente e con denaro di terzi (Pallavicino).
  •  Da un’inchiesta del Fatto e Report a fine dicembre esplode la storia del dipinto rubato a Buriasco e riapparso in mostra a Lucca come “inedito” di proprietà di Sgarbi. Il sottosegretario è indagato per riciclaggio di beni culturali: si sospetta abbia esposto una copia anziché l’originale. Entrambe sono state sequestrate il 12 gennaio. Sono in corso accertamenti tecnici e perizie.
  •  Nel 2019 la Procura di Siracusa indaga su un giro di dipinti falsi messi in mostra da un impresario vicino a Sgarbi. Intercettandolo, salta fuori che insieme alla compagna Sabrina Colle stava tentando di esportare illegalmente un caravaggesco attribuito a Valentin de Boulogne sequestrato a Montecarlo.Sgarbi dirà alla procura di Imperia che non era suo, ma l’ex restauratore Mingardi lo smentisce. Una mail partita dalla segreteria di Sgarbi ne attesta l’autenticità. Tenterà di attribuirne la proprietà a un morto (Augusto Agosta Tota), ma la figlia nega: “Mai visto quel quadro”.

  sconcerta che un uomo di governo sia indagato per reati specifici della sua funzione: il ministero della Cultura dovrebbe tutelare i beni culturali.IL sottosegretario deve rispondere dei oltre  ai  sospetti sul quadro rubato, sugli affari illegittimi, sulla frode e sul riciclaggio. Ma  purtroppo  i  ministri sono tutti incompetenti  dato che   da subito Sgarbi è emerso come anomalia: nessuno lo vuole, nessuno lo caccia. Alle uscite imbarazzanti e alle inchieste è seguita la consegna del silenzio, segnale di debolezza  Quindi   colpevole    o innocente      che  sia   ,  sarà la  magistratuta  a  giudicarlo   ,    si  deve  dimettere  o  dovrebbero  buttarlofuoriu dal  parlamenti 

14.11.23

chiamiamo le cose con il loro nome A gaza c'è un massacro d'inermi nessuna giustificazione striscione degli ultra del lecce durante la partita contro il milan

 

11/11/2023
Lecce - Milan a
Al di là del risultato...
Abbiamo vinto noi!

💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️💛❤️
"Non avrei mai immaginato di vedere un gruppo di ultrà mostrare maggiore lucidità e serenità di giudizio della maggior parte dei grandi giornalisti e commentatori in circolazione"
E.T.
Riporto e sottoscrivo le parole di un amico.

18.4.23

come desponsabilizzarsi dalle accuse di razzismo Per i dirigenti Juve gli insulti razzistici erano “catartici”: scritto nero su bianco nel 2015

Ma  come  si  fa    a sostenere  cose  del genere  ?  Anche  se    come  dice  dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015   dovesse  essere  vero   ciò non   una  giustificazione  per  evitare  di prendersi  le  proprie  responsabilità   di mancato  controllo    di tale teppaglia  . Infatti    da  

Ma come si permettono l’europa e il mondo di additare il nostro calcio come il più razzista e discriminatorio del “globo terracqueo” (cit. Meloni)? Ma che ne sanno loro degli sforzi profusi dai nostri club nell’impavido tentativo di sradicare dai nostri stadi razzismo e discriminazione? E dire che basterebbe andare in Google, scrivere “Colour? What colour? Relazione sulla lotta contro la discriminazione e il razzismo nel calcio”: e ci si troverebbe davanti alle 84 pagine del dossier presentato dalla Juventus nell’autunno del 2015. E sì, dopo averlo letto magari qualcuno potrebbe restare perplesso rispetto al tipo di riflessione suggerita sul tema dal club guidato fino a ieri da Andrea Agnelli: risolvere

il problema è impossibile: non per niente la squalifica della curva dell’allianz Stadium per i cori razzisti rivolti a Lukaku è stata subito tolta. E poi perché? Un po’ di sano razzismo e di sana discriminazione non ha mai fatto male a nessuno.
State pensando a uno scherzo? Beh, cambiate idea. Perché la conclusione cui gli esperti della Juventus giungono, a conclusione del loro ponderoso studio, è una e una sola: l’importante è non fare drammi. “Un approccio pragmatico – si legge a fine dossier, a pag. 73 – suggerisce che l’insulto collettivo basato sull’origine territoriale sia difficilmente sradicabile con l’applicazione di veti e sanzioni. Secondo il timore espresso da un noto esperto e attivista i tifosi, semplicemente, non capiranno e diventeranno meno ricettivi sulla necessità di disciplinarsi nell’uso di un vocabolario discriminatorio, sessista o razzista”. E dunque: “In conclusione, la decisione più saggia sulla discriminazione territoriale consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico (…) Le sanzioni collettive non sono ammesse nei sistemi giudiziari ed educativi delle democrazie progredite. Sono infatti considerate eticamente scorrette, illegali e controproducenti. È quindi difficile capire perché dovrebbero rivelarsi efficaci nel mondo del calcio” Avete capito bene: l’insulto razziale o discriminatorio viene definito “catartico”, e cioè da vocabolario “liberatorio, purificatore”. E chi siamo noi per impedire un tale processo di purificazione interiore delle masse? Ma non è tutto. Se l’insulto razzista assume connotazioni particolarmente odiose (vedi il verso della scimmia rivolto dall’intera curva juventina, 5 mila persone, all’indirizzo di Lukaku due settimane fa), “la correttezza politica ha storicamente dimostrato – si legge – che lo humour costituisce una risposta di grande efficacia agli atti discriminatori. Le reazioni spiritose, come quella di Dani Alves riportata nel paragrafo 2-4 (al lancio di una banana il giocatore brasiliano rispose, ai tempi del Barça, sbucciandola e mangiandola, ndr) hanno un impatto positivo sotto diverse angolazioni (…) l’umorismo raggiunge un esteso gruppo di persone, attira l’attenzione, si diffonde rapidamente e resta impresso nella memoria”. Insomma brutto piagnone di un Lukaku che ti ribelli se 5 mila spettatori fanno al tuo indirizzo il verso della scimmia: perché vuoi farne un dramma? Non potresti umoristicamente stare al gioco e che ne so, picchiettare in testa Onana proprio come fanno gli scimpanzé, o balzare in groppa a Dumfries o strofinarti ripetutamente il pelo sul petto per divertire la platea e irradiare così un messaggio subliminale di grande efficacia? Invece di lamentarti, fai anche tu qualcosa di utile per battere il razzismo. Fai l’orango.


  Quindi se  tale  problema   secondo  loro  non si  risolve  in tale  modo   , lor  signori  , cosa  propongono per   risolverlo ? 

22.3.22

Cherif Doumbouya, dalla “papera” alle parole di consolazione degli ultrà del UsTempio

unione  sarda  CALCIO – PROMOZIONE 20 marzo 2022 alle 16:28


Cherif Doumbouya, dalla “papera” alle parole di consolazione degli ultrà del Tempio
Un bel gesto di civiltà ed educazione sportiva dei sostenitori dei Galletti dopo l’errore che è costato il derby con il Calangianus



Nella foto Cherif Doumbouya consolato dai tifosi a fine partita (foto concessa US Tempio)



Una punizione certamente non irresistibile quella di Del Soldato, che al 34' del secondo tempo ha regalato la vittoria al Calangianus nel sentitissimo derby gallurese contro il Tempio, quasi uno spareggio per il salto in Eccellenza. Un tiro lento sul quale Cherif Doumbouya, 22 anni, senegalese, portiere dei Galletti, è incappato in una papera clamorosa, facendosi sfilare il pallone tra le mani. Il giovane portiere senegalese si è fatto prendere dallo sconforto. Nonostante fosse stato già consolato dai compagni alla fine ha chiesto scusa a tutti e dopo il triplice fischio dell'arbitro si è avvicinato nel settore ultrà del Tempio, dove erano accalcati 300 tifosi. Malgrado la comprensibile delusione e la cocente sconfitta dal settore tanti applausi e parole di incoraggiamento da per Cherif. Un bel gesto, di grande sportività e amicizia, che fa da splendido contraltare a episodi di maleducazione, inciviltà (e talvolta razzismo) che talvolta siano abituati a vedere sugli spalti e nei rettangoli di gioco.

                  Argentino Tellini

2.5.21

il tifo calcio e la gioia per la vittoria di uno scudetto fa perdere i freni inibitori e le regole del buonsenso contro la pandemia

 Da ex  tifoso Juventino   , poi diventato   causa la   corruzione del sistema  moggi    e non solo   vedi calciopoli,  di nessuna squadra   e  sempre  più tiepido  a livello di di tifo  ,   capisco  la smania di festeggiare  la propria squadra  (  l'inter  in questo caso )   soprattutto  quando  essa  ritorna  a vincere   dopo   11  anni   e  lo fa  in  periodo  difficile per il calcio italiano  causa pandemia 

Ma  se  La gioia è comprensibile, l’irresponsabilità intollerabile, specie in una regione che ha avuto 33mila morti e ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia. quindi come suggerisce


Lorenzo Tosa
Eviterei di farne questione di tifo, in un senso come nell’altro. Non è che sia “colpa” degli interisti, così come essere interisti e aver vinto uno Scudetto non esenta da alcuna responsabilità. Poteva esserci qualunque altra tifoseria di qualsiasi altra squadra, in qualsiasi città, sarebbe finita allo stesso modo. Il problema è culturale. Il problema è che ancora, dopo oltre un anno, non abbiamo capito chi e cosa stiamo affrontando e combattendo. E lo paghiamo e lo pagheremo ancora a lungo.

Infatti   come  dice 

Si può festeggiare sicuramente ma in tanti modi diversi, soprattutto in questo periodo... Speriamo bene

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, in piedi e attività all'aperto 

uno dei commenti   alla  discussione   su  tale  fatto di Lorenzo   Tosa in  merito  a tale  evento

 

30.10.17

anche il silenzio fa male Stadio di Lucca: la curva vuota per non omaggiare il deportato

E' vero che l'obbligo ricordare a tutti costi qualcosa non è giusto , ma qui : << E' una questione di rispetto per una persona di 98 anni, testimone di uno dei momenti più cupi della nostra storia". L'assessore all'Urbanistica del comune di Lucca Celestino Marchini, che ha premiato l'ex deportato Dante Unti, mentre la curva ovest dello stadio Porta Elisa "disertava" la cerimonia, esprime il giorno dopo l'accaduto il suo rammarico.



Lucca, la curva "ignora" l'ex deportato e l'assessore sbotta: "Questione di rispetto, persa grande occasione"

 "Una curva, quella della Lucchese non è entrata, l'altra ha continuato a sostenere la sua squadra come nulla fosse". "Abbiamo perso l'occasione di sentire una grande testimonianza", ha concluso >>

da http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2017/10/30/news/

Stadio di Lucca: la curva vuota per non omaggiare il deportato

La partita è di cartello: serie C, la Carrarese lanciatissima fa visita alla Lucchese, un derby toscano sanguigno con adeguato seguito di tifosi. Ma c’è un fuori programma che sciupa la festa...














LUCCA. La partita è di cartello: serie C, la Carrarese lanciatissima fa visita alla Lucchese, un derby toscano sanguigno con adeguato seguito di tifosi. Ma c’è un fuori programma che sciupa la festa sportiva. Dante Unti, 98 anni, porcarese deportato in un lager tedesco e sopravvissuto all’orrore, viene invitato al centro del campo per ricevere come premio il gagliardetto rossonero della società. Lodevole iniziativa. Timidi applausi dello stadio, ma quel che è peggio è che la curva degli ultras della Lucchese resta vuota. E’ un curva politicamente orientata a destra e la circostanza non sfugge. Non hanno voluto omaggiarlo.
IL RACCONTO DELL'ORRORE
Dante Unti, ex prigioniero dei nazisti, premiato prima della partitaDante Unti, 98 anni di Porcari. Prigioniero di guerra dei nazisti è stato premiato prima del fischio di inizio di Lucchese - Carrarese. Ma la curva Ovest dei tifosi rossoneri non l'ha omaggiato, restando fuori dallo stadio. Lui racconta: "Ho camminato sui morti e ho visto i tedeschi ammazzare i prigionieri come me a sangue freddo. Ho il groppo alla gola a raccontare le scene che ho visto" (Video di Fiorenzo Sernacchioli)

Eppure il luogo è simbolico. Il Porta Elisa di Lucca è lo stadio che vide tra i suoi protagonisti uomini come Erno Erbstein (che visse anni difficilissimi a causa delle leggi razziali italiane e dalle persecuzioni naziste contro gli ebrei),Libero Marchini (che negli anni Trenta si inventava di tutto pur di non fare il saluto fascista prima dell'inizio delle partite) e Bruno Neri (che poi entrò in una formazione partigiana e venne ucciso in un agguato), ma ieri si è distinto per gli spalti vuoti in curva Ovest.
La Curva Ovest della Lucchese, piena...
La Curva Ovest della Lucchese, piena solo dopo l'omaggio al deportato

Unti è stato accompagnato a centrocampo dall'amministratore unico rossonero Carlo Bini e dall'assessore comunale allo sport Celestino Marchini. Il grosso dei tifosi entra dopo, quando Unti ha preso posto in tribuna. Enrico Turelli ha anche letto un brano del diario di Anna Frank ma nessuno lo considera: i tifosi della Carrarese cantano e sbandierano e smettono solamente quando l'arbitro dà inizio al minuto di silenzio; interrotto, quest'ultimo, da un Forza Lucca che arriva dalla Ovest. Tanto che l'arbitro Curti di Milano, come rassegnato, fischia la fine del raccoglimento con qualche secondo di anticipo.

3.4.17

Il caso - Il papà "ultras" a bordo campo: "Prendi un barcone e torna al tuo Paese !"

FotoSuccede che sui campi dilettantistici e giovanili della Brianza, come di tutta Italia, ne vedi e soprattutto ne senti, davvero, di tutti i colori (e in questa vicenda è proprio il caso di sottolineare la parola “colori”...). Ma c'è un limite a tutto. E quando senti qualcosa che va “oltre”, ti senti in dovere di denunciarlo. Per far riflettere un pochino, senza demagogia.Succede che in un sabato pomeriggio di primavera, su un campo della zona, ti fermi a vedere una partita di Primi Calci 2008. Bambini di 8-9 anni. La partita è normalmente combattuta. Un papà “ultras” della squadra di casa, peraltro molto noto al proprio gruppo di genitori e all'allenatore, manda in scena il consueto show: improperi, urla, critiche all'allenatore e ai bambini, incitamenti sguaiati e ordini al proprio figlio. Immarcabile. Ingestibile. A un certo punto, però, si supera: “Prendi un barcone e torna al tuo paese!”.Diretto all'attaccante della squadra avversaria, un bambino africano, reo a suo parere di qualche spinta di troppo in campo.Un minuto di silenzio.
 da  http://m.monza-news.it
01.04.2017 15:00 di Alessandro Crisafulli Fonte: Alessandro Crisafulli

7.1.13

cori razzisti in serie A indignazione ma nessun fatto concreto come Milan-pro patria

Come volevasi dimostrare  il dubbio  espresso nel post precedente  riguardo  all'abbandono   dell'abbandono  dei giocatori    del milan e  della pro  patria  durante  l'incontro  , trova  conferma  da questo  fatto    e dalla mancanza  di proteste  e   solo  una  normale  indignazione .  Ma  perchjè  c... non passano  all'azione   invece  di  bla  ....  bla...   . Tutti a parole   lo condannano ma   quelli che  contano  sono  i fatti

unione  sarsda  Domenica 06 gennaio 2013 07:09

Pinilla condanna i cori contro il rossoblù
Anche Boateng solidale con Ibarbo

Pinilla condanna i cori contro il rossoblù Anche Boateng solidale con IbarboIL TWEET DI MAURICIO PINILLA
Ieri la punta rossoblù si era scagliata contro il pubblico via Twitter: "Non imparate niente...!!!". Poi sulla sconfitta decisa da un rigore inesistente commenta: "Ora basta c..." Oggi, anche il milanista ha solidarizzato con il giocatore del Cagliari.Il caso Boateng era destinato a far discutere, questo si sapeva. Certo non era prevedibile che cori razzisti si sarebbero sentiti già da stasera, allo stadio Olimpico nel corso di Lazio-Cagliari. Il rossoblù Mauricio Pinilla lo fa notare su Twitter. "Cori razzisti contro Ibarbo all'Olimpico...Non imparate niente...!!!" Poi l'attaccante retwitta un post di Skysport: "Buu razzisti nei confronti di Ibarbo, a breve un comunicato dello stadio. In caso non cessino probabile stop".
SULLA GARA ALL'OLIMPICO - Sono trascorsi pochi minuti dalla fine della sfida con la Lazio e Pinilla non ci pensa due volte a postare su Twitter poche parole: "BASTAAAAA C...."
OGGI ANCHE BOATENG su Twitter - "E' triste sentire questi cori razzisti due giorni dopo che noi abbiamo lasciato il campo dopo aver ricevuto simili insulti. Molto triste!!!". Con questo messaggio su Twitter il milanista Kevin Prince Boateng ha commentato gli ululati contro il colombiano del Cagliari Victor Ibarbo ieri nella partita con la Lazio.

31.3.12

La nonnina delle poesie e la letteratura da stadio \ ultra


non   ricordo la  fonte  

È il 1978. Siamo a Nuoro. E, come ogni mattina, una vecchia signora apre la sua logora valigia di pelle e cartone e mette in mostra la sua preziosa mercanzia: piccoli libricini di versi sardi, rilegati alla buona, comprati all’ingrosso e venduti per poche centinaia di lire.

Prima di lei «il lavoro» lo faceva il marito, che ai tempi di questa meravigliosa foto di Claudio Gualà era morto da pochi anni. Ma la «nonnina», rimasta sola, non si era persa d’animo. E ogni mattina, presa la sua valigia, continuava ad andare alle bancarelle della piazza del mercato, o alla vecchia fermata dell’Arst, vestita di tutto punto dal suo costume e seduta su una sdraio logora ancora più della sua valigia. Indicando con immutata passione e dita nodose la sua preziosa mercanzia.
Come la mattina della foto, con la sua cliente, vecchia quanto e più di lei, che si accovaccia. Tocca un libro con la mano mentre la nonnina ne indica un altro. E insieme parlano di ciò a cui lei più di tutto tiene: le sue piccole poesie.

Ora Facendo qualche piccolo calcolo, queste donne avevano probabilmente studiato sino alla II o al massimo sino alla V elementare, eppure si vede nello sguardo e nei gesti l’attenzione per la loro Cultura. L’acquisto di un libro poteva essere magari per un regalo sicuramente scelto con attenzione. Nel DNA dei sardi, come del resto nel sud




 c’è anche l’orgoglio  anche se   sta  scomparendo  sempre   più omologandosi  alla massa  e al   conformismo acritico   per la nostra cultura. Una foto preziosa, grazie di averla condivisa insieme al commento che aggiunge le necessarie sfumature.
Infatti   ecco un 

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...