Il camminino di Santiango de compostela oggi sempre più spesso anche laico ed più lungo e più celebre d’Occidente insieme alla via Francigena. Infatti l'interessante mostra ( di cui ne trovate sotto uno scatto preso dallla galleria di https://viaggi.corriere.it contente in questo articolo ) tenuta nel 2016 al museo delle culture di Milano Serendipity – I volti del Cammino, 46 immagini fra ritratti e paesaggi raccolti dal fotografo Tommaso Pini in viaggio verso Santiago de Compostela, lungo più di 800 km, in trenta tappe tradizionali.
Uno scatto dalla mostra sul Cammino di Santiago tenuta nel 2016 al Mudec di Milano.
dimostra come tale percorso sia non solo religioso \ confessionale ma anche laico . Infatti Per alcuni è un pelligrinaggio. Per altri un modo per sfidare i propri limiti. Altri ancora lo vedono come un’opportunità per stare in contatto con sé stessi e Dio, altri come un’esperienza di vita. Nessuna risposta è quella ultima e definitiva come potete leggere dalla storia riportata sotto , quindi, chiediamoco come ameremo farlo? Cosa vorremo vivere? Cosa ci spinge a farlo? Cerca la tua risposta e in base a quella vivi il tuo Cammino. Rimani anche aperto al fatto che strada facendo le tue motivazioni potrebbero cambiare strada facendo man manbo che ti avvicini ala fine del percorso ( o della tappa scelta )
Ecco quindi -- sempre dall'articolo , sopracitatonelle prime righe di questopost , delll'inserto viaggi del corriere della sera --- scrive Mattei, “preparatevi a entrare in una dimensione quasi mistica. Si dice che il cervello umano viaggi a cinque chilometri orari, la stessa velocità del pellegrino. È forse per questo che durante il cammino si scivola in uno stato quasi ipnotico, in stretto contatto con la propria interiorità”.
Uno scatto dalla mostra sul Cammino di Santiago al Mudec di Milano. Soprattutto, scrive Mattei, “preparatevi a entrare in una dimensione quasi mistica. Si dice che il cervello umano viaggi a cinque chilometri orari, la stessa velocità del pellegrino. È forse per questo che durante il cammino si scivola in uno stato quasi ipnotico, in stretto contatto con la propria interiorità”.
Ulteriore prova \ dimostrazione di ciò è questa storia raccontata dalla nuova sardegna online del 12\7\2018
SASSARI. L’esperienza è di quelle che non scorderà facilmente, tanto più che dal viaggio è tornata con un carico di ricordi e suggestioni uniche. Adriana Metrano, ex insegnante, 78 anni, di Sassari, è reduce dal Cammino di Santiago. «Non ho fatto niente di straordinario – tiene subito a precisare –, tanto più che il percorso non l’ho completato, però finalmente ho capito lo spirito che anima una persona non credente a intraprendere un viaggio faticoso, ma altrettanto coinvolgente dal punto di vista umano».
Sì, perché la signora Adriana ha deciso di partecipare al viaggio con un gruppo di amici proprio con l’intenzione di farsi un’idea precisa dei motivi che spingono un laico a percorrere ottocento chilometri a piedi. Ma lo ha fatto anche nel ricordo di una cara amica scomparsa di recente che ha voluto concludere la sua esperienza terrena solo dopo avere fatto il Cammino.
Sì, perché la signora Adriana ha deciso di partecipare al viaggio con un gruppo di amici proprio con l’intenzione di farsi un’idea precisa dei motivi che spingono un laico a percorrere ottocento chilometri a piedi. Ma lo ha fatto anche nel ricordo di una cara amica scomparsa di recente che ha voluto concludere la sua esperienza terrena solo dopo avere fatto il Cammino.
Da http://www.caminodesantiago.gal/it/scopri/origine-e-evoluzione/dai-primi-pellegrini-all-attualita |
«Il viaggio è stato bellissimo e anche se ho fatto solo otto tappe per un totale di duecento chilometri ho incontrato genti diverse, visto posti meravigliosi e sentito persone esprimersi in tante lingue, il Cammino infatti è una straordinaria porzione di mondo, un’esperienza unica in cui si recupera la dimensione umana che forse, di questi tempi, sta venendo meno». «Camminare, parlare con persone sconosciute con le quali durante il tragitto si stringe amicizia sincera, è bellissimo». Perfino il tempo è stato clemente, Adriana infatti ha raccontato che nelle due settimane tra il 15 e il 30 giugno scorsi, ha piovuto solo due volte e comunque in modo non eccessivo.
https://www.gioia.it/idee/viaggi/a4689/cammino-di-santiago-da-dove-partire/ |
Sul piano della fattibilità Adriana non ha alcun dubbio: «E’ un’esperienza alla portata di tutti – conclude – che si può fare in serenità e sicurezza, senza patemi d’animo e, soprattutto, senza avere paura della fatica perché ognuno cammina seguendo il proprio ritmo». (a.me.)
E un viaggio scongliato ai wi-fi e non dipendenti . Infatti fra i consigli di questo articolo di https://www.donnamoderna.com/ c'è questo
4. Evita di essere il camminatore Wi-Fi dipendenteSe nel 2012 raramente si vedevano persone con il cellulare lungo il cammino, nel 2014 fu la costante tanto che nei luoghi di ristoro sulle lavagne esposte fuori invece che scrivere “BOCADILLOS Y REFRESCOS” ovvero “PANINI e BIBITE”, la frase più in voga era “TENEMOS WI-FI” ovvero “ABBIAMO IL WI-FI”. Fatti un regalo: spegni il telefono o se proprio non riesci accendilo la sera. La gente non muore sul Cammino ed è uno dei luoghi più sicuri della terra, quindi il telefono e internet non ti servono. Goditi il silenzio, parla con le persone che incontri e vivi il CARPE DIEM.
Altri motivi tratti da https://it.aleteia.org/2018/07/23/7-frutti-straordinari-del-cammino-di-santiago per farlo o rifarlo sono :
1) Allontanarsi dal trambusto del mondo
2 ) Staccarsi dal superfluo
3) Contemplare il paesaggio: il creato
4) Camminare godendosi il silenzio
5) Condividere con altre persone
6) Riflettere e incontrare se stessi
7)Incontrarsi profondamente con Dio
IL cammino , non l'ho fatto ma mi propongo di farlo , lo farò prima o poi , perchè :attratto dai racconti d'amici e partner d'amici che lo hanno fatto e da : questo articolo web
Decisamente camminando si fanno incontri interessanti. Spesso però << non si sente l’esigenza di scambiare numeri di telefono o facebook, perché ci si gode il momento senza esigenza di altro. Sebbene non li rivedrò più, non scorderò mai il ragazzo di Budapest che aveva percorso a piedi la strada dalla sua città fino alla Spagna… quasi 3000 km a piedi con un budget di 7,30 euro al giorno. Non scorderò mai il giapponese di 74 anni che era partito da Parigi e a piedi finito il Cammino si sarebbe imbarcato per il Sudamerica. Non scorderò neppure Silvia, una mamma italiana che lasciati a casa figli e marito era partita da sola e, per sempre, ricorderò le sue lacrime di gioia quando il figlio diciannovenne le scrisse “sei forte mamma!”. Enrique detto Kike invece, è diventato un amico e ancora oggi ci sentiamo. >>Il Cammino ti fa riscoprire tanta beltà e tanta fratellanza nei confronti di perfetti sconosciuti, che in qualche strano modo diventano parte di te
Infatti
c'è diversità tra amico e Pellegrino.
Che c'è diversità tra una cena pagatami qui e una birra offertami la.
Che c'è diversità tra passare del tempo e trascorrere del tempo.
Che le giornate vanno riempite.
Che i baci dati.
Gli schiaffi anche.
Che i ti voglio bene detti.
Che l'oggi annulla il ieri.
Che ogni sguardo della gente cela storie diverse.
Che non a tutti è dato conoscerle.
Non a tutti e' dato svelarle.
Che un "buongiorno" è diverso da un "buen camino".
Che le vesciche guariscono.
Che la fame passa.
Lo sconforto anche.
Che un pellegrino lo riconosci non dallo zaino ma dagli occhi.
Che da laggiù non si torna mai.. ed è per questo che invece, laggiù si ritorna sempre