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22.1.24

DIARIO DI BORDO N° 31 ANNO II Al minuto 33 di Udinese-Milan, e all’ennesimo urlulato razzista e verso della scimmia, il portiere rossonero Mike Maignan ha lasciato la propria porta, e si è diretto verso gli spogliatoi.,tennista ucraina di 16 anni stringe la mano alla rivale russa, il padre si scusa., dicono ch all'estero la Meloni non Sbagli un figurone con il caso Sgarbi


Al minuto 33 di Udinese-Milan, e all’ennesimo ululato razzista e verso della scimmia, il portiere rossonero Mike Maignan ha lasciato la propria porta, ha avvisato l’arbitro e si è diretto verso gli spogliatoi, deciso a non continuare a subire quella vergogna.
Insieme a lui, tutti i compagni di squadra, che hanno fatto l’unica cosa che ha senso fare di fronte a questi miserabili: fermarsi, togliergli il giocattolo, l’unica cosa che questi decerebrati indegni di essere chiamati tifosi capiscono. Poi i giocatori sono rientrati, la partita è proseguita, l’ha vinta in rimonta il Milan, ma mi auguro che venga comunque decisa a tavolino con lo 0-3 come da regolamento. Dovrebbe scattare in automatico. Ma soprattutto   come ho  detto  su  fb  : <<  NON SONO MILANISTA , MA STIMO MOLTISSIMO IL GESTO DEI LORO GIOCATORI . LO SO' SARA' COME RACCOGLIERE L'ACQIUA DELMARE CON UN CUCCHIAIO , MA E' MEGLIO DI NIENTE DEL SILENZIO E DELL'INDIFFERENZA . SE TUTTE LE SQUADRE I CALCIO A PRESCINDERE DALLA SERIE E DALLA CATEGORIA , LO FACESSERO TUTTE E LE SOCIETA' TRONCASSERRO RAPORTI CON CURVE E TIFOSI DEL GENERE SIMILI COSE NON SUCEDEREBBERO >>Altrimenti il coraggio di Maignan, le sue parole, resteranno,   come   al solito, al vento.
Grandissima presa di posizione di Maignan che dopo un primo avviso all'arbitro decide di lasciare il campo seguito da tutti i suoi compagni per gli ululati dei soliti mentecatti metaforicamete parlando che nel 2024 ancora non sono capaci di stare al mondo e cotivano ideologie idiote ormai superate e condannate dalla storias . Mi chiedo come

Francesco Gaglio
Allo Stadio vanno tutti, famiglie con bambini, tifosi veri che sostengono, e pure la feccia. Ci sono realtà dove la feccia si vede molto bene, si distingue con facilità. Peccato che resti quasi sempre impunita, oppure quando si colpisce lo si fa in modo generalizzato, senza senso. Ognuno è responsabile per se stesso. I cori razzisti sono solo la punta dell’iceberg. Le insegne e i saluti fascisti, sono il peggio del peggio, il fondo del barile. A pensarci non è che lo Stadio è un po’ lo specchio di tutto il Paese?


E come Marzullo mi sono dato la risposta : anche questo increscioso episodio, aggiunto ad altri eclatanti, indicano che la marea fascista e xenofoba che attraversa l'Italia e non solo, continui a montare inesorabile.Infatti Pur non avendo vissuto direttamente il periodo dell' avvento e crescita del fascismo,ma avendo vissuto in famiglia nella contrapposizione \ scontro nella famiglia paterna 8 mio padre e mio zio comunistri extraparlamentari e mio nonno e i miei prozii fascisti ) noto parecchi elementi di similitudine, non ultimo il tentativo sempre presente di minimizzare gli accadimenti . Infatti in post durissimo, su Instagram, per cercare di marcare una differenza rispetto al passato, quando gli episodi di razzismo negli stadi hanno portato tante parole e nessun fatto. È quanto fatto dal portiere del Milan Maignan, all’indomani dei cori razzisti subiti nella partita in casa dell’Udinese e alla sua clamorosa protesta (ha lasciato il campo, partita sospesa e poi ripresa dopo 5 minuti). Messaggio chiaro, con tanto di attribuzione di responsabilità: “Oggi è un intero sistema che deve assumersi le proprie responsabilità – ha scritto il numero uno rossonero – Gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell’anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell’Udinese – ha continuato – che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, sarai complice anche tu“.Poi l'ottimismo (di circostanza?): “È una lotta difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”. Mike Maignan ha poi ricordato che “non è stato il giocatore ad essere stato aggredito. È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia. Questa non è la prima volta che mi succede – ha scritto – E non sono il primo a cui è successo. Abbiamo fatto comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla”. E ancora: “L’ho già detto e se è il caso lo ripeto: non sono una vittima. E voglio dire grazie al mio club AC Milan, ai miei compagni, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese – ha aggiunto – e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto in privato e in pubblico. Non posso rispondere a tutti ma vi vedo e siamo insieme”.
Da sottolineare, in tal senso, la presa di posizione ufficiale dell’Udinese Calcio, con una nota ufficiale sul proprio sito in cui la società si dichiara “profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione – ha scritto il club friulano – ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio”. L’Udinese “collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l’immediato chiarimento dell’accaduto, con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili”. Come Club “continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza“.



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Il gesto dopo il match ha scatenato polemiche in Ucraina «È stato un errore e se ne pente»: tennista ucraina di 16 anni stringe la mano alla rivale russa, il padre si scusa



Il padre della tennista ucraina Elizaveta Kotliar si è fatto avanti dopo che la figlia ha stretto la mano alla rivale russa Vlada Míncheva al termine di una partita agli Australian Open 2024, scatenando una valanga di critiche in Ucraina.
L'incontro, disputato sabato 20 gennaio, si è concluso con la vittoria della russa per 6-2 e 6-4, dopodiché le atlete si sono avvicinate alla rete e si sono strette la mano.
Tuttavia, secondo una dichiarazione rilasciata sabato dalla Federazione ucraina di tennis, che cita il padre dell'adolescente, Konstantin Kotliar, l'atleta ha compiuto il gesto «automaticamente».
«Liza ha solo 16 anni, non ha grandi esperienze di gioco in competizioni importanti come i tornei del Grande Slam», ha detto il padre. Che ha sottolineato: «È stato un errore di cui Liza si pente, non accadrà mai più».

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Dicono  che  all'estero la  Meloni non sbaglia  mai .  Infatti il  suo sottosegretario Vittorio  Sgarbi    finisce  sul  nytimes perchè è indagato   per  i caso della  tela  rubata (  qui  l'articolo originale   da  cui  ho  preso  la    foto  )  e il  governo tace . Un Figurone  proprio . 

Sgarbi ha sempre rivendicato una concezione “privatistica” dell’arte a favore di mercanti, collezionisti e antiquari, teorizzato regole e prassi diverse da quelle previste dalla legge sulla tutela e dal Codice dei beni culturali. Nel frattempo  stando alle inchieste

 

  • “Sgarbi cachet d’oro, 300mila euro in 9 mesi”. Il 24 ottobre 2023 il Fatto accende un faro sulle “attività parallele”, mai dichiarate, che il sottosegretario svolgeva tramite società del caposegreteria e della compagna. L’agcm, su richiesta del ministro Sangiuliano, apre un’istruttoria i cui esiti sono attesi entro il 14 febbraio. Ma Sgarbi continua: settimana scorsa era Conegliano, per 1.500 euro presenta il nuovo libro. A mezzanotte (da sottosegretario) si fa aprire Palazzo Sarcinelli per vedere un De Chirico.
  • IL GOVERNO arruola il celebre pasticcere Iginio Massari. Il ministro Francesco Lollobrigida ha annunciato che la legge che istituisce il riconoscimento di “Maestro dell’arte della Cucina Italiana”, premiando le eccellenze dell’enogastronomia, sarà soprannominata “legge Massari”. In più, il governo ha proposto al pasticcere di guidare la commissione che sarà incaricata di giudicare tecnicamente la qualità degli aspiranti “Maestri”
  •  L’inchiesta mette in luce un uso disinvolto degli uffici, con rimborsi e trasferte dubbi. Emergono favori ad artisti da cui riceve compensi, rapporti con finanziatori come il principe Antonio Pallavicino di Genova: il 2 gennaio Sgarbi fa una videodenuncia contro un progetto di ascensore sgradito al Principe e chiede la testa del soprintendente. Tre mesi dopo riceve da lui 54mila euro come “regalia”.
  • –È ancora un quadro il grimaldello su cui poggia l’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: debiti con l’agenzia delle Entrate (715mila ). I pm contestano a Sgarbi d’aver comprato un dipinto all’asta facendo figurare la fidanzata Sabrina Colle come acquirente e con denaro di terzi (Pallavicino).
  •  Da un’inchiesta del Fatto e Report a fine dicembre esplode la storia del dipinto rubato a Buriasco e riapparso in mostra a Lucca come “inedito” di proprietà di Sgarbi. Il sottosegretario è indagato per riciclaggio di beni culturali: si sospetta abbia esposto una copia anziché l’originale. Entrambe sono state sequestrate il 12 gennaio. Sono in corso accertamenti tecnici e perizie.
  •  Nel 2019 la Procura di Siracusa indaga su un giro di dipinti falsi messi in mostra da un impresario vicino a Sgarbi. Intercettandolo, salta fuori che insieme alla compagna Sabrina Colle stava tentando di esportare illegalmente un caravaggesco attribuito a Valentin de Boulogne sequestrato a Montecarlo.Sgarbi dirà alla procura di Imperia che non era suo, ma l’ex restauratore Mingardi lo smentisce. Una mail partita dalla segreteria di Sgarbi ne attesta l’autenticità. Tenterà di attribuirne la proprietà a un morto (Augusto Agosta Tota), ma la figlia nega: “Mai visto quel quadro”.

  sconcerta che un uomo di governo sia indagato per reati specifici della sua funzione: il ministero della Cultura dovrebbe tutelare i beni culturali.IL sottosegretario deve rispondere dei oltre  ai  sospetti sul quadro rubato, sugli affari illegittimi, sulla frode e sul riciclaggio. Ma  purtroppo  i  ministri sono tutti incompetenti  dato che   da subito Sgarbi è emerso come anomalia: nessuno lo vuole, nessuno lo caccia. Alle uscite imbarazzanti e alle inchieste è seguita la consegna del silenzio, segnale di debolezza  Quindi   colpevole    o innocente      che  sia   ,  sarà la  magistratuta  a  giudicarlo   ,    si  deve  dimettere  o  dovrebbero  buttarlofuoriu dal  parlamenti 

16.7.23

dopo il caso di Beatrice Verzi ecco il caso DI Alberto Veronesi direttore del Festival Puccini che ha diretto la boheme bendato

   COSA  E' SUCCESSO 

Alberto Veronesi dirige la Boheme bendato per protesta, il pubblico non gradisce e fischia. Figlio dell’oncologo Umberto, è passato dal Pd a Fdi

Alberto Veronesi dirige la Boheme bendato per protesta, il pubblico non gradisce e fischia. Figlio dell’oncologo Umberto, è passato dal Pd a Fdi

Il direttore del Festival Puccini contro la scelta del regista di ambientare l'opera nel '68 francese. "Non voglio partecipare allo scempio visivo di un autore, che viene stuprato"

Stuprano la Boheme di Puccini e io la dirigo bendato. Ha fatto scalpore la decisione provocatoria del maestro Alberto Veronesi che la sera del 14 luglio sul palco del Gran Teatro Puccini di Torre del Lago è salito con una benda sugli occhi. Rivolgendosi al pubblico ha spiegato: “Non voglio vedere queste scene”.


 Christophe Gayral, regista   di  questa   versione  della boheme  commenta ,  sempre  sul  corriere  del 16\7\2023 il gesto del direttore d’orchestra: «Sapeva tutto fin dall’inizio e non aveva avuto nulla da ridire, quella benda è arrivata dopo le uscite di Sgarbi» .
Ora  
Di prime tempestose e di regie contestate è piena la storia del teatro d’opera. Nel 2015 ad  esempio   alla Royal Opera House il Guillaume Tell firmato da Damiano Michieletto creò scandalo per una scena di stupro, e già alla prima della Scala del 2009 aveva fatto scalpore la sensualissima Carmen di Emma Dante: Zeffirelli se ne disse sconcertato. "Ma che il direttore d’orchestra si bendi gli occhi per non vedere quanto viene presentato sul palco, lo trovo un’assoluta sciocchezza", commenta Alberto Mattioli, storico della musica, critico e drammaturgo, autore di vari saggi, fra cui Pazzo per l’opera e il più recente Gran Teatro Italia (Garzanti).    Infatti   ecco    cosa    ancora  Alberto Mattioli, in  https://www.quotidiano.net/cronaca/il-critico-musicale-modernizzare-lopera-scelta-normale-e-giusta-3a8cbdca

Mattioli, perché non approva il gesto del maestro Veronesi ?

"Perché suppongo che un direttore d’orchestra, quando conduce un’opera, abbia visto prima la messinscena e l’allestimento: avrà sicuramente parlato con il regista, avrà effettuato delle prove... Non ho assistito alla recita a Torre del Lago, quindi non posso parlare da testimone, ma che senso ha bendarsi gli occhi la sera della prima? Se non ritiene adatta la regia, il direttore può bocciare lo spettacolo in anticipo e abbandonare il progetto".

Qualcuno lo ha già fatto nella storia?

"Certo. È rimasta memorabile la querelle fra Luca Ronconi, al suo debutto operistico alla Scala nel 1974, con il maestro tedesco Wolfgang Sawallisch. Era stato progettato un intero Ring di Wagner con la regia di Ronconi e le scene di Pier Luigi Pizzi, ma dopo Valchiria e Sigfrido il direttore decise di abbandonare il progetto per i dissapori con il regista. L’intero Ring venne poi ripreso e completato a Firenze con Zubin Mehta sul podio".

Il direttore rischia davvero di essere soltanto un ‘battitore del tempo’?

"Ma per carità... Il direttore è il responsabile dello spettacolo, il vero dominus. Proprio per questo può far notare le sue osservazioni prima dello spettacolo: non ha senso farlo dopo. Nel 1924, Arturo Toscanini annunciò che non avrebbe diretto la prima postuma di Turandot se avesse dovuto eseguire anche Giovinezza: Mussolini allora restò a casa e Toscanini la spuntò".

È sbagliato ambientare una Bohème nel ‘68 francese?

"Assolutamente no. Tra l’altro una Bohème calata negli stessi anni, con la regia di Stefano Trespidi, vicedirettore artistico della Fondazione Arena, è andata in scena proprio pochi mesi fa al teatro Filarmonico di Verona e nessuno ha mosso ciglio. Chi si scandalizza per una Bohème sessantottina allora non dovrà mai mettere piede all’Opèra di Parigi, dove è in repertorio un allestimento con Rodolfo e Mimì astronauti nello spazio".

Ma non è una provocazione?

"Qui la provocazione non c’entra. In base ad alcuni riferimenti storici presenti nel libretto, i fatti narrati nella Bohème si possono datare attorno al 1845-‘46 a Parigi. I giovani protagonisti hanno esattamente gli stessi ideali e le stesse passioni di quelli che (tra l’altro nelle stesse strade) avrebbero dato vita al ‘68 francese. E quindi la gioventù della soffitta ha gli identici sentimenti di quella dei nostri anni. Portare le opere a un’epoca più vicina al pubblico è utile per aiutarlo a comprenderne il significato e anche a identificarsi nei personaggi. La più bella Bohème che io abbia visto è quella firmata da Graham Vick per il Comunale di Bologna: era ambientata fra gli studenti dell’Erasmus".

Forse troppo?

"No, perché anche in tutta la storia dell’arte troviamo tantissime attualizzazioni. Pensi a capolavori come la Vocazione di San Matteo di Caravaggio, dipinta nel 1599, dove i personaggi sono vestiti con abiti di quell’epoca, e non certo del periodo storico a cui si riferisce l’episodio, e alle Madonne dei grandi artisti che indossano vesti rinascimentali. Dovremmo cancellarle tutte  ?  

 ma   allora    non  si può neppure  contestare     ?   certo che  si  può   e si  deve      è  il  sale della democrazia  .  Ma  farlo   perchè lo senti  tu  non  come le pecore     perchè   te lo suggerisce l'altro .Ma   soprattutto    farlo   informandoti   vedendola  prima   .  Infatti  Sgarbi e Veronesi contestano proprio quella valenza sociale e politica. «Si vede che non conoscono bene il libretto di Giacosa e Illica, ispirato al romanzo di Henri Murger, Scene di vita di Bohème. Dove un gruppo di giovani, Rodolfo e i suoi amici, poeti, pittori, filosofi, vogliono amare, ubriacarsi di vino e di carezze, cambiare il mondo. Non mi pare così strano e ancor meno forzato trovare un parallelo tra quegli artisti poveri, traboccanti di vitalità e ideali, e i ragazzi del ’68. La Bohème di Puccini è intrisa di poesia e emozioni ma anche di un contesto utopico e sociale».E  quindi   un riadattamento  ci  può anche  stare   senza  però  snaturare   completamente la  base  dell'opera  . Ed  da quel che ho letto   non mi sembra    che  cio'  sia  avvenuto  . 


prima    fa  " lo  scemo "  ed  i  servizievole  visto  che  lo ha  fatto  cosi sembrerebbe  su   sugerimento  di Sgarbi      e  poi  anzichè  accettare  le  conseguenze  cosa  fa  piange   e  fa la  vittima  

  da  Bufera al Pucciniano, la Fondazione licenzia Veronesi. L'ira del Maestro: "Momento triste per la cultura" - Luccaindiretta

Bufera al Pucciniano, la Fondazione licenzia Veronesi. L’ira del Maestro: “Momento triste per la cultura”

La decisione dopo l'esibizione 'bendata' sul palco di Torre del Lago. Ma il direttore d'orchestra rivendica la protesta: "Chiedo al ministero se sia corretto finanziare l’arte strumentalizzata nel nome della propaganda politica"


non rendendosi      conto   che   anche   il  filogovernativo  IL GIORNALE   lo rimprovera

Dirigendo senza guardare l'orchestra, Veronesi ha mortificato l'opera
Storia di Giovanni Gavazzeni  6 h fa

Dirigendo senza guardare l'orchestra, Veronesi ha mortificato l'opera
Dirigendo senza guardare l'orchestra, Veronesi ha mortificato l'opera© Fornito da Il Giornale

La competenza regnante è foriera di accadimenti che non potrebbero albergare nemmeno nelle menti più confuse. Un direttore d'orchestra, Alberto Veronesi (foto), in segno di protesta verso la regia decide di dirigere bendato (se dissenti, o ne discuti prima o non dirigi, come è accaduto tante volte anche a direttori di certa autorità). Il suddetto direttore ha spiegato che intendeva protestare contro il ruolo ancillare del direttore d'orchestra ridotto dai registi a battitore di misura, cioè a fare esattamente quello che lui fa da decenni. Il pubblico, quello del Festival pucciniano di Torre del Lago, lo apostrofa salacemente, ma lui tira dritto e conclude una prestazione definita in vari modi, dai quali vogliamo escludere quella che fa riferimento al «pagliaccio», essendo ingiusto accostare un simile episodio a quella gente seria che sono gli artisti circensi e i pagliacci in particolare. Una voce istituzionale ha ironizzato sull'episodio grottesco e imbarazzante: era uno sfoggio di memoria. Chiunque abbia messo piede in un teatro sa che per tenere assieme uno spettacolo d'opera ci vuol altro che la memoria (fingerla non è cosa né rara, né impossibile), ma c'è bisogno del costante contatto visivo tra direttore, orchestra e palcoscenico. A maggior ragione in un'opera come La bohème dove il discorso è un continuo e difficilissimo movimento, suscettibile di imprevisti ad ogni istante. Davanti a simili accadimenti l'Opera ne esce, per usare un eufemismo, mortificata; mentre l'interessato incassa titoloni e clamore, quando invece ci vorrebbe un definitivo altolà. Se fossero stati al mondo due musicisti della levatura e del temperamento di Giacomo Puccini e Pietro Mascagni (il celebre operista che diresse per primo La bohème a Torre del Lago) l'attore di questa demenziale sceneggiata non sarebbe stato fatto entrare in teatro nemmeno pagando il biglietto




5.4.21

l'ultima ... di Sgarbi e l’indegna accusa di “pedofilia di Stato” alla legge contro l’omofobia e la transfobia

 in sottofondo 
 Lord Of The Flies - Iron Maiden


 la  legge  zan  avrà molte  cose  che  non  vanno  è  vero     vedi le  critiche  femministe
 
 
 
in particolare    questa     

In questi giorni si parla molto del #ddlZan, i cui promotori premono affinché venga velocemente approvato in Senato. Dallo scorso luglio però, una larga parte del femminismo italiano esprime posizioni critiche su alcuni aspetti di questa legge, come ben spiega questa bella intervista a Francesca Izzo, fondatrice del movimento Se Non Ora Quando, pubblicata da
la Repubblica
[ qui l'articolo ] proprio il 1 luglio 2020. Ma fino ad oggi le nostre opinioni non sono state nemmeno ascoltate. Ci piacerebbe che gli onorevoli
Alessandro Zan
e
Monica Cirinnà
accettassero il confronto anche con le donne che la pensano diversamente da loro, che non sono poche. Auspichiamo inoltre che tutti i parlamentari di qualsiasi parte politica prendano visione e coscienza delle ragioni di tutte e tutti prima di votare questa legge.
 Ma  da  li a dire   quello che  dice  Sgarbi e  company    sia   pedofilia  di stato   è  grave  . Infatti  Sgarbi  si dimostra       per quello   che  è   sempre stato una persona indisponente e privo di ogni forma di buon senso ed educazione, non discuto la sua professionalità, dicono che è il migliore, io umilmente mi astengo perchè  non sono uno specialista  ma un semplice  profano   e'la  critica  d'arte nn è il mio campo e nn mi permetto o  almeno  ci  provo  di dare
giudizi. Ma che quest'uomo ha bisogno di un bravo psichiatra non ho dubbi, e tutti quelli che lo invitano nei salotti televisivi pubblici   e  proivati  fanno più pena ( metaforicamente  parlando  )  di lui, si fanno maltrattare e deridere da questo essere indegno  senza  , salvo pochi , quello che  pensano  !!!!
Vittorio Sgarbi ha deciso di celebrare la Pasqua con un video su Facebook in cui paragona il Ddl Zan contro l’omotransfobia né più né meno a “pedofilia di Stato.” lo so che non dovrei mettere il video e fare pubblicità a un siffatto individuo ma è importante farlo sentire cosi evitiamo d'essere tacciati di faziosità  . Riporto dal portale un video su Facebook in cui paragona il Ddl Zan, la cosiddetta legge contro l’omofobia, alla “pedofilia di Stato”
Si tratta ovviamente un delirio di oltre 10 minuti nel quale Sgarbi si scaglia contro il disegno di legge e si spinge ad attaccare Fedez (lo sport preferito a destra) perché osa permettere a suo figlio di giocare con le bambole (gasp!).“Il politicamente corretto, con quella che si chiama legge Zan, vorrebbe educare i bambini alla indifferenza sessuale. tesi condivisibile o meno . Ma La qual cosa è paragonabile alla “pedofilia di Stato” è vomitevole . Ripeto , non trovando ( anzii non avendo voglia di cercare ) altri sinonimi , un delirio nel quale Sgarbi si scaglia contro il disegno di legge e si spinge ad attaccare Fedez ( lo sport preferito a destra ) perché osa permettere a suo figlio di giocare con le bambole (gasp!). Quindi cari Sgarbi e colleghi sappiate che anche se la democrazia è lasciarvi parlare e dire le vostre ideee non è , lasciatevelo dire è la libertà di dire minchiate ed insulti . Ma è confronto ed dialogo civile
concludo sule note del Sibelius : Concerto pour violon (Hilary Hahn)

 



Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...