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23.2.14

Lady Mafia, uccide per vendetta L’Antimafia boccia il fumetto: sospendetelo . Libera: serie «diseducativa che ferisce le vittime dei clan»

riporto a  tali di cronaca i siti   del fumetto   non per  farli pubblicità



Stavo contattando   l'amico  Francesco Artibani  per  chiederli informazioni    su una sua   opera  ,  quando  sulla  sua bacheca   leggo  , che  riporta ( vedere sotto )  l'articolo del corriere  della sera ,    questo post

Un fumetto patetico e dilettantesco riporta la considerazione del fumetto in Italia indietro di cinquant'anni. Parlare male del lavoro degli altri non sarà il massimo dell'eleganza ma io non sono elegante e dico che questa merda non ce la meritiamo
  vado    a leggermi     questo  articolo   del corriere  della sera  del 22\2\2014




un immagine   del fumetto  
Si chiama«Lady Mafia», è una serie a fumetti noir che vede protagonista una donna del Sud a metà tra mala, sete di vendetta e voglia di giustizia. Il fumetto è in edicola da neanche 48 ore ed è già diventato un caso. Tanto da essere bocciato dalla commissione parlamentare Antimafia che, per bocca del deputato Pd Davide Mattiello, parla di «operazione editoriale offensiva che deve essere sospesa», siamo davanti a un albo «che non trova di meglio che esaltare la violenza mafiosa come una risposta alla violenza mafiosa». Dello stesso tenore il comunicato di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Ciotti. «Ancora una volta si gioca con le parole e si sfrutta il “fascino” della mafia per un’attività commerciale che di educativo e formativo non ha nulla».
l'albo in edicola  


TRA VENDETTE E GIUSTIZIA - Ma cos’è Lady Mafia? L’albo ammicca alle suggestioni del fumetto noir anni Sessanta/Settanta, Diabolik in testa. Formato bonelliano, 132 pagine bimestrali. Una programmazione di 10 uscite. Pubblicato dalla «Cuore Noir Edizioni», casa editrice pugliese che ora prova l’esperimento dell’edicola. Per ora Lady Mafia ha ricevuto recensioni e anticipazioni lusinghiere dalle riviste specializzate. La storia è quella di una ragazza del Sud, che nella fantasia dell’autore, Pietro Favorito, prende il nome di Veronica De Donato. Una storia dura, una saga familiare che mescola sangue e violenza. Alle spalle una famiglia distrutta dalla mafia in modo truce. E un presente volto a cercare una giustizia che sa molto di vendetta. Feroce.
Il deputato Pd Davide Mattiello
LIBERA: DISEDUCATIVO - Libera però ritiene l’uscita di questo albo « un’operazione che ferisce la memoria di tante donne vittime delle mafie e dei loro familiari, impegnati a promuovere con le loro testimonianze il valore della giustizia contro la barbarie anche culturale della vendetta». Non solo. « nel paese di Lea Garofalo e di tante donne come lei che hanno scelto, anche a prezzo della vita - si legge in un comunicato - il coraggio della denuncia, il fumetto Lady Mafia rappresenta un vero e proprio insulto alla loro memoria».
LA REPLICA DELLO SCENEGGIATORE - Lo sceneggiatore dell’albo Favorito replica così alle accuse: «Innanzitutto teniamo a precisare che non è nelle nostre intenzioni ferire nessuna delle tante donne vittime della mafia - dice a Corriere.it - né tantomeno oltraggiare la loro memoria. Ma certe accuse arrivano da chi il fumetto non lo ha nemmeno letto. La violenza? Il nostro obiettivo è quello di demistificarla raccontandola». L’autore spiega che «Lady Mafia è un fumetto noir, che si tinge di tinte forti come previsto dal filone narrativo cui fa capo, e le parole Lady Mafia altro non vogliono essere che un sostantivo femminile della parola boss. Se invece di chiamarlo Lady Mafia, il nostro fumetto l’avessimo chiamato mister mafia, avremmo fatto lo stesso scalpore?».

                                      Alessandro Fulloni


Un fumetto   che , cosa  strana   visto   che  hanno   già pubblicato   a livello  locale    ed ora  rincominciato a livello nazionale  , sta  creando   come potete leggere  l'articolo sopra .   Come al solito   tutto ciò si risolve in ottima pubblicità gratuita al fumetto, fa sorridere questa volontà di censurare qualcosa che raggiunge un pubblico limitatissimo, selezionato e consapevole a fronte della tranquillità con cui si è trasmesso in prima serata su rete nazionale una serie pressoché "agiografica" come "Il capo dei capi".



dal blog   del  fumetto





Io sto  con l'autore  perchè : 1)   certe accuse arrivano da chi il fumetto non lo ha nemmeno letto. e  che  <<   La violenza? Il nostro obiettivo è quello di demistificarla raccontandola  >>  come spiega  l'autore  nell'articolo del corriere  sopracitato ., 2)  perchè  c'è articolo 21  dellla  costituzione italiana che  cita  testualmente  :

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria.Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.



Quindi siamo ( o almeno dovremo essere )  in un Paese libero e ognuno e' libero di esprimere le proprie opinioni, anche intellettualmente disoneste, senza incorrere in censura. Ci resta, pero', la riprovazione, e operazioni come queste sono riprovevoli  o .Ma  senza  per  questo invocare  censure , divieti  , sequestri di giornali  \   riviste    Ma  soprattutto  per  l'indignazione   a  senso unico  in quanto  un approccio  nel raccontare  le  mafie  ( le quali  per  vari motivi , che ora  non sto  qui  ad  elencare   per  evitare  d'uscire  fuori tema   ma   che chi   si guarda intorno  capisce benissimo   quali sono  ,in   l'italia   soprattutto  le zone  del Nord-Est  sono in mano alle mafie . Non  solo alle nostre mafie  \  criminalità organizzata  da  40\50 a  questa parte  ,  ma  dall'ultimo decennio del secolo scorso  in mani alle mafie  cinesi e dell'est  europa  )  è  stato fatto dai   due  romanzi  di Mila   ( Regina Nera  - la  ballata  di Milia   e la Ballata  di Mila ---  foto a  sinistra  tratta  dal http://www.matteostrukul.com/ ----  di Matteo Stukul 
Ma  ciò    non significa   che  sia  critico sia  verso di Lui e  tali racconti   del genere   in quanto  ritengo  che tale racconto può essere  (  poi  magari chi  sa  come  s'evolve ) raccontato  in maniera  diversa cioè  senza  trascurare il valore della legalità    , come ha fatto   ad  esempio  come  è stato raccontata La serie Tv degli anni '80 \90 la piovra oppure le ultime due delle tre dello spin-off ( cioè una fiction nuova che trae origine da una fiction precedente) la nuova squadra \ spaccanapoli .
Come  allo stessa maniera  sono critico  verso   Libera  e  le altre associazioni antimafia    che oltre  a  criticare   , dovrebbero  proporre  , usando  i loro stessi mezzi di   comunicazione  (  fumetti  , film , ecc  )  in modo  che il messaggio antimafia  arrivi in maniera  più diretto  , sia  verso quei  cialtroni di politici   che invece di fare  serie leggi  antimafia e colpirli  dove  fa  più male  cioè il capitale  e  le società finanziarie    invocano la censura  ed  il ritiro del fumetto . 
Per   quanto riguarda   la  mia critica  al fumetto in se  , insieme a  quella  di altri professionisti   la  trovate  qui   sotto   nella feconda  discussione avvenuta   sulla bacheca  di  Francesco

 [....]



Samuele Perini Per non parlare delle pubblicità all'interno delle didascalie del fumetto. Un'operazione a parte per coinvolgere le attività nella distribuzione.
E il Lady Mafia tour? Avevano pure la ballerina di pole dance!
Pablito Caracciolo L'ho fatto! Tutto questo parlare male mi ha messo la curiosità e l'ho comprato...ammirevole il coraggio di presentare al grande pubblico un prodotto come questo...
Giuseppe Scano non sarebbe meglio per dare un giudizio globale leggerlo o quanto meno aspettare ala fine ?
Samuele Perini Hai visto il sito, Giuseppe? O i disegni? Almeno un giudizio su queste due cose si può dare.

Ciro Il Cane Cangialosi Già l'idea di base è tremenda, creare un personaggio del genere è sintomo di chi la mafia non sa neanche cosa sia. Sinceramente non gli darei tutta 'sta importanza quindi oltre a questo commento continuerò ad ignorare l'intera vicenda
Giuseppe Scano no . adesso vado a vedere
Giuseppe Scano il sito si e le copertine pure la penso come Ciro Il Cane Cangialosi

Ugo D'Orazio in effetti viene voglia di andarsi a prendere una copia per collezione. Ma graficamente bella non si può proprio dire, non so i contenuti, ma l'accanimento di Francesco mi fa pensare che pure quelli siano inesistenti.

Francesco Artibani @ Paolo: Il punto, secondo me, non è il valore artistico o morale dell'opera ma il ruolo dell'informazione rispetto il mondo del fumetto. Per tanti giornalisti preparati e attenti ci sono questi giornalisti da buffet appecoronati agli uffici stampa. Io mi interrogherei su queste figure e sui danni che fanno a un settore che già stenta di suo per affermarsi e per trovare riconoscibilità al di fuori del suo recinto.
Francesco Paolo Cusano scusate ma qualcuno ha letto l'intestazione dell articolo? " l'antimafia boccia il fumetto", ma come è possibile ? era iniziato come un innocuo "fumetto" disegnato male
Pablito Caracciolo Nel bene e nel male il fumetto è riuscito nell'intento di far parlare di sé...molti, come me, lo avranno comprato per curiosità e il primo numero avrà forse un riscontro positivo di vendite...poi se la testata avrà un suo seguito è tutto un altro discorso.
Alessio Licheri Non c'è miglior pubblicità di quando si mette in bocca all'Autorità un divieto. Sia che questo divieto sia stato realmente espresso, oppure no...
Ugo D'Orazio è come lo strategismo sentimentale di Marra, il libro ora è nelle bancarelle a 1€ ma io non lo compro lo stesso
Giuseppe Scano Infatti confermo quanto dice Ugo D'Orazio e nuovamente quanto dice Ciro Il Cane Cangialosi. io non ci vedo niente d'innovativo , almeno dalle copertine e dalla trama , mi sembra una scopiazzatura \ remarke di diabolik . non vale la pena sprecarci € con i tempi di crisi che corrono . Ma neppure censurare . Se invece di chiederne il ritiro , proponessero la politica e l'antimafia sia quella da salotto / casta , sia quella dal basso ponessero dei modelli alternativi nel mondo del fumetto e delle arti , invece di lanciarsi nelle solite e vecchie \ stantie campagne s'eviterebbero casi del genere e pubblicità a gratis ad un opera dozzinale
Giuseppe Scano riconfermo opera dozzinale vedendo i disegni ( da quel poco che ne capisco , non ho fatto scuole d'arte e in disegno era medie ero una capra ) sulla pagina facebook , che qui non metto per farli pubblicità gratuita , del fumetto .

Samuele Perini E' finito al Tg2. Come diavolo è possibile?
Fortuna che già sembrava un'impresa essere sul Sole 24 Ore.
Edizione delle ore 13:00
Francesco Artibani Per dirla con il saggio Ferretti, la qualità c'ha rotto er cazzo!
Paolo Di Orazio II mi state convincendo a comprarlo, per la paletta!
Francesco Artibani In realtà anch'io lavoro per Lady Mafia

Paolo Di Orazio II allora mi fiondo in edicola a doppia mandata
Mattia Surroz ma chi lo disegna?
Paolo Altibrandi chi fa televisione di qualità ne vede ben poca e chi la vede (la Tivvù) non la cerca, che lo mostri anche il Tg2 è normale... considerando il livello di preparazione sul fumetto di certi giornalisti!
Giacomo Vallarino l'ho comprato. stasera recensisco.
Paolo Altibrandi ho schivato sanremo in TV e me lo sono ritrovato qui su FB triturandomi i maroni, questo vorrei risparmiarmelo, grazie
Francesco Artibani No, devi soffrire come tutti. Chi siamo noi, i figli della serva?

Paolo Altibrandi nun je la faccio... sono troppo sensibile, sono cresciuto con il Corriere dei Piccoli degli anni '60 e devo ancora metabolizzare il disastro Corrier Boy
Paolo Fizzarotti Ma la poppa prorompente è funzionale alla vendetta antimafia?
Simone Paoloni perdonate il complottismo, ma visto l'incredibile risalto a un fumetto fatto da "non professionisti" ... per non usare le parole volgari, e visto che si parla di mafia, ma nn di come è veramente la mafia e visto che ha contro l'antimafia, nn è la pubblicità sia pagata dalla... aifam?

Samuele Perini Non per turbare animi sensibili maaaaaaaaaaaa ci sarebbe anche questo. L'ho notato poco fa.


Rosaria Sannino Samuele Perini oddio! hahahha assurdo...mi auguro che nessuno prenda parte a tali "corsi" ahahahah cioè io sono basita!
Un vortice di violenza, di colpi di scena e di inconfessabili verità, nel nuovo...Altro...
Giorgio Pedrazzi C' è stato un tempo (a cavallo anni Sessanta-Settanta) che chiunque sapesse appena tenere in mano una matita oppure una penna trovava spazio per pubblicare. Bene, 'roba simile' non si è mai vista.

A  voi  l'ultima parola

12.3.13

"Meglio la escort che le avances del capo almeno la mia umiliazione è ben pagata"


Come  a  repubblica  inchiesta ,dopo il mio precedente  post    in cui pubblicavo un inchiesta sulla prostituzione  fatta repubblica  online  ( trovate  il link   nel post  precedente  )  mi sono  arrivate  alcune critiche con chi fa la escort per vivere, altri più indulgenti. Ed  altri ancora   del tipo : <<  è per gente  come    tollera  come  te    che vuole  legalizzare la prostituzione   che  la  domanda  continua e continuerà   ad  esistere  >>  e menate  simili  tipo questa  arrivatami poco fa  via email   (  a  cui   non rispondo  in maniera  particolareggiata  --  dico    solo questo   che almeno  non sono ipocrita   dicendo  di odiare la prostituzione   e  poi   magari andarci  anche solo a  guardare   cioè  fare il puttan tour    e  faccio come  è chiaramente  esposto  sotto distinzione fra  chi  lo fa  volontariamente  o  e chi lo fa  perchè sfruttata   dai gruppi  mafiosi  \  malavitosi  ovviamente    senza  condannare   chi offre il proprio corpo    --- per  non appesantire  troppo  il post  ,  ed  a  cui rimando  ad  un post  apposito che  s'intitolerà   : cosa  intendo per  odio e  gioia      .


legalizazzione o proibizionedella prostituzione ?
  
pollcode.com free polls 


Io non condanno chi  vende il proprio corpo  perchè come potete  vedere  dai  video di repubblica   riportati sotto   da  situazione  a situazione  .

La prima è la storia  di Laura  una storia  di disperazione  e  di necessità 



Arrivata a Roma nel 2005 con la speranza di trovare un lavoro, Laura, 27 anni, si è dovuta accontentare per anni di lavori precari e sottopagati. Dopo lo scandato delle escort di Berlusconi, si è incuriosita riguardo al fenomeno e, mossa dalla disperazione e dalla voglia di riscatto, ha pubblicato un annuncio su un popolare sito di incontri sessuali. Oggi guadagna dai cinque mila euro in su al mese. Ma ammette: "Questo lavoro ti toglie molto di più di quanto ti dà". Ulteriori dettagli sulla sua situazione . La  seconda   storia  è  di  chi lo fa per  noia  e  sfizio



 come Gilda, in arte Eroticpassion, ha cominciato a fare questo lavoro nel 2010, diventando per caso l'amante a pagamento di un uomo di cui si era infatuata. Da allora ha continuato a fare la escort e oggi seleziona accuratamente la clientela affittando case nei migliori quartieri di Roma, curando gli incontri nei minimi dettagli. "Lo faccio perché mi piace, non c'è nulla che mi costringe. Quello che gli uomini cercano quando vengono da me non è unicamente il sesso"

Ora  come dice  quest'altro documentario  sempre  dell'inchiesta di repubblica  un intervista  ad  una operatrice  on the road  cioè quelle associazioni che  tentano di togliere  dalla strada    e  dello sfruttamento le prostitute  la maggior  parte  sono sfruttate  .
Come   ho già detto  nel post precedente  io  alternerei legalizzazione   alla olandese\  nord europa (  come un lavoro  e pagare tasse  e  contributi ) con interventi contro  lo sfruttamento delle associazioni on the road :Perchè  con i divieti  l'unico risultato che hanno ottenuto  è stato  quello  di far spostare le attività in appartamenti, alberghi, sale massaggi e  quindi rendere  più difficile  la  lotta  allo sfruttamento  sempre più in mano  alla  criminalità  italiana  e   straniera  insomma  alle mafie  . Un altra proposta , meglio se  unita  alle precedenti  ,  sarebbe  educazione  laica ( anche se  io preferisco e ritenfo più efficace ) o religiosa   alla sessualità  nelle scuole (  ad  incominciare  dalle  elementari  visto  che i primi rapporti  sessuali  anche  con prostitute ,  almeno  da  quel   sento  fra  figli  \ nipoti  e cugini d'amici\che , avvengono intorno  a  14  anni   )   , nelle parecchio  , ecc   visto  che  Un italiano su sei fa sesso a pagamento e spesso la  si immagina come "salvatore"
Della prostituzione usufruiscono ogni anno nove milioni di clienti, rivela il

17.10.12

italiani prendiamo esempio da loro L'eroe qualunque, il ragazzo africano che si è ribellato ai "caporali" del Sud

da   repubblica  17\10\2012
L'eroe qualunque, il ragazzo africano
che si è ribellato ai "caporali" del Sud
Yvan Sagnet arriva dal Camerun anche grazie alla passione per il calcio. Ma scopre il lato peggiore dell'Italia. La sua storia è diventata un libro che racconta la rivolta contro lo sfruttamento dei migranti nelle campagne pugliesi
                                                      di ROBERTO SAVIANO

QUESTA è una storia d'amore nata per caso tra un bambino e un Paese, la racconta Yvan Sagnet nel suo libro Ama il tuo sogno (Fandango). Il bambino è Yvan che nel 1990 aveva 5 anni e il Paese è l'Italia. È una storia d'amore che parte dal calcio. Yvan è nato Douala, in Camerun, nel 1985 e nel 1990, come molti bambini camerunensi, visse la cavalcata trionfale dei Leoni d'Africa nel mondiale, dalla prima partita con l'Argentina di Maradona fino ai quarti di finale contro l'Inghilterra. Napoli, domenica primo luglio. Ancora oggi chi c'era ricorda i tifosi del Camerun, coloratissimi, sportivi e con l'espressione di chi non poteva credere a ciò che stava accadendo.
Essere arrivati fino a lì aveva del miracoloso: il Camerun era la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale in Coppa del Mondo. E Napoli, dove si svolse la partita, tifò con loro sperando nel miracolo. La partita fu incredibile, con il Camerun in vantaggio per 2-1 fino a otto minuti dal termine dei tempi regolamentari. Poi il primo rigore all'Inghilterra, i supplementari, il secondo rigore e la sconfitta. A Yvan quella partita ha cambiato la vita. Il ricordo del rientro in patria della nazionale, che pur non avendo vinto il mondiale aveva ottenuto il rispetto di tutto il mondo, per Yvan significava una sola cosa: un nuovo sguardo sul suo paese, maggiore attenzione su un Camerun in crisi economica e politica. E questo nuovo sguardo era stato possibile proprio grazie al mondiale e al paese che lo aveva ospitato: l'Italia. A scuola il
programma di economia dei licei camerunensi prevedeva lo studio del sistema economico francese, ma lui decise per conto suo di specializzarsi sull'economia italiana.
Dal calcio all'economia. Yvan impara l'italiano e con un permesso di studio si iscrive all'università di Torino perché vuole diventare ingegnere. Finalmente può conoscere dal vivo il calcio italiano che ha amato da bambino. Tifa Juventus ma la prima partita dal vivo della sua vita la vede di spalle, come steward, allo stadio. Sono i primi di luglio del 2011 e i soldi della borsa di studio non bastano. Alcuni amici di Torino gli dicono che al Sud si può andare a lavorare per la raccolta del pomodoro perché serve manodopera. Così Yvan decide di trasferirsi nelle campagne salentine, a Nardò, dove sa di una masseria che accoglie i braccianti che fanno la stagione, togliendoli dalla strada, dove spesso dormono accampati sotto gli alberi, dentro case di cartone, senza acqua né corrente elettrica. Eppure anche alla Masseria Boncuri, nonostante l'impegno di tante associazioni di volontariato, la longa manus dei caporali detta le sue leggi.
Appena arrivati, i caporali requisiscono i documenti ai braccianti e li usano per procurarsi altra mano d'opera, altri immigrati, ma clandestini. Il rischio che i documenti vadano persi è altissimo e quando accade i braccianti diventano schiavi. Le condizioni di lavoro sono agghiaccianti: diciotto ore consecutive, di cui molte sotto il sole cocente. Chi sviene non è assistito e se vuole raggiungere l'ospedale deve pagare il trasporto ai caporali. Il guadagno è di appena 3,5 euro a cassone, un cassone è da tre quintali e per riempirlo ci vuole molto tempo, ore. Si lavora con questi ritmi anche durante il Ramadan, quando molti lavoratori di religione islamica non bevono e non mangiano. In Italia la disoccupazione è una piaga che sembra insanabile. Eppure questi ragazzi trovano lavoro, trovano un lavoro a condizioni inaccettabili per quasi la totalità dei disoccupati italiani. Si crede che i ragazzi africani siano abituati a una vita di disumanità, sporcizia, alloggi immondi e quindi questa attitudine alla suburra la sopportino in Italia perché medesima nel loro paese.
Nulla di più falso. Yvan scrive: "Mentre nel mio paese la dignità è sacra, a tutti livelli della scala sociale, il sistema dei campi di lavoro (in Italia, ndr) è appositamente studiato per togliere ai braccianti anche l'ultimo scampolo di umanità". Ma accade qualcosa che i caporali non hanno previsto. I braccianti in genere strappano le piantine alla radice per batterle sulle cassette così che i pomodori cadono tutti. Ma quel giorno il caporale impone un altro metodo. Servono pomodori da vendere ai supermercati per le insalate, quindi devono essere presi e selezionati uno a uno. Si tratta di riempire gli stessi cassoni di sempre, ma selezionare i pomodori significa raddoppiare la fatica. Il caporale impone tutto questo lavoro allo stesso prezzo: Yvan e gli altri braccianti non trovano alternative, si sollevano. È l'inizio della rivolta e Masseria Boncuri ne diventerà il simbolo con l'enorme striscione "Ingaggiami contro il lavoro nero". Ma lo sciopero non è facile da gestire soprattutto perché è quasi impossibile comunicare tra i diversi gruppi etnici. Gli unici a esprimersi facilmente in italiano sono i tunisini; per altri (bukinabé, togolesi, ivoriani, ghanesi, nigeriani, etiopi, somali) è necessario parlare in inglese e francese; altri capiscono solo la lingua araba. Eppure, nonostante le diversità, lo sciopero continua: tante culture e tante visioni della lotta hanno finito per essere non la debolezza ma la forza della protesta, che a un anno e mezzo da quella di Rosarno, è più organizzata e riesce a guadagnare un'eco nazionale. Gli italiani sembrano prendere finalmente coscienza delle condizioni difficili di chi lavora nei campi e le istituzioni sono costrette ad ammettere che il problema caporalato esiste.
La magistratura trova la forza per continuare le indagini già in corso, spesso protette da omertà e scarsa collaborazione, e a maggio 2012 i carabinieri del Ros arrestano 16 persone - presunti caporali e imprenditori agricoli - nell'ambito dell'operazione "Sabr" che ha colpito un'organizzazione criminale attiva tra Rosarno, Nardò e altre città della Puglia. Ma la reazione alla rivolta, allo sciopero, al clamore mediatico, all'inchiesta della magistratura e agli arresti, non si fa attendere. Alessandro Leogrande (autore peraltro di un importante reportage Uomini e caporali sui desaparecidos polacchi nel triangolo del pomodoro vicino Foggia) nell'intervista finale che accompagna il libro di Yvan Sagnet, svela che c'è un piano per uccidere Yvan e lo hanno ordito alcuni caporali tunisini che ancora operano a Nardò. La vita del primo leader nero italiano è, oggi, seriamente in pericolo. Quello che sento di poter fare con queste righe è non lasciarlo solo. Senza il suo impegno, senza questo ragazzo africano e gli altri che hanno lottato con lui, non esisterebbe la legge contro il caporalato, eppure i caporali esistono al Sud da più di un secolo. La speranza del mezzogiorno italiano sta proprio in questa parte d'Africa che arrivata al Sud, trasforma il Sud e rimette in gioco interi territori, migliorandoli. Rischia la vita per una democrazia diversa, battaglia che molti italiani hanno rinunciato a combattere.




21.3.12

le mafie in sardegna 1

dalla  nuova  sardegna  online del 19  ne del 20 marzo

Camorra, sequestrato il palazzo che ospita l'Inps di Oristano

La Guardia di finanza di Oristano ha posto sotto sequestro l’intero palazzo dove hanno sede gli uffici della sede provinciale dell’Inps. Il sequestro è stato eseguito nell'ambito dell’inchiesta sul gruppo campano Ragosta 

La sede dell'Inps di Oristano  
                                                         





ORISTANO. La Guardia di finanza di Oristano ha posto sotto sequestro l’intero palazzo dove hanno sede gli uffici della sede provinciale dell’Inps, nel quartiere San Nicola, alla periferia del capoluogo. Il sequestro segue un provvedimento esecutivo inserito nell’inchiesta sul gruppo campano Ragosta, impegnato tra l’altro nel settore immobiliare.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, questa mattina ha portato all’esecuzione da parte delle Fiamme gialle di 60 misure cautelari: 22 in carcere, 25 con i benefici dei domiciliari e 13 divieti di dimora. Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono anche sedici giudici tributari, otto funzionari impiegati nelle Commissioni tributarie provinciale e tegionale di Napoli, un membro del Garante del contribuente della Campania e un funzionario dell’Agenzia delle entrate di Napoli.
Complessivamente in tutta Italia sono stati sequestrati beni per un valore di un miliardo di euro. Il palazzo che ospita la sede dell’Inps di Oristano in passato era stato oggetto di un contenzioso che aveva avuto per protagonista proprio il Gruppo Ragosta.


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ORISTANO. Da piccola impresa familiare in 15 anni diventa una holding. Ma per fare tanta e rapida strada il gruppo Ragosta ha avuto il supporto dei soldi del clan camorristico Fabbrocino. Un'ombra che ha sempre accompagnato la controversa vicenda dei palazzi finanziari di Oristano che ospitano l'Inps. Da ieri le torri sono sotto sequestro. A sostenere il doppio filo dei Ragosta con la camorra (si veda l'articolo sotto) sono i pubblici ministeri di Napoli. Tra i 60 indagati ci sono i fratelli Fedele, Giovanni e Francesco Ragosta, originari di San Giuseppe Vesuviano. Il sequestro del palazzo nel rione San Nicola a Oristano è stato eseguito dalle stesse fiamme gialle di Napoli. I colleghi di Oristano hanno solo dovuto registrare la notifica di un fax. Del resto per loro sarebbe stato imbarazzante procedere, essendo la stessa guardia di finanza ospite in un'ala della struttura, benchè non interessata alla vicenda, che invece chiama in causa direttamente l'Inps, in quanto inquilino dei palazzi. Il sospetto dei magistrati è che

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...