Insieme a lui, tutti i compagni di squadra, che hanno fatto l’unica cosa che ha senso fare di fronte a questi miserabili: fermarsi, togliergli il giocattolo, l’unica cosa che questi decerebrati indegni di essere chiamati tifosi capiscono. Poi i giocatori sono rientrati, la partita è proseguita, l’ha vinta in rimonta il Milan, ma mi auguro che venga comunque decisa a tavolino con lo 0-3 come da regolamento. Dovrebbe scattare in automatico. Ma soprattutto come ho detto su fb : << NON SONO MILANISTA , MA STIMO MOLTISSIMO IL GESTO DEI LORO GIOCATORI . LO SO' SARA' COME RACCOGLIERE L'ACQIUA DELMARE CON UN CUCCHIAIO , MA E' MEGLIO DI NIENTE DEL SILENZIO E DELL'INDIFFERENZA . SE TUTTE LE SQUADRE I CALCIO A PRESCINDERE DALLA SERIE E DALLA CATEGORIA , LO FACESSERO TUTTE E LE SOCIETA' TRONCASSERRO RAPORTI CON CURVE E TIFOSI DEL GENERE SIMILI COSE NON SUCEDEREBBERO >>Altrimenti il coraggio di Maignan, le sue parole, resteranno, come al solito, al vento.
Grandissima presa di posizione di Maignan che dopo un primo avviso all'arbitro decide di lasciare il campo seguito da tutti i suoi compagni per gli ululati dei soliti mentecatti metaforicamete parlando che nel 2024 ancora non sono capaci di stare al mondo e cotivano ideologie idiote ormai superate e condannate dalla storias . Mi chiedo come
Francesco Gaglio
Allo Stadio vanno tutti, famiglie con bambini, tifosi veri che sostengono, e pure la feccia. Ci sono realtà dove la feccia si vede molto bene, si distingue con facilità. Peccato che resti quasi sempre impunita, oppure quando si colpisce lo si fa in modo generalizzato, senza senso. Ognuno è responsabile per se stesso. I cori razzisti sono solo la punta dell’iceberg. Le insegne e i saluti fascisti, sono il peggio del peggio, il fondo del barile. A pensarci non è che lo Stadio è un po’ lo specchio di tutto il Paese?
E come Marzullo mi sono dato la risposta : anche questo increscioso episodio, aggiunto ad altri eclatanti, indicano che la marea fascista e xenofoba che attraversa l'Italia e non solo, continui a montare inesorabile.Infatti Pur non avendo vissuto direttamente il periodo dell' avvento e crescita del fascismo,ma avendo vissuto in famiglia nella contrapposizione \ scontro nella famiglia paterna 8 mio padre e mio zio comunistri extraparlamentari e mio nonno e i miei prozii fascisti ) noto parecchi elementi di similitudine, non ultimo il tentativo sempre presente di minimizzare gli accadimenti . Infatti in post durissimo, su Instagram, per cercare di marcare una differenza rispetto al passato, quando gli episodi di razzismo negli stadi hanno portato tante parole e nessun fatto. È quanto fatto dal portiere del Milan Maignan, all’indomani dei cori razzisti subiti nella partita in casa dell’Udinese e alla sua clamorosa protesta (ha lasciato il campo, partita sospesa e poi ripresa dopo 5 minuti). Messaggio chiaro, con tanto di attribuzione di responsabilità: “Oggi è un intero sistema che deve assumersi le proprie responsabilità – ha scritto il numero uno rossonero – Gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell’anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell’Udinese – ha continuato – che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, sarai complice anche tu“.Poi l'ottimismo (di circostanza?): “È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”. Mike Maignan ha poi ricordato che “non è stato il giocatore ad essere stato aggredito. È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia. Questa non è la prima volta che mi succede – ha scritto – E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo fatto comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla”. E ancora: “L’ho già detto e se è il caso lo ripeto: non sono una vittima. E voglio dire grazie al mio club AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese – ha aggiunto – e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto in privato e in pubblico. Non posso rispondere a tutti ma vi vedo e siamo insieme”.
Da sottolineare, in tal senso, la presa di posizione ufficiale dell’Udinese Calcio, con una nota ufficiale sul proprio sito in cui la società si dichiara “profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione – ha scritto il club friulano – ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio”. L’Udinese “collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l’immediato chiarimento dell’accaduto, con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili”. Come Club “continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza“.
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Il gesto dopo il match ha scatenato polemiche in Ucraina «È stato un errore e se ne pente»: tennista ucraina di 16 anni stringe la mano alla rivale russa, il padre si scusa
Il padre della tennista ucraina Elizaveta Kotliar si è fatto avanti dopo che la figlia ha stretto la mano alla rivale russa Vlada Míncheva al termine di una partita agli Australian Open 2024, scatenando una valanga di critiche in Ucraina.
L'incontro, disputato sabato 20 gennaio, si è concluso con la vittoria della russa per 6-2 e 6-4, dopodiché le atlete si sono avvicinate alla rete e si sono strette la mano.
Tuttavia, secondo una dichiarazione rilasciata sabato dalla Federazione ucraina di tennis, che cita il padre dell'adolescente, Konstantin Kotliar, l'atleta ha compiuto il gesto «automaticamente».
«Liza ha solo 16 anni, non ha grandi esperienze di gioco in competizioni importanti come i tornei del Grande Slam», ha detto il padre. Che ha sottolineato: «È stato un errore di cui Liza si pente, non accadrà mai più».
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Dicono che all'estero la Meloni non sbaglia mai . Infatti il suo sottosegretario Vittorio Sgarbi finisce sul nytimes perchè è indagato per i caso della tela rubata ( qui l'articolo originale da cui ho preso la foto ) e il governo tace . Un Figurone proprio .
- “Sgarbi cachet d’oro, 300mila euro in 9 mesi”. Il 24 ottobre 2023 il Fatto accende un faro sulle “attività parallele”, mai dichiarate, che il sottosegretario svolgeva tramite società del caposegreteria e della compagna. L’agcm, su richiesta del ministro Sangiuliano, apre un’istruttoria i cui esiti sono attesi entro il 14 febbraio. Ma Sgarbi continua: settimana scorsa era Conegliano, per 1.500 euro presenta il nuovo libro. A mezzanotte (da sottosegretario) si fa aprire Palazzo Sarcinelli per vedere un De Chirico.
- IL GOVERNO arruola il celebre pasticcere Iginio Massari. Il ministro Francesco Lollobrigida ha annunciato che la legge che istituisce il riconoscimento di “Maestro dell’arte della Cucina Italiana”, premiando le eccellenze dell’enogastronomia, sarà soprannominata “legge Massari”. In più, il governo ha proposto al pasticcere di guidare la commissione che sarà incaricata di giudicare tecnicamente la qualità degli aspiranti “Maestri”
- L’inchiesta mette in luce un uso disinvolto degli uffici, con rimborsi e trasferte dubbi. Emergono favori ad artisti da cui riceve compensi, rapporti con finanziatori come il principe Antonio Pallavicino di Genova: il 2 gennaio Sgarbi fa una videodenuncia contro un progetto di ascensore sgradito al Principe e chiede la testa del soprintendente. Tre mesi dopo riceve da lui 54mila euro come “regalia”.
- –È ancora un quadro il grimaldello su cui poggia l’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: debiti con l’agenzia delle Entrate (715mila ). I pm contestano a Sgarbi d’aver comprato un dipinto all’asta facendo figurare la fidanzata Sabrina Colle come acquirente e con denaro di terzi (Pallavicino).
- Da un’inchiesta del Fatto e Report a fine dicembre esplode la storia del dipinto rubato a Buriasco e riapparso in mostra a Lucca come “inedito” di proprietà di Sgarbi. Il sottosegretario è indagato per riciclaggio di beni culturali: si sospetta abbia esposto una copia anziché l’originale. Entrambe sono state sequestrate il 12 gennaio. Sono in corso accertamenti tecnici e perizie.
- Nel 2019 la Procura di Siracusa indaga su un giro di dipinti falsi messi in mostra da un impresario vicino a Sgarbi. Intercettandolo, salta fuori che insieme alla compagna Sabrina Colle stava tentando di esportare illegalmente un caravaggesco attribuito a Valentin de Boulogne sequestrato a Montecarlo.Sgarbi dirà alla procura di Imperia che non era suo, ma l’ex restauratore Mingardi lo smentisce. Una mail partita dalla segreteria di Sgarbi ne attesta l’autenticità. Tenterà di attribuirne la proprietà a un morto (Augusto Agosta Tota), ma la figlia nega: “Mai visto quel quadro”.