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23.10.25

“Risorse e risentimenti: il vocabolario dell’odio quotidiano” “Sassi, silenzi e vergogne: cronaca di un’Italia che non si dissocia”im caso degli ultras neofascisti a rieti

 Qualche giorno fa     mi pare  perchè ho  coniviso  o partecipato ad  una discussione   sui  social   sulla notizia del legame di almeno due degli ultras accusati dell'omicidio dell'autista del pullman dei tifosi del Pistoia Basket, con ambienti di estrema destra e neofascisti .9Ho ricenvuto via emai numerosi commenti

   RIEPILOGHIAMO  IL FATTO  


I commenti arrivatemi via email sono stati un profluvio di riduzionismo e offese, e discorsoi del tipo : « e le foibe .... » riferendosi alla sinistra , ecc come sempre, e fin qui niente di nuovo sotto il sole . Vorrei soffermarmi però su tutti coloro, molti, che hanno scritto "quando un omicidio viene compiuto da una risorsa, però, non scrivi niente". È a loro che vorrei rispondere, con alcune argomentazioni.
1. Chiamare "risorsa" una persona, usando un tono dispregiativo, è razzista e profondamente stupido. Si tratta di persone che hanno trovato il coraggio e la forza di fuggire alla ricerca di un futuro migliore , attraversare Paesi, spesso il deserto ,, le torture nei centro di detenzione libici e tunisino , poi il mare, per arrivare in Europa. Viaggi in cui hanno subito di tutto, e alla fine ce l'hanno fatta. E chi li deride (per cosa, poi?) ha spesso difficoltà a non versare in terra la birra nel percorso fra la cucina e il divano. Fate un po' voi.
2. Non mi occupo sempre causa probelmi vati miei e dei mieignitori ultre 80 anni di cronaca, mai, a meno che e preferisco riportare storie particolari come dovrebbe essere chiaro dalle tag e dagli hastag o da questa faq ( ) . A volte però capita che la cronaca travalichi se stessa veere i. miei post sui femminicidi o come per esempio un attacco di ultras che uccidono un uomo a sassate, organizzando la sassaiola, legati a un ambiente neofascista, non è soltanto cronaca. Soprattutto in un Paese dove la povera, piccola fiammiferaia Premier, non ha neanche il coraggio di definirsi antifascista cuìioè prenderne seriamente le distaNZE (per non perdere i voti neppure dei lanciatori di sassi).
3. C'è comunque, in generale, una differenza sostanziale. E questo è forse il punto principale. Un immigrato non commette mai ( non si ha, ad oggi notizia di un solo caso mai avvenuto) un reato in quanto immigrato, o nero. Mentre essere neofascisti, estremisti di destra, include sempre una condotta potenzialmente violenta e sempre discriminatoria, perché il fascismo stesso si basa sulla presa del potere in modo violento, e sul mantenimento di quello stesso potere attraverso la sopraffazione e la persecuzione delle minoranze. Per questo non esiste un "fascista buono", perché se fosse buono (o intelligente) non sarebbe fascista. E sempre per questo continuerò a raccontarlo, perché è una notizia al di là della cronaca, in mezzo a un Paese che esalta una nonantifascista Premier.

16.6.25

eroi . ma per la maggior parte del paese sono estranei....


 o peggio .gente da sfruttare o deridere . infatti mentre avevo  finito  di   pubblicare  l'articolo :<<Aymane come Paolo >> inviatomi da Daniela Tuscano leggo tramite cronache della sardegna   che


[....]

Articolo pubblicato ieri dal Dott. Marco Zavagli, direttore di Estense.com

Oggi mi hanno segnalato un commento sulla pagina Facebook di #estensecom, il giornale che dirigo.
Un agente, un pubblico ufficiale (credo non importi sapere di quale corpo), vantandosi - giustamente - di aver salvato un cagnolino, definiva ironicamente “risorse” chi viene da paesi che non rientrano nell’Unione Europea. Mi sento di aggiungere che per “risorse” intendesse persone che arrivano in Italia da Africa, Asia, insomma quei posti dove la pigmentazione della pelle offre facili intuizioni di provenienza.
Dubito, insomma, si riferisse a statunitensi, svizzeri o altre nazionalità che per le stesse ragioni possono sentir definiti i propri cittadini come “extracomunitari”. A quel pubblico ufficiale vorrei dire che Aymane, dall’alto dei suoi 16 anni, ha fatto capire a persone privatamente piccole come lui cosa vuol dire quel concetto sorpassato che risponde al nome di umanità. Ai genitori di Aymane, invece, vorrei dire grazie per aver infuso nel loro figlio il valore della vita umana. A tal punto da sacrificare la propria per salvare quella di perfetti sconosciuti.
Aymane, lui sí, era una risorsa. Ma era una risorsa che purtroppo non abbiamo più.Qui la foto di Aymane, tratta dal suo permesso di soggiorno ottenuto per motivi familiari".

4.2.22

Goito, dalle mucche alle vasche di storioni: le sfide vinte della fattoria Naviglio., Vino sottozero, la cantina è nell'igloo.,L'unico hangar dove osavano i dirigibili

Il caviale del Mincio è l'oro nero d'Italia

Valerio Lo Muzio Centomila storioni e 15 tonnellate annue di produzione: terzo posto mondiale. Principali clienti: estremo Oriente e Russia. Reportage da Bovolone, nel cuore del Veneto

 e  https://www.jamesmagazine.it/food/cru-caviar-nero-italiano/ Il caviale più pregiato non viene dal Caspio o dalle steppe russe. L’oro nero’ si produce nel cuore della pianura lombarda. Dallo storione del 
Volga 
allo storione del Mincio, si potrebbe dire, parlando della sfida lanciata ormai alcuni anni fa dall’azienda agricola Naviglio, di Maglio di Goito nel Mantovano
. Un’ennesima eccellenza produttiva, che può vantare persino clienti dalla Russia


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Duecento bottiglie conservate a duemila metri: uno studio promosso in Val Camonica vuole verificare come il clima di alta montagna influenzi l'affinamento dei sapori





di Chiara Nardinocchi

Incuriosito  ho  cercato notizie  su tale  progetto   ed  ecco  cosa  ho trovato 
  su  https://www.bresciaoggi.it/territori/valcamonica/un-igloo-come-cantina-per-i-vini-1.9154014


Il contesto è degno di «Frozen» o di qualche leggenda nordica e lo scenario si presta: il Corno D’Aola nella ski area di Ponte di Legno, nel Parco dell’Adamello. Più in basso, in Valle Camonica è stata
riscoperta una tradizione vinicola diventata un punto di riferimento all’interno della produzione agroalimentare del territorio. Perché allora non unire i due elementi, la neve e il vino, per creare un prodotto unico nel suo genere? Da questa idea nasce un esperimento inedito: un igloo, una vera casa di ghiaccio realizzata a 2.000 metri di quota dall’artista camuno Ivan Mariotti, da utilizzare come originale cantina di affinamento dei vini. Al suo interno, all’inizio dell’inverno, sono state collocate circa 200 bottiglie. La Cantina Bignotti ha depositato in questa cantina speciale i suoi rossi Igt e gli spumanti Supremo e Brut metodo classico, mentre il Consorzio Vini di Valcamonica, che riunisce al suo interno 12 cantine, partecipa all’esperimento con una trentina di etichette tra rossi, bianchi e passito. L’iniziativa ha ovviamente anche uno scopo scientifico: servirà a capire meglio come l’alta quota e il freddo invernale possano contribuire a migliorare l’affinamento in bottiglia dei vini locali. Il contributo scientifico all’esperimento è stato affidato a Unimont, l’Università della Montagna, polo di eccellenza dell’Università degli Studi di Milano che ha sede a Edolo, nel comprensorio Pontedilegno-Tonale. Spiega Anna Giorgi di Unimont: «Verranno effettuate analisi chimico-fisiche e organolettiche sia sui vini collocati nell’igloo che su quelli lasciati nelle cantine delle aziende in fondo Valle, che consentiranno una prima comparazione necessaria a verificare l’effetto delle condizioni di quota e a meglio orientare la ricerca nei prossimi anni. Il coinvolgimento dei ricercatori e degli studenti del polo Unimont in questa esperienza è in piena coerenza con la “mission” della sede decentrata della Statale di Milano, ovvero trasformare le specificità dei territori montani in punti di forza anziché elementi di debolezza grazie ad approcci innovativi e collaborazioni strategiche con le forze territoriali». «Il turismo può essere una straordinaria fonte di conoscenza di un territorio e dei suoi prodotti e l’ambito agricolo a sua volta può essere un valido alleato delle strategie turistiche - spiega Michele Bertolini, direttore del Consorzio Pontedilegno-Tonale -. Riteniamo che unire questi due comparti possa rappresentare un’ottima occasione di sviluppo». •.
                                        L.Feb



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L'unico hangar dove osavano i dirigibili
È ad Augusta, in Sicilia: un edificio colossale iniziato a costruire nel 1917 per contrastare i sommergibili tedeschi. Ora è abbandonato. E si litiga sul suo destino
di Salvo Catalano

la struttura è imponente. Sorprende il fatto che questa struttura sia stata fatta e abbandonata dal 1920 ed è ancora li intatta, volendo anche riutilizzabile; le costruzioni di oggi soprattutto pubbliche è già tanto se durano trent' anni manutentandole costantemente. Ľ idea di un sommergibile classe Totti li dentro mi sembra proprio una bella idea, come restituire alla comunità e a chi la sa valorizzare tutta ľ area.
per  chi volesse  saperne  di  più    ecco alcuni siti  

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...